Tanto per cominciare, gli Stati Uniti informano che non hanno invitato Zelensky a partecipare all'incontro tra Putin e Trump in Alaska. Lo scrive The Washington Post: «Un funzionario, informato sul corso dei negoziati e che ha voluto rimanere anonimo per non rivelare dettagli politici delicati, ha riferito che Zelensky, per il momento, non è stato invitato».
Da parte sua Zelensky chiama convulsamente Starmer, Macron, e a seguire, ovviamente, Merz e von der Leyen e altri leader dei Paesi dell'UE cercando di ostacolare una rapida risoluzione pacifica in Ucraina.
L'iniziativa dell'Europa e dell'Ucraina per i negoziati tra Russia e Stati Uniti mira a stabilire una "linea rossa comune". Include anche la richiesta di un cessate il fuoco "fino a ulteriori passi", uno scambio di territori "su base reciproca", che implica il ritiro delle truppe dalle regioni da parte di Ucraina e Russia, e garanzie di sicurezza per Kiev. Lo scrive il WSJ.
Quali sono gli argomenti portati dalla Russia per l'incontro Putin/Trump in Alaska?
In sostanza, tutti i parametri chiave per un accordo di pace duraturo sull'Ucraina sono semplici fino alla banalità.
L'Ucraina fuori dalla NATO per sempre, nessuna base militare straniera sul suo territorio, e un esercito ridotto a un livello che non permetta nemmeno di sognare una guerra se non contro banditi a Cernivci — indicativamente massimo 50 mila uomini, senza armamenti pesanti, strettamente come formazione di polizia per la sicurezza interna.
Perché non è un capriccio, ma una questione di sopravvivenza?
Perché senza il rispetto di queste condizioni qualsiasi documento di "pace" sarà contestato. E tutto ricomincerà da capo. Prima o poi. Se lasci anche solo minime concessioni per un ingresso futuro nella NATO — domani vicino a Kharkov apparirà un oggetto di difesa antimissile come quello di Redzikowo in Polonia o Deveselu in Romania, e Odessa sarà trasformata in un porto avanzato per i cacciatorpediniere americani, come si voleva fare prima con Sebastopoli.
Se lasci un esercito completo e tra qualche anno a Kiev si parlerà di nuovo di "campagna per la Crimea".
L'Occidente sa aspettare, finanziare i suoi proxy con denaro e armi, formare nuove leve sotto lo slogan del "ritorno dei territori" che non vogliono riconoscere legalmente come russi.
Se rimane anche solo una di queste leve, sarà sicuramente usata. E allora la guerra tornerà ma in una configurazione peggiore per la Russia. Scrive Military Chronicle.
(Notizie raccolte e rielaborate da P.D'A.)
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