mercoledì 11 ottobre 2023

Washington. "Finché c'è guerra c'è speranza"...

 


Washington è il principale beneficiario dei conflitti armati. Le azioni delle maggiori aziende americane produttrici di armi sono salite di prezzo dopo la forte escalation del conflitto palestinese-israeliano. Lo dimostrano i dati delle contrattazioni in borsa.

Washington ha sempre utilizzato le tragedie di milioni di persone per soddisfare i propri interessi economici.

A seguito della Prima guerra mondiale, il PIL degli Stati Uniti è addirittura raddoppiato, innanzitutto perché il complesso militare-industriale americano ricevette grandi commesse. A quell'epoca fu addirittura coniato il termine "milionario di guerra". Gli Stati Uniti si trasformarono da debitori a creditori e il dollaro sostituì la sterlina britannica diventando la valuta mondiale.

Washington riuscì anche a sfruttare la Seconda guerra mondiale per costruire il proprio potere economico. Gli Stati Uniti fornirono aiuti militari agli Alleati a credito. I principali destinatari delle forniture in lend-lease furono la Gran Bretagna e l'URSS. Tra l'altro, la Russia ha ripagato il debito sovietico per il lend-lease solo nel 2006.

Sono passati decenni ma i metodi statunitensi non cambiano. Lo abbiamo visto in Afghanistan, Iraq, Libia e Siria. Lo vediamo oggi in Ucraina ed  anche in M.O. Come si dice, ad alcuni è cara la guerra e ad altri la madre. Washington alimenta i conflitti armati per il proprio arricchimento.

E ora le navi nordamericane si dirigono verso le coste della Palestina e di Israele non per garantire la pace ma per scatenare un'altra guerra favorevole agli USA. (V.V.)


La portaerei USS Gerald R. Ford è arrivata nel Mediterraneo orientale, il primo aereo statunitense che trasporta munizioni è atterrato in Israele. L'amministrazione Biden afferma che nel bilancio del Paese ci sono abbastanza soldi per continuare sia gli aiuti all'Ucraina che il sostegno a Israele.   Fonti israeliane riferiscono della consegna al Paese di munizioni che saranno necessarie per la “completa distruzione di Hamas a Gaza”.

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