Per Baldan, questo atteggiamento «costituisce un attentato alla moralità pubblica, alla legittima fiducia dei cittadini europei, alla buona amministrazione e alla trasparenza». Due mesi prima, il «New York Times» aveva citato in giudizio la Commissione Europea per mancanza di trasparenza, in seguito alla mancata divulgazione degli sms tra la Von der Leyen e Bourla.
Lo scorso maggio, il Tribunale dell’Unione Europea, con sede in Lussemburgo, ha accolto le argomentazioni fornite dal «New York Times» e annullato contestualmente la decisione con cui la Commissione Europea aveva respinto l’accesso agli sms scambiati tra la Von der Leyen e Bourla.
Lo scorso ottobre, Baldan ha denunciato che le banche belghe Ing e Nagelmackers avevano disposto la chiusura del suo conto corrente personale, di quelli della sua famiglia, di quello facente capo alla sua società di consulenza, del conto di risparmio di suo figlio di cinque anni. Nonché del conto della Rights and Freedom Press, la casa editrice che detiene i diritti del suo libro Ursula Gates, in cui si esamina l’enorme influenza delle lobby sulla Commissione Europea.
Nei giorni scorsi, intanto, la stessa Von der Leyen è uscita sonoramente sconfitta dal vertice del Consiglio Europeo del 18-19 dicembre, in cui si è stabilita la marginalizzazione della proposta di utilizzo dei beni russi come garanzia per la concessione di un prestito a beneficio di Kiev che era stata predisposta dalla Commissione Europea.

Giacomo Gabellini
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