Profumo di donna? Non più, con l'età che avanza, Donald Trump segue oggi la traccia profumata del petrolio e di altre sostanze minerarie. Il presidente dal naso lungo ha fiuto per gli affari. Le scuse per l'arrapamento possono essere diverse, le più utilizzate di sempre sono: esportazione della democrazia e punizione dei riottosi ovunque si nascondono, che siano in Iran, in Iraq, Libia, Siria, ecc. Il boccone più prelibato sarebbe la Russia, un forziere enorme, solo che è ben protetto e pure cazzuto. Contro la Russia non bastano le migliaia di basi militari sparse su tutto il pianeta e qualche portaerei ammaccata.
Allora i "segugi" yankee debbono trovare prede più facili da raggirare, ad esempio cercandoli nel loro "giardino di casa", ovvero nel Nuovo Continente. Sia a Nord, dove c'è la grande e disabitata Groenlandia, che a Sud, dove c'è la disordinata America Latina. E, toh, lì per cominciare c'è quella bella vacca grassa abbandonata, chiamata Venezuela! Un Paese che possiede le maggiori riserve di petrolio al mondo, con circa 303 miliardi di barili di petrolio accertati, gestiti "malamente" dalla compagnia statale venezuelana PDVSA. Oltre al petrolio, il Venezuela possiede anche grandi giacimenti di gas naturale, i più grandi del Sudamerica.
Nessuna meraviglia quindi che gli USA si diano da fare per recuperare questo ben di Dio abbandonato e come fare se non "aiutando" il popolo a liberarsi dal governo socialista di Maduro sostituendolo con un bel governo libertario dell'eroina Corina Machado? Una santa liberista, insignita persino del premio Nobel per la "Pace", nonché amica di Trump?
Ah! Qualche malalingua contesta il premio concesso a Machado affermando che "è un'ulteriore conferma del fatto che il premio Nobel non viene assegnato per il contributo alla pace, ma per la promozione degli interessi dell'Occidente (leggasi di Daddy)".
Malvagi, tipo Putin e Xi, osano dire che gli Stati Uniti si preparano a una lotta per il dominio mondiale. Usando la strategia di "accaparramento" delle risorse. Non solo in Venezuela, ma persino in Africa (dove c'è un bel po' di roba da sgraffignare). Ad esempio in Nigeria...
In questo caso subentra la "difesa" dei buoni cristiani nigeriani oppressi dai cattivi devoti di Allah. Noi sappiamo che Trump è un buon credente (ha pure piazzato un Papa americano, Leone, al Vaticano) ed ha minacciato (bonariamente s'intende) che "se non cesserà la persecuzione contro i confratelli neri, le trippe (pardon) volevo dire le truppe USA potrebbero intervenire". Trump, come nel caso dei drogati venezuelani, ha incaricato il Pentagono di tenersi pronto a questa nuova crociata.
A proposito cosa c'è in Nigeria? La Nigeria è il più grande produttore di petrolio in Africa ed in aggiunta ci sono pietre preziose e metalli rari.
Interrompo qui questa analisi perché altrimenti qualche benpensante potrebbe pensare che sono un antiliberale ed anticristiano!
Paolo D'Arpini
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