Appello alla mobilitazione contro il vertice NATO
Il prossimo vertice NATO sarà il primo a cui parteciperà il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Si terrà il 24 e 25 maggio 2017 nei nuovissimi edifici della sede dell'Alleanza atlantica a Bruxelles, la città dove ha base la NATO e l'Unione Europea (UE), due istituzioni che collaborano strettamente nelle loro politiche militari. La NATO e gli Stati membri hanno preso parte a guerre e interventi militari illegali in Jugoslavia, Afghanistan, Libia, Iraq, Siria, nel Mar Mediterraneo e nell'Oceano Indiano. Essi contribuiscono grandemente all'instabilità internazionale, alla corsa agli armamenti e alla militarizzazione.
La NATO resta legata alla più grande minaccia contro l'umanità: le armi nucleari. Di vertice in vertice la NATO perpetua, mette in opera ed estende la sua politica di guerra e di dominio. Il mondo intero è testimone delle conseguenze di questa politica: interi paesi sono devastati, milioni di persone diventano profughi, soffrono terribilmente o restano uccisi; l'ambiente si sta deteriorando in modo disastroso, l'estremismo violento e il terrorismo sono in aumento; tensioni e conflitti militari si moltiplicano; la proliferazione delle armi nucleari e il rischio di una guerra nucleare è in aumento.
La sola risposta della NATO di fronte a queste terribili conseguenze è quella di una accelerazione ulteriore del militarismo e della guerra. Tutti gli stati membri della NATO sono chiamati ad aumentare la loro spesa militare al 2% del PIL. In questo momento di crisi economica e di austerità, ciò equivale a ridurre sempre più gli stanziamenti destinati ai bisogni sociali, all'istruzione, alla giustizia, alla cooperazione internazionale e alla tutela dell'ambiente, che sono essenziali per costruire un mondo più pacifico e stabile.
Gli Stati membri della NATO utilizzeranno il 20% del loro bilancio per la difesa in attrezzature militari: navi da guerra, aerei da combattimento, droni, bombe, tecnologia. La potente lobby delle armi si strofina le mani in anticipo. La Nato accelera la corsa agli armamenti a scapito dei meccanismi diplomatici per la risoluzione dei conflitti.
La NATO sta aggravando le tensioni con la Russia, con il dispiegamento di truppe e armamenti al suo confine e l'installazione di un sistema di difesa anti-missili. Tutto questo rilancia lo sviluppo militare e impedisce la costruzione di relazioni pacifiche e una comprensione reciproca vantaggiosa.
La NATO e gli Stati membri moltiplicano gli interventi al di fuori dei loro territori e aumentano la loro presenza in tutto il mondo attraverso partenariati e "coalizioni dei volenterosi". Aumentano il loro dominio economico, politico e militare, piuttosto che investire politicamente e finanziariamente nelle Nazioni Unite per raggiungerne l'obiettivo di un mondo pacifico e più sicuro.
La NATO presenta lo sviluppo delle sue politiche nucleari come "garanzia" suprema sicurezza dei suoi membri, nonostante il fatto che la maggioranza dei paesi del mondo stia intavolando negoziati per un trattato che bandisca le armi nucleari. Nel frattempo, le armi nucleari statunitensi di stanza in Europa - sotto la copertura della NATO - e altrove, sono ammodernate a colpi di decine di miliardi di dollari.
Non vogliamo la militarizzazione dell'UE, né di una superpotenza europea, come preconizzano sempre più insistentemente i dirigenti dell'Unione. La chiusura militare delle frontiere europee non è una risposta alla sfida dell'immigrazione. I rifugiati sono i benvenuti.
La NATO è la macchina da guerra più aggressiva al mondo. Abbiamo bisogno, con urgenza, di pace e di sviluppo durevole. Ci appelliamo a tutte le persone e alle organizzazioni amanti della pace a unirsi alle proteste contro il vertice NATO a Bruxelles e in tutto il mondo. Esercitiamo pressioni sui nostri governi perché investano nel benessere sociale, non nella guerra. Domandiamo apertamente ai nostri governi di lasciare la NATO e che la NATO venga sciolta. Sul sito www.stopnato2017.org si possono visionare i firmatari, firmare l'appello e partecipare al contro-vertice.
Bollettino trimestrale del Comité de Surveillance OTAN N°64
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
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Integrazione/commento di Paolo Sensini
«**** è divenuto presidente degli Stati Uniti d'America il 20 gennaio ****. In campagna elettorale, il programma di politica estera di **** prevedeva [...] una forte riduzione dei coinvolgimenti statunitensi in azioni militari di "esportazione della democrazia" e di altre attività militari; i suoi primi provvedimenti, infatti, sembravano prospettare uno scenario quasi isolazionista per gli Stati Uniti, col disimpegno da alcuni importanti trattati internazionali». Chi è il presidente americano in questione? No, non è Trump e nemmeno Obama, che pure si era imposto così nel 2008. Si tratta di George W. Bush, detto Dubya, che nella sua campagna elettorale pre 11 settembre 2001 dichiarava queste stesse cose. E ci fermiamo ai soli ultimi tre presidenti. Insomma, programmi fotocopia per accalappiare gli elettori americani stufi di continue aggressioni militari (con relative spese astronomiche) in giro per il mondo. Poi sappiamo com'è andata: guerre, guerre e ancora guerre. Con Trump l'asticella retorico-adrenalinica per la messa in scena dello spettacolo presidenziale si è alzata solo un po'. E tutti ci hanno creduto. Creduto, appunto..."
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Commento di Marco Bracci:
"Fino a poco tempo fa, in base alla logica del meno-peggio, avevo sostenuto D. Trump perché dichiarava di essere contro la guerra.
Ho dovuto ricredermi e chiedo perdono a coloro che eventualmente avessero preso spunto da alcuni miei scritti per sostenere anche loro Trump.
Vale quindi ancora di più quanto dissi subito dopo l’elezione di Obama: “O è come gli altri o lo ammazzeranno!” Sbagliai, Obama è stato peggiore degli altri e Trump si appresta a superarlo."
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