sabato 18 luglio 2009

Quel senso di presenza che dice "io sono" è il solo capitale che abbiamo....

Caro Paolo, continuo a leggerti........
quante parole..... sei una poesia vivente ed io ogni giorno bevo un po' da questa sorgente di pure acque, anche se a volte dici pubblicamente delle cose così intime che mi sembra quasi di esere un voyeur che guarda da un buco della serratura....... e mi sento quasi in imbarazzo.
Parli del senso di presenza, dell'"Io sono", ma io, sarà per il caldo di questi giorni che mi stordisce, sento allontanarsi e farsi sempre più flebile il mio senso di esserci, come se per un po' avessi bisogno di non esserci, per ritrovarmi, io stessa, e solo il fatto di pensarlo e di sentire che è possibile, mi fa star meglio.
Caterina
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Carissima Caterina, che gioia leggere la tua lettera...
L'io sono è l'ego, quel riflesso della coscienza che si appropria del vissuto e decide di essere lui l'attore ed autore delle azioni compiute... Il desiderio che provi verso il sottile vuoto dell'io, non macchiato da identificazioni, è la naturale e spontanea propensione a ritornare quel che siamo sempre stati: l'Io, il Sé, l'Assoluto, che è consapevolezza aldilà del tempo e dello spazio e priva di ogni minima traccia di oggetivazione. Pura soggettività non consapevole di essere consapevole. Il riposo della mente, il luogo intimo dal quale la mente sorge e si scioglie. Quello tu sei e null'altro...
Paolo

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