
Il voto referendario ha detto la parola definitiva per chiudere la
strada al nucleare nel nostro paese. Non saranno costruite centrali
nucleari in Italia. Il progetto scellerato di produrre energia atomica è
stato clamorosamente bocciato dagli elettori.
Opporsi al nucleare era una delle motivazioni di questo nostro digiuno a
staffetta. L'opposizione popolare al nucleare è stata vincente.
Resta l'altro obiettivo: opporsi alla guerra, far rispettare l'articolo
11 della Costituzione.
L'iniziativa del digiuno a staffetta viene interrotta, avendo raggiunto
una parte dell'obiettivo, e ora bisogna trovare nuove forme per
proseguire l'opposizione alla guerra.
Sono 167 le amiche e gli amici della nonviolenza che hanno aderito al
digiuno promosso dal Movimento Nonviolento "per opporsi alla guerra e al
nucleare". C'è chi ha digiunato anche se malato in ospedale, chi in una
cella di convento o di carcere, chi ha partecipato ma ha preferito non
farlo sapere pubblicamente e chi, non potendo aderire per vari motivi,
lo ha fatto spiritualmente.
Questa iniziativa nonviolenta si è protratta dal 27 marzo scorso fino
alla consultazione referendaria del 12-13 giugno, in ogni parte
d'Italia, da Trieste a Palermo, da Torino a Venezia, da Verona a Bari.
La nonviolenza è contagiosa; abbiamo iniziato con un digiuno di 48 ore,
proseguito per 80 giorni.
Ora gli italiani hanno scelto un futuro senza nucleare, con l'acqua pubblica, e la legge uguale per tutti. Una scelta di saggezza.
I temi ambientali, della salute, della giustizia, stanno a cuore alla maggioranza degli elettori.
Meno saggi quei politici che hanno perso la sintonia con il popolo e si sono posti fuori dal processo democratico, rifiutando la consultazione referendaria.
Qualcosa di profondo si sta modificando nel nostro paese. Questo ci spinge a proseguire il nostro impegno cinquantennale per la nonviolenza che e' "il potere di tutti".
Mao Valpiana
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