Da anni, la martellante propaganda berlusconiana, forte di un impero mediatico privato e del grande potere di condizionamento del settore pubblico, ci ha detto sino alla noia che i guai dell'Italia sono tutti dovuti ad una sparuta pattuglia di magistrati militanti di sinistra o di estrema sinistra che perseguono "la via giudiziaria per la conquista del potere" e "l'eliminazione per via giudiziaria dell'avversario".
Che anche nella Magistratura, come in tutte le realtà della società, ci siano tendenze e correnti ideologiche è sicuramente vero, ma non si può accusare di faziosità la Magistratura ogni volta che pizzica con le mani nella marmellata esponenti politici, specie della lobby berlusconiana (e ultimamente sono un po' tanti!!!) e gridare ai quattro venti che è solo opera di magistrati militanti di sinistra.
Anche perché più volte in passato sono comparsi alla ribalta magistrati che non erano sicuramente di sinistra o che, come dimostrato dalle vicende Previti, erano comunque molto "sensibili" alle istanze e alle richieste della lobby liberista-berlusconiana.
Ma le vicende che stanno uscendo in questi giorni danno però un quadro molto diverso, dicono che non c'è solo una Magistratura "cattiva, invidiosa, faziosa, rossa", ma vengono alla ribalta magistrati anche ad altissimo livello che partecipano a cene riservate in luoghi "non consoni" per le inchieste in corso, che brigano in tutti i principali consessi dell'Ordine Giudiziario, che tessono trame sottili di complicità e condizionamento, il tutto finalizzato, come stanno evidenziando gli inquirenti, a favorire, agevolare, aiutare, coprire in tutti i modi la lobby berlusconiana.
Non solo, ma nell'inchiesta in corso sulla P3 (la nuova loggia P2), sta emergendo che persino il capo degli 007 del Ministro Alfano, il mitico capo degli ispettori giudiziari inviati a tempo di record ogni volta che una Procura avviava un'inchiesta politica "scomoda", sembra faccia proprio parte anche lui di questa ipotetica P3 e questo fa sorgere il dubbio che quelle ispezioni, più che a controllare la legittimità delle inchieste, fossero finalizzate a "vedere le carte" e "parare le conseguenze".
A questo punto, com'è avvenuto più volte nei riguardi dei cosiddetti magistrati militanti di sinistra, non ci resta che aspettare di vedere i principali programmi di approfondimento politico dedicare delle serate al dibattito su questo relativamente nuovo aspetto delle logge e dei magistrati militanti "berlusconiani".
Se questo non dovesse accadere, si confermerà l'inquietante sensazione che stiamo scivolando su una china sempre più pericolosa…
Adriano Rebecchi
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