E così la legge elettorale “alla tedesca” ha fatto la
fine che doveva fare. I tre granatieri prussiani di complemento, invece di
coprirsi di gloria come i soldati di Federico il Grande, si sono semplicemente
coperti di ridicolo. E adesso è tutto un rimpallarsi di responsabilità fra il
Grillo Furioso e il Vispo Tereso, fra acrimonie, recriminazioni e accuse di
tradimento.
Ma, mentre le due reclute si inseguono e si
insolentiscono nei corridoi del palazzo, il veterano di Arcore non ha neanche
più la forza di battibeccare con i commilitoni-rivali. Si è chiuso in un
silenzio oscuro, dolente, carico di rimpianti per il sogno naufragato tra i
flutti di Montecitorio. Per un momento si era immaginato nuovamente in auge,
sulla cresta di un’onda lunga che avrebbe dovuto riportarlo ai fasti del
passato. Voleva chiudere la sua avventura politica con un ultimo trionfo,
lasciando nella polvere i destristi irriverenti e tornando a guidare lui una
destra castrata dal moderatismo fin de
siècle. E, poi, pilotare la confluenza dei “moderati” di destra con i
“moderati” di sinistra nella Grosse
Koalition che i poteri forti auspicano per l’Italia; meglio se confortata
da una opposizione arruffona e priva di credibilità.
Occorre un grande ritorno alla politica, non certo una anti-politica
goffa e fine a se stessa. Occorre la politica vera, quella delle scuole di
partito, quella delle “gavette” che selezionavano una classe dirigente, quella
che si iniziava sui banchi del ginnasio e ti accompagnava poi per tutta la
vita, quella che produceva amministratori capaci di guidare una città e non
barzellettieri della domenica.
Continuando così, non riusciremo a venirne fuori. Piaccia o
non piaccia, è solamente la Politica – quella con la P maiuscola – che potrà
salvarci. Non certamente un Vaffa, buono per toglierti uno sfizio, ma che non
ti porta da nessuna parte.
(Stralcio di una lettera di Michele Rallo)
Renzie - L'inciucione per antonomasia
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