Donald Trump sulla carta risulta teoricamente il 47° presidente degli Stati Uniti, ma per diventarlo anche formalmente bisognerà aspettare il 20 gennaio 2025, data di inizio ufficiale del suo mandato. Naturalmente prima di allora si frappone un lento percorso, non privo di tranelli, e ci saranno passaggi e tempi da rispettare.
Nello specifico, nel primo lunedì dopo il secondo mercoledì di dicembre, che quest'anno è il 17 dicembre, gli elettori del collegio elettorale votano per il presidente e il vicepresidente in relazione all'esito del voto nei loro singoli stati, incontrandosi nelle rispettive capitali. Sebbene i membri del collegio elettorale possano votare per chiunque secondo la costituzione Usa, 32 stati più il Distretto di Columbia hanno leggi contro i cosiddetti elettori infedeli, ossia quegli elettori che non esprimono il loro voto elettorale per la persona per la quale hanno promesso di votare. La Corte Suprema ha stabilito all'unanimità nel 2020 che la Costituzione non impedisce agli stati di penalizzare o sostituire gli elettori infedeli. I certificati sigillati dei voti vengono inviati al presidente del Senato e all'archivio statale e devono essere ricevuti prima del quarto mercoledì di dicembre.
Poi, entro il 3 gennaio 2025 l'archivista deve trasferire i certificati al Parlamento cioè al Congresso (composto da Senato e Camera dei rappresentanti). La tappa successiva sarà il 6 gennaio 2025, quando il Congresso si riunirà in una sessione congiunta per contare e certificare i voti elettorali. Il conteggio viene fatto a voce alta dal vicepresidente in carica, che agisce nella sua veste di presidente del Senato. I membri del Congresso sono liberi di opporsi a uno o tutti i conteggi dei voti elettorali di uno stato, a condizione che l'obiezione sia presentata per iscritto e firmata da almeno un membro di ciascuna camera del Congresso.
Se viene presentata tale obiezione, entrambe le camere del Congresso si aggiornano per discutere e votare sull'obiezione. È richiesta l'approvazione di entrambe le camere del Congresso per invalidare i voti elettorali in questione.
Infine, il 20 gennaio 2025 il presidente Trump e il vicepresidente Vance si insediano prestando giuramento al Capitol, in una cerimonia solenne seguita da decine di migliaia di persone assiepate lungo il National Mall. Si tratta del cosiddetto “inauguration day”.
Il testo del giuramento che viene pronunciato dal nuovo presidente è questo:
Con i rifornimenti tutto è complicato a causa della logistica e dell’esaurimento degli arsenali statunitensi. Non sarà possibile trasferire rapidamente molte armi. L’accento sarà posto sui costosi e scarsi missili di difesa aerea. Si tenterà di lanciare in Ucraina entro due mesi circa 500 missili Patriot, una fornitura per quasi due anni da parte degli Stati Uniti.
Ciò farà sicuramente arrabbiare la squadra di Trump. Dopotutto, è determinata a rafforzare e modernizzare il sistema di difesa aerea nei cieli sopra l’America stessa. E, potenzialmente, anche creare una sorta di analogo dell’ “Iron Dome” negli Stati Uniti. E gli stessi missili per Patriot vengono prodotti al massimo in 300 esemplari all'anno e per THAAD anche meno, 40-50 esemplari. La lista d'attesa per ricevere i complessi Patriot e THAAD è di 5-7 anni .
Allo stesso tempo, la capacità del complesso militare-industriale americano, impantanato nella corruzione, è sovraccarica di scenari di guerra in tutto il mondo. Kiev non vedrà nuovi missili ATACMS: ne sono rimasti pochissimi. Sembra che la loro modernizzazione sia in preparazione, ma ci vorranno molti anni. Nel frattempo in Ucraina al fronte vengono bruciati i rifornimenti".
D'altronde nella società americana c'è grande stanchezza dovuta al militarismo sfrenato di Biden e alle enormi somme sperperate. Nelle zone abitate da immigrati ucraini e polacchi, nella stessa Pennsylvania, Trump ha vinto in modo decisivo. Per l'amministrazione democratica uscente non resta che tentare di organizzare un ultimo pacchetto di bombe e denaro prima di lasciare zelensky alla mercé dei russi...
Infine, il 20 gennaio 2025 il presidente Trump e il vicepresidente Vance si insediano prestando giuramento al Capitol, in una cerimonia solenne seguita da decine di migliaia di persone assiepate lungo il National Mall. Si tratta del cosiddetto “inauguration day”.
Il testo del giuramento che viene pronunciato dal nuovo presidente è questo:
«Io, .., giuro [o dichiaro] solennemente di sostenere e difendere la Costituzione degli Stati Uniti contro tutti i nemici, esterni e interni; di serbarle fedeltà e vero affidamento, senza alcuna riserva mentale o intenzione elusiva; e di bene e fedelmente adempiere ai doveri della carica che sto per assumere. Che Dio mi aiuti»
Questo ante scriptum (ripreso dal quotidiano cattolico "Avvenire") per anticipare ai pazienti lettori le difficoltà burocratiche ed i rischi che ancora incombono sull'insediamento di Donald Trump, contemporaneamente danno un periodo di "respiro" all'amministrazione democratica del presidente uscente Biden (o chi la gestisce) sufficientemente lungo per sistemare trappole e laccioli e rendere difficile il cambiamento di gestione, soprattutto relativamente al contesto ucraino ed in altri scenari geopolitici.
E qui riporto un'analisi del giornalista Malek Dudakov: "Il team Biden sta cercando frettolosamente di chiudere tutte le incombenze. Devono riuscire a trasferire altri 6 miliardi di dollari a Kiev entro la fine di quest'anno.
Questo ante scriptum (ripreso dal quotidiano cattolico "Avvenire") per anticipare ai pazienti lettori le difficoltà burocratiche ed i rischi che ancora incombono sull'insediamento di Donald Trump, contemporaneamente danno un periodo di "respiro" all'amministrazione democratica del presidente uscente Biden (o chi la gestisce) sufficientemente lungo per sistemare trappole e laccioli e rendere difficile il cambiamento di gestione, soprattutto relativamente al contesto ucraino ed in altri scenari geopolitici.
E qui riporto un'analisi del giornalista Malek Dudakov: "Il team Biden sta cercando frettolosamente di chiudere tutte le incombenze. Devono riuscire a trasferire altri 6 miliardi di dollari a Kiev entro la fine di quest'anno.
Con i rifornimenti tutto è complicato a causa della logistica e dell’esaurimento degli arsenali statunitensi. Non sarà possibile trasferire rapidamente molte armi. L’accento sarà posto sui costosi e scarsi missili di difesa aerea. Si tenterà di lanciare in Ucraina entro due mesi circa 500 missili Patriot, una fornitura per quasi due anni da parte degli Stati Uniti.
Ciò farà sicuramente arrabbiare la squadra di Trump. Dopotutto, è determinata a rafforzare e modernizzare il sistema di difesa aerea nei cieli sopra l’America stessa. E, potenzialmente, anche creare una sorta di analogo dell’ “Iron Dome” negli Stati Uniti. E gli stessi missili per Patriot vengono prodotti al massimo in 300 esemplari all'anno e per THAAD anche meno, 40-50 esemplari. La lista d'attesa per ricevere i complessi Patriot e THAAD è di 5-7 anni .
Allo stesso tempo, la capacità del complesso militare-industriale americano, impantanato nella corruzione, è sovraccarica di scenari di guerra in tutto il mondo. Kiev non vedrà nuovi missili ATACMS: ne sono rimasti pochissimi. Sembra che la loro modernizzazione sia in preparazione, ma ci vorranno molti anni. Nel frattempo in Ucraina al fronte vengono bruciati i rifornimenti".
D'altronde nella società americana c'è grande stanchezza dovuta al militarismo sfrenato di Biden e alle enormi somme sperperate. Nelle zone abitate da immigrati ucraini e polacchi, nella stessa Pennsylvania, Trump ha vinto in modo decisivo. Per l'amministrazione democratica uscente non resta che tentare di organizzare un ultimo pacchetto di bombe e denaro prima di lasciare zelensky alla mercé dei russi...
(Notizie raccolte da varie fonti e rielaborate da P.D'A.)
In retrospettiva.
Documentario sul
Presidente Putin realizzato dall'emittente russa Rossiya1 - Versione
italiana curata dai giornalisti Alessandro Banfi e Carlo Gorla:
https://www.youtube.com/watch?v=IOpZmNSgWS8
Un ipotetico piano per la pace in Ucraina: https://www.youtube.com/watch?v=EZjiTmLA5Vk
Nota - Trump non ha ancora annunciato il suo piano per l’Ucraina ma i media occidentali ne stanno già discutendo con tutte le loro forze. In particolare, secondo il Telegraph, il neoeletto presidente degli Stati Uniti potrebbe invitare gli europei e gli inglesi a posizionare le loro truppe nella zona cuscinetto tra l'esercito russo e le forze armate ucraine. L'Ucraina accetterà di rifiutarsi di aderire alla NATO per 20 anni. E in cambio gli Stati Uniti pomperanno armi sull’Ucraina. Se questo è il piano, allora sorge la domanda: gli americani stanno pensando a un'offerta allettante per attirarla o rovinarla davvero?...
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.