"Lo nero periglio che vien dallo mare"
Badate bene, nei suoi tre millenni più volte l’Italia è stata invasa. I cosiddetti barbari calavano a depredare. Poi si stanziavano, frammischiandosi, assimilati. La civiltà di Roma sopravvisse alla sua più che millenaria storia. Erano quasi tutti barbari che provenivano dal Nord o dall’Est.
Ci furono, è vero, due invasioni da Sud. Una araba, che si stanziò in Sicilia, in Calabria e in Parte in Puglia. Oltre ad incursioni piratesche (il pirata tunisino Barbarossa n.d.r.) sulle coste. Ma sia l’occupazione che le incursioni furono fortemente contrastate. I ducati Longobardi (35, fino a Benevento), la forze papaline, le Repubbliche Marinare, gli ordini Di Monaci Guerrieri combatterono eroicamente contro gli arabi. Fino alla strepitosa vittoria di Lepanto, quando la forza ottomana fu umiliata.
Oggi assistiamo ad una inversione di tutto questo. Stiamo assistendo ad una invasione africana e mediorientale.
Voluta, programmata, studiata.
“Fuggono dalla guerra!” Biascicano i servi e proni a 90 gradi, quando non sfruttatori e magnaccia. E’ una balla, non mi stancherò di ripeterlo: dei 54 Stati in Africa, pochissimi hanno una situazione bellica attiva. E non confondiamo le millenarie diatribe tribali con stati di guerra. L’Europa riconosce tale stato solo per Libia (Brava Francia! Bell’idea andare a bombardare insieme all’Inghilterra il Rais Gheddafi. Si è ripetuto lo schifo di Suez del 1956), l’Eritrea e la Siria. Tutto il resto dell’Africa e del Medio Oriente non ha stato di guerra riconosciuto ed acclarato.
E allora?
Noi permettiamo che si riempiano le nostre città di disperati. Gettati qua e là come animali, sostenuti solo in parte dal cuore dei volontari e dei cittadini. Le bestie hanno di solito trattamento migliore.
Se poi nascono problemi di criminalità, di malattie, di scontri sociali, non stupitevi: è lo sbocco naturale di una situazione gestita da "cala braghe", da sciacalli sociali ed economici, da servi sciocchi ed incapaci. Se si va avanti così rimpiangeremo i personaggi che stanno tuonando: "Bisogna avere il coraggio di dire Basta!"
Fabrizio Belloni
“ tempo fa ho rivisto un film storico "L'Armata Brancaleone", del 1966. Una vecchia cassetta recuperata delle edizioni de L'Unità. Come cambiano i tempi! Quel che era ritenuto un messaggio politicamente corretto da alcuni “sinistri” odierni, tipo Saviano, Kienge, Bonino, etc., viene oggi considerato altamente incorretto e razzista. Per Brancaleone, l'eroico e sfortunato eroe da Norcia, altro che combattere lo "nero periglio che vien dallo mare" oggi gli sarebbe dato di gestire un centro di accoglienza per “profughi”. Beh! Persino il Dalai Lama, egli stesso profugo dal Tibet, ha detto che ad un certo punto bisogna avere il coraggio di dire "basta!"..”
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