lunedì 5 ottobre 2009

Funzione Pubblica = Bene Comune - Teorema di Danilo D'Antonio

Siamo in tanti a lamentare un lungo processo di privatizzazione della scuola cosiddetta "pubblica". Siamo in tanti a soffrire per una deriva verso il settore economico privato di un numero crescente di attività che dovrebbero al contrario rimanere nel settore pubblico.

Come fare per invertire questa rotta suicida? Ebbene il modo esiste ed è pure semplice, tanto quanto lo è ammettere umilmente che siamo tutti vittima di una situazione di generale confusione che occorre inevitabilmente dissipare prima di poter concludere qualcosa di buono.

Dissipiamola, allora, questa confusione, dicendo che in verità tanto la scuola e l'università quanto ogni altro Ente od Ufficio Pubblico, a tutt'oggi NON sono MAI stati davvero pubblici!


E' la Storia a spiegarcelo: quando 63 anni fa in Italia la monarchia lasciò il posto alla Repubblica, si sarebbe dovuto automaticamente affermare una gestione collettiva dell'intera "Res Publica", sarebbe a dire di tutto ciò che con più moderna espressione oggi definiamo "Bene Comune". Non solo i ruoli di Governo ma anche quelli della Funzione Pubblica avrebbero dovuti essere periodicamente restituiti alla collettività, redistribuendoli tra coloro che desideravano ricoprirli ed avevano i necessari requisiti.

Grosso guaio è stato che, anche dopo l'avvento della Repubblica, la Funzione Pubblica ha mantenuto la sua originaria ottocentesca concezione monarchica. I suoi ruoli erano stati fino ad allora affidati a vita a determinate persone allo scopo di fidelizzarle ad un potere per definizione e statuto antidemocratico, per poter così facilmente dominare il resto della popolazione. E così purtroppo è continuato ad essere, anche dopo la scomparsa della monarchia e l'arrivo della Repubblica.

Infatti la stirpe e casta degli statali era l'unica ufficialmente autorizzata a, e con poteri tali da, far avanzare culturalmente la società: loro erano le scuole e le varie "prestigiose" Università. Ma il carattere rimasto baronale di tali Enti della Repubblica, del Bene Comune, della Proprietà Collettiva, ha sia impedito l'affermarsi della nuova concezione partecipativa, quindi democratica, della Funzione Pubblica, sia accuratamente mantenuto una totale confusione per quanto riguarda i rapporti tra Pubblico e Privato. E la popolazione, non solo italiana ma globale, è rimasta ed è tutt'oggi vittima di questa situazione.


Capite l'importanza della cosa?


Quanta brava gente in questo momento storico sta cercando di ristabilire, da sola, coi propri limitati mezzi, una gestione collettiva del Bene Comune? Ebbene coloro i quali sono impegnati in prima persona in tale titanico sforzo, se vogliono conseguire un reale buon risultato, dovrebbero contestualmente trattare di Repubblica, perché Bene Comune e Repubblica hanno esattamente lo stesso senso e significato. Anzi: senza una preliminare chiarificazione di cosa sia una Res Publica, di come precisamente essa debba prendere forma nei vari ambiti della società, ci possiamo scordare ogni risultato che sia DAVVERO positivo.


Senza liberare la Funzione Pubblica dall'assunzione a vita, anche de-privatizzando gestioni come quella dell'acqua, dell'energia, delle telecomunicazioni etc. tali beni non saranno mai davvero resi pubblici ma sempre lasciati in mano ad una stirpe e casta di STATALI. Senza liberare l'Italia ed il resto del mondo dalla concezione feudale della Funzione Pubblica le società umane vedranno rovinato ogni ben fatto. Perché è inutile inseguire un corretto assetto e comportamento nell'ambito privato dell'economia. Tale approccio decentrato non è e non val nulla rispetto ad un approccio teso a creare, finalmente e con ogni legittimità, un nucleo centrale di attività di interesse collettivo che sia di effettiva proprietà e gestione collettiva.


Gentili Presenti, un gran numero di baroni e baronesse da decenni scrivono articoli e libri ed organizzano in continuazione convegni e seminari allo scopo prioritario di mantenere il sovradescritto stato di confusione nella mente della popolazione. Ciò nel mentre che si spacciano e si danno arie da progressisti! Ebbene, rendiamoci conto che MAI da un articolo o libro, da un seminario o convegno tenuto da baroni e baronesse universitari potrà emergere la possente verità:


RES PUBLICA = BENE COMUNE

ergo:

FUNZIONE PUBBLICA = BENE COMUNE


Proprio da queste coincidenze di significato deriva che, se si vuole rendere davvero pubblica l'acqua, la scuola, l'Università, la RAI, la Giustizia, etc. etc. etc. occorre inevitabilmente redistribure periodicamente questi diritti/doveri, queste incombenze/risorse, questi lavori/redditi alla collettività. I ruoli del Bene Comune non possono essere lasciati in mano agli statali, perché appartengono e vanno redistribuiti alla Collettività.


Il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio, devono abbandonare le loro rispettive cariche dopo un certo numero di anni. Ritenete questo giusto oppure no? Volete che tali cariche siano possedute a vita da qualcuno o regolarmente redistribuite? Decidetelo voi. Ma se decideste che esse debbano continuare ad essere redistribuite, ebbene sappiate che la stessa democratica procedura che riassegna periodicamente le cariche di Governo deve essere adottata per i ruoli della Funzione Pubblica.

La Funzione Pubblica deve essere resa effettivamente pubblica, attuando una rotazione tra tutti coloro che volessero farne parte, che volessero PARTECIPARE, ed avessero, naturalmente, i requisiti necessari.

Ricordate:

1) democrazia vuol dire partecipazione;
2) l'assunzione a vita nella Funzione Pubblica impedisce la partecipazione;
3) vera democrazia ancora non si è potuta affermare.


Quando leggete un articolo, un saggio, un libro, quando assistete ad un seminario, ad un convegno, ad una trasmissione radio o tv, chiedetevi: la persona che scrive o sta parlando chi è? E' per caso un assunto a vita nei ruoli del BENE COMUNE? Nel caso lo fosse, tutto ciò che scrive o dice come potrebbe non risentire di questa sua particolare quanto indebita condizione? Che forse uno statale esperisce la vita come un qualsiasi cittadino? Cosa ne può sapere uno statale delle reali esigenze della società? Visto che gli statali non ne fanno parte ma sono una casta a parte.


Ecco perché il Movimento Progressista son decenni che s'è arenato! Perché è farcito di finti progressisti autentici statali! Ecco perché noi cittadini, noi semplici esseri umani, non riusciamo a fare un passo avanti! Perché non solo l'Italia ma il mondo intero soffrono ancora una condizione di democrazia limitatissima dovuta alla permanenza a vita delle sempre stesse persone negli importanti ed onnipresenti ruoli della Funzione Pubblica, del Bene Comune.

Innumerevoli esseri umani hanno in passato combattuto per l'affermarsi di società giuste e capaci di far prontamente fronte ai bisogni collettivi e di ognuno. Oggi tocca a noi. Oggi è la nostra di volta!

Pacificamente, legalmente, civilmente questo è esattamente quanto dobbiamo conquistare: http://equo-impiego-pubblico-a-rotazione.hyperlinker.org


Danilo D'Antonio

null'altro che un essere umano,
non affiliato a nessuna cricca,
associazione, casta, lobby, mafia
e tantomeno partito.

Siate anche voi uomini e donne libere da tutto ciò!
E' l'unico modo per capirci qualcosa e giungere alla meta.

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