Inizio dell'operazione evizione - Foto di Fulgor Silvi
Bisogna cacciare la giunta Monti-Napolitano! Bisogna dare un nuovo governo al paese!
Per quelli che ancora nutrivano qualche illusione sulla giunta Monti-Napolitano o addirittura su Marchionne, l’annuncio di Marchionne che Fabbrica Italia (il rilancio della produzione di auto in Italia) è rinviata a un futuro indefinito e improbabile e l’appoggio della giunta Monti-Napolitano a Marchionne sono stati una doccia fredda, benché salutare per chi è interessato a capire come gira il mondo oggi e cosa bisogna fare per salvarsi.
Ma per milioni di operai, lavoratori, precari, disoccupati, giovani, casalinghe, immigrati e pensionati l’ostacolo che si trovano davanti non sono le loro illusioni nella giunta Monti-Napolitano o in Marchionne. Ciò che impedisce loro di far valere i loro interessi è la mancanza di un governo alternativo alla giunta Monti-Napolitano. L’eliminazione nello scorso autunno del governo della banda Berlusconi ha insegnato che protestare, scioperare e manifestare è indispensabile ma non basta. Occorrono ai livelli locali e a livello nazionale uomini e organismi decisi a prendere in mano la direzione della vita sociale, decisi a dare alla politica del paese un indirizzo opposto a quello che i vertici della Repubblica Pontificia e le autorità del sistema imperialista mondiale dicono essere l’unico possibile: lacrime e sangue per le masse popolari rassegnate ai desideri e ai disegni degli speculatori.
Protestare, scioperare e manifestare non basta. È la forza delle lotte delle masse popolari organizzate, delle Organizzazioni Operaie e delle Organizzazioni Popolari che nell’autunno scorso hanno indotto i vertici della Repubblica Pontificia e le autorità europee e americane del sistema imperialista mondiale a scartare la banda Berlusconi dal governo. Ma nello stesso tempo è la debolezza della lotta delle OO e OP che ha permesso ai vertici della Repubblica Pontificia e alle autorità europee e americane del sistema imperialista mondiale di installare la giunta Monti-Napolitano al posto della banda Berlusconi.
La giunta Monti-Napolitano è un governo illegale e illegittimo. È un gruppo di ciniche canaglie che non fanno alcun riferimento, nemmeno formale, alla Costituzione e non si ritengono in alcun modo subordinate ad essa. Semplicemente la ignorano: come se non ci fosse. È un gruppo di ciniche sanguisughe che fanno riferimento solo ai desideri, alle speculazioni e agli interessi del sistema finanziario internazionale e della Corte Pontificia. Questo gruppo di canaglie agisce su esclusivo mandato della Corte Pontificia e delle istituzioni dell’imperialismo europeo e americano e sta imponendo alle masse popolari quello che il governo della banda Berlusconi non riusciva a imporre. La forza delle lotte delle OO e OP consisteva nel rendere sempre più difficile alla banda Berlusconi governare il paese. La debolezza della lotta delle OO e OP consisteva nel non avere ancora una propria soluzione di governo. Per questo i vertici della Repubblica Pontificia e le autorità europee e americane del sistema imperialista mondiale sono riusciti a mettere questo gruppo di delinquenti in guanti gialli e di ciniche sanguisughe al governo dell’Italia.
Nella lotta contro la giunta Monti-Berlusconi bisogna fare tesoro di questo prezioso insegnamento. Bisogna promuovere le proteste, gli scioperi, le manifestazioni, bisogna in ogni campo promuovere e sostenere l’insubordinazione alla giunta Monti-Napolitano e alle altre autorità della Repubblica Pontificia che agiscono agli ordini o comunque in combutta con la giunta, ma bisogna combinare questo lavoro con il lavoro volto a far coordinare tra loro le OO, le OP e quanto c’è di attivo e sano nel movimento sindacale, nella società civile, nella sinistra borghese e a far loro costituire un Comitato di Salvezza Nazionale che si ponga come alternativa alla giunta Monti-Napolitano. Una vera opposizione alla giunta Monti-Napolitano è quella fatta da uomini e organismi decisi ad assumere il governo del paese al suo posto, per attuare il programma delle Sei Misure Generali del Governo di Blocco Popolare.
1. Assegnare a ogni azienda compiti produttivi (di beni o servizi) utili e adatti alla sua natura, secondo un piano nazionale (nessuna azienda deve essere chiusa).
2.Distribuire i prodotti alle famiglie e agli individui, alle aziende e ad usi collettivi secondo piani e criteri chiari, universalmente noti e democraticamente decisi.
3.Assegnare ad ogni individuo un lavoro socialmente utile e garantirgli, in cambio della sua scrupolosa esecuzione, le condizioni necessarie per una vita dignitosa e per la partecipazione alla gestione della società (nessun lavoratore deve essere licenziato, ad ogni adulto un lavoro utile e dignitoso, nessun individuo deve essere emarginato).
4.Eliminare attività e produzioni inutili o dannose per l’uomo o per l’ambiente, assegnando alle aziende altri compiti.
5.Avviare la riorganizzazione delle altre relazioni sociali in conformità alla nuova base produttiva e al nuovo sistema di distribuzione.
6.Stabilire relazioni di solidarietà, collaborazione o scambio con gli altri paesi disposti a stabilirle con noi.
La giunta Monti-Napolitano spreme e strozza le masse popolari con le sue misure finanziarie. Oggi molti intellettuali si accapigliano a proposito di quali sono le misure finanziarie più efficaci per saziare speculatori e altri vampiri. Ma se anche fosse possibile ridurre la capacità del sistema finanziario di fare danni, non basterebbe. Dobbiamo invece servirci di esso com’è per uscire dal marasma attuale, per rompere la catena che strozza le masse popolari e distrugge l’intero paese materialmente e sul terreno morale.
La vera catastrofe che travolge le masse popolari sono
1. la disoccupazione, le aziende che chiudono o delocalizzano e la precarietà,
2. la riduzione e l’impoverimento dell’istruzione, della sanità, dei servizi pubblici e della ricerca,
3. la crisi culturale, intellettuale e morale, l’abbrutimento e la disgregazione sociale,
4. l’inquinamento dell’ambiente e la devastazione del territorio e delle sue risorse,
5. l’eliminazione dei diritti conquistati e la distruzione della dignità di milioni di esseri umani,
6. il segreto di cui si circondano il governo, la pubblica amministrazione, le aziende, i ricchi e il clero,
7. la criminalità pubblica (nel nostro paese anche quella delle autorità americane e dei gruppi sionisti) e privata (in particolare nel traffico di droghe) che si combinano e si alimentano a vicenda,
8. la corruzione, il lusso e gli sprechi della borghesia imperialista, del clero e degli altri ricchi.
Sono questi gli otto anelli della catena che sempre più strettamente strozza le masse popolari.
Il principale di questi anelli, quello che bisogna rompere per spezzare l’intera catena è la disoccupazione: i padroni chiudono o delocalizzano aziende e molte aziende sputano veleni.
Ma cosa impedisce agli operai di mantenere in vita le aziende, di assumere essi stessi con loro comitati il governo della loro azienda, di continuare la produzione in corso o sostituirla con un’altra se si tratta di una produzione inutile o addirittura nociva? Forse che gli operai non sono in grado di costringere fornitori e clienti a mantenere in vita gli scambi e di costringere i banchieri a fare tutti i crediti necessari a finanziare gli scambi e i salari? Sembra impossibile costringere i banchieri a fare tutti i crediti necessari: ma in realtà già adesso ne fanno tanti quanti speculatori, ricchi e clero ne domandano, il mondo è inondato di dollari e di euro creati dai banchieri concedendo crediti. È dunque del tutto possibile costringerli a fare crediti alle nostre aziende.
Cosa impedisce agli operai dell’ALCOA e ai minatori del Sulcis di prendere in mano essi stessi le aziende che i padroni stanno facendo morire? Cosa lo impedisce agli operai dell’Irisbus, di Termini Imerese, di Pomigliano e di altre decine di aziende di ogni dimensione che pur si trovano in condizioni particolarmente favorevoli per farlo?
L’ostacolo principale è la mancanza della prospettiva di un nuovo governo generale del paese, della costituzione del GBP. È questo che porta ora in migliaia di aziende gli operai a limitarsi alla protesta, a ricorrere addirittura a gesti di disperazione e di autolesione, invece di prendere in mano loro l’azienda che i padroni vogliono chiudere.
Bisogna invertire il percorso che abbiamo in mente, bisogna che smettiamo di aspettarci salvezza dall’alto. Di fatto non è possibile partire da un governo di persone benintenzionate che con la sua opera di coordinamento a livello nazionale e internazionale mobilita gli operai a tenere in marcia le aziende. Allora bisogna iniziare dagli operai che tengono in marcia le aziende e a partire da questo loro atto di forza inducono tutto quello che c’è ancora di sano nelle organizzazioni sindacali, tra gli esponenti della società civile (intellettuali, sindaci, professionisti, ecc.), tra i protagonisti della sinistra borghese e persino nella borghesia imperialista e nel clero, a mettere in piedi a ogni livello Comitati di Salvezza Nazionale che organizzino la vita sociale fino a formare a livello nazionale un Governo di Blocco Popolare e a farlo ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia e alle istituzioni del sistema imperialista europeo e americano. Solo così possiamo salvarci!
Gli operai che per primi si metteranno a farlo, mostreranno la strada agli operai delle mille altre aziende minacciate di chiusura, riduzione o delocalizzazione. Anche gli operai delle altre aziende imboccheranno la stessa strada e trascineranno con il loro esempio e la loro iniziativa il resto delle masse popolari. Le aziende diventeranno centri di organizzazione e di mobilitazione delle masse popolari per la rinascita di tutta la vita sociale, per il risanamento del paese, per la creazione di un nuovo sistema di relazioni internazionali. La resistenza delle masse popolari della Val di Susa mostra la forza che ha l’esempio. Hanno tenuto in scacco per anni gli speculatori e le autorità della Repubblica Pontificia che volevano fare affari devastando il territorio della valle e con la loro resistenza hanno conquistato appoggi in tutto il paese e all’estero. Gli operai e le masse popolari di Taranto protestano ma restano paralizzate dalla mancanza di una loro iniziativa per risanare la situazione, come se fossero impotenti di fronte al balletto dei sanguisughe di ieri e di oggi, di Riva, di Clini, del vescovo, dei politicanti e sindacalisti profittatori e corrotti.
Se gli operai costituiranno le loro proprie direzioni aziendali e imporranno a banchieri, fornitori e clienti di continuare a fare per le nuove aziende quello che hanno fatto fino a ieri per gli affaristi e gli speculatori, molto difficilmente i padroni e i vertici della Repubblica Pontificia riusciranno a impedire che il resto delle masse popolari imbocchi il percorso indicato dagli operai, a deviarle su altre strade. Non ci riusciranno con le buone, con menzogne e imbrogli: i padroni e i vertici della Repubblica Pontificia ora non hanno una strada di salvezza da proporre alle masse popolari. Non ci riusciranno con le cattive perché attualmente non hanno le condizioni favorevoli per ricorrere subito alla guerra civile. In attesa di tempi migliori e di rimontare la china, di far dimenticare il marasma e la disperazione in cui ci hanno ridotto, di poter profittare delle difficoltà con cui ci scontreremo nel costruire il nuovo mondo, dovranno mandare a casa la loro giunta Monti-Napolitano e ingoiare la costituzione del GBP che prenderà il mano la direzione dell’intero paese e delle sue relazioni internazionali. Anche le autorità dell’Unione Europea e le istituzioni del sistema imperialista europeo e americano al momento dovranno ingoiare amaro, tanto più che la nostra impresa sarà di esempio anche per le masse popolari degli altri paesi d’Europa e d’America. Infatti esse hanno i nostri stessi problemi e sono già in agitazione. Con molti paesi potremo rapidamente stabilire rapporti di scambio, di collaborazione e di solidarietà.
La soluzione che noi indichiamo è del tutto possibile. Certo dovremo poi far fronte alla reazione furibonda e criminale, ai sabotaggi, ai boicottaggi e alle aggressioni della borghesia imperialista italiana e internazionale, dei vertici della Repubblica Pontificia, delle istituzioni del sistema imperialista europeo e americano. La nostra iniziativa sovverte le loro regole e le loro procedure, scombina i loro interessi e le loro abitudini. La banche che creeranno denaro facendo crediti in euro senza l’accordo della BCE e delle altre autorità del sistema finanziario internazionale, susciteranno reazioni furiose. Non sarà un pranzo di gala. Ma sarà una lotta che condurremo in condizioni molto più vantaggiose del lento e inesorabile strangolamento a cui ora i vertici della Repubblica Pontifica e le autorità del sistema imperialista europeo e americano ci sottopongono. Sarà una lotta che condurremo sul nostro terreno ma che ci unirà con le masse popolari che in tutti i continenti, in ogni angolo del mondo lottano come meglio sanno, per far fronte alla crisi generale del capitalismo, del suo sistema di relazioni sociali e del suo sistema di relazioni internazionali. Sarà una lotta che possiamo vincere.
Sta in primo luogo a noi comunisti indurre le OO e le OP a imboccare questa strada. Devono smettere di chiedere salvezza alla giunta Monti-Napolitano, ai vertici della Repubblica Pontificia, ai suoi politicanti di sinistra o di destra che siano. Nessuna salvezza può venire dalla giunta Monti-Napolitano, nessuna salvezza può venire dai sostenitori e seguaci di questo gruppo di sanguisughe: dal PD, dalla UdC, dal PdL. Non bisogna compiere gesti disperati e autolesionisti. Bisogna prendere la situazione in mano a ogni livello. Bisogna caso per caso far leva sugli aspetti favorevoli e fare di ogni caso un esempio positivo per tutte le masse popolari.
Il CC del nuovo Partito comunista italiano dà ai suoi Comitati di Partito l’indicazione di mettersi capillarmente alla testa di questa lotta, di promuoverla con tutte le loro forze, di chiamare all’opera tutti i comunisti e tutti gli uomini e gli organismi che non si rassegnano a lasciare andare tutto in malora.
(nuovo)Partito comunista italiano
Comitato Centrale
e.mail: lavocenpci40@yahoo.com
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