giovedì 4 febbraio 2010

Vegetariani ed animalisti uniti emozionalmente... e non contrapposti!

"Non prendertela col seme se non germoglia: non tutti i terreni sono adatti
ad ogni seme. Forse hai sbagliato terreno o tempo della semina"

A differenza di alcuni pessimisti che lamentano la frammentarietà e l’incapacità del nostro movimento di unirsi in un'unica associazione al fine di essere una forza rappresentativa anche a livello politico, ritengo che il popolo vegetariano e animalista sia in ottima salute e il moltiplicarsi delle iniziative e i traguardi raggiunti in fatto di diritti animali sia una realtà inconfutabile, come la grande partecipazione alle iniziative e alle conferenze vegetariane che l’AVA tiene settimanalmente nella sua sede di Roma che dimostrano, senza ombra di dubbio, che la nostra famiglia è in crescita esponenziale. Ritengo pure che sia utopistico (almeno in questo momento storico) avere la capacità di riunire in una sola associazione il variegato mondo degli animalisti come quello dei vegetariani.

A mio avviso non è importante essere un unico organismo quanto quello di identificarsi nello stesso movimento a seconda delle prospettive in cui ognuno maggiormente si identifica: importante è dare il proprio personale contributo nella causa comune. La sommatoria delle azioni di ogni associazione vegetariana o animalista, o del singolo individuo, rappresenta il movimento vegetariano animalista che nonostante i denigratori, i pessimisti e i disfattisti prosegue il suo percorso di informazione e sensibilizzazione in modo sempre più incisivo e massiccio.

Le difficoltà ad unirsi in un unico organismo nascono dai molti aspetti cui si estrinseca la cultura del nostro movimento: la lotta contro la mattazione, la vivisezione, la caccia, l’uso delle pellicce, la pesca, i circhi equestri, gli ippodromi, le corride, gli zoo ecc. La motivazione di fondo che muove l’animalista è l’amore per gli animali e la loro protezione dalla violenza umana. In questa panoramica ogni animalista si colloca nel settore che considera preminente: anche se limitare il proprio interesse ad uno (o solo alcuni di questi aspetti tra loro inseparabili) spesso ci espone a critiche per mancanza di coerenza. Infatti siamo noi (che non siamo le vittime) a stabilire ciò che è preminente in questa lotta e non gli animali.

C’è chi sceglie di essere vegetariano per motivi etici: questo credo sia l'aspetto che consente di essere coerentemente vegetariani. C’è chi sceglie di essere vegetariano per motivi salutistici (anche se noi consideriamo tale scelta velata da un sottile egoismo: se la carne facesse bene alla salute forse non rifiuterebbero di mangiarla). C’è poi chi è vegetariano per motivi antropologici in quanto l’anatomia comparata ed altre discipline provano che è innaturale per l’uomo (strutturato anatomicamente per nutrirsi in modo fruttariano) mangiare il corpo degli animali. C’è chi è vegetariano per motivi ecologici perché non vuole rendersi complice del devastante impatto ambientale causato dagli allevamenti intensivi. C’è chi è vegetariano per motivi spirituali, dal momento che la carne induce pesanti vibrazioni di violenza e preclude l’evoluzione dello spirito umano; chi per non essere responsabile della fame nel mondo, dal momento che per produrre la carne vengono sottratte le terre ai contadini dei paesi indigenti e utilizzate nella coltivazioni delle monoculture; chi è vegetariano per motivi economici, perchè l’alimentazione carnea risulta assai più costosa; chi per motivi di inquinamento: l’industria della carne inquina il pianeta più di ogni altra attività umana; chi per motivi di risparmio energetico nella considerazione che un terzo dell’energia prodotta in Occidente viene assorbita dall’industria della carne…

In questo arcipelago culturale estremamente variegato ognuno ha una sua visione del problema e, a seconda della propria sensibilità e intelligenza, si colloca e dà il suo personale contributo: ma il vero vegetariano-animalista è chi (anche se opera in uno specifico settore) incarna simultaneamente e coerentemente tutti gli aspetti del Movimento. E se all’interno di qualunque movimento è fisiologica la componente estremista, grave errore sarebbe giustificare la chiusura e l’astio di alcuni verso chi l’imita la sua percezione e il suo operato ad uno solo degli spetti.

Io sono certo, arriverà il tempo in cui il Movimento Vegetariano Animalista avrà un suo Ministero in cui saranno riuniti tutti i settori della cultura che rappresenta. Ma in attesa di tale auspicabile evento ognuno è chiamato a dare il suo contributo per accelerarne i tempi, attraverso la propria personale e coerente opera di informazione e sensibilizzazione.

Franco Libero Manco

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