"La via del fare è l'Essere" (Lao Tse)
Mio padre era diventato comunista ed amico della Russia ed anch'io lo fui, un po' per riconoscenza un po' perché trovavo che il pensiero comunista contenesse un senso di giustizia. Nel corso degli anni in qualche modo subii la spinta del cambiamento ideologico che investì il Partito Comunista Italiano, da PCI divenne PDS, poi DS, poi Ulivo e poi PD. Fino ad alcuni anni fa, cioè fino all'avvento di Renzi, restai in quella compagine pur con un forte radicamento nell'ambito ecologista e con motivati dubbi sulla mutazione in corso. Infine l'entrata di Matteo Renzi nella compagine segnò il momento del mio distacco e da allora non partecipai più a questa pseudo sinistra anti-solidale. Continuai però ad avere una forte tendenza ecologista e sociale e non smisi mai di interessarmi della cosa pubblica, della società e della comunità in cui vivevo e vivo, ma restando ai margini, agendo da indipendente.
Forse qualcuno che mi ha conosciuto personalmente dagli anni passati ad oggi potrà testimoniare che la mia presenza nella "politica attiva e reale" non è mai venuta meno. In realtà potrei citare le numerose battaglie portate avanti nel corso degli anni, le migliaia di articoli ed interventi di solidarietà sociale e verso il mondo naturale nel suo complesso. Sì, ho mantenuto una memoria di tutto ciò, anche attraverso diversi libri da me scritti nel corso del tempo, a mo' di appunti di viaggio. Anche se -come intuì Erich Fromm- il ricordo affidato a mezzi esterni è una forma di attività mnemonica "alienata" in divenire, è una forma di possesso condizionato.
Ma vorrei arrivare al punto, vorrei spiegare quali sono le ragioni per cui malgrado tutto continuo ad essere legato ad un modo di percepire il mondo osservandolo con un occhio analogico, e quindi riconoscendomi nella compagine del sud del mondo, dei BRICS, della Russia, della Cina, dell'India, ecc.
La mia compagna di vita, Caterina Regazzi, con la quale condivido molti interessi vitali e molti sentimenti spirituali, mi ha segnalato la sua recente "avventura" con un rappresentante di una banca alla quale si era rivolta per non correre il rischio che i suoi risparmi di una vita andassero a finire in armi. "Stia tranquilla signora -disse il consulente- noi stiamo attenti a non coinvolgerci con fondi finanziari che contribuiscono alla guerra, magari collegati alla Russia o alla Cina...". Meravigliata dalla reazione del consulente si dedicò a spiegare con dovizia di particolari chi fossero i veri nemici dell'umanità incontrando una totale (o presunta) ignoranza del suo ascoltatore del processo che ha portato il mondo alla situazione attuale.
Poi, tornando a casa, avendo promesso di far avere al "consulente" qualche documento circostanziale, attendibile, si è ricordata dell'intervento esaustivo tenuto dall'economista Jeffrey Sachs al Parlamento Europeo il 19 febbraio 2025, qui segnalato: https://www.ulaia.org/2025/04/07/la-geopolitica-della-pace-jeffrey-sachs-al-parlamento-europeo-il-19-febbraio-2025/.
Per chi volesse approfondire il discorso può ascoltare il video di Jeffrey Sachs con i sottotitoli in italiano: https://www.youtube.com/watch?v=PBfgiq7n848.
Paolo D'Arpini - Circolo Vegetariano VV.TT.
P.S.
Jeffrey David Sachs (nato il 5 novembre 1954 a Detroit, Michigan) è un economista, accademico e autore statunitense, riconosciuto come una delle figure più influenti nel campo dello sviluppo economico globale e della lotta alla povertà. Sachs è professore universitario presso la Columbia University, dove dirige il Center for Sustainable Development, ed è stato a lungo un consulente di governi e organizzazioni internazionali su questioni economiche e geopolitiche.


Sachs è cresciuto in una famiglia a Oak Park, un sobborgo di Detroit. Dimostrò fin da giovane un talento eccezionale per gli studi, laureandosi summa cum laude in economia presso l’Università di Harvard nel 1976. Proseguì i suoi studi nello stesso ateneo, conseguendo un master nel 1978 e un dottorato di ricerca (Ph.D.) nel 1980, sotto la guida di economisti di spicco come Martin Feldstein. La sua tesi si concentrò su temi di macroeconomia e politica economica.


A soli 28 anni, Sachs divenne professore associato presso Harvard, un’ascesa rapida che rifletteva il suo genio accademico. Nel 1983 fu nominato professore ordinario, una delle più giovani nomine nella storia dell’università. Durante il suo periodo ad Harvard, Sachs si distinse per i suoi studi sull’economia internazionale e per il suo approccio pragmatico alla risoluzione di crisi economiche.


Sachs ha guadagnato notorietà mondiale come consulente economico per numerosi governi in transizione. Negli anni ’80, lavorò con il governo boliviano per affrontare l’iperinflazione, introducendo un piano di stabilizzazione economica noto come "terapia d’urto" (shock therapy), che si rivelò un successo. Questo approccio lo portò a collaborare con altri paesi, tra cui la Polonia nel 1989, dove contribuì alla transizione dall’economia pianificata al libero mercato dopo la caduta del comunismo. Fu anche consigliere di Mikhail Gorbaciov durante gli ultimi anni dell’Unione Sovietica e lavorò con il governo russo sotto Boris Eltsin negli anni ’90, sebbene i risultati in Russia siano stati più controversi a causa delle difficoltà politiche e sociali del periodo.
Sachs ha avuto un ruolo significativo anche in Ucraina, sia negli anni ’90 con il presidente Leonid Kuchma sia dopo la rivoluzione di Maidan nel 2014, quando fu invitato dal nuovo governo a offrire consulenza economica. La sua esperienza diretta in queste regioni gli ha dato una prospettiva unica sugli eventi geopolitici che coinvolgono Russia, Stati Uniti ed Europa, come emerge chiaramente nel suo discorso.


Dal 2002 al 2016, Sachs è stato direttore dell’Earth Institute presso la Columbia University, dove si è concentrato su questioni di sviluppo sostenibile e cambiamento climatico. È stato anche consigliere speciale di tre Segretari Generali delle Nazioni Unite (Kofi Annan, Ban Ki-moon e António Guterres), guidando progetti come gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDG) e, successivamente, gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG). La sua visione si basa sull’idea che la povertà estrema possa essere eliminata attraverso strategie economiche coordinate a livello globale.


Sachs è noto per il suo approccio critico alle politiche economiche neoliberali e all’interventismo militare degli Stati Uniti. Nel suo discorso, emerge la sua visione di un mondo in cui la cooperazione internazionale e la diplomazia dovrebbero prevalere sull’unipolarità e sull’uso della forza. Ha spesso denunciato ciò che considera un’eccessiva influenza degli Stati Uniti sugli affari globali, sostenendo che tale approccio abbia portato a conflitti evitabili e a un’erosione della stabilità internazionale. Sachs è anche un forte sostenitore della neutralità come strategia per evitare guerre, come si vede nel suo appello per una politica estera europea indipendente.


Sachs è autore di numerosi libri influenti, tra cui The End of Poverty (2005), in cui delinea un piano per sradicare la povertà estrema entro il 2025, e The Age of Sustainable Development (2015), che esplora le sfide della sostenibilità globale. Le sue pubblicazioni combinano analisi economiche rigorose con un appello morale alla giustizia sociale.
Ha ricevuto numerosi riconoscimenti per il suo lavoro, tra cui l’inclusione nella lista delle 100 persone più influenti al mondo da Time Magazine (nel 2004 e 2005) e diverse lauree honoris causa da università di tutto il mondo.
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