venerdì 11 aprile 2025

Ritorno al senso di comunità umana...

 


...non è detto che sia impossibile creare una “integrazione” ed una collaborazione anche fra membri di culture e razze diverse. Siamo tutti esseri umani e non c’è alcuna differenza fra un nero, un bianco ed un giallo. Il problema subentra quando una certa comunità vuole far prevalere la sua “cultura” o “religione” o “idea politica” e cerca di imporla in un modo o nell’altro agli altri. 

Ricordo, durante i miei viaggi in Africa od in vari Paesi dell’Asia, che se ci si relaziona su un piano esclusivamente umano con gli altri non c’è nessuna difficoltà a dialogare e condividere emozioni e bisogni.

L’amore è possibile quando ci si apre, se ci si chiude vince l’egoismo e l’ignoranza. Può definirsi egoismo o ignoranza “cristiana” o “maomettana”, della squadra di calcio o del colore della pelle o della appartenenza ad un contesto sociale…

Ma cosa possiamo fare se l’opponente che manifesta quell’egoismo separativo, che sia un banchiere ricchissimo, un industriale, un re, un papa, un mullah, od un “poveretto” che cerca di farsi largo nella società, arraffando quel che può, pur di ottenere almeno i galloni da “caporale”? Possiamo difenderci o dobbiamo semplicemente soccombere, dobbiamo porgere l’altra guancia o dobbiamo armarci ad armi pari? Sinceramente non lo so, non ho una ricetta precisa, forse dipende dalle situazioni e dalle condizioni in cui ci si trova.

Parlavo oggi con Caterina, la mia compagna di vita, della necessità di mantenere almeno una rete di relazioni simbiotiche e collaborative con i nostri affini, con le persone con le quali condividiamo valori e intelligenza. Di fatto è esattamente quel che sta avvenendo in tutti gli ambiti e livelli della nostra comunità umana, in cui gli umili ed i consapevoli incontrano i loro simili, al fine di non disperdersi e di mantenere una civiltà (una civiltà della Vita).

Paolo D’Arpini


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