E' una disquisizione letta sulla rivista che, come ho detto, ho casualmente trovato sul mio cammino l'altra mattina e che ho pensato di dedicare e raffrontare al tema dell'evento organizzato all'Arancera.
Arte ed artisti non sono termini riferiti solo alla mostra ma a chiunque ha partecipato ieri e si è adoperato perchè fosse una bella festa, e li ringrazio tutti, anche Luca che non era presente ma ci ha prestato generosamente il suo proiettore venendo a portarcelo con sua moglie e il loro bel bambino.
Dedico questo pensiero a tutti i partecipanti all'inaugurazione del 2 ottobre 2009, anche a chi non ha parlato.
"Natalia Aspesi su La Repubblica ha scritto che "Fare Mondi" (il titolo della biennale veneziana 2009) come quello di molte edizioni non vuole dire niente, ma non è vero gli risponde Giorgio Verzotto (ed io con lui paragonando questo nostro evento).
Per una volta anzi il titolo dà una indicazione di lettura non generica e rispecchia una verità.
L'opera d'arte è sempre il progetto di un mondo possibile, un universo di senso autonomo e provvisto di sue proprie regole.
Ogni artista (ogni buon artista) è il portatore di questo universo, e ne porta con se altri, solidali, che non afferiscono solo all'arte, ma anzi nutrono di tanti altri contributi interpretativi del reale (o dell'immaginario, o del simbolico ...) e così compongono una visione del mondo.
Per sottrarsi al mondo non c'è mezzo più sicuro dell'arte, e per legarsi ad esso non c'è mezzo più sicuro dell'arte". Anche nel momento della felicità massima e della massima pena abbiamo bisogno dell'artista.
(Goethe da "Le affinità elettive")
Laura Lucibello
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