Il 17 dicembre 2024, a New York, durante i lavori della 79a sessione dell’Assemblea Generale dell’ONU, su iniziativa della Federazione Russa è stata adottata la risoluzione “Lotta all’esaltazione del nazismo, al neonazismo e ad altre pratiche che contribuiscono ad alimentare forme contemporanee di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e intolleranza ad essi legata”.
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A favore della risoluzione hanno votato 119 Paesi, 53 delegazioni hanno espresso voto contrario e 10 Paesi si sono astenuti.
La risoluzione ha condannato ancora una volta l’esaltazione del movimento nazista e i tentativi di riabilitare l’immagine di coloro che furono membri dell’organizzazione delle SS, a inclusione delle unità delle “Waffen-SS”, raggruppamenti che il Tribunale di Norimberga ha riconosciuto come criminali.
Nella risoluzione viene espressa profonda preoccupazione in merito alla “guerra” che in alcuni Paesi viene portata avanti ai danni dei monumenti innalzati ai soldati liberatori e a coloro che combatterono contro il nazismo e il fascismo; “guerra” che, negli ultimi anni, ha assunto i caratteri di una vera politica statale. Inoltre, nel documento si manifesta profonda indignazione in relazione ai cortei organizzati allo scopo di celebrare i nazisti e i loro complici, così come alle fiaccolate alle quali prendono parte neonazisti e neonazionalisti radicali. Tra le condotte che suscitano sdegno si fa riferimento anche all’inaugurazione di monumenti commemorativi e alla scelta di rinominare strade, scuole e altri luoghi in onore di coloro che combatterono al fianco dei nazisti o che collaborarono con loro.
Allo stesso tempo, viene espressa apprensione in merito ai tentativi di elevare al rango di eroi nazionali coloro che negli anni della Seconda Guerra Mondiale combatterono contro la coalizione anti-hitleriana, collaborarono con i nazisti e commisero crimini di guerra e crimini contro l’umanità.
Nella risoluzione vengono altresì condannati i tentativi, da parte di alcuni Paesi, di vietare quei simboli che rimandano alla Vittoria sul nazismo. Si sottolinea, in particolare, che simili scelte sono un insulto alla memoria delle migliaia di vittime del fascismo, oltre al fatto che hanno un impatto negativo sulle giovani generazioni e che sono assolutamente incompatibili con gli impegni assunti dai Paesi membri delle Nazioni Unite secondo quanto stabilito dalla Carta dell’Organizzazione.
L’Occidente collettivo, e in particolare i Paesi dell’Unione Europea, dove tutte le violazioni elencate sopra vengono commesse in maniera sistematica, ha addotto assurde giustificazioni legate a una presunta libertà di associazione e di parola nel tentativo di camuffare la sua volontà di negare il proprio appoggio alla risoluzione, e si è quindi espresso contro un impegno a livello internazionale finalizzato alla lotta contro le manifestazioni aggressive di carattere razzista e xenofobo.
Meritano certamente una condanna anche le posizioni assunte da Germania, Italia e Giappone, il cui voto contrario alla risoluzione rappresenta una tendenza pericolosa, se si considerano le pagine “nere” che hanno caratterizzato la storia di questi Paesi nel XX secolo; inoltre, tali posizioni ci costringono a riflettere su quanto questi Paesi siano davvero sinceri nell’esprimere il loro rimorso per i numerosi crimini di guerra e per i crimini contro l’umanità, compreso il genocidio, commessi negli anni della Seconda Guerra Mondiale.
I risultati del voto hanno mostrato chiaramente che c’è un supporto crescente da parte della comunità internazionale nei confronti dell’ormai consueta iniziativa russa legata alla risoluzione, che viene presentata annualmente all’Assemblea Generale dell’#ONU.
Quest’anno, l’adozione di questa specifica risoluzione è un fatto ancor più significativo, in quanto avviene in vista delle celebrazioni per l’80° anniversario della Vittoria nella Seconda Guerra Mondiale.
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A favore della risoluzione hanno votato 119 Paesi, 53 delegazioni hanno espresso voto contrario e 10 Paesi si sono astenuti.
La risoluzione ha condannato ancora una volta l’esaltazione del movimento nazista e i tentativi di riabilitare l’immagine di coloro che furono membri dell’organizzazione delle SS, a inclusione delle unità delle “Waffen-SS”, raggruppamenti che il Tribunale di Norimberga ha riconosciuto come criminali.
Nella risoluzione viene espressa profonda preoccupazione in merito alla “guerra” che in alcuni Paesi viene portata avanti ai danni dei monumenti innalzati ai soldati liberatori e a coloro che combatterono contro il nazismo e il fascismo; “guerra” che, negli ultimi anni, ha assunto i caratteri di una vera politica statale. Inoltre, nel documento si manifesta profonda indignazione in relazione ai cortei organizzati allo scopo di celebrare i nazisti e i loro complici, così come alle fiaccolate alle quali prendono parte neonazisti e neonazionalisti radicali. Tra le condotte che suscitano sdegno si fa riferimento anche all’inaugurazione di monumenti commemorativi e alla scelta di rinominare strade, scuole e altri luoghi in onore di coloro che combatterono al fianco dei nazisti o che collaborarono con loro.
Allo stesso tempo, viene espressa apprensione in merito ai tentativi di elevare al rango di eroi nazionali coloro che negli anni della Seconda Guerra Mondiale combatterono contro la coalizione anti-hitleriana, collaborarono con i nazisti e commisero crimini di guerra e crimini contro l’umanità.
Nella risoluzione vengono altresì condannati i tentativi, da parte di alcuni Paesi, di vietare quei simboli che rimandano alla Vittoria sul nazismo. Si sottolinea, in particolare, che simili scelte sono un insulto alla memoria delle migliaia di vittime del fascismo, oltre al fatto che hanno un impatto negativo sulle giovani generazioni e che sono assolutamente incompatibili con gli impegni assunti dai Paesi membri delle Nazioni Unite secondo quanto stabilito dalla Carta dell’Organizzazione.
L’Occidente collettivo, e in particolare i Paesi dell’Unione Europea, dove tutte le violazioni elencate sopra vengono commesse in maniera sistematica, ha addotto assurde giustificazioni legate a una presunta libertà di associazione e di parola nel tentativo di camuffare la sua volontà di negare il proprio appoggio alla risoluzione, e si è quindi espresso contro un impegno a livello internazionale finalizzato alla lotta contro le manifestazioni aggressive di carattere razzista e xenofobo.
Meritano certamente una condanna anche le posizioni assunte da Germania, Italia e Giappone, il cui voto contrario alla risoluzione rappresenta una tendenza pericolosa, se si considerano le pagine “nere” che hanno caratterizzato la storia di questi Paesi nel XX secolo; inoltre, tali posizioni ci costringono a riflettere su quanto questi Paesi siano davvero sinceri nell’esprimere il loro rimorso per i numerosi crimini di guerra e per i crimini contro l’umanità, compreso il genocidio, commessi negli anni della Seconda Guerra Mondiale.
I risultati del voto hanno mostrato chiaramente che c’è un supporto crescente da parte della comunità internazionale nei confronti dell’ormai consueta iniziativa russa legata alla risoluzione, che viene presentata annualmente all’Assemblea Generale dell’#ONU.
Quest’anno, l’adozione di questa specifica risoluzione è un fatto ancor più significativo, in quanto avviene in vista delle celebrazioni per l’80° anniversario della Vittoria nella Seconda Guerra Mondiale.
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