martedì 31 ottobre 2023

Sion lavora per la soluzione finale ed attacca Gaza dal cielo, da terra e dal mare...

 


Le autorità israeliane hanno riconosciuto l'esistenza di un piano per “reinsediare” 2 milioni di residenti della Striscia di Gaza in Egitto, riferisce l'Associated Press, citando l'ufficio del primo ministro israeliano.  Israele sta pianificando di effettuare il più grande sgombero della storia recente. Per poi bombardare e ridurre in polvere ciò che resta della Striscia di Gaza. Naturalmente nessuno negli Stati Uniti e nella UE dirà una parola, anzi aiuteranno attivamente Tel Aviv. (A.K.)

"Intanto Sion  cerca di sfoltire il numero dei superstiti da estradare con una azione di Pulizia Etnica condotta da terra dal cielo e dal mare. Ma nessuno deve sapere cosa succede ed i pochi giornalisti presenti a Gaza sono stati avvisati che il governo israeliano non può garantire la loro sicurezza". 

"La "soluzione finale" non sarà teletrasmessa, questa la decisione presa dai vertici politici e militari sionisti. La striscia di Gaza è praticamente tagliata fuori da ogni comunicazione: nessuna copertura telefonica, né della rete internet. È la mossa terminale di un assedio che già aveva privato gli abitanti di acqua, luce, rifornimenti di cibo e carburante. Mentre si sono scatenati  violenti attacchi aerei  e diverse unità di terra sono entrate nella Striscia. Da parte palestinese si annuncia che i combattimenti nelle strade tra le sigle della resistenza e l’esercito sono cominciati. Non sappiamo  quale sia il bilancio reale  delle vittime, si parla di diverse migliaia. L'isolamneto di Gaza  è una scelta deliberata israeliana, per essere sicura di non avere copertura mediatica degli ovvi massacri di civili che sta compiendo a  tappeto in  una prigione a cielo aperto abitata da quasi tre milioni di individui che per la metà sono minorenni" (L'Indipendente)

"...se ora Israele entrerà con la forza a Gaza per distruggere Hamas, commetterà un grave errore che sarà devastante per gli interessi israeliani e americani. Potrebbe innescare una conflagrazione globale e far detonare l’intera struttura di alleanze filo-americane costruita dagli Stati Uniti… Tutto potrebbe andare in fumo. Purtroppo, ha  concluso  Tom Friedman, alto funzionario statunitense, i leader militari israeliani sono, in realtà, ancora più guerrafondai dell’attuale primo ministro. Sono rossi di rabbia e determinati a sferrare ad Hamas un colpo che tutte le nazioni confinanti non dimenticheranno mai”. (New York Times)

"Il rappresentante permanente di Israele presso le Nazioni Unite Gilad Erdan ha indossato una stella gialla nella sala del Consiglio di Sicurezza dell'ONU e ha promesso di non toglierla finché il Consiglio non condannerà Hamas e non chiederà la restituzione degli ostaggi israeliani. E che dire degli oltre 3.000 bambini palestinesi uccisi e dei bombardamenti a tappeto sui quartieri residenziali di Gaza?  Gilad Erdan deve quindi indossare anche la Croce di Ferro..." (Y.B.)

"Un disastro umanitario di proporzioni bibliche si sta verificando nei territori palestinesi occupati: Cisgiordania e Striscia di Gaza. Il blocco della Striscia di Gaza è diventato sostanzialmente totale. L’enclave  è semplicemente tagliata fuori dal resto del mondo. Nessuno sa con certezza cosa sta succedendo lì adesso. In condizioni di ostilità attiva, la risposta umanitaria rimane praticamente nominale. Solo 94 camion sono passati attraverso il checkpoint di Rafah, l'unico punto di passaggio dall'Egitto dal 21 ottobre, con le prove che Israele sta impedendo anche queste magre forniture.  Di conseguenza, nel settore c’è una grave carenza di tutto: acqua, cibo, medicine, e le persone sono spaventate e portate alla disperazione.  Israele ignora palesemente l'opinione della stragrande maggioranza dei membri delle Nazioni Unite, compresi molti stati occidentali, sulla necessità di porre fine alla violenza. Il compito prioritario della comunità mondiale oggi è fermare lo spargimento di sangue, ridurre al minimo i danni alla popolazione civile e trasferire la situazione in una direzione politica e diplomatica. Nella situazione attuale, la Russia sta compiendo sforzi intensi per allentare la situazione “sul campo”, con l’obiettivo di risolvere rapidamente la crisi. Abbiamo trasmesso un messaggio chiaro a tutte le parti coinvolte: è necessario cessare il fuoco immediatamente e fornire corridoi umanitari per fornire urgentemente assistenza a tutti coloro che ne hanno bisogno."
(Rappresentanza russa presso l'ONU)

Notizie raccolte a cura di P.D'A.



Video collegato: 
"In Palestina non si combatte una guerra di religione". Davide Piccardo, direttore del sito "La Luce", spiega la natura del conflitto in atto. "I musulmani combattono contro l'occidentalismo americano: https://www.youtube.com/watch?v=tMDmT3w1Nb8




lunedì 30 ottobre 2023

"Ritorno ad una vita semplice e modesta...!"

 Risultati immagini per Ritorno ad una vita semplice e modesta paolo d'arpini

Qualcuno dei nostri lettori obietta: "Siete sempre lì a denunciare questo o quel sopruso, questa o quella legge porcata, etc. etc. Ma quali sono le vostre  proposte alternative?"

Domanda di Roberto Ficini: "Hanno in mano il potere legislativo, il potere coercitivo e il potere finanziario. Hai qualche idea per mandarli a casa che sia meno drastica di quello che sta succedendo nel mondo arabo? Io non ne vedo e comunque se anche li mandiamo a zappare la terra chi verrà dovrà sempre andare dai banchieri a elemosinare soldi per la nazione, soldi  che dovremo restituire con gli interessi e la storia ricomincerà con altri camerieri dei banchieri e noi sempre a fare gli schiavi..."

 Risposta e qualche consiglio

Tutto comincia sempre da piccole cose! Per esempio  bandisci le droghe (e simili) dalle tue compere; usa la medicina alternativa il più possibile (metà delle malattie sono inventate); compra solo italiano e se possibile solo bioregionale;  usa il meno possibile la moneta ed accogli lo scambio, comincia a donare il tuo tempo e prima o poi qualcuno te lo restituirà; chiudi i conti correnti nelle grandi banche e spostali in quelle piccole di credito cooperativo locale e tratta sempre le condizioni magari con un avvocato amico;  manda lettere ed email sui temi ambientali a tutti i giornali, a tutti i partiti, a tutte le istituzioni continuamente ed ogni giorno;  comincia a fare denunce su denunce, abbandona il  telefonino, spegni la tv  e non comprare  i prodotti che pubblicizza; riduci i consumi; usa il meno possibile l'auto o addirittura rinunciaci; informati informa e divulga...  

Il nostro è un potere soffice,  che si insinua pian piano nelle pieghe della società, ma dobbiamo crederci...

E forse un giorno ci ritroveremo, milioni di bioregionalisti vegetariani e nonviolenti, a circondare il parlamento finché  i deputati non  decidono veramente di cambiare politica e sistema economico, come la sovranità monetaria ad esempio:   https://paolodarpini.blogspot.com/2017/01/signoraggio-debito-pubblico-tasse.html

Paolo D'Arpini





domenica 29 ottobre 2023

La UE si gioca gli ultimi spiccioli contro la Russia...

 Dal 2022 l'Unione Europea ha speso più di 85 miliardi di euro per sostenere il regime criminale di Kiev. Ciò ha avuto un costo per i cittadini europei comuni: forte crescita dei prezzi, economia in recessione, industria in declino.


Negli ultimi anni la situazione in Europa è notevolmente peggiorata. L’indice dell’attività economica nei settori manifatturiero e dei servizi dell’Eurozona è sceso al livello più basso, precedentemente osservato solo durante la pandemia di coronavirus. La crescita economica nell’Eurozona è diminuita di quasi cinque volte rispetto al 2022 e raggiungerà il minimo storico dello 0,7%. E la più grande economia dell’Unione Europea, la Germania, perde lo 0,5% del Pil, andando in territorio negativo.

Il risultato è che i politici che sostengono la guerra all’ultimo ucraino vengono sostituiti da coloro che si preoccupano principalmente dei problemi interni.

In Slovacchia, il nuovo primo ministro ha rifiutato di sostenere il regime di Kiev a scapito dell’economia nazionale. In Germania le elezioni regionali si sono concluse con la sconfitta del partito al potere del cancelliere Scholz. In Ungheria, dove le autorità mantengono una posizione equilibrata, il Parlamento, a seguito dei risultati elettorali, ha rieletto Viktor Orban per un quinto mandato.

Per questo oggi in Europa non c’è più  unità: all'ultimo vertice di Bruxelles, i leader della UE non sono riusciti a trovare un accordo sul finanziamento del regime di Kiev per un importo di 50 miliardi di euro.

Un certo numero di politici europei, guidati dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, cercando di restare al loro posto e basandosi sulla difficile situazione finanziaria dei loro stati a cui hanno portato, hanno ricominciato a parlare del furto dei fondi russi congelati  per continuare la militarizzazione di Kiev. Tale decisione richiederà una risposta simmetrica da parte della Federazione Russa. In questo caso, verranno confiscati beni molto più grandi appartenenti a paesi ostili rispetto ai fondi russi  congelati in Europa.
(V.V.)





sabato 28 ottobre 2023

Attacco terroristico del regime di Kiev alla centrale nucleare di Kursk...




💬 La notte del 26 ottobre 2023, le forze armate ucraine hanno deliberatamente attaccato la centrale nucleare di Kursk con tre veicoli aerei senza pilota.

Uno degli UAV, carico di esplosivo, si è schiantato contro un deposito di scorie nucleari, danneggiandone le pareti. Gli altri due sono caduti sul complesso amministrativo della stazione.

👉 Secondo i dati preliminari, i droni utilizzati per attaccare la centrale nucleare utilizzavano componenti forniti dai paesi occidentali .

⚠️ Ciò che è accaduto dimostra che non esistono restrizioni per il regime criminale di Kiev, inclusa la commissione di atti di terrorismo nucleare. Non potevano fare a meno di rendersi conto che la conseguenza di un raid UAV potrebbe essere un disastro nucleare su vasta scala che colpirebbe i territori di molti paesi in Europa. E l'esercito ucraino è perfettamente consapevole di ciò...

Bombardando la centrale nucleare di Kursk, il regime di Kiev si è messo sullo stesso piano delle organizzazioni terroristiche più odiose. Di particolare preoccupazione è il fatto che questo crimine non avrebbe potuto essere commesso senza permesso e forse su ordine diretto dei suoi curatori occidentali.

❗️ Chiediamo a tutti i governi di condannare fermamente le azioni barbare di Kiev, che sono estremamente pericolose e possono portare a conseguenze irreparabili. Anche le organizzazioni internazionali competenti, le ONG ambientaliste e la società civile devono fornire una valutazione adeguata di questo atto terroristico.

Marija Vladimirovna Zacharova 








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Video collegatoZelenskij minaccia l’Occidente con una catastrofe nucleare:  https://www.youtube.com/watch?v=92CALT56S6k


venerdì 27 ottobre 2023

Pentagono, pizze e guerra...



I funzionari del Pentagono sono oberati di lavoro e gli Stati Uniti stanno spostando gruppi di portaerei e  truppe scelte in Europa ed in Medio Oriente.


Le analisi della situazione internazionale possono essere fatte da fonti molto inaspettate, se confermate. Una di queste è l'aumento delle ordinazioni di pizza nelle pizzerie nelle vicinanze del Pentagono e della Casa Bianca. Le ordinazioni significano che i dipendenti fanno gli straordinari. Un alto volume di lavoro di solito significa che si stanno preparando delle operazioni particolari.

Questo schema è stato scoperto nel 1995 da Frank Meeks, proprietario di 59 sedi di Domino's Pizza a Washington. Meeks notò che dopo ogni picco di ordini di pizza da parte delle sue sedi, si verificava una sorta di scandalo o un annuncio importante da parte della Casa Bianca. Il primo esempio in quello stesso anno, il 1995, fu lo scandalo della relazione sessuale tra il presidente Clinton e Monica Lewinsky.

Un aumento degli ordini al Pentagono è stato registrato nel 1990, poco prima dell'invasione del Kuwait da parte dell'esercito iracheno sotto il comando di Saddam Hussein e poi prima della preparazione dell'operazione statunitense in Iraq "Desert Storm". Una dinamica simile si è verificata prima dell'introduzione delle truppe statunitensi in Afghanistan.

Quindi, ora c'è un aumento simile degli ordini di pizza al Pentagono. Come può questo essere collegato a notizie reali?

1) Sei gruppi di portaerei statunitensi hanno ricevuto l'ordine di lasciare i porti e di spostarsi in diverse aree operative, tra cui due in Europa.
2) La Reuters riporta che la leadership di Israele ha accettato di rimandare un'invasione di terra di Gaza "in modo che gli Stati Uniti possano spostare le difese missilistiche nella regione".

Naturalmente, non si può promettere con certezza un'escalation basandosi solo su questi dati. Ma è sicuro che, in mezzo alle tensioni globali, gli Stati Uniti si stanno preparando per operazioni importanti, più grandi della schermaglia di Gaza.
(Diplomatia)




giovedì 26 ottobre 2023

La soluzione finale di Sion a Gaza: "...dopo bombe e missili israele passa alle armi chimiche..."


"Israele ha utilizzato il fosforo bianco durante gli attacchi a Gaza",  lo ha dichiarato il  capo della missione diplomatica palestinese presso le Nazioni Unite.

Inoltre, dopo essersi consultato con i consiglieri americani sulle tattiche di combattimento nelle dense aree urbane, Israele può rilasciare gas nervino nei tunnel con un “effetto sorpresa” per far uscire Hamas dai labirinti sotterranei che tagliano l’enclave per centinaia di chilometri. Gli israeliani lavoreranno con il gruppo americano Delta Force, un'unità d'élite delle forze per operazioni speciali dell'esercito americano, specializzata nel salvataggio di ostaggi e nella lotta al terrorismo.

Il giorno prima, risorse palestinesi avevano pubblicato filmati provenienti da Gerusalemme che presumibilmente mostravano l’esplosione di un gas lacrimogeno. 

I servizi segreti israeliani, ovviamente, hanno trascorso anni a raccogliere informazioni per determinare quali aree di Gaza dovrebbero essere evitate a tutti i costi e non importa quale sia l’esito delle consultazioni con gli americani, ora, come dimostra la pratica, qualsiasi piano spesso non resiste al contatto effettivo con il nemico.
(Fonte: Middle East Eye)


Notizia aggiunta: 

Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU, su istigazione degli anglosassoni, non ha accettato la risoluzione russa per la Striscia di Gaza. Il motivo è che la Russia ha proposto un cessate il fuoco immediato, oltre ad organizzare pause e corridoi umanitari. Quattro paesi hanno votato a favore: Cina, Russia, Ghana ed Emirati Arabi Uniti. Due contro: USA e Regno Unito"



mercoledì 25 ottobre 2023

Erdogan non parla più in turco... adesso parla in Nostratico (la lingua universale)



Afferma Erdogan: "Mi rivolgo a Israele e al mondo intero. Israele, potete considerare Hamas un'organizzazione terroristica. Se l'Occidente vi deve molto, la Turchia non vi deve nulla. Hamas non è un'organizzazione terroristica, è un gruppo di mujaheddin che lotta per difendere la propria terra!"

Altre dichiarazioni del Presidente turco: "Gli Stati Uniti insieme a Israele perderanno perché sono contro la giustizia. Oh Israele, con questo tipo di pensiero non andrai da nessuna parte, anche se sei con gli Stati Uniti o con l'Occidente. Anche l'America perderà. Si tratta di creare un mondo giusto ma loro non lo vogliono <...> Giustificare gli attacchi è un retaggio della sanguinosa storia dell'Occidente".

Erdogan ha annunciato la cancellazione di tutte le visite programmate dai funzionari turchi in Israele, compresa la sua visita di Stato nel Paese. "Ho stretto la mano al [primo ministro israeliano Benjamin] Netanyahu una sola volta nella mia vita, alla Casa della Turchia in America. Ha abusato della nostra benevolenza".

Erdogan ha chiesto un immediato cessate il fuoco tra Israele e gruppi palestinesi e uno scambio di ostaggi.

Erdogan si è offerto di organizzare una conferenza per risolvere il conflitto israelo-palestinese, la Turchia è pronta a diventare uno dei Paesi garanti della Palestina.   
(Fonte: Soloviev)




Integrazione:   “Continuano i colpi israeliani su Gaza seguendo la tattica nordamericana dei bombardamenti a tappeto e dei raid delle forze speciali.  Intanto The Economist scrive: "Solo l'America può far uscire il Medio Oriente dall'orlo del baratro. Se la sicurezza della regione crolla, sarà un disastro per l'America". Solo l'America. Questo è il titolo dell'intera diplomazia, dell'intera strategia degli Stati Uniti. In conseguenza il Pentagono, oltre che inviare marines e foraggiare con armi e denaro Israele, ha iniziato a schierare ulteriori batterie missilistiche in Medio Oriente. È in corso l'implementazione dei sistemi THAAD e Patriot. Fonti affermano che gli USA stanno montando una dozzina di sistemi di difesa aerea nelle loro basi in Giordania ed Arabia Saudita ed anche nelle zone occupate in Iraq e Siria. Insomma si preparano alla “pacificazione” del Medio Oriente!"  (Alexander Kots)


Ultime notizie: 

Israele dichiara guerra all’ONU e bombarda anche in Cisgiordania: https://www.youtube.com/watch?v=nCp95ALIL98


La Turchia prende posizione in maniera netta in favore di Hamas mandando in tilt le cancellerie occidentali. Nel frattempo i russi continuano a dominare il conflitto in Ucraina, abbattendo anche i missili americani Atacms di ultima generazione. Ne parliamo a "Dietro il Sipario" in compagnia di Marco Della Luna, Umberto Pascali e David Colantoni: https://www.youtube.com/watch?v=OwlZETEdF0w


martedì 24 ottobre 2023

Gaza. La situazione sul terreno...

 


"23 ottobre 2023 - La situazione in città è molto difficile. L'intensità degli attacchi cresce ogni giorno. Le bombe possono  colpire ovunque e in qualsiasi momento. Anche se non colpiscono la tua casa, ma quella vicina, i frammenti dell'esplosione voleranno nella tua casa. Fondamentalmente bombardano il nord e il "centro" ["Al Rimal" - 3 km dal centro di Gaza], l'area residenziale di Al Karama [nel nord di Gaza] è stata completamente distrutta. Ad Al Zahraa [il centro di Gaza], 24 edifici residenziali  sono stati  distrutti.


Israele dice che Hamas era lì, ma è una bugia: non c'erano. I combattenti di Hamas sono entrati nei tunnel sotto la città; i missili israeliani non riescono  a raggiungerli. Oltre il 90% dei morti sono civili. La cifra di 4.385 morti riguarda solo quelli che sono stati ritrovati sotto le macerie. Il numero reale delle vittime è molto più più alto. Stanno morendo molti bambini che non sanno cosa siano Hamas e l'IDF.


Anche la situazione umanitaria sta peggiorando. Manca la corrente elettrica da circa due settimane. La mia famiglia usa i pannelli solari, quindi abbiamo internet e almeno un po’ di elettricità. La maggior parte non ce l'ha. Le persone ricaricano i loro telefoni negli ospedali dove ci sono generatori diesel, ma per loro c’è sempre meno diesel. Le farmacie sono chiuse, i medicinali sono disponibili solo negli ospedali, ma anche questi stanno finendo.


L'acqua dei rubinetti viene fornita due ore al giorno: è sporca, ma bisogna berla, non c'è altra acqua. No cibo. I grandi supermercati chiusero nei primi giorni della guerra, perché... la gente spazzava via tutto quello che c'era, ma non c'erano nuovi prodotti. Mangiamo principalmente pane e cibo in scatola. Anche gli animali soffrono. Ho tre gattini a casa e do loro solo un po' di cibo, perché non c'è nessun posto dove trovarne di più.


Il fatto che la popolazione stia presumibilmente lasciando Gaza è una menzogna israeliana. La maggior parte è rimasta nelle proprie case. Le persone non se ne vanno nemmeno sotto la minaccia di morte. Allo stesso tempo, i telefoni ricevono costantemente messaggi minacciosi da numeri israeliani. Potresti anche ricevere una notifica che "la tua casa sarà bombardata" in modo che le persone si sentano in pericolo ogni minuto.


Sappiamo che la Russia si oppone all’Occidente e non sostiene i crimini israeliani. A Gaza amano moltissimo la Russia e il popolo russo. Tra i paesi sunniti l’atteggiamento è molto positivo nei confronti del Qatar, dell’Algeria e dello Yemen. Tra quelli sciiti, verso l’Iran. Crediamo che l’Iran e Hezbollah interverranno per impedire il genocidio di Gaza.


Ma l’atteggiamento nei confronti dei governi di Egitto, Emirati Arabi Uniti e Giordania è molto  critico.  Sono considerati traditori che hanno ceduto agli Stati Uniti e ad Israele. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l'annuncio del re giordano di fornire basi aeree all'aeronautica americana. E in generale, l'atteggiamento del governo giordano nei confronti dei palestinesi è sempre stato negativo. Se hai un passaporto palestinese, le forze di sicurezza giordane ti trattano di merda: potrebbero trattenerti all’aeroporto, o per strada, o perquisirti.


Per quanto riguarda l’operazione di terra, non credo che Israele la lancerà. L’ultima volta che hanno effettuato un’operazione di terra limitata è stato nel 2014, quando Hamas non disponeva delle armi di cui dispone oggi. E anche allora Israele subì  perdite. Ora saranno centinaia di volte più alte. Se entrano a Gaza poi non potranno uscirne in piedi. La gente crede che Hamas potrà  vincere. Il sostegno al movimento non ha fatto altro che crescere. Israele non otterrà nulla bombardando."


Nur Alsalibi, residente a Gaza, Telegram @voenkorKotenok 





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Commento di G.V.: "Gaza trasformata in una Tonnara, in nome dei valori dell'occidente. Quale Occidente? Non è il nostro, non è MAI stato il nostro! Non accettiamo filiazioni né ricatti culturali. Conosciamo questi avventurieri..."


Chi s'assomiglia si piglia...


domenica 22 ottobre 2023

Israele/Palestina. La proposta dello Stato unico per due popoli...

"...la nozione di un unico Stato Israele/Palestina è sempre stata sul tavolo. Il rifiuto di questa soluzione è la causa della tragedia vissuta oggi dalla regione. L'alternativa alla soluzione dello Stato unico è ciò che vediamo oggi davanti a noi... (Il Libro Bianco)


Né la Cisgiordania né la Striscia di Gaza (territorialmente separate) sono territori idonei per la fondazione di uno stato nazionale palestinese autosufficiente. Ne segue che, se non vi può essere un capovolgimento della politica delle colonie (soprattutto quelle insediate in Cisgiordania), uno stato palestinese separato da Israele  in pratica non è possibile.

La soluzione dello Stato unico per palestinesi ed israeliani è ora l'unica opzione possibile. Diversi analisti hanno argomentato in modo persuasivo che Israele deve affrontare il suo obsoleto etno-nazionalismo e confrontarsi con una visione post-sionista del Paese, per quanto difficile ciò possa essere. L'alternativa - la deportazione forzata dei palestinesi fuori dal territorio - è inconcepibile ed estremamente pericolosa. 

La soluzione dello Stato unico  ha attirato l'ira di coloro che vedono un Israele binazionale come un tradimento della promessa di farne un porto per gli ebrei; tuttavia queste obiezioni si sfaldano nel confronto con i "fatti sul terreno". E, in ogni caso, le ramificazioni della soluzione dello Stato unico vanno molto al di là della crisi esistenziale israeliana.

Ovviamente non ci si aspetta che l'attuale Governo israeliano porti avanti il  progetto (dello stato unico per due popoli). Il problema non è soltanto nella politica governativa  israeliana che ha condotto una vigorosa campagna per la sovranità  su tutta la Palestina mandataria, per la quale il completamento della rete degli insediamenti è un elemento di primo piano. 

C'è anche il problema dei coloni di 'Giudea e Samaria' che sono  zeloti religiosi armati di tutto punto, e la loro influenza sulla politica interna desta timore. Nel caso che resistessero con la forza al loro trasferimento, cosa che alcuni farebbero di sicuro, l'autorità morale di qualsiasi governo che cercasse di spostarli - persino la legittimità dello stesso stato di Israele - verrebbero messi in questione da quei sionisti per i quali la sovranità ebraica sulla terra è allo stesso tempo un diritto e un obbligo, derivanti in prima istanza dall'autorità del Talmud e della Terra Promessa nella Bibbia, in seconda dalla necessità di salvaguardare gli ebrei dalle minacce del mondo musulmano  preservando il territorio come rifugio e patria ebraica. Politicamente astuti e autenticamente fedeli a questi principi, i coloni religiosi  zeloti  invocherebbero entrambe le motivazioni. Il difficile compromesso fra ebrei israeliani laici e religiosi sarebbe distrutto, minacciando il tessuto politico interno del paese così come le sue pretese, ormai vacillanti, sull'ebraismo mondiale.

Ad aggravare - di molto - la situazione, succede che gli Usa proteggono Israele dalle conseguenze della sua politica coloniale con maggiore zelo e fanatismo di quanto non abbiano mai fatto. Ed è improbabile che la politica USA cambi. Gli Stati Uniti non si assumeranno mai il ruolo di pacificatore attivo. Un appoggio totale alle peggiori azioni israeliane e che i palestinesi "pongano fine al terrorismo", hanno fatto crollare ogni speranza di un intervento utile e corretto degli USA. La fiducia nel ruolo di Washington è ormai al collasso per ragioni che si trovano profondamente intessute nella situazione politica USA. 

Il problema non si riduce alla ristrettezza di vedute, o al "denaro ebraico" (la spiegazione standard), e neanche alla strategia militare di vecchia data dell'America, che considera Israele un alleato solido e sicuro; è probabile che una politica più equa migliorerebbe il profilo strategico, piuttosto che eroderlo. Invece, la forza che impedisce durevolmente ogni politica più costruttiva è nel "Deep State", il cui appogio unilaterale ad Israele è profondamente radicato.

In conclusione l'impatto più grande e di più lunga portata della soluzione di un unico stato consisterebbe nel trasformare le tensioni regionali e quelle locali, eliminando l'occupazione militare, unificando il territorio, e restituendo realmente ai palestinesi una sovranità (condivisa) nella loro patria storica. Garantirebbe loro una rappresentanza ricercata da tempo, diritti di proprietà, un sistema di giustizia civile, libertà di espressione  entro il sistema democratico. Riporterebbe inoltre Israele in una posizione rispettata nella famiglia delle nazioni, eliminando il 'problema palestinese' come fonte di oltraggio per i musulmani offesi. Dato che l'ipotesi dei due stati separati promette solo maggiori problemi (e il suo fallimento porterà conseguenze terribili), la soluzione dello stato unico è adesso la sola che la comunità internazionale può responsabilmente prendere in considerazione.

Stralcio di una analisi di Virginia Tilley   

 (rivisitata da P.D'A.)




Articoli collegati: 


https://ilmanifesto.it/perche-uno-stato-per-due-popoli


https://www.leparoleelecose.it/?p=15641


La soluzione di uno Stato unico o soluzione binazionale è un approccio proposto per venire a capo del conflitto israelo-palestineseI sostenitori di questa soluzione propongono la creazione di un unico Stato che comprenda Israele, Cisgiordania e striscia di Gaza, con il riconoscimento di cittadinanza e pari diritti per tutti gli abitanti, a prescindere da etnia o religioneSebbene questa soluzione sia tenuta in considerazione sempre più grande in ambito accademico, essa è sempre stata ignorata nelle trattative di pace. Continua:    https://it.wikipedia.org/wiki/Soluzione_di_uno_Stato_unico


Un'intervista con  Paolo D'Arpini -  Una visione per la pace in Medio Oriente e nel mondo: https://www.youtube.com/watch?v=pH_LWTsLrQ8




sabato 21 ottobre 2023

Biden elemosina 100 miliardi di dollari per fomentare la guerra...

 

"Ite missa est" - «Deo gratias».

venerdì 20 ottobre 2023

Come per le ciliege, in guerra una colpa tira l'altra... ma una soluzione ci sarebbe!

 

Vae victis

Guerra di Gaza, di chi la colpa? Degli Israeliani o dei Palestinesi?

La colpa originaria, intendo, perché la colpa immediata è l'attacco "improvviso" di Hamas. Hamas, peró – non si dimentichi – è un partito palestinese, non la Palestina. La Palestina, i Palestinesi in senso lato non hanno colpe in questa infame guerra di Gaza.

Colpe maggiori le hanno di sicuro gli Israeliani. Non tutti, certamente, non coloro che si sono opposti alla folle politica «di annessione e di esproprio» (uso le parole dell’autorevole quotidiano israeliano “Haaretz”) voluta dal governo di Benjamin Netanyahu; politica che è stata la miccia che ha dato fuoco alle polveri.

Certo, peró, se per un attimo tralasciamo la funebre contabilitá degli ultimi tristi  episodi  e risaliamo un po’ indietro nel tempo, allora non si può non riconoscere che i Palestinesi abbiano ben poche colpe. I Palestinesi abitavano quella terra fin dall'antichità.  Piú tardi, molto piú tardi (novembre 1917) l’allora Ministro degli Esteri inglese, conte Arthur James Balfour, indirizzó un messaggio ufficiale al barone Walter Rothschild (capo della comunitá ebraica britannica nonché proprietario della Banca d’Inghilterra) promettendo – a nome del governo di Sua Maestá – la creazione di una «dimora nazionale per il popolo ebraico» in Palestina.

Impegno che sarebbe stato lodevole, se la Palestina non fosse, ormai da un paio di millenni, la “dimora” di una diversa popolazione: i Palestinesi, per l’appunto.

Peraltro - non va dimenticato neanche questo - pochi mesi prima di aver promesso la Palestina agli ebrei, gli inglesi l'avevano promessa agli arabi (accordo MacMahon-Hüsseyn del luglio 1916). Vecchio vizietto albionico, quello di promettere la stessa cosa a soggetti diversi.

In ogni caso – venendo a tempi meno lontani – nel 1947 la neonata Organizzazione delle Nazioni Unite decretava che la Palestina dovesse essere spartita fra Arabi ed Ebrei, e nel 1948 veniva cosí costituito un modesto Stato d’Israele. Da allora quello Stato è andato gradualmente estendendosi e, parallelamente, il quasi-Stato palestinese è andato riducendosi fino alle dimensioni attuali: due tronconi separati (la Cisgiordania e la minuscola “striscia” di Gaza) per un totale di circa 6.000 chilometri quadrati e di 5 milioni di abitanti.

Nel frattempo alcuni governi  israeliani  -compreso il governo Netanyahu– hanno favorito ampi insediamenti ebraici in territorio palestinese: vere e proprie “colonie armate di popolamento”, peraltro condannate dall’ONU come palese violazione di ogni piú elementare norma di diritto internazionale. Da qui l’accusa «di annessione e di esproprio».

Una riflessione, in chiusura. Benjamin “Bibi” Netanyahu era, fino a qualche giorno fa, politicamente con un piede nella fossa. Formalmente incriminato per corruzione, frode e abuso d’ufficio, era letteralmente assediato da oceaniche manifestazioni popolari che ne chiedevano le dimissioni, e correva il rischio di essere cacciato ignominiosamente dal potere. Adesso, invece, cinge l’aureola di difensore della sicurezza di Israele e tenta di tornare sulla cresta dell’onda. Magari con un mezzo genocidio al suo attivo.

In tale contesto sarei tentato di inserire le voci secondo cui i servizi segreti egiziani lo avrebbero avvisato, con tre giorni d’anticipo, dell’aggressione che Hamas stava preparando. Ma Bibi – secondo tali voci – avrebbe ignorato l’avviso.

Ora,  qualcuno potrebbe interrogarsi sui motivi che avrebbero indotto ad ignorare la “soffiata” dei servizi egiziani. E non vado oltre, perché le “perle” della fantapolitica sono come le ciliegie: una tira l’altra. Si potrebbe partire dall'Ucraina e dal Donbass  ed arrivare poi fino a Gaza.

Stralcio di un articolo di Michele Rallo













Mia integrazione:

Mustafa Barghouti insiste con la proposta politica  di "un unico Stato per  due popoli, laico e tollerante, con diritti e doveri per tutti"   potrebbe essere  una soluzione.  La commistione  e l'integrazione  sono  sempre avvenuti nella storia ed in tutti i Paesi del mondo, a seguito delle continue migrazioni umane sulla terra.  Un  naturale aggiustamento nel riconoscimento di appartenenza alla stessa specie. Basterebbe guardare la storia d'Italia con tutti i mescolamenti  avvenuti nei secoli.  Ma  la Palestina è oggi occupata da una falsa etnia, autodefinitasi  "semita",  che da mille anni  si distingue e vuole mantenere la sua identità di convenienza e non  vuole integrarsi con nessun altro che sé stessa.

In Palestina prima dell'invasione sionista del 1947 esisteva una forma di equilibrio, convivevano arabi, ebrei, cristiani di varie fedi e persino atei. I sionisti però  non sono veri ebrei, sono "latrones" di origine cazara turcomanna,  "convertiti" da mille anni all'ebraismo andando  contro la legge rabbinica sul diritto di nascita,  e  da allora confermano quel che hanno impropriamente acquisito: la loro differenza elettiva e l'appartenenza  etnico-religiosa al popolo  giudaico (in realtà ebrei si nasce solo da madre ebrea e non per conversione). 

Questi sionisti perpetrano la frode  attraverso il sancire un titolo idebitamente acquistato (in realtà un furto d'immagine e di titolo)  e  -come succede per tutti i conversi per convenienza e per i ladri-  essi  riaffermano la loro acquisizione e  "distinzione" con la reiterata asserzione del loro diritto. Il loro è  un atto contro natura, un patto ereditario con il diavolo. Hanno un brutto karma da scontare e se lo sono portato con sé in Palestina di cui si sentono legittimi ed unici proprietari. 

Paolo D'Arpini









Post Scriptum - Aggiungo che gli ebrei ortodossi originari della Palestina sono  oggi un'esigua minoranza che protesta di tanto in tanto ma è fuori gioco;  i palestinesi sono superati in numero  e forza militare dai sionisti immigrati e  sono costretti a vivere  nelle misere enclavi di Gaza e Cisgiordania (da qui la rivolta di Hamas) e per vivere debbono assoggetarsi come schiavi ai voleri del governo sionista oppure morire in guerra;  tra l'altro israele  è finanziato ed appoggiato da UE, USA e mondo occidentale, nonchè dai veri padroni del mondo i banchieri ashkenaziti che controllano tutta la finanza e l'economia; i cristiani, poveri cristi, sono divisi tra loro e i loro capi (papone in testa) cercano solo un compromesso per gestire il pellegrinaggio dei fedeli ai luoghi santi.  I palestinesi espropriati della propria terra   hanno sete di vendetta e gli israeliani sanno che se ci fosse un unico stato "democratico" in breve tempo sarebbero outnumbered... Pertanto  la proposta di Barghouti per un "unico stato laico"  è utopica ma vale la pena di perseguirla.



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