“Oggi parleremo di corruzione nel settore pubblico, mettetevelo ben in testa: non c’è corruzione senza legge.” Ovviamente, per noi studenti, per di più in una facoltà di diritto e scienze economiche, un’affermazione di questo genere suonava quasi come un’eresia. Ma il nostro visiting professor svolse molto bene il suo lavoro docente e poco a poco ci fece capire che molte idee che portiamo in giro nelle nostre menti, non sono il risultato di osservazioni, ragionamenti e riflessioni razionali bensì meri preconcetti che ci siamo lasciati mettere in testa durante i nostri anni di scuola obbligatoria.
Perché “non c’è corruzione senza legge”? Vi sono almeno 3 condizioni necessarie perché si instauri la corruzione:
1) Potere decisionale discrezionale: Le leggi in vigore devono dare a determinati funzionari pubblici il potere di applicare le disposizioni con una certa – anche se, ovviamente, non totale – discrezionalità; i funzionari in questione naturalmente cercheranno di nascondere questa discrezionalità per mezzo di procedimenti complicati e lunghi che coinvolgano più di un funzionario per dare così l’impressione che tutto viene eseguito correttamente;
2) Rendite economiche: A seconda delle decisioni prese da questi funzionari si creano vantaggi o svantaggi per i cittadini sottoposti a queste pratiche; alcuni cittadini perderanno la pazienza e cercheranno di “ungere” le vie burocratiche per “influenzare” le decisioni a loro favore; ma l’iniziativa può venire sia da parte dei cittadini (corruzione) che da parte dei funzionari pubblici (estorsione);
3) Istituzioni deboli: Più i regolamenti – molte volte elaborati con la collaborazione degli stessi funzionari pubblici – prevedono vie burocratiche complesse che coinvolgono più funzionari, più diventa difficile controllare le azioni del singolo funzionario e più sarà forte l’incentivo di “sfruttare” questa sua posizione.
Si osserva, perciò, che i benefici percepiti da atti di corruzione dipendono in modo importante dal numero di persone nella stessa organizzazione o nella società che agiscono abitualmente in modo corrotto:
1) Più è diffusa la corruzione e più diventa difficile eseguire dei controlli per scoprire atti di corruzione;
2) Individui corrotti cercano sempre di interagire con altri individui corrotti per spartirsi i proventi e ridurre le probabilità di essere scoperti;
3) Più vantaggi si ottengono per mezzo di atti di corruzione che invece non si otterrebbero con una sana imprenditorialità, e più si diffonde la corruzione; ossia, più la concorrenza si sposta dall’ambito del mercato all’ambito della burocrazia pubblica e più si rinforzano i meccanismi e gli incentivi che promuovono la corruzione.
Ovviamente, all’epoca di quella lezione memorabile, non c’erano dati statistici che avrebbero permesso di mettere a prova empirica le spiegazioni esposte, c’erano soltanto argomenti teorici, aneddoti su casi di corruzione ed alcune sentenze giudiziarie. Ma nel frattempo le cose sono cominciate a cambiare. Per lo meno dall’inizio del millennio, l’organizzazione “Transparency International” pubblica ogni anno il conosciuto “Corruption Perception Index (CPI)”, l’Indice di Percezione della Corruzione. In verità sarebbe meglio chiamarlo “Indice di percezione della trasparenza” (il contrario della corruzione), poiché questo indice ordina le nazioni del mondo in una scala da 0 (massima corruzione, nessuna trasparenza) a 100 (nessuna corruzione, massima trasparenza).
Orbene, con animo di presentare una piccola investigazione sul tema di questa nota, partiamo dalla nostra mini-ricerca in internet (già contenuta nella prima nota pubblicata in questo blog “Manteniamo la democrazia diretta di stampo elvetico!”) sul numero di leggi in vigore: Svizzera 300 leggi (solo Confederazione), Gran Bretagna 3’000 leggi, Germania 5’500 leggi, Francia 7’000 leggi, Italia 150’000 – 200’000 leggi. In seguito, per ciascuna delle 5 nazioni calcoliamo il valore medio del CPI degli ultimi 5 anni. Infine, mettiamo in relazione i due indicatori nel Grafico sottostante (l’asse orizzontale corrispondente al numero di leggi è in scala logaritmica).
Che cosa osserviamo? Una conferma sorprendente di ciò che ci insegnava il nostro visiting professor ben 42 anni fa! Più sono le leggi in vigore in una nazione e meno trasparente e più corrotta è quella nazione. Allora aveva ragione il nostro docente quando affermava: “mettetevelo ben in testa: non c’è corruzione senza legge.”
Ma perché si arriva a questa “inflazione di leggi”? Si possono elencare diversi argomenti:
1) Dal punto di vista del “reddito politico”, sembrerebbe che un partito “guadagni” di più, proponendo una nuova legge che non proponendo la riforma, la revisione oppure l’eliminazione di una legge obsoleta.
2) Molte volte i procedimenti legali-amministrativi per risolvere determinati problemi sono troppo complicati e perciò troppo lunghi, cosa che crea disagi. E dato che è molto difficile mettersi contro la burocrazia esistente e riformare, ossia semplificare, i procedimenti esistenti, si opta di percorrere la strada più semplice e di varare una nuova legge che crea un nuovo ufficio pubblico al quale viene affidato il compito specifico di trattare quel problema.
Come si può dedurre facilmente dagli argomenti elencati, l’inflazione legislativa si deve principalmente a leggi troppo complicate e procedimenti troppo lunghi, che creano burocrazie pubbliche troppo grandi e pesanti che inaspriscono i problemi dei cittadini invece di risolverli. Di fronte a questo stato di cose il settore politico risponde con l’approvazione di nuove leggi più specifiche, che creano nuovi uffici pubblici che dovrebbero risolvere i problemi che la burocrazia preesistente non risolveva in modo soddisfacente. Purtroppo, com’è facile prevedere, a questo modo si entra poco a poco in quel circolo vizioso che si può descrivere come
più leggi à più burocrazia à più lentezza à più corruzione à più leggi à ecc.
Considerando che molte nuove leggi creano nuovi uffici pubblici con i problemi elencati e troppo ben conosciuti, si capisce molto bene perché Milton Friedman è arrivato ad affermare che “The government solution to a problem is usually as bad as the problem – Molte volte, la soluzione governativa di un problema è cattiva quanto il problema stesso.” Ma non c’è bisogno di essere un economista liberale per rendersi conto di questa problematica. In uno dei suoi “suggerimenti per il successo”, Martin Betschart (psicologo, oratore e coach nel campo dello sviluppo personale) dice: “Viele Menschen glauben immer noch, wir leben in einer Demokratie, doch leider stimmt das immer weniger. Wir leben immer mehr in einer Diktatur der Verwaltung… – Molte persone continuano a credere che viviamo in una democrazia, ma purtroppo questo vale sempre meno. Viviamo sempre di più in una dittatura della burocrazia pubblica.”
Gli argomenti esposti costituiscono infine una chiara e pesante avvertenza contro quella strisciante e subdola adesione all’Unione Europea, portata avanti dietro la schiena del popolo sovrano svizzero da alcuni Consiglieri federali, aiutati dai loro burocrati non eletti ed in continua crescita numerica.
Concludiamo con una frase di Publio Cornelio Tacito, molto significativa ed espressa quasi 2000 anni fa; evidentemente, Tacito vedeva chiaro e lontano quando disse: Corruptissima republica plurimae leges – In uno Stato totalmente corrotto si fanno moltissime leggi.
Historicus Ticino Live
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