«La Grande Germania è tornata!». Così, mesi fa, Friederich Merz commentò trionfante il placet ottenuto dal Bundestag (“scaduto”) per l’introduzione di una serie di modifiche alla Costituzione tedesca che autorizzavano la contrazione di una mole assai considerevole di debiti necessari a sostenere i programmi di riarmo del governo.
Più recentemente, lo stesso Merz ha annunciato, in qualità di punta di lancia del “quartetto” dei “volenterosi” formato di concerto con Macron, Starmer e Tusk, l’intenzione di trasformare la Bundeswehr nel più potente esercito europeo alla luce del supposto “espansionismo russo”. Sempre Merz ha delineato, nel corso di una recente intervista televisiva, i contorni del piano che il governo di Berlino ha predisposto, in collaborazione con l’Unione Europea, per continuare a sostenere la difesa ucraina fino alla fine della guerra, che a suo avviso dovrebbe verificarsi “per sfinimento” dell’esercito russo.
«D’ora in poi – ha spiegato Merz – l’Ucraina sarà armata a tal punto che Putin non potrà più continuare». Il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius, dal canto suo, ha dichiarato che la Germania potrebbe reintrodurre, a fronte delle crescenti minacce russe e del possibile ripiegamento statunitense, la leva obbligatoria qualora il numero di volontari non si rivelasse sufficiente a conseguire gli obiettivi di reclutamento fissati dal governo, che ambisce a espandere i ranghi della Bundeswehr dai 182.000 effettivi attuali ai 205.000 entro il 2030.
Parallelamente, i militari stanno guadagnando terreno a scapito del personale civile all’interno del Ministero della Difesa tedesco, occupando anche posizioni tradizionalmente affidate a questi ultimi. L’opinione pubblica tedesche, a partire dalle fasce più mature della popolazione, sembra tendenzialmente favorevole a questo processo evolutivo, ritenendolo imprescindibile nel contesto strategico in cui ci troviamo. Le tendenze in atto rafforzano oggettivamente le posizioni “massimaliste” affermatesi in Germania circa un decennio addietro.
All’epoca, il maggiore della Bundeswehr Maximilian Terhalle affermò che «l’indipendenza richiede che la Germania si doti di una deterrenza nucleare. La cosa rientra nei nostri vitali interessi nazionali», facendo eco alle dichiarazioni dello stesso tenore formulate dal deputato della Cdu Roderich Kiewesetter e dal direttore della «Frankfurter Allgemeine Zeitung» Berthold Kohler, che nel novembre 2016 esortò i tedeschi a «pensare l’impensabile» alludendo all’allestimento di un arsenale atomico esclusivamente tedesco, ritenuto molto più congeniale gli interessi nazionali rispetto alla condivisione della force de frappe con la Francia.
Giacomo Gabellini
Video collegato: https://www.ilcontesto.net/il-rinascente-militarismo-tedesco/
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