Dopo gli anni di
- approvato per la prima volta il bilancio preventivo a gennaio: prima di tutte le altre grandi città italiane e molto prima rispetto alle amministrazioni precedenti,
- allargato il progetto “Fabbrica Roma” a sindacati, imprenditori, mondo della ricerca, università, altre Istituzioni e tutta la società civile,
- ripristinata la legalità: grazie alla programmazione non si danno lavori in affidamento diretto con il pretesto dell’emergenza,
- contenuta la spesa annua per gli incarichi esterni: circa un quarto rispetto ai 12 milioni di euro del 2012 e quasi la metà rispetto ai 5,6 milioni del 2014,
- avviata una seria attività di risanamento delle strade: atteso l’esito delle gare, finalmente i lavori sono realizzati a regola d’arte, perché c’è un contratto da rispettare e c’è un piano pluriennale per la manutenzione (che prima non veniva fatta),
- potenziato di 200 unità il parco mezzi per il trasporto pubblico e dotati 500 autobus di telecamere di sicurezza,
- potenziata la linea ferroviaria Roma-Lido,
- unificata la via del Mare con la via Ostiense fino al Gra,
- completata (in autunno) l’unione delle linee A e C della metropolitana a San Giovanni,
- dotata Ama di mezzi nuovi per la raccolta dei rifiuti,
- attivate nuove isole ecologiche,
- avviato il recupero delle spiagge di Ostia,
- migliorato il progetto dello stadio di Tor di Valle: meno cemento, più verde,
- messo in sicurezza il quartiere di Decima,
- negati lo stupro e la rapina olimpionici.
Non c’è dubbio che si è messa la parola fine ad un sistema corrotto che per anni ha “mangiato” i soldi delle nostre tasse per avvantaggiare pochi e ha fornito servizi sempre più scadenti e non all’altezza di una grande capitale.
Adriano Colafrancesco
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Commento integrazione di
Fulvio Grimaldi:
...e aggiungo:
E insignito il primo magistrato anti-mafia e anti-Stato mafioso, il più minacciato da Stato e criminalità organizzata, Nino Di Matteo, della cittadinanza onoraria di Roma. Assenti dall’aula tutti i gruppi tranne quello dei 5 Stelle. Vorrà pur dire qualcosa.
Nei giorni in cui la magistratura reggina, uno degli ultimi pezzi di magistratura non collusa con Renzi e le cosche/logge/banche che lo sburattinano, arresta i ‘ndranghetisti che, in unione con Cosa Nostra, volevano ammazzare il poliziotto Nicola Calipari, poi ucciso in Iraq dagli Usa, a conferma di una sinergia Usa-mafie-massoneria-regime che dura dallo sbarco del 1943 e si è esteso a livello europeo a partire da Ventotene e a finire a Bruxelles.
Le armi del carcinoma? Tecnologie cibernetiche, guerre, terrorismo, austerity, repressione, sorveglianza, migrazioni di massa. Di riserva: "il manifesto", Boldrini, Ong.
F.G.
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