Gli italiani, essendo masochisti da duemila anni e, quindi, pronte vittime della sindrome di Stoccolma che fa amare i propri seviziatori, hanno fatto arrivare primo il partito responsabile massimo della loro rovina economica e sanitaria. Ci si chiede come gli altri italiani, quelli che colmano le piazze, non abbiano trovato dove esprimersi elettoralmente.
Due sono le ipotesi. Le formazioni politiche che si presentavano sul versante antagonista, o sono affette da personalismi che, dopo Grillo, Draghi, Berlusconi, Renzi, disgustano più che mai, o sono ancora troppo minuti e negati alla visibilità dei mass media. L'altra ipotesi è che quelli delle piazze e dei cortei, cioè la parte consapevole e pensante di questo paese, in larga misura giù fiduciosi nei fallimentari Cinque Stelle, ai partiti e al voto non credono più.
Intascato il trauma inflittogli da una congrega di perlopiù scappati di casa, eletti sulla base fedifraga di una lotta al sistema falso, bugiardo, mafioso e corrotto fino all'osso e poi sposatisi ad esso, di dar retta a qualcuno con il voto non ci hanno pensato minimamente. Nemmeno quando sono riusciti a produrre un ultimo candidato, credibile. Fottuto dalla sovrapposizione tra lei e il movimento, operata più che altro dai media.
Parlo di Virginia Raggi, sindaca massacrata da magistrati e media come nessuno mai prima, aveva la colpa di non prestarsi alle zozzerie dei predecessori. Ma ha perso nel momento in cui sono girate foto in cui, al suo fianco, ad Alessandro Di Battista si sono sostituiti i Conte, i Grillo e i Di Maio.
Siamo al 1815, la Santa Alleanza, la restaurazione. E così il 33% raggiunto dagli italiani perbene nel 2018, in meno di tre anni è tornato a casa, a mordersi le mani e la mascherina e a fare occasionali sortite in piazza.
Fulvio Grimaldi - https://fulviogrimaldi.blogspot.com/
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