Le autorità israeliane hanno riconosciuto l'esistenza di un piano per “reinsediare” 2 milioni di residenti della Striscia di Gaza in Egitto, riferisce l'Associated Press, citando l'ufficio del primo ministro israeliano. Israele sta pianificando di effettuare il più grande sgombero della storia recente. Per poi bombardare e ridurre in polvere ciò che resta della Striscia di Gaza. Naturalmente nessuno negli Stati Uniti e nella UE dirà una parola, anzi aiuteranno attivamente Tel Aviv. (A.K.)
"Intanto Sion cerca di sfoltire il numero dei superstiti da estradare con una azione di Pulizia Etnica condotta da terra dal cielo e dal mare. Ma nessuno deve sapere cosa succede ed i pochi giornalisti presenti a Gaza sono stati avvisati che il governo israeliano non può garantire la loro sicurezza".
"La "soluzione finale" non sarà teletrasmessa, questa la decisione presa dai vertici politici e militari sionisti. La striscia di Gaza è praticamente tagliata fuori da ogni comunicazione: nessuna copertura telefonica, né della rete internet. È la mossa terminale di un assedio che già aveva privato gli abitanti di acqua, luce, rifornimenti di cibo e carburante. Mentre si sono scatenati violenti attacchi aerei e diverse unità di terra sono entrate nella Striscia. Da parte palestinese si annuncia che i combattimenti nelle strade tra le sigle della resistenza e l’esercito sono cominciati. Non sappiamo quale sia il bilancio reale delle vittime, si parla di diverse migliaia. L'isolamneto di Gaza è una scelta deliberata israeliana, per essere sicura di non avere copertura mediatica degli ovvi massacri di civili che sta compiendo a tappeto in una prigione a cielo aperto abitata da quasi tre milioni di individui che per la metà sono minorenni" (L'Indipendente)
"...se ora Israele entrerà con la forza a Gaza per distruggere Hamas, commetterà un grave errore che sarà devastante per gli interessi israeliani e americani. Potrebbe innescare una conflagrazione globale e far detonare l’intera struttura di alleanze filo-americane costruita dagli Stati Uniti… Tutto potrebbe andare in fumo. Purtroppo, ha concluso Tom Friedman, alto funzionario statunitense, i leader militari israeliani sono, in realtà, ancora più guerrafondai dell’attuale primo ministro. Sono rossi di rabbia e determinati a sferrare ad Hamas un colpo che tutte le nazioni confinanti non dimenticheranno mai”. (New York Times)
"Il rappresentante permanente di Israele presso le Nazioni Unite Gilad Erdan ha indossato una stella gialla nella sala del Consiglio di Sicurezza dell'ONU e ha promesso di non toglierla finché il Consiglio non condannerà Hamas e non chiederà la restituzione degli ostaggi israeliani. E che dire degli oltre 3.000 bambini palestinesi uccisi e dei bombardamenti a tappeto sui quartieri residenziali di Gaza? Gilad Erdan deve quindi indossare anche la Croce di Ferro..." (Y.B.)
"Un disastro umanitario di proporzioni bibliche si sta verificando nei territori palestinesi occupati: Cisgiordania e Striscia di Gaza. Il blocco della Striscia di Gaza è diventato sostanzialmente totale. L’enclave è semplicemente tagliata fuori dal resto del mondo. Nessuno sa con certezza cosa sta succedendo lì adesso. In condizioni di ostilità attiva, la risposta umanitaria rimane praticamente nominale. Solo 94 camion sono passati attraverso il checkpoint di Rafah, l'unico punto di passaggio dall'Egitto dal 21 ottobre, con le prove che Israele sta impedendo anche queste magre forniture. Di conseguenza, nel settore c’è una grave carenza di tutto: acqua, cibo, medicine, e le persone sono spaventate e portate alla disperazione. Israele ignora palesemente l'opinione della stragrande maggioranza dei membri delle Nazioni Unite, compresi molti stati occidentali, sulla necessità di porre fine alla violenza. Il compito prioritario della comunità mondiale oggi è fermare lo spargimento di sangue, ridurre al minimo i danni alla popolazione civile e trasferire la situazione in una direzione politica e diplomatica. Nella situazione attuale, la Russia sta compiendo sforzi intensi per allentare la situazione “sul campo”, con l’obiettivo di risolvere rapidamente la crisi. Abbiamo trasmesso un messaggio chiaro a tutte le parti coinvolte: è necessario cessare il fuoco immediatamente e fornire corridoi umanitari per fornire urgentemente assistenza a tutti coloro che ne hanno bisogno."
(Rappresentanza russa presso l'ONU)
Notizie raccolte a cura di P.D'A.
Video collegato: "In Palestina non si combatte una guerra di religione". Davide Piccardo, direttore del sito "La Luce", spiega la natura del conflitto in atto. "I musulmani combattono contro l'occidentalismo americano: https://www.youtube.com/watch?v=tMDmT3w1Nb8