
L'ultimatum più roboante di tutta la guerra alla fine non l'ha dato Mosca, bensì Washington: dare una settimana di tempo per decidere il futuro della propria nazione è in effetti qualcosa che ricorda ere hitleriane e staliniane (e fa capire chi sia, in fondo, il bullo globale in tutto questo).
Che dire, Donald Trump è uso alle uscite d'effetto: così come avrebbe risolto la guerra in 24 ore, adesso impone una soluzione in una settimana (!), sicché si capisce come possa non esser preso sul serio da tutti. D'altro canto ha mandato un'intera delegazione del Pentagono da Zelensky a fargli capire che è finita ed ora è stato fissato un incontro in Svizzera per la settimana che viene (perlomeno questi sono fatti reali).
E quindi ? Ora che succederà ?
Succede che questa sarà, forse, la settimana PIU' LUNGA di Volodymir Zelensky: della guerra, del suo mandato e della sua vita. Diciamola chiara, senza girarci attorno: la "Volpe di Kiev" se l'è cavata altre volte (messo all'angolo da Trump) e in fondo al cuore vorrebbe sfuggirgli anche stavolta........in queste ore, fino alla vigilia del meeting sarà chino sulle carte assieme a tutto il suo entourage in modo da trovare qualsiasi scappatoia, qualsiasi cavillo, qualsiasi stratagemma o schema per sottrarsi alla firma della pace trumpiana in 28 punti. Lo ha già fatto altre volte facendo in modo che poi la responsabilità passi dall'altra parte (colpa di Mosca, chiaramente) e tenterà per l'ultima volta di farlo anche stavolta.
Purtroppo per lui potrebbe veramente essere l'ultima: per quanto agile sia (ha imparato bene a non provocare direttamente il presidente USA, compiacerlo, per poi tirarsi indietro) questa volta il trucco non potrà funzionare, perché la situazione militare è oggettivamente sull'orlo del disastro e non si è potuto nascondere la cosa all'amministrazione USA.
Occorre comprendere che l'attuale capo di stato ucraino ha sulle spalle un MACIGNO, un'eredità che è già storica: la sua inflessibilità e incrollabile fiducia (illusoria) nel sostegno occidentale sono costate alla nazione 2 milioni di vite e un livello di distruzione materiale incalcolabile. Al di là di qualsiasi giudizio di valore occorre rendersi conto che l'individuo in questione è come intrappolato e da tempo, in un meccanismo molto più grande di lui, nel quale rischia di rimanere disintegrato (...).
Il problema è che non esiste giustificazione razionale per il danno causato dalle sue decisioni: una pace negoziata nell'aprile del 2022 avrebbe salvato milioni di vite e questo non è cancellabile. ORA......quanto si discuterà in Svizzera sarà un trattato MOLTO peggiore di quello del 2022 (e dopo aver perso qualcosa di indicibile in questi 3 anni e mezzo di conflitto armato): per Zelensky chinarsi sulle carte che gli daranno e firmarle, equivale ad ammettere che 2 milioni dei suoi militari sono morti per nulla. Invano.
Stando così le cose è possibile, nella peggiore delle ipotesi, che si ritrovi ad aver bisogno dell'aiuto dei servizi segreti euro-americani per salvaguardare la propria sicurezza e quella dei suoi familiari (i beni sono già all'estero).
Se invece opta per non firmare, e si tira fuori affrontando direttamente Trump, quello che lo aspetta è un salto nel buio ancor più imprevedibile: proseguimento ad oltranza del conflitto con perdita di quasi metà dell'intero paese (??).....ipotesi del resto implausibile nel senso che sarebbe talmente di danno agli interessi occidentali che a quel punto verrebbe rimosso di forza, esautorato con qualsiasi scusa, dal proprio incarico.
MORALE =
Se firma è un uomo finito. Se non firma è ugualmente finito.
Questo è di dominio pubblico.
Cosa tenterà di fare ? Semplice: in questi giorni tutto il suo ingegno sarà teso ancora una volta (la centesima) ad elaborare una strategia contrattuale finalizzata a RIFIUTARE il trattato, ma in modo sottile, facendo in modo che sembri sia l'altra parte (Mosca) ad aver mandato all'aria le trattative (mettendo in atto clausole eccessive con il supporto degli alleati europei quatti quatti nei paraggi...).
Ad analizzare ai raggi X... i 28 punti di Trump, unanimamente criticati per essere troppo pro Russia, sono in realtà un filo troppo buoni per Kiev: la situazione reale in campo detterebbe anche qualcosa di peggio, per non parlare del fatto che è in evoluzione e potrebbe peggiorare rapidamente nel giro di mesi.
La verità è i 28 punti, sebbene schifati da Kiev, sono all'opposto una mano tesa a Kiev, prima del disastro (che i leader europei, CIECHI non riconoscono): Mosca dal canto suo non può accettare una briciola di meno..........è già il massimo di clemenza che possono offrire. Pertanto la "Volpe" si industrierà proprio a far quello cioè ad apportare una miriade di variazione che portino il Cremlino a reagire e urlare NO (facendo la parte di coloro che non vogliono trattare).
Sì, farà questo, ma ormai consapevole che è una speranza al lumicino (perché in fondo Mosca può anche ritirarsi dalle trattative e continuare la guerra come fatto finora.....sarebbe nel proprio interesse conquistare ancora piuttosto che accettare un trattato ambiguo. Mentre Kiev un proseguimento non può permetterselo a prescindere, nemmeno con tutto l'occidente dietro, come fatto in questi 3 anni e passa).
Washington non si lascerà infinocchiare dal balletto, in pratica, ma è tutto quel che può fare, anche se a questo punto è una pantomima tra il patetico e il grottesco.
Insomma, la volpe ci prova, ma stavolta le chances di insuccesso sono ALTE (90% a giudicare dalla determinazione americana di mettere la parola fine), e se i trucchi non funzionano.....deve sedersi a quel tavolo e firmare (procrastinare non servirebbe perché del tutto vantaggioso ai russi in avanzata il che farebbe infuriare Washington). Il supporto morale dei "volenterosi" varrà quel che vale. Vorranno a tutti costi esserci per dimostrare la loro presenza, ed invece nel farlo faranno risaltare quanto poco contano: ecco potremmo dire che il meeting svizzero sarà la prova del nove , svelerà le carte - l'ennesima volta - su cosa è sempre davvero valsa la comunità europea (a nulla).
Questa è l'ultima corsa della volpe.
Sulla sua carriera calerà il sipario appena inizia a firmare le carte: perché da quelle carte sorgerà un punto interrogativo MUTO... che guarda all'immagine in basso (onore ai caduti ucraini, inghiottiti dal buio di una politica che non conoscono e che non li riguarda, per interessi non loro: l'intervento in fin dei conti è dedicato a LORO in ultima istanza più che non al loro stralunato capo di stato. Loro, il loro sacrificio, sarà reso vano tra pochi giorni in Svizzera con una firma che poteva essere apposta 43 mesi orsono. La beffa finale. Non posso dire altro.
Daniele Lanza
Video collegato:
Larry C. Johnson e Col. Larry Wilkerson: I segnali sono chiari, la guerra è alle porte:
https://www.youtube.com/watch?v=ItdpAtUSVSk