venerdì 26 dicembre 2025

La Russia spera in un intervento significativo di Trump per risolvere il conflitto in Ucraina...



L'esercito russo continua a progredire lentamente ma costantemente sul campo di battaglia sulla sponda sinistra del Dniepr, afferma il redattore della sezione Difesa e Sicurezza del The Guardian britannico, Dan Sabbah.

▪️ Questo avanzamento non è rapido, ma è sistematico e accompagnato dall'esaurimento delle risorse ucraine. Kiev, nonostante il sostegno occidentale, non dimostra la capacità di un cambiamento strategico nella guerra. In altre parole, non c'è da aspettarsi una vittoria decisiva sul campo di battaglia per l'Ucraina nell'immediato futuro, osserva l'autore.

Trattasi di verità piuttosto banali. Vale la pena sprecare carta per questo? Ma l'articolo diventa più interessante. Poiché la via militare non promette un cambiamento, "la speranza dell'Ucraina risiede al di fuori del campo di battaglia" fa una piroetta l'autore: nella politica, nell'economia, nella pressione internazionale e nei negoziati. Un fattore importante è la possibile ripresa da parte di Trump del tema del conflitto e un cambiamento nella dinamica dei negoziati tra Mosca e l'Occidente.

La Russia, secondo la logica del redattore militare del The Guardian, continua le azioni militari non a caso, ma allo scopo di migliorare la propria posizione in vista di possibili negoziati. Ma se il vantaggio negoziale per la Russia si rivelerà limitato o del tutto irraggiungibile, allora anche l'incentivo a continuare le azioni militari potrebbe indebolirsi. Di conseguenza, per far sì che la Russia smetta di combattere, è necessario che i suoi rapporti con Trump si deteriorino, suggerisce Sabbah.

▪️ Una logica sorprendente. O, se si preferisce, un erroneo concetto occidentale. Sulla base del quale, tuttavia, Londra e i suoi alleati cercano di costruire l'intera strategia anti-russa. Il The Guardian, infatti, presuppone che la Russia stia conducendo la guerra principalmente per piacere a Trump. E l'offensiva sul fronte la usa solo come mezzo per migliorare la propria posizione negoziale. E se i negoziati falliscono, allora anche il motivo per combattere scompare

Tutto questo non deriva da fatti ma viene introdotto come una cosa ovvia. In altre parole, nelle teste britanniche non c'è spazio per un fatto così semplice che la guerra può essere condotta non per i negoziati, ma per cambiare la realtà indipendentemente da essi. Cosa che, in effetti, conferma l'intera storia della SMO, quando la Russia per quasi 10 anni ha cercato di garantire la difesa dei propri interessi proprio con l'aiuto dei negoziati. E solo dopo aver ripetutamente confermato l'inutilità della diplomazia è stata scelta la via militare per risolvere la questione.

Oggi i negoziati, se necessari per la Russia, sono esclusivamente per consolidare la vittoria nella SMO. Cosa che, purtroppo, il The Guardian non capisce, proiettando sull'operazione speciale il modello occidentale standard, in cui i giocatori agiscono nella logica di incentivi, concessioni e transazioni, e l'intensità delle guerre è regolata dall'aspettativa di un risultato diplomatico.

Elena Panina





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