martedì 21 agosto 2018

Cinque stelluti ambigui sul futuro della Torino-Lione veloce... e dialogo politico a sinistra

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“I Si Tav eTelt fanno i fatti, vanno avanti e lanciano gli appalti. I Cinque stelle continuano a fare sterili proclami invece di fare atti amministrativi”, si legge in un documento di fuoco  che Perino ha fatto circolare negli ambienti No Tav. “E pensare che di cartucce da sparare ne avrebbero tantissime per bloccare gli ingranaggi della grande opera. Basta volerlo fare. Ma per non disturbare il manovratore (Telt e Lega) queste cose non non vengono fatte da chi è stato mandato a Roma per bloccare la Tav”.

Il commento arriva dopo le dichiarazioni del ministro Danilo Toninelli che aveva commentato il via libera del Cipe alle modifiche della delibera 30 sulla Torino-Lione di aprile. “Il testo è stato messo a punto dal governo precedente, nonostante la batosta elettorale appena presa che lo obbligava ad agire solo per gli affari correnti” - aveva detto -  Ma state tranquilli non è nulla che possa influire in modo decisivo sull’analisi costi-benefici che finalmente stiamo conducendo in maniera seria e obiettiva. Teniamo gli occhi aperti sul cantiere e, come detto, considereremo quale atto ostile ogni decisione che faccia avanzare la Tav senza una scelta politica del governo”. Ed è su questo punto che si consuma la rottura.  
“I nostri tecnici hanno suggerito molti modi-  ribatte ancora Perino - Ma loro niente. Attendono i risultati dell'analisi costi benefici. Poi quando questa sarà conclusa vedranno cosa fare, se saranno ancora al governo e se esisteranno ancora. In che mani ci siamo messi”.  
Tra l’incudine e il martello, tra il Movimento No Tav e i ministri pentastellati al governo, ci sono gli esponenti del M5S valsusini come Francesca Frediani: “Siamo la prima forza politica del Paese, finalmente al governo  - scrive  la consigliera regionale - Ma l'opposizione alla Tav, è una nostra bandiera. La Val Susa ha dimostrato di avere fiducia in noi e la responsabilità di questa fiducia è grande, soprattutto per i portavoce legati a questo territorio. Dal nostro ministro ci si aspetta un gesto formale forte e deciso”. 
  CARLOTTA ROCCI

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Commento di J.L.T.: "Come già detto da altri tra i quali Gaber (uno tra tutti Gramsci), la politica non si esaurisce e non si realizza e verifica con il voto a delega, ma con la partecipazione, la sollecitazione critica degli eletti, e quando è il caso con il supporto esplicito, deciso, organizzato. Elementare, no? E' quello che fanno Marescotti, Perino e altri (azioni in cui però è carente il coordinamento, l'organizzazione), e che dobbiamo fare anche noi, invece di stare a lamentarci e piangerci addosso, collaborando così ad ingrossare le fila dei restauratori, dai Benetton agli Elkan in giù, fino a Ezio Mauro, Mieli, Colombo e compagnia questuante, e in su fino a Zuckenberg. Il patto tra PD e alleanza di destra come sistemi di potere collaboranti e intercambiabili è già saltato, un primo obiettivo è raggiunto, ma guai a fermarsi qui e lasciar andare le cose per inerzia, ché in assenza di controllo popolare saranno indirizzate, di nuovo, a vantaggio dei restauratori ma con metodi più decisi e pericolosi di quando controllavano tutta la politica italiana dal '94. Tipo metodo adottato contro Moro - Berlinguer, dico e intendo. E sappiamo com'è andata a finire." (Jurcek)



Commento di F.G.: “Personalmente io non mi lamento e piango addosso. Coloro che a Genova, ben avendo capito i termini della questione, hanno applaudito i membri del governo non credo che siano utili idioti di “restauratori dai metodi più precisi e pericolosi di quando controllavano tutta la politica italiana”. Direi che converrebbe sostenerli finché vale la pena, piuttosto che fare i grilli parlanti alla “manifesto”. Absit injuria verbis...”

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