...ai tempi di Platone il problema delle circolazione di carta-moneta, di cui ci parla invece Goethe nel suo Faust, in termini modernissimi, onde la bramosìa PATOLOGICA del suo possesso x via endogàmico-parentale, NON ESISTEVA PROPRIO. Platone, grandissimo mitògrafo e narratore di fascino assoluto, non può, a stretto rigore, essere considerato un 'filosofo' nel senso proprio del termine, perché il Mito, che è 'sapienza' nascosta dietro cifra, NON produce 'conoscenza universale', cioè ERGA OMNES, ma solo 'sapienziale', to the happy few.
Molto diverso il caso di Aristotele, che COSTRUISCE IL SAPERE VERO E PROPRIO, "L'ORGANON", cioè 'lo strumento', attraverso la compenetrazione del PARTICOLARE DENTRO L' UNIVERSALE, e non astrattamente l'uno dall'altro, come per tutti i neo-platonici, da Plotino in poi.
E' infatti ad Aristotele che Francesco Bacone, filosofo dell'ESPERIENZA anch'egli, come lo Stagirita, ispira, già nel nome, il suo percorso scientifico nel 'Novum Organum' organizzato per "TABULAE" E "GRADUI" minuziosamente specificati, nei quali INQUADRARE i fenomeni osservati 'in natura', per derivarne le Grandi Leggi della conoscenza Universale ed 'oggettiva'.
Un secolo dopo sarà Immanuel Kant, anch' egli 'empirista', ad approfondire in una vera e propria 'Metafisica della Mente' la strutture CATEGORIALI 'A PRIORI', vedi il legame strettissimo con Aristotele che le 'Categorie' egli stesso inventò, che presiedono i 'fenòmeni' onde il soggetto ap-percepisce nell' " Io penso ", per via trascendentale. Una intuizione che ritroviamo nell'Atto Puro di Giovanni Gentile, in pieno Novecento, e perfino nella Praxis di Antonio Gramsci...
Kant così supera la dicotomia fra Idealismo ed Empirismo, immensamente più 'moderno' di Hegel e di tutti i discendenti, di destra e di sinistra.
Questa sintesi estrema, dei termini di scuola, non può chiudersi senza citare Marcel Proust, che è il Kant * "applicato" alla specifica dimensione dei 'fenomeni' umani e sociali, quale da Egli stesso 'osservati' in quella privilegiata spécola parigina, fra Otto e Novecento sicuramente il Centro del Mondo, anche politicamente; pensate a come Mussolini venne ispirato da Gustave Le Bon, Charles Maurras, Maurice Barrès, questi due ultimi due 'must' proustiani, a dispetto del dreyfusismo militante del grande Narratore (benché il metodo narratologico della sua colossale 'causerie', sia palesemente 'cartesiana', già in principio).
Il quale Narratore polemizzò aspramente coi suoi stessi esegèti allorché ne descrissero l'Opera Somma in termini di 'psicologia', e dunque di 'scavo di dettagli': niente affatto !
Proust, Genio ben consapevole del prodotto, parlava invece in termini di Grandi Leggi Universali, e di Astrofisica anziché di 'chimica', usando il TELESCOPIO anziché microscopio, come egli stesso scrisse letteralmente: e solo Ernst Robert Curtius comprese pienamente, tanto da comparare il contenuto de La Recherche alla Teoria della Relatività allora appena apparsa sulla scena.
Bacone, che si situa pienamente su questo percorso fenomenologico-sperimentale (dove Husserl non c'entra) riprese tal quale il Platone dello 'Specus', benché ai suoi tempi i denari circolassero già in grande abbondanza, e Londra fosse già la Capitale finanziaria del Pianeta, titolo ottenuto tramite pirataggio dei commerci con le Americhe,
ai danni della Spagna.
Una postilla doverosa a Platone e Bacone:
*DELENDA IDOLA AURI !*
Gianni Caroli - gianni_caroli@fastwebnet.it
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