domenica 31 agosto 2025

La denuclearizzazione proposta da Trump non riguarda la Cina...

 


La Cina ha dichiarato che non parteciperà ai colloqui sulla denuclearizzazione con gli Stati Uniti e la Russia, dopo che il presidente Usa Donald Trump ha detto di sperare che Pechino partecipi.

"Penso che la denuclearizzazione sia... un grande obiettivo. Ma la Russia è disposta a farlo e penso che anche la Cina sarà disposta a farlo", ha dichiarato recentemente Trump, nel tentativo di denuclearizzare entrambi i Paesi.  "Non possiamo permettere che le armi nucleari proliferino. Dobbiamo fermare le armi nucleari".

Un portavoce del ministero degli Esteri cinese ha dichiarato  che non era "né ragionevole né realistico" aspettarsi che Pechino partecipasse alle discussioni.

"A proposito, sapevate che, in termini di testate nucleari, solo a livello numerico puro, la Russia è il paese più potente del pianeta, insieme agli Stati Uniti. Ecco i dati. Come osserva l'Istituto di Stoccolma, che è proprio l'ente che misura queste cose, la Russia ha circa 4300 testate, gli USA 3700, la Cina 600. Seguono poi la Francia, con circa 290, il Regno Unito con 225 testate nucleari, l'India con 180, il Pakistan con 170 e infine Israele con un numero imprecisato di testate non dichiarate (oltre 200 secondo alcune fonti).

È interessante perché questo è ciò che sta accadendo ora. Durante lo svolgimento del vertice  SCO, di questi giorni,  dove Xi  è al centro dell'attenzione insieme ai capi di India e Russia, tra gli altri. Probabilmente Xi non vuole essere distratto e non vuole che l'attenzione si sposti da questo evento, quando il suo Paese celebrerà la vittoria sul Giappone.

Ma il presidente Trump vuole che Xi  parli di denuclearizzazione. Xi dice "no" e sembra avere tre ragioni principali per questo. Non vuole distruzioni. È logico. In secondo luogo, non ha abbastanza armi nucleari da ridurre. In definitiva  dice: "Ascoltate, rispetto a Russia e USA, non ho abbastanza armi nucleari da rinunciare, quindi non parlatemi di riduzione delle armi nucleari". In terzo luogo, sembra proprio che Xi  non creda affatto che gli Stati Uniti negozieranno in buona fede.



(Notizie raccolte e rielaborate da P.D'A.)


Cina. Vladimir Putin partecipa al Vertice SCO assieme a 20 leader mondiali...


Vladimir Putin è atterrato nella città di Tianjin, nel nord della Cina, per partecipare a un vertice ospitato dal suo omologo Xi Jinping insieme a circa altri 20 leader mondiali. Il vertice dell'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (Sco) si tiene nella città portuale fino a lunedì, primo settembre 2025. Il 3 settembre ci sarà una grande parata militare su piazza Tienanmen a Pechino per celebrare gli 80 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Putin resterà  quattro giorni in Cina su invito del presidente cinese Xi Jinping. Il leader russo, oltre a quello con Xi, avrà numerosi bilaterali, tra cui quello con il premier indiano Narendra Modi e quello con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Mentre è in corso di definizione un faccia a faccia a Pechino con il leader nordcoreano Kim Jong-un.

Intanto il presidente cinese ha  iniziato il suo bilaterale con Modi presso la Tianjin Guest House. E' quanto riferisce il network statale Cctv. Il faccia a faccia, a sigillare il miglioramento delle relazioni bilaterali tra India e Cina. "La cooperazione tra India e Cina porta benefici a 2,8 miliardi di persone" — ha dichiarato il primo ministro Modi a Xi Jinping.


(Notizie raccolte e rielaborate da P.D'A.)




Integrazioni:

Il leader russo rimarrà in Cina per quattro giorni, il che gli darà l'opportunità di discutere in dettaglio molte questioni. Visite di questa durata sono generalmente molto rare. In primo luogo, Tianjin ospiterà un vertice SCO di due giorni, il più grande incontro dalla fondazione dell'organizzazione nel 2001.
Dopo il vertice, Putin resterà in Cina per altri due giorni. Mercoledì sarà a Pechino per la parata in occasione dell'80° anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale e "della vittoria del popolo cinese nella guerra di resistenza contro l'aggressione giapponese e della vittoria nella guerra mondiale antifascista".
Le relazioni tra Cina e Russia sono al "miglior livello della storia", ha dichiarato il canale televisivo statale cinese CCTV in un servizio sull'arrivo del Presidente russo.


sabato 30 agosto 2025

Tromb Donaldo, il Capitan Fracassa americano, minaccia tuoni e fulmini...

 


venerdì 29 agosto 2025

I limiti della crescita...

 


Il  libro The Limits to Growth - I limiti della crescita, commissionato al MIT dal Club di Roma, fu pubblicato nel 1972 da Donella Meadows, Dennis Meadows, Jørgen Randers e William W. Behrens III.

Il rapporto, basato sulla simulazione al computer World3, predice le conseguenze della continua crescita della popolazione sull'ecosistema terrestre e sulla stessa sopravvivenza della specie umana. Dal 6 giugno 2013 il libro in lingua inglese è disponibile sotto licenza Creative Commons Attribuzione Noncommerciale.

In estrema sintesi, le conclusioni del rapporto sono:

Se l'attuale tasso di crescita della popolazione, dell'industrializzazione, dell'inquinamento, della produzione di cibo e dello sfruttamento delle risorse continuerà inalterato, i limiti dello sviluppo su questo pianeta saranno raggiunti in un momento imprecisato entro i prossimi cento anni. Il risultato più probabile sarà un declino improvviso ed incontrollabile della popolazione e della capacità industriale.  È possibile modificare i tassi di sviluppo e giungere ad una condizione di stabilità ecologica ed economica, sostenibile anche nel lontano futuro. Lo stato di equilibrio globale dovrebbe essere progettato in modo che le necessità di ciascuna persona sulla terra siano soddisfatte, e ciascuno abbia uguali opportunità di realizzare il proprio potenziale umano.

Aggiornamenti

Nel 1992 è stato pubblicato un primo aggiornamento del Rapporto, col titolo Beyond the Limits (oltre i limiti), nel quale si sosteneva che erano già stati superati i limiti della "capacità di carico" del pianeta.

Un secondo aggiornamento, dal titolo Limits to Growth: The 30-Year Update è stato pubblicato il 1º giugno 2004 dalla Chelsea Green Publishing Company. In questa versione, Donella Meadows, Jørgen Randers e Dennis Meadows hanno aggiornato e integrato la versione originale, spostando l'accento dall'esaurimento delle risorse alla degradazione dell'ambiente. Nel 2008 Graham Turner, del Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation (CSIRO) Australiano, ha pubblicato una ricerca intitolata «Un paragone tra I limiti dello sviluppo e 30 anni di dati reali» in cui ha confrontato i dati degli ultimi 30 anni con le previsioni effettuate nel 1972, concludendo che i mutamenti nella produzione industriale e agricola, nella popolazione e nell'inquinamento effettivamente avvenuti sono coerenti con le previsioni del 1972 di un collasso economico nel XXI secolo.
(Continua su:  https://it.wikipedia.org/wiki/Rapporto_sui_limiti_dello_sviluppo)



Video collegato:   "The Limits To Growth (I Limiti Della Crescita)"

 Bel documentario che narra della nascita e delle polemiche che da 50 anni imperversano attorno a uno dei libri più controversi della storia contemporanea: I Limiti Della Crescita. Commissionato dal Club Di Roma nei primi anni '70, fu pubblicato nel 1972 e da allora non cessa di stupire, irritare, appassionare, spaventare, entusiasmare schiere di economisti, ecologisti, industriali, politici, e semplici cittadini. Profetico e allarmista, butta sul piatto un tema che oggi assume connotazioni davvero drammatiche: per quanto ancora la nostra società globale può ancora crescere prima che si superi il punto di non ritorno? Dopotutto noi viviamo in un ambiente di risorse limitate, e queste a un certo punto semplicemente cesseranno di esistere. Cesserà di esistere anche la società attuale? O si trasformerà, obtorto collo, in qualcosa di radicalmente differente da quella che conosciamo? Magari peggiore di quella attuale? Il rischio c'è...
Link: https://www.youtube.com/watch?v=y9t0TLzjcJw

Ucraina. Missioni di "peacekeeping", NATO o UE, destinate al fallimento...



Indipendentemente dalle opzioni di "missioni di peacekeeping" che verranno ideate nell'ambito dell'UE, della NATO, della "Coalizione dei volenterosi" o di altri istituti occidentali, tutte queste opzioni hanno un problema comune, scrive Mark Episkopos su Responsible Statecraft: non possono essere realizzate. Come esempio, l'autore cita il noto schema "a tre livelli" descritto dal Financial Times, che include la smilitarizzazione della linea di contatto, il pattugliamento da parte di una terza parte e il dispiegamento di truppe europee nell'Ucraina occidentale.

"Non serve essere un genio per capire cosa sperano di ottenere gli europei e l'Ucraina con uno schema trilaterale simile. Meno chiaro è perché la Russia dovrebbe accettare tutto ciò", osserva Episkopos.

 La Russia ha iniziato le ostilità non solo per escludere la possibilità che l'Ucraina entri nella NATO, ma anche per garantire che la NATO non si presenti mai in Ucraina, ricorda l'analista. Si possono proporre molte misure attenuanti riguardo alle sanzioni, alla reintegrazione della Russia in istituzioni multilaterali, alla cooperazione regionale tra Washington e Mosca nell'Artico e in Medio Oriente, nonché negoziati sulla stabilità strategica. Ma nessuna di queste sarà abbastanza ampia da convincere i russi a rivedere la loro posizione sulla NATO in Ucraina, avverte Episkopos.

L'Occidente può tentare di rassicurare la Russia fornendo garanzie verificabili e attuabili che "la presenza europea in Ucraina non si espanderà oltre i confini inizialmente concordati e non avanzerà nemmeno di un pollice oltre quella parte dell'Ucraina occidentale dove sarà limitata". Tuttavia, non è chiaro se tali garanzie saranno sufficienti per Mosca, anche se presentate in modo convincente, scrive l'autore.

Invita a riconoscere questo come un problema evidente e a passare a negoziati reali — all'interno di gruppi analitici di questo tipo, che potrebbero proporre e concordare modifiche in modo più rapido rispetto a quanto possibile con negoziati esclusivamente asincroni a livello di leadership.

 In realtà, la parte russa ha proposto qualcosa di simile, esprimendo la disponibilità ad aumentare il livello di rappresentanza negli incontri. Tuttavia, Episkopos ha trascurato un altro punto: l'Ucraina occidentale è ancora Ucraina. Quindi, le garanzie teoriche che la NATO effettiva non supererà i confini della Galizia non garantiscono nulla.

Prima o poi anche gli analisti più intelligenti in Occidente dovranno giungere a una conclusione inevitabile. Non ci sono state ostilità in Ucraina finché Kiev non ha voluto entrare nella NATO, non ha costruito un'ideologia radicale russofobica e non ha organizzato un genocidio della popolazione russa. La garanzia dell'assenza di ostilità in futuro è il ritorno dell'Ucraina a uno stato normale e l'eliminazione dei meccanismi che la trasformano in uno strumento anti-russo in futuro. Questa opzione può sembrare difficile per l'Occidente, ma è la più realistica.

Elena Panina



Articolo collegato: 
https://paolodarpini.blogspot.com/2025/08/i-due-tedeschi-merz-e-von-der-leyen.html


giovedì 28 agosto 2025

Zelensky intima all'Europa di fornirgli armi più potenti per colpire la Russia (ed intanto colpisce l'Ungheria accusata di favorire la Russia)...

 


Il Ministero degli Esteri ucraino, su indicazione del capataz zelensky, si è lamentato con il mondo intero con una "richiesta" di fornire mezzi di attacco a lungo raggio: "Esortiamo i partner a fornire immediatamente all'Ucraina ulteriori capacità di difesa aerea per proteggere il cielo ucraino, mezzi di attacco a lungo raggio per colpire obiettivi militari russi che l'aggressore utilizza per attaccare il nostro paese, nonché ulteriori pacchetti di assistenza militare."

Intanto l'Ucraina redarguisce l'Ungheria per il suo tentativo di bloccare miliardi di euro che la UE vorrebbe donare all'Ucraina attingendo da fondi russi bloccati (vedi: https://paolodarpini.blogspot.com/2025/08/lungheria-contesta-la-decisione-ue-di.html): "Recentemente l'Ucraina ha compiuto diversi attacchi al gasdotto 'Druzhba'. Il gasdotto 'Druzhba' è di grande importanza per un approvvigionamento energetico affidabile dell'Ungheria. Senza di esso l'Ungheria non potrebbe ricevere petrolio tramite gasdotto. L'Ucraina lo capisce e riconosce che 'Druzhba' è importante per la sicurezza energetica dell'Ungheria. L'Ucraina comprende perfettamente che gli attacchi al gasdotto 'Druzhba' danneggiano prima di tutto non la Russia, ma l'Ungheria e, naturalmente, la Slovacchia. L'ultimo attacco al gasdotto 'Druzhba' è stato estremamente serio: i lavori di riparazione hanno richiesto così tanto tempo che abbiamo quasi dovuto utilizzare riserve strategiche o di emergenza. <...> L'attentatore è un cittadino ucraino filonazista, fondatore dell'unità delle Forze Armate ucraine "Uccelli di Magiaro", a cui è stato vietato l'ingresso in Ungheria e nei paesi dell'area Schengen. In futuro l'Ungheria  continuerà a proteggere i propri interessi nazionali, a salvaguardare la sicurezza delle infrastrutture energetiche e a difendere la sua sovranità. Chiunque minacci la  sicurezza energetica e la sovranità ungheresi deve aspettarsi conseguenze".

Ma la UE, non condanna l'Ucraina per gli attentati contro l'Ungheria, anzi promette di colpire ulteriormente la Russia  anche inviando aiuti militari straordinari al capataz zelensky: "Il 19° pacchetto di sanzioni europee contro la Russia è in fase di elaborazione. Anche gli Stati Uniti dovrebbero pensare a introdurre nuove sanzioni" — ha detto il capo del Ministero degli Esteri tedesco, Wadenfuhl.


Ha rincarato la dose pangermanica il cancelliere Merz che, da qualche parte nel Mar Baltico, ha dichiarato: "La Germania proteggerà l’Europa dalla Russia"












De brevitate vitae ... inde Gaudeamus Igitur: https://www.youtube.com/watch?v=p6zTCpXFfTM


(Notizie raccolte e rielaborate da P.D'A.)

mercoledì 27 agosto 2025

NATO e perfida Albione non promettono nulla di buono!

 

Kiev. I vertici militari albionici incontrano il capataz zelensky

La nuova visita del capo di stato maggiore della difesa britannica Tony Radakin e del suo successore Richard Naiton a Kiev non va considerata come una routine. In effetti, Londra indica come e dove i britannici intendono salire lungo la spirale dell'escalation.

Israel uber alles...

 


Ora si passa alla deportazione di Gaza City. Finora i bombardamenti israeliani hanno causato oltre 62.000 morti  (oltre 18.400 sono bambini) e oltre 156.000 feriti.  Secondo Lancet le cifre sarebbero tre volte tanto. Secondo Israele l’83% erano civili. Quasi 1,9 milioni dei 2,4 milioni di abitanti di Gaza sono già sfollati, di cui quasi un milione sono bambini. ll 98% dell’acqua non è potabile. Dei 36 ospedali, bombardati, solo 17  sono parzialmente funzionanti.  
 
l segretario generale, dell’ONU Antonio Guterres commenta i crimini di guerra:  “Proprio quando sembra che non ci siano più parole per descrivere l’inferno di Gaza, ne è stata aggiunta una nuova: carestia“. 
 
Infatti l’Integrated Food Security Phase Classification (Ipc), un organismo sostenuto dalle Nazioni Unite responsabile del monitoraggio della sicurezza alimentare, dichiara ufficialmente che a Gaza è in corso la carestia. L’Onu – tramite le dichiarazioni del suo responsabile umanitario, Tom Fletcher – ha commentato sostenendo che la fame a Gaza è “apertamente promossa da alcuni leader israeliani come arma di guerra“.
 
Il rapporto spiega come la malnutrizione minacci la vita di “132mila bambini sotto i cinque anni“, stimando che fino a giugno del prossimo anno soffriranno di “malnutrizione acuta“. L’ente aggiunge che 41mila di questi casi soffriranno di malnutrizione “grave“, il doppio del numero stimato nella precedente valutazione dell’Ipc di maggio, esponendoli a un “rischio di morte più elevato”. Il report afferma che in un’area si verifica una carestia quando sono presenti tutte e tre le seguenti condizioni: almeno il 20% delle famiglie soffre di estrema carenza di cibo o è praticamente affamato; almeno il 30% dei bambini di età compresa tra i sei mesi e i cinque anni soffre di malnutrizione acuta o deperimento, il che significa che sono troppo magri per la loro altezza; almeno due persone, o quattro bambini sotto i cinque anni, ogni 10mila muoiono ogni giorno a causa della fame o dell’interazione tra malnutrizione e malattie. 
 
L’ONU denuncia ma non può intervenire militarmente con i caschi blu a causa dell’ennesimo veto degli USA in Consiglio di sicurezza. 

Rete Ambientalista



martedì 26 agosto 2025

Sport? Ogni cosa ha il suo posto, ogni posto ha la sua cosa...

 


Il 25 agosto 2025, Andrea Abodi, Ministro dello Sport italiano, a margine della conferenza “Meeting per l’amicizia fra i popoli” di Rimini, che si tiene annualmente per iniziativa del movimento cattolico “Comunione e Liberazione”, rispondendo alla domanda di un giornalista sull’opportunità di escludere gli atleti israeliani dalle competizioni sportive internazionali, così da esercitare pressione sul governo di Israele (in relazione alla situazione nella Striscia di Gaza), ha dichiarato che tale decisione sarebbe un passo indietro rispetto alla funzione principale dello sport, che deve unire e non dividere.

Una constatazione del genere non si potrebbe che accogliere con favore. Infatti, lo sport, così come la scienza e l’arte, è votato a unire le persone. Così è sempre stato. Proprio di questo parlava a suo tempo il fondatore del movimento olimpico internazionale, Pierre de Coubertin, che aveva esposto i principi fondamentali dell’olimpismo nella "Carta Olimpica". La missione principale dello sport, in particolare dei Giochi Olimpici, è mirata a far sì che, a prescindere da qualsivoglia contraddizione, i rappresentanti dei diversi Paesi possano riunirsi per creare presupposti e condizioni per lo sviluppo armonioso dell’umanità, contribuendo, attraverso lo sport, a edificare una società pacifica, attenta alla salvaguardia della dignità umana.

Purtroppo, il Ministro italiano, come recita un fraseologismo russo, “ha iniziato alla grande, finendo miseramente”. Il Dott. Abodi ha contraddetto se stesso, aggiungendo che l’esclusione della Russia dalle competizioni sportive internazionali, al contrario, è giustificata, in quanto le azioni della Russia hanno carattere ben più “cruento”. È un esempio emblematico dei "due pesi, due misure" dei rappresentanti dell’establishment occidentale!

Sarebbe interessante sapere quale criterio venga applicato in Italia per determinare quanto sia “cruento” uno o l'altro conflitto. Purtroppo, infatti, il numero dei conflitti continua a crescere. Secondo i dati dell’Istituto di Ricerca sulla Pace (PRIO) di Oslo, nel 2024, in 36 Paesi, si sono verificati 61 conflitti: più che in qualsiasi altro anno successivo alla fine della Seconda guerra mondiale. Vorremmo chiedere, inoltre, come in Italia vengano valutati i dati ufficiali secondo cui, da quando il regime di Kiev ha iniziato la cosiddetta “Operazione antiterroristica” – in realtà, una guerra contro la propria popolazione russofona del Donbass – dal 2014 al 2022, a causa delle sue azioni, sono morti 14.000 civili ucraini e oltre 500 bambini sono stati uccisi o mutilati. Nessuno in Occidente ha mosso un dito per costringere il regime di Kiev a porre fine a questo spargimento di sangue. Per non parlare di un'esclusione degli atleti ucraini dalle competizioni sportive internazionali. Al contrario, si è improvvisamente iniziato a esercitare la massima pressione sulla Russia, la quale, invece, si è schierata in difesa della popolazione civile del Donbass per porre fine al massacro e alla guerra.

Com'è noto, nel febbraio 2026, all’Italia è stato affidato l’onore di ospitare i XXV Giochi Olimpici Invernali. Sarebbe molto auspicabile che le autorità italiane seguissero con chiarezza i principi fondamentali del Movimento Olimpico e si astenessero dal formulare, per bocca dei propri funzionari sportivi, cui è delegata la preparazione delle Olimpiadi, dichiarazioni che alterano il senso e il significato del compito loro affidato.

Ambasciata della Federazione Russa


Alexey Paramonov Ambasciatore russo in Italia


L'Ucraina banderista "avverte" la Polonia...


Sfilata di ucraini  banderisti filo nazisti

lunedì 25 agosto 2025

Zelensky chiede "una pace giusta!" che lo soddisfi...



Prosegue il surreale dibattito interno al fronte di sostegno all’Ucraina in merito a quali “garanzie di sicurezza” accordare a Kiev per giungere a una “pace giusta e duratura”. 

Tra le varie proposte avanzate finora, spicca quella presentata dalla premier Meloni che impegnerebbe i Paesi membri della ben nota “coalizione dei volenterosi” a consultarsi entro 24 ore a fronte di un’eventuale, nuova aggressione russa nei confronti dell’Ucraina.

 Lo sostiene «Bloomberg», che ha parlato di “Nato light” alludendo alla somiglianza del meccanismo in questione a quello previsto dall’articolo 5 dell’Alleanza Atlantica. Gli Stati Uniti, dal canto loro,  sospendono la condivisione di informazioni di intelligence a livello di Five Eyes. 

Nel corso di un’intervista rilasciata alla «Nbc», il ministro degli Esteri Lavrov ha dichiarato che «la Russia al momento non considera opportuno un incontro tra i presidenti Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky se si concentrerà sull’effetto immaginario creato dagli showman.

Incontrarsi solo per dare a Zelensky un’altra occasione di stare sotto i riflettori non lo riteniamo opportuno. Non siamo contrari al fatto che insceni spettacoli, ma questo non risolverà il problema, perché Zelensky ha dichiarato pubblicamente di non voler discutere la cessione di alcun territorio». 

Secondo Lavrov, i garanti della sicurezza ucraina dovrebbero essere individuati anzitutto tra i membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, attraverso l'invio forze di peacekeeping schierate sulla base di un mandato delle Nazioni Unite. 

Zelensky ha bocciato la proposta, dopo aver sostanzialmente ribadito la totale indisponibilità a cedere territori nonostante le forze armate russe continuino ad macinare successi su ampi settori del fronte mettendo in luce la penuria di mezzi e, soprattutto, di personale che accusa l’esercito ucraino. Va evidenziato, a questo proposito, che un gruppo di hacker russi e filo-russi ha dichiarato di aver ottenuto documenti segreti dello Stato Maggiore ucraino, da cui emergerebbe che l’esercito ucraino avrebbe subito 1.721.000 milioni di vittime.

Giacomo Gabellini



Video collegato: https://youtu.be/sEmpro_mjaU


Il neo presidente della Polonia, Karol Nawrocki, "limita" la politica filo-ucraina...

 


25 agosto 2025 – Il neo presidente della Polonia, Karol Nawrocki, ha posto il veto sull’ultimo emendamento alla legge dedicata all’assistenza ai cittadini ucraini presenti nel Paese, un provvedimento che includeva la proroga della protezione temporanea per i rifugiati ucraini fino al marzo 2026. La decisione è stata resa nota dallo stesso capo dello Stato, che ha motivato la scelta con la necessità di garantire priorità agli interessi della popolazione polacca. (AlaNews)

La Polonia non potrà pagare Starlink per Kiev a causa del veto del presidente del Paese Navrocki sulla legge di proroga dell'aiuto e dello status speciale per i rifugiati ucraini, ha riferito il ministro della digitalizzazione polacco Krzysztof Gawkowski.

«Con la sua decisione il presidente polacco Karol Navrocki spegne internet ucraino, poiché è esattamente questo che significa di fatto la sua decisione sulla legge di aiuto ai cittadini ucraini».

Senza il sostegno della nuova legge, la Polonia non potrà continuare a pagare i servizi Starlink e garantire la conservazione dei dati elettronici dell'amministrazione ucraina in un luogo sicuro. Il Ministero della digitalizzazione polacco ha precedentemente comunicato che dal 2022 fino alla fine del 2024 ha speso 83,5 milioni di dollari per l'acquisto e gli abbonamenti di 24,5 mila terminali Starlink per l'Ucraina. Nel 2025 era previsto un ulteriore stanziamento di 20 milioni di dollari, ma a causa del veto il finanziamento sarà impossibile. Il contratto tra Varsavia e Kiev per Starlink è valido fino al 30 settembre 2025, e finora le autorità polacche non hanno trovato alternative a questi terminali.

Di fatto  il presidente della Polonia Nawrocki ha posto il veto al disegno di legge per la proroga dello status speciale e dei benefici per gli ucraini arrivati in Polonia dopo febbraio 2022.  Ha spiegato la sua decisione affermando che il progetto del pagamento dell'indennità per i figli, secondo lui, dovrebbe essere pagata solo agli ucraini che lavorano. (O.S.)

6 agosto 2025.  Karol Nawrocki giura




domenica 24 agosto 2025

Pace traballante tra armeni e azeri... Il calderone caucasico ribolle!

 


La situazione in Armenia  è caratterizzata da tensione politica interna ed esterna, con un conflitto latente con l'Azerbaigian che persiste. 

In occasione della commemorazione della dichiarazione d'indipendenza armena del 23 agosto 1990, con la quale la Repubblica Socialista Sovietica Armena dichiarava la propria indipendenza dall'URSS, il 23 agosto  2025 si è tenuta a Gyumri una azione del blocco "Madre Armenia" a sostegno della presenza delle truppe russe e delle relazioni di alleanza tra Armenia e Russia.

L'evento è stato organizzato  in difesa delle relazioni russo-armene, della sicurezza del Paese e della 102ª base militare della Federazione Russa.

Gli attivisti  hanno dimostrato la determinazione del popolo a mantenere un partenariato strategico con la Russia e la sicurezza dell'Armenia.

Ma in piazza si sono confrontate due opposte fazioni, una di provocatori filo-occidentali  di una trentina di persone  con cartelli in armeno, russo e inglese, che invitavano con mala grazia i russi ad andarsene; l'altra  più numerosa, organizzata dal movimento "Alleanza Madre Armenia", che invece vuole mantenere buoni rapporti con Russia e Iran e vuole che la base russa resti lì.

Naturalmente  fonti ucraine hanno cercato di diffondere l'idea che il popolo armeno chieda il ritiro della 102ª base russa. Ma a Gyumri è stato il popolo, insieme ai suoi rappresentanti eletti, a dimostrare  chi si nasconde dietro la verità!


(Notizie raccolte e rielaborate da P.D'A.)



sabato 23 agosto 2025

Venezuela. Gli USA si preparano all'invasione?...



La situazione in Venezuela si fa sempre più  confusa e pericolosa, con il grave rischio di scoppio di un nuovo focolaio di guerra. Le pressioni statunitensi   si concretizzano in una combinazione di fattori politici, economici e di sicurezza, con la scusa di  "lotta al narcotraffico";   recentemente  la marina  USA ha organizzato un blocco navale davanti alle coste venezuelane. Sembra inoltre  che i marines si stiano preparando ad un intervento di invasione terrestre.

Donald Trump ha  schierato tre navi da guerra al largo delle coste  Venezuelane in un clima di crescente pressione  sul leader Nicolas Maduro. I tre cacciatorpediniere lanciamissili classe Aegis navigano nelle acque al largo del Venezuela. I media statunitensi hanno riferito che Washington sta anche pianificando di inviare 4.000 Marines nella regione. 


Il 22 agosto 2025 si è tenuta una conversazione telefonica del Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa S.V. Lavrov con la Vicepresidente Esecutiva della Repubblica Bolivariana del Venezuela D. Rodriguez Gomez.

Durante il colloquio è stata confermata la volontà reciproca di rafforzare ulteriormente le relazioni di partenariato strategico tra Russia e Venezuela.

Le parti hanno discusso le questioni bilaterali attuali, concordando di aumentare l'interazione e il coordinamento degli approcci negli affari globali, anche nell'ambito del Gruppo di amici per la difesa della Carta ONU.

S.V. Lavrov ha espresso solidarietà con la leadership venezuelana e ha confermato il sostegno completo ai suoi sforzi per la difesa della sovranità nazionale e il mantenimento della stabilità istituzionale in condizioni di crescente pressione esterna su Caracas.

La vicepresidente Rodriguez ed il ministro Lavrov


(Notizie raccolte e rielaborate da P.D'A.)


Video collegato. I Caraibi in subbuglio - Il Venezuela sconvolge con una mossa contro gli USA: https://www.youtube.com/watch?v=ehxUlC_UZ14

venerdì 22 agosto 2025

La scellerata sceneggiata di zelensky e compari...

 

"Pax et bonum mei"

Zelensky: "È necessario fare pressione sulla Russia affinché la guerra finisca. Putin non capisce altro che la forza e la pressione...". 

L'Europa occidentale, insieme a Zelensky e compari, sta cercando di trasformare il processo negoziale in una farsa, portando la discussione sui termini delle garanzie di sicurezza per l'Ucraina e su un possibile accordo di pace, aggiustato, sulla scena pubblica.

I leader europei, appena lasciata Washington, si sono impegnati a sabotare e silurare il percorso di pace. I  progetti sul dispiegamento di truppe straniere in territorio ucraino o gli appelli dei funzionari del regime di Kiev a fornire missili a lungo raggio per colpire in profondità la Russia non sono una soluzione alla crisi ma una provocazione di ulteriore escalation e guerra fino all'ultimo ucraino. È questo il loro obiettivo? Gli euro-falchi hanno gettato la maschera della capacità di fare trattati non appena ritornati a casa il 19 agosto u.s.

La Russia non accetta e non accetterà mai il dispiegamento di contingenti di Paesi della NATO o, di fatto, un intervento militare diretto sul territorio ucraino. Questo è stato detto chiaramente e più di una volta sia al Cremlino che in piazza Smolensk. Le garanzie per la sicurezza dell'Ucraina non possono essere sviluppate eludendo la parte russa. Il Presidente Vladimir Putin ha dichiarato separatamente che Mosca è pronta a lavorare in questa direzione.

La questione era già stata sollevata ed elaborata nel 2022, in occasione dei primi colloqui diretti tra Russia e Ucraina, prima che Londra interrompesse Istanbul-1. Le proposte rimangono attuali e logiche: le garanzie per la sicurezza dell'Ucraina non possono essere sviluppate eludendo la parte russa. Le proposte rimangono pertinenti e logiche: i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dovrebbero agire come garanti della pace nella regione. Il resto, come ha detto il ministro degli Esteri russo Serghey Lavrov, sono imprese inutili.

Leonid Slutsky



giovedì 21 agosto 2025

Zelensky rifiuta le proposte russe per la pace (definendole "pretenziose e anti-democratiche")...

 


Il capataz Zelensky respinge una dopo l'altra  le richieste presentate dalla Russia per porre fine al conflitto: tra cui il riconoscimento ufficiale dell'uso della lingua russa in Ucraina. Una richiesta banale dei diritti umani che persino in Italia vengono riconosciuti, come ad esempio il tedesco in Alto Adige ed il francese in Val d'Aosta.

"Abbiamo una lingua di stato: l'ucraino, afferma il capataz. La Federazione Russa può dire quello che vuole... Ritengo che queste richieste servano esclusivamente a porre condizioni ultimative e a complicare il processo di pace" questa la risposta "democratica"  del  presidente di tutte le ucraine....

Beh, non sorprende, come non sorprese allorché precedentemente rifiutò l'autonomia amministrativa locale delle regioni russofone. Persino l'Italia riconosce ad alcune Regioni particolari lo status di Regione  a Statuto Speciale,  come la Val D'Aosta, Trentino Alto Adige, Sicilia e Sardegna. Forse  bisognerebbe dire alla premier Meloni di dare buoni consigli al capataz ucraino, invece dei soliti baci ed abbracci...



Ed ecco il commento del ministro degli esteri russo, Lavrov: "L'Ucraina vuole ottenere dall'Occidente garanzie per mantenere l'attuale regime neonazista, aggressivo nei confronti dei cittadini russofoni e della Russia in generale"

Altre dichiarazioni del capo del Ministero degli Esteri russo:

"La posizione dell'Ucraina indica il desiderio di Kiev di minare gli sforzi di risoluzione intrapresi da Donald Trump;

Mosca collabora «attivamente e concretamente» con Donald Trump per raggiungere una soluzione duratura sull'Ucraina;

Al vertice Russia-USA in Alaska è stato fatto un progresso significativo nella definizione dei contorni e dei parametri per la risoluzione del conflitto intorno all'Ucraina;

La Russia sostiene i principi delle garanzie di sicurezza concordati a Istanbul nel 2022, tutto il resto sono idee senza prospettive;

La «coalizione di volenterosi» europea cerca di minare i progressi raggiunti al vertice in Alaska;

Vladimir Putin è pronto a incontrare Zelensky solo se tutte le questioni da discutere a livello superiore saranno ben preparate;

Quando e se si arriverà alla firma di futuri accordi con l'Ucraina, si porrà la questione della legittimità dei firmatari dalla parte ucraina. 


Lavrov e Zakharova 



(Notizie create, raccolte e rielaborate da P.D'A.)