martedì 31 luglio 2018

Cingoli: "Se la ricostruzione serve alla distruzione (del verde)"


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Non sono molti i centri storici della provincia di Macerata che possono godere della vicinanza di un parco. Normalmente distesi sui crinali delle colline, i vari nuclei antichi hanno visto il proliferare quasi mai pianificato della città moderna, con espansioni che raramente hanno lasciato terreni liberi da destinare a parchi pubblici. Cingoli con il Parco della Portella è uno di questi rari casi.

Senza trascurare gli importanti effetti dei servizi ecosistemici che esso svolge (superfici permeabili e drenanti, lotta al CO2, etc, etc…) il Parco della Portella gioca un ruolo fondamentale, seppur trascurato, dal punto di vista urbanistico  svolgendo la propria funzione in termini di socialità, di offerta di relax e di identità rivolta a tutti i cittadini di Cingoli.
L’incipit di questa storia è la decisione dell’ufficio speciale della ricostruzione, l’USR, di ricostruire una nuova sede per l’istituto alberghiero e per il liceo sociopedagogico e linguistico, danneggiati dal terremoto, chiedendo al comune di Cingoli di individuare un’area in cui realizzarli.
Una buona notizia, almeno in apparenza, perché, con un ritardo di quasi un secolo, si sta decidendo quanto, evidentemente per fortuna, non era stato realizzato sinora: il riempimento di quell’ultimo vuoto disponibile subito fuori dalle mura, proprio il Parco della Portella, per insediarvi le nuove scuole.
La pianificazione vigente viene completamente scavalcata, con la trasformazione automatica di un’area destinata a verde pubblico in area per attrezzature scolastiche: ma le previsioni del PRG, aggiornato anche in tempi recenti, e quelle del PPAR son state fatte per scherzo? E gli edifici occupati finora dalle due scuole e che si stanno lasciando, che fine faranno? Possibile che si realizzerà una trasformazione così importante senza che gli enti che dovrebbero governarla non riescano a parlarsi senza trovare un minimo di coordinamento?
Leggendo i vari documenti (lettere della provincia, verbali di sedute del consiglio comunale, …) sembrerebbe stia succedendo proprio questo, con l’USR, che in perfetta solitudine decide, finanziandola, la realizzazione della nuova sede scolastica, e, dall’altra parte, un’amministrazione comunale che, anche giustamente, è attenta principalmente a non perdere l’importante finanziamento per le due nuove scuole. In mezzo ci sono gli uffici della provincia che si barcamenano cercando una mediazione fra i due, con l’USR che raramente comunica e, quando parla, lo fa tramite ordinanze contraddittorie o poco comprensibili, ed il comune che, portando avanti le richieste provenienti dai cittadini, ha bisogno di un’interlocuzione più seria e continua di quella attuabile tramite un semplice scambio di missive.
Il rischio purtroppo fondato è che si arrivi ad una nuova immagine del centro storico di Cingoli dove, al posto della consolidata presenza verde del parco si realizzi un casermone prefabbricato (magari anche in legno, oggi tanto di moda) che, sicuramente, non cadrà sulla testa dei nostri ragazzi ma che, vista proprio quell’emergenza posta alla base di questo processo e che sta giustificando anche le operazioni più discutibili in questa ricostruzione che ancora stenta a partire, difficilmente riuscirà a creare impatti accettabili con il contesto in cui si colloca.
Il territorio di Cingoli, nonostante le profonde ferite infertegli da decenni di indiscriminate attività estrattive, mantiene ancora oggi una sua bellezza da condividere e conservare per le future generazioni. Riteniamo sia giusto dedicargli quell’attenzione che sinora non gli è stata prestata iniziando a mettere al centro della sua gestione una strategia ambientale degna di questo nome. Pianificare la realizzazione delle nuove scuole senza la distruzione del parco della Portella ci sembra il primo passo opportuno di questa nuova strategia che l’amministrazione comunale in primis, ma anche la provincia, per il suo ruolo, dovrebbero mettere in campo. L’USR è inutile chiamarlo in causa: tanto non ci sente…

di Antonio Pagnanelli, presidente di  Italia Nostra Macerata.


Il terremoto ha provocato al nostro paesaggio danni incommensurabili. Cerchiamo di evitare quelli della burocrazia: ci rimarrebbero sulla coscienza.

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