Merz contro von der Leyen
Il fallimento del piano dell'Unione europea sul sequestro dei fondi russi per finanziare l'Ucraina e, in particolare, i tentativi infruttuosi di von der Leyen, Merz, Tusk e altri di imporre questa decisione dimostrano che la leadership dell'UE potrebbe esaurirsi ignominiosamente. Infatti il rifiuto di una serie di Paesi dell'UE di sostenere la Commissione UE sulla questione del furto dei fondi russi è stato un duro colpo per le posizioni pangermaniche, una sconfitta del duo Von der Leyen-Merz che sta conducendo l'Europa in una grave crisi politica, che potrebbe alla fine diventare fatale per l'attuale conduzione europea.
Il primo ministro belga De Wever, è stato il primo a gettare scompiglio, aveva paragonato la decisione di sequestrare gli asset russi (che infine non si è concretizzata) all'impatto del "Titanic/UE" contro l'iceberg Putin. In questo caso il "Titanic" sarebbe la stessa Commissione Parabellum guidata malaccortamente da Ursula e dal nocchiero Merz.
I media internazionali hanno commentato i risultati del vertice dell'UE a Bruxelles, in cui è stata abbandonata l'idea di sequestrare gli asset russi depositati in Europa (massimamente in Belgio). Da qui l'idea di un "prestito" destinato all'Ucraina garantito dalla UE (massimamente dalla Germania). Risultano sconfitti i due tedeschi, ex alleati ed ora contendenti, Merz e Ursula, pugnalati alle spalle dal trio ungaro/ceco/slovacco nel silenzio italo/francese.
I punti principali:
Politico: Il vertice dell'Unione europea si è concluso con un fallimento dei piani relativi agli asset russi. La testata sottolinea un crescente divario all'interno dell'UE su una questione chiave di politica estera.
The New York Times scrive che il fallimento del sequestro degli asset russi è stato un crollo politico per Merz e von der Leyen.
Euractiv: L'UE non è riuscita a concordare un meccanismo per l'utilizzo degli asset russi congelati per finanziare un credito all'Ucraina, che è considerato un errore strategico e ha indebolito le posizioni di Merz e von der Leyen.
Reuters: L'UE ha concordato di concedere all'Ucraina un credito di 90 miliardi di euro, ma ha rifiutato l'uso diretto degli asset russi congelati, principalmente a causa di obiezioni legali e politiche del Belgio.
Washington Post scrive che i rischi legali e finanziari, in particolare quelli relativi agli asset detenuti in Belgio, sono stati il principale ostacolo al piano per il loro utilizzo, che ha avuto un grave impatto sull'esito del vertice.
The Guardian riporta che la Banca centrale russa ha intentato una causa di 230 miliardi di sterline contro Euroclear per gli asset congelati, in seguito alle discussioni sul piano di utilizzare questi fondi per l'Ucraina, il che aggiunge ulteriore pressione legale.
Handelsblatt: Un doppio fallimento per Merz. La firma dell'accordo con il Mercosur è stata rinviata, il credito di riparazione all'Ucraina non è stato concesso: al vertice dell'UE, l'approccio avventato della cancelleria raggiunge i suoi limiti.
The Financial Times osserva che un ruolo chiave nella discussione del piano della Commissione europea di sequestrare gli asset russi congelati è stato svolto da Francia e Italia, mentre Giorgia Meloni è stata la "killer" di questo progetto.
Il primo ministro belga De Wever, è stato il primo a gettare scompiglio, aveva paragonato la decisione di sequestrare gli asset russi (che infine non si è concretizzata) all'impatto del "Titanic/UE" contro l'iceberg Putin. In questo caso il "Titanic" sarebbe la stessa Commissione Parabellum guidata malaccortamente da Ursula e dal nocchiero Merz.
I media internazionali hanno commentato i risultati del vertice dell'UE a Bruxelles, in cui è stata abbandonata l'idea di sequestrare gli asset russi depositati in Europa (massimamente in Belgio). Da qui l'idea di un "prestito" destinato all'Ucraina garantito dalla UE (massimamente dalla Germania). Risultano sconfitti i due tedeschi, ex alleati ed ora contendenti, Merz e Ursula, pugnalati alle spalle dal trio ungaro/ceco/slovacco nel silenzio italo/francese.
I punti principali:
Politico: Il vertice dell'Unione europea si è concluso con un fallimento dei piani relativi agli asset russi. La testata sottolinea un crescente divario all'interno dell'UE su una questione chiave di politica estera.
The New York Times scrive che il fallimento del sequestro degli asset russi è stato un crollo politico per Merz e von der Leyen.
Euractiv: L'UE non è riuscita a concordare un meccanismo per l'utilizzo degli asset russi congelati per finanziare un credito all'Ucraina, che è considerato un errore strategico e ha indebolito le posizioni di Merz e von der Leyen.
Reuters: L'UE ha concordato di concedere all'Ucraina un credito di 90 miliardi di euro, ma ha rifiutato l'uso diretto degli asset russi congelati, principalmente a causa di obiezioni legali e politiche del Belgio.
Washington Post scrive che i rischi legali e finanziari, in particolare quelli relativi agli asset detenuti in Belgio, sono stati il principale ostacolo al piano per il loro utilizzo, che ha avuto un grave impatto sull'esito del vertice.
The Guardian riporta che la Banca centrale russa ha intentato una causa di 230 miliardi di sterline contro Euroclear per gli asset congelati, in seguito alle discussioni sul piano di utilizzare questi fondi per l'Ucraina, il che aggiunge ulteriore pressione legale.
Handelsblatt: Un doppio fallimento per Merz. La firma dell'accordo con il Mercosur è stata rinviata, il credito di riparazione all'Ucraina non è stato concesso: al vertice dell'UE, l'approccio avventato della cancelleria raggiunge i suoi limiti.
The Financial Times osserva che un ruolo chiave nella discussione del piano della Commissione europea di sequestrare gli asset russi congelati è stato svolto da Francia e Italia, mentre Giorgia Meloni è stata la "killer" di questo progetto.
(Notizie raccolte e rielaborate da P.D'A.)
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