La guerra in Siria attraverso i media, ci viene comunicata così: “Assad ammazza il suo popolo”. Domani leggeremo ancora: “Assad ammazza il suo popolo”. E dopo domani ancora: “Assad ammazza il suo popolo”. “L’occidente dovrebbe aiutare il popolo siriano a creare una democrazia” dicono.
Quello che non dicono mai è che la Siria ha una posizione strategica per tutti gli oleodotti che vanno dall’Iraq al mediterraneo. Questi oleodotti al momento sono in mano agli iraniani e gli iraniani e i siriani sono amici. E se gli iraniani dicono “Fermate tutto, ci stanno attaccando, fermate gli oleodotti in Siria” allora lì non esce più nulla. E se si blocca anche lo stretto di Hormuz, allora si ferma tutto.
Se si abbatte la Siria, invece, si può attraversare lo stretto di Hormuz e si può fare rifornimento nel mediterraneo. L’ho detto in un modo un po’ asciutto, ma questa altro non è che è geo-strategia.
Quindi ci chiediamo: “chi dovrebbe portare la democrazia in Siria?” La risposta è chiara: l’Esercito Libero Siriano,… questi ragazzi
E’ scritto su tutti i giornali. e viene fatto passare per buono “l’Esercito Libero Siriano è per la democrazia, Assad è il dittatore e si dovrebbe affiancare l’Esercito Libero Siriano”
Quello che non c’è mai scritto è che l’Esercito Libero Siriano è un qualcosa che assomiglia assai ad AlQaeda. AlQaeda è un “movimento di musulmani radicali armati” e pure l’Esercito Libero Siriano è un “movimento di musulmani radicali armati”.
Negli ultimi anni da un lato si è detto: “questa è AlQaeda, bisogna fermarli, sono pericolosi”, dall’altro “questo è l’Esercito Libero Siriano, sono per la democrazia, dobbiamo dargli più armi” E il mondo ci ha creduto!
Nessuno sa di preciso cosa sia questo Esercito Libero Siriano, ma intanto il servizio segreto inglese MI6 lo supporta con informazioni aeree sui movimenti delle truppe di Assad, la CIA lo supporta con armi……lo si lascia rifornire di armi e il giorno dopo si dice stupiti “oh, accidenti, ci sono morti tra i civili!”.
Immaginiamo questo scenario: in Svizzera i separatisti del Giura - chiamiamoli “Giurassiani Liberi”, che sono per la democrazia - di colpo hanno tante armi, attaccano la polizia e a Berna decapitano tre poliziotti. Arriva l’esercito militare, marcia verso il Giura e vengono uccise delle persone. I Giurassiani Liberi vengono riforniti dall’esterno, gli vengono fornite più armi e in breve tempo si entra nel caos. Dall’esterno si direbbe:” i Giurassiani liberi vengono oppressi. Si dovrebbe bombardare la Svizzera per riportare la democrazia”.
Forse ho un po’ esagerato, non è facile immedesimarsi in un simile scenario, ma quello che volevo far capire è che ci stanno rifilando una guerra in Siria dicendo che l’Arabia Saudita, che supporta l’Esercito Libero Siriano, è una forza democratica.
Ma chi ci crede? L’Arabia Saudita non è una democrazia. L’Araba Saudita ha da poco raso al suolo la democrazia nel Bahrain. Non ammette Parlamenti nella sua terra e i diritti della donna sono assolutamente repressi in Arabia Saudita!
Quello che è in atto è la lotta tra l’Iran e l’Arabia Saudita per mettere sotto controllo la Siria.
Cercano, assieme al Quatar, alla Turchia, agli USA e alla Gran Bretagna di far cadere il governo di Assad. Forse ci riusciranno, forse no, ma quello che volevo spiegare è che la lotta per quest’area strategica – qui c’è il petrolio – non è finita, va avanti ed è una lotta molto brutale!
Adriano Colafrancesco - adrianocolafrancesco@gmail.com
Adriano Colafrancesco - adrianocolafrancesco@gmail.com
Integrazione di Adriano Colafrancesco: "l’Italia ridotta a zerbino degli USA, come denuncia il giovane Alessandro Di Battista, dovrebbe ricordare alla ministra Pinotti -che sembra ignorarlo- che sono state due navi da guerra statunitensi della sesta flotta di stanza a Napoli quelle che hanno attaccato la base siriana con 59 missili da crociera. L’attacco, per giunta, è stato eseguito dal comando delle forze navali USA in Europa agli ordini della ammiraglia che comanda anche la forza congiunta della Nato con quartier generale a Lago Patria in provincia di Napoli. E per dirla tutta, l’operazione bellica è stata appoggiata dalla base di Sigonella e dalla stazione di Niscemi che ospita il sistema di comunicazione satellitare MUOS.
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