sabato 11 dicembre 2021

Dibattito sullo stato di emergenza...

  


...Le centinaia di miliardi dei fondi europei (che graveranno sul nostro debito pubblico per generazioni) verranno spesi in gran parte per progetti faraonici e assurdi, distruttivi dell’ambiente, che nulla hanno a che vedere con i reali problemi di cui soffre il nostro Paese, per alcuni dei quali per altro continuiamo a pagare le multe inflitteci dall’Unione Europea.

La Giustizia, già minata dal controllo dei potentati politici ed economici, sta subendo continui colpi di scure quali la recente legge Cartabia, che garantiscono sempre maggiore impunità alla grande criminalità di ogni tipo, quella ambientale in primis.

Il già debole sistema democratico è stato minato fin dalle fondamenta a tutti i livelli, a partire da quelli più alti: ci troviamo come capo del Governo un banchiere, sorretto da un’accozzaglia di formazioni politiche come mai s’era né vista né immaginata.

Non esiste più una reale forza di opposizione.

Il Parlamento è totalmente esautorato e lo stesso vale persino per il Consiglio dei Ministri, come dimostra la vicenda emblematica dell’approvazione del Bilancio dello Stato, che Draghi ha sottoposto ai Ministri nel corso della riunione in cui doveva essere votato, senza che nessuno avesse avuto modo di leggerlo.

E l’imminente elezione del Presidente della Repubblica sta proponendo, alla massima carica dello Stato, personaggi come il condannato Berlusconi, che diverrebbe anche Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura…

Il sogno della transizione ecologica, che avevamo cullato sull’onda del “tutto andrà bene”, del “niente sarà più come prima”, si è già infranto con una involuzione mondiale che vede all’oggi un grande ritorno al carbone e per il futuro il nucleare (sempre che il pianeta consenta di arrivarci).

La sanità, la cui condizione disastrosa è stata la causa principale degli effetti nefasti della pandemia in Italia, è destinata a peggiorare sempre più e a proseguire il suo distacco dai modelli virtuosi di presidio del territorio, di cure domiciliari, ecc. che abbiamo auspicato e previsto nel nostro Programma.

E infine lo STATO DI EMERGENZA, nel quale noi italiani ci troviamo da più di 18 mesi. L’Italia mette insieme due tristi verità: quella delle misure più restrittive adottate  e quella di una delle maggiori incidenze di decessi Covid-19.

Tale stato di emergenza ha prodotto drammatiche privazioni delle libertà, con danni incalcolabili all’economia, alla scuola, ma ancor più alla salute psico-fisica delle persone, private per mesi della socialità, contribuendo di fatto all'aumento della fragilità, in particolar modo di bambini, giovani e anziani ed alla drammatica riduzione dei diritti di noi tutti.

Eloquente in tal senso il fatto che alcuni settori dell’economia – le case farmaceutiche, i colossi del web e del commercio online… - stiano aumentando enormemente le loro ricchezze mentre, all’opposto, in tutto il resto della popolazione vi è un dilagare della povertà, dell’indigenza, della depressione.

Cosa succederà quando lo stato d'emergenza supererà il limite massimo consentito dalla Carta Costituzionale, ossia il 31/12/2021?

Uno dei capolavori dell’emergenza adottati dal nostro Governo è senz’altro il “GREEN PASS”, per il quale l’Italia ha ignorato anche i vincoli antidiscriminatori della normativa UE, facendo di esso un formidabile strumento di discriminazione economica e sociale sancito “a norma di legge”. In alcuni casi finanche di vera e propria segregazione.

E ciò che è sotto gli occhi di tutti è l'evidenza che, una tale regolamentazione, non ha alcun valore scientifico, anzi, crea pericolose situazioni di rischio per la salute pubblica.

Il Pass inoltre colpisce duramente soprattutto le persone più indifese e meno abbienti, coloro che sono ricattabili, perché destinate alla povertà se perdono il lavoro. Improvvisamente onesti cittadini hanno meno diritti di mafiosi, pedofili, criminali e politici corrotti.

Un insieme di gravi violazioni dei diritti umani fondamentali, che intacca molteplici articoli della Costituzione e dei trattati sui diritti dell’uomo.

Le fondamenta su cui poggia questo stato di involuzione democratica e di distruzione delle conquiste dei lavoratori è il PENSIERO UNICO, artificiosamente creato grazie al controllo dei mass media da parte dei poteri economico e politico.

Il Pensiero Unico impone un solo punto di vista, una sola “verità” alla quale tutti devono attenersi.

Chi ha il coraggio di dissentire viene denigrato, mobbizzato, annichilito. Perseguitato dagli ordini professionali con sospensioni ed espulsioni.

Non è più ammesso il pensiero critico, il dibattito, il confronto scientifico. La scienza è al servizio della politica e delle multinazionali farmaceutiche che poco hanno in comune con la scienza galileiana vera e propria.

Il pensiero unico sta separando le persone, dividendole in buoni e cattivi cittadini; chi ha manifestato – seppur pacificamente, inneggiando alla fratellanza e all’amore, pregando e piangendo – come hanno fatto i portuali a Trieste, è stato attaccato dalla polizia con getti d’acqua gelida, manganellate, gas lacrimogeni. Oppure, come accaduto al sindacalista Stefano Puzzer, reo di essersi portato in piazza a Roma una sedia e qualche cartello, è stato colpito da Daspo immediato che lo allontana per un anno dalla città non si sa in base a quale reato.

Davanti a piazze in rivolta nessun organo politico ha ascoltato e risolto i gravi conflitti ideologici di parte della popolazione. Diritti a scioperare, manifestare, dissentire sono stati soffocati in nome della sicurezza e salute della popolazione. Il popolo che chiede libertà va ascoltato in una democrazia.

Si è creata così una spaccatura abissale tra le persone, un muro di incomunicabilità che si estende trasversalmente anche tra chi aveva sempre vissuto in modo aperto e dialettico, tra chi aveva lottato insieme per i diritti civili e i principi democratici.

Ogni logica, ogni razionalità, ogni buon senso è stato spazzato via in pochissimo tempo senza alcuna seria opposizione.

Le centinaia di domande, che ogni essere senziente dovrebbe porsi su questo stato di cose, non possono nemmeno essere espresse e sono destinate a non avere alcuna risposta, mentre si procede verso il baratro.

Qual è il nostro ruolo in questa situazione, in quanto cittadin* di questo paese, in cui ogni persona è libera ed ha il diritto di studiare, lavorare e non va discriminata perchè parte di una minoranza?

Che senso ha parlare di solidarietà, in una situazione generale di esaltazione delle discriminazioni sociali, di trionfo dell’emarginazione?

Quale Ecologia ci possiamo aspettare da questo sistema di potere, che invece di dare delle risposte, contribuisce alla disinformazione, alla censura ed alla spaccatura sociale?

La politica deve tornare a rappresentare il popolo ed ascoltarlo?

Queste sono alcune delle domande basilari che noi ci poniamo. E alle quali intendiamo cercare di dare risposta, non essendo in coscienza disposti a chiudere gli occhi e ad accettare passivamente.

Il documento Per un cammino radicalmente ecologista e non violento”, prodotto il 13 ottobre scorso da un ampio gruppo di pacifisti e di ecologisti (e firmato da molti di noi) è stato sicuramente un passo importante e significativo. Noi riteniamo che sia fondamentale proseguire, scuoterci dal torpore, riattivare le coscienze e aprire finalmente un dibattito serio, pacato, profondo, costruttivo, inclusivo e democratico!

In quest’ottica proponiamo, a chi condivide le nostre stesse preoccupazioni, quanto segue:

Punto A

Organizzare il prima possibile, un incontro aperto a tutti coloro che si sono riconosciuti nelle cose fin qui espresse. Gli Obiettivi minimi dell’incontro sono:

  1. avviare un dibattito su queste tematiche, in piena libertà;

  2. dare la possibilità a ognuno di dire, in pochi minuti, se accetta l’attuale stato di cose oppure se condivide la nostra preoccupazione e il nostro desiderio/bisogno di re-agire;

  3. per coloro che opteranno per re-agire, iniziare a individuare le modalità più adeguate per organizzarci.

Proponiamo che l’incontro si tenga in presenza, nel rispetto delle precauzioni anti Covid-19, DOMENICA 19 DICEMBRE 2021, alle ore 10.00, presso la sala del centro culturale "CITTA' APERTA" in via Col Moschin a Mestre. Per chi non potrà partecipare in presenza, cercheremo di organizzare l'incontro anche per consentire la connessione on-line.

Rete Movimento Ecologista  - micheleboato14@gmail.com





Lettera firmata da:

Anna Ippolito

Antonella Pisano 

Fiorenzo Zerbetto 

Franca Franzin

Francesca Gambadoro

Michela Sartori

Michele Boato

Paola Malgaretto

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