Le parole hanno spesso un significato letterale originario e dei significati successivamente formatisi. Molte sono le parole che oggi vengono usate non nel loro preciso senso ma per ciò che esse hanno in seguito rappresentato lungo le fasi della storia. Guaio è che, attribuendo alle parole significati che non sono propriamente i loro ma quelli che gli sono stati affibbiati, si finisce per non capir più nulla di quello che succede. Pensiamo agli utensili che abbiamo in casa. Cominciando col chiamare coltello un cucchiaio e forchetta un tovagliolo difficilmente il pranzo si svolgerà regolarmente.
"Repubblica" è una di queste parole afflitte da più significati. Diversi sono quelli che le vengono attribuiti ma uno è esattamente il suo: cosa pubblica, bene comune, proprietà collettiva. Usando il termine per quello che rappresenta realmente gli eventi politici avvenuti e quelli in atto iniziano a comprendersi ad un livello non possibile altrimenti. Proprio usando la parola Repubblica per quello che vuol dire letteralmente si capisce la tragica confusione, costruita da dotti e politici non possiamo ancora dire con quale grado di consapevolezza, che ha costantemente contribuito ad annichilire la nostra democrazia.
Fin dai primi anni del suo nuovo corso, dopo la fine della seconda guerra mondiale, il nostro Paese ha vissuto una costante deriva totalitaria. Un'ala del Parlamento, con il pretesto di garantire ai cittadini la sicurezza dai criminali, ha da sempre limitato le libertà individuali e sottoposto le persone a continui quanto ingiustificati controlli. L'altra ala del Parlamento, con il pretesto della difesa dell'ambiente, ha da sempre indebolito le proprietà private, sia semi-espropriando terreni per parchi e riserve sia entrando in casa di ognuno di noi, sempre per inutili controlli ma stavolta a caldaie ed impianti.
Con entrambe le sue facce ben spavalde, tanto la destra quanto la sinistra, il totalitarismo ha sempre oltraggiato il nostro Paese ed il suo popolo. Non è affatto un problema relativo ad un settore politico e tantomeno alle ultime legislature, bensì è endemico al nostro sistema e caratterizza l'intera nostra storia moderna. Come vedremo nell'intervento linkato in fondo e già ora, in men che non si dica, anticipandone un sunto per chi ha fretta, è dovuto, oltre al permanere dell'autoritaria compagine degli statali, assolutamente indebita in una democrazia, anche ad un problema d'ordine prettamente filosofico/linguistico di cui soffre fin dal suo primo vagito la nostra Costituzione.
L'Art. 1 della Costituzione asserisce che l'Italia è una Repubblica democratica. Illuminati dal significato letterale della parola "repubblica", possiamo ora comprendere che questo equivale a dire che l'Italia, ad onta dell'aggettivo democratico, è un Paese sottomesso ad un regime totalitario. Significa asserire che tutto quanto è annoverabile col nome di Italia: popolo, territorio, ordinamenti, beni economici e finanziari, tutto, sono una proprietà collettiva, un bene comune, una cosa pubblica. A nulla servono le successive affermazioni riportate nella Costituzione in merito all'inviolabilità della libertà personale e del domicilio nonché sulla legittimità della proprietà privata. L'Art. 1 vince su tutto e fa sì che l'Italia sia considerata dai politici un tutt'uno pubblico su cui essi hanno un potere semi assoluto.
Ebbene: divenga chiaro e sia infine riportato per iscritto che l'Italia NON è semplicemente una Repubblica bensì gode tanto di una Res Publica quanto di una Res Privata. L'Italia è un insieme costituito giuridicamente con pari legittimità da Repubblica e Reprivata. Solo affermando a chiare e grandi lettere ciò, il Governo della nostra Repubblica potrà capire che della Res Publica, cioè di tutto quanto di stretta pertinenza e proprietà della Collettività, esso ha quasi esclusivamente da occuparsi. Mentre lo sconfinamento del suo sguardo e della sua mano nella Res Privata può essere tollerato solo in straordinarie eccezioni conseguenti a situazioni di una gravità ed unicità tali da non potersi fare altrimenti né da risultare di peso ad alcuno.
Se desideriamo che la presente Italia Totalitaria si trasformi immediatamente in una Italia Democratica e Libera due sono le priorità:
1) rimuovere la truppa degli statali dalla Funzione Pubblica, facendovi invece partecipare a turno cittadini competenti. E' solo per l'irregolare presenza degli statali, figuri autoritari per antonomasia, che i Governi si permettono d'essere autoritari anch'essi. Circondati da cittadini attenti e coinvolti perché direttamente interessati, i Governi divengono invece immediatamente autorevoli: i peggiori politici manco si fanno più vedere mentre le migliori guide possono tornare a farsi avanti.
2) superare la monoideistica concezione di una Italia tutta Repubblica ed asserire invece la sua duplice essenza di Res Publica e Res Privata. Così come pari diritto spetta all'uomo ed alla donna, così come entrambi necessari sono il giorno e la notte, il Sole e la Luna, così come esiste con pari dignità l'alto ed il basso, il piccolo ed il grande, tanto la Res Publica quanto la Res Privata hanno da essere rispettate ed esplicitamente dichiarate nella Costituzione.
Solo facendo chiarezza tra pubblico e privato, solo individuando i giusti rapporti che devono intercorrere tra essi, s'interromperà quella continua commistione tra il peggio dell'uno ed il peggio dell'altro e potremo finalmente trovare quell'ordine armonioso ed equilibrato che ogni vita fa rifiorire. Gradite dunque continuare la lettura con:
Il Governo della Repubblica
http://www.hyperlinker.com/ars/governo.htm
I migliori saluti,
Danilo D'Antonio
Laboratorio artigiano di idee Eudemonia
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