lunedì 30 settembre 2019

Qualcosa che ho sentito dire sulla scomparsa di Ettore Majorana

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Recentemente ho letto con grande interesse il libello di Leonardo Sciascia "La scomparsa di Majorana" con introduzione di Lorenzo Mondo.  La narrazione di Sciascia  ha il sapore di una sceneggiatura drammatica,  pronta per il teatro. D'altronde è logico che sia così  data la professione stessa dell'autore e la sua  conoscenza emozionale dello spirito siculo, dovuta a conterraneità con lo scienziato scomparso. 

Solo Sciascia poteva sondare in profondità l'animo del Majorana, indovinarne gli impulsi,  le reticenze, i timori sulle  conseguenze  delle possibilità insite nella sua ricerca sulla fisica atomica e sull'uso che avrebbe potuto esserne fatto. Come in verità poi avvenne nel 1945 ad opera dei militari USA contro un Giappone sconfitto e punito per dare un esempio al mondo, soprattutto alla Russia ed alla Cina comuniste. 
Sciascia, ad un certo punto,  immagina per Majorana una fuga religiosa, un ritiro simbolico in un monastero compiacente, lasciando però aperte tutte le altre possibilità immaginate sia dalla polizia fascista, che dava per certo il suicidio,  che  dai familiari del fisico, increduli sino all'ultimo del suo presunto suicidio, nella lista delle possibili verità enumerate da Sciascia   ci sono quelle adombrate  da tanti  altri investigatori o profeti che nel dopo guerra cercarono di indovinare le ragioni della "fuga" di Majorana. La verità però resta nel  "silenzio", di questo  Sciascia ne è perfettamente consapevole, com'è anche nella  mentalità dell'isola a tre punte.   
Volendo comunque fare un po' di dietrologia sul caso di  Ettore Majorana  riporto alcune  notizie aggiunte, commenti ed illazioni che forse portano nuova luce sulla sparizione misteriosa dello scienziato...  
Paolo D’Arpini
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Lettera ricevuta:
Tempo addietro è uscito un articolo, il  6 giugno 2010,   su Il Giornale relativamente al caso dello scienziato italiano Ettore Majorana, fisico nucleare pari ad Enrico Fermi (se non superiore), misteriosamente scomparso nel 1938 durante un viaggio via mare da Palermo a Napoli.
L’autore dell’articolo, Giancarlo Meloni, rivela che un ricercatore italiano, Guido Abate, ha rintracciato presso gli archivi segreti inglesi il nominativo della persona che viaggiava nella stessa cabina di Majorana.
Trattasi di un ebreo russo, di cognome Zedick, naturalizzato inglese con il nome di Charles Price. che nell’articolo viene considerato un agente segreto  sionista avente la missione di far emigrare Majorana negli Usa per costruire la bomba atomica.
Scrive  l’articolista succitato:
“…dopo il rifiuto di Majorana a lasciare l’Italia per l’America, con il suo No si firma la condanna a morte, una personalità del suo calibro giudicata filo-fascista con un’eventuale denuncia (del trasferimento, coatto o volontario, degli scienziati di fisica nucleare in America) potesse far fallire l’intera operazione “fuga dall’Europa” dell’elite della fisica, un’impresa pianificata a livello internazionale…”
E l’articolo succitato così si conclude:
“..molti anni dopo, nel 1986, un ufficiale israeliano, David Neelan, si fa intervistare dal “Times” e avanza la tesi di un Majorana rifugiato in Australia, ancora vivo. Ma Neelan è un capitano del Mossad. Il depistaggio continua?”
Nazzareno Mollicone –  nmollic@tiscali.it
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Commento di Giorgio Vitali:
NOTIZIA DI STRAORDINARIA IMPORTANZA.  Già da qualche anno io e Guglielmo Lolli Ghetti avevamo ipotizzato questa soluzione sulla fine di Majorana.
Lo stesso mistero grava sul destino e sulla scomparsa di  Diesel,  il quale inventando il motore diesel, aveva inferto un durissimo colpo ai petrolieri riducendo enormemente i loro guadagni. Infatti, potendo utilizzare anche il residuo (la nafta) che prima veniva eliminato, si riduceva il guadagno per ogni unità di petrolio venduta.
Tornando a Majorana, e ricordando che si è trattato di uno dei più grandi geni della Storia, la sua “teoria simmetrica dell’elettrone e del positrone del 1937 è stata paragonata alle unificazioni teoriche di Newton, Maxwell, Einstein, fermo restando che quest’ultimo aveva copiato l’italiano Olinto De Pretto, che morì assassinato proprio nell’anno, 1921, in cui fu assegnato il Nobel ad Einstein. Su quest’ultimo va aggiunto che sono in possesso di un libro in cui si documenta come il personaggio fosse “pompato” sui Media, già prima della teoria della relatività. Evidentemente si tratta di “operazioni” calcolate a tavolino, avendo a disposizione strumenti mediatici adeguati. Ancora oggi, e malgrado le notizie relative a De Pretto si vadano allargando, il personaggio coi capelli arruffati ed i baffoni è mediaticamente utilizzato come icona della scienza.
Leonardo Sciascia, maestro di esplorazioni sulle “strategie occulte”, non si è lasciato sfuggire l’occasione e ci ha scritto un libro, gettando qua e là fasci di luce ma senza entrare direttamente  nell’argomento, che secondo me conosceva benissimo.
……..
Considerazione finale: 
La ricerca storiografica corrente ha due opposte presunzioni:
1. La eterogenità e distillazione dei vari poteri, unita al grande sviluppo della diffusione di notizie, consente praticamente di conoscere quasi tutto delle vicende umane (la storia), perché quasi tutto è riportato, magari in modo distorto, o vuoi per interessi di varia natura, nei giornali, nelle riviste e nei libri che vengono pubblicati. Basta saperlo interpretare.
2. viceversa, una opposta, interpretazione, afferma che quanto viene pubblicato o comunque viene alla luce,  non solo non è pienamente veritiero, non solo ignora fatti e avvenimenti che si sono svoli dietro le quinte, ma oltretutto, viste che sopra questi poteri e interessi eterogenei, vi è un Potere superiore, quale un “grande fratello”, quanto è stato pubblicato, per il solo fatto di essere stato pubblicato, non può essere vero.
A mio parere la verità sta nel mezzo, basta avere quel minimo di cognizioni e conoscenze storiche per poter utilizzare anche quanto ci viene propinato e quindi arrivare alla conoscenza di certi fatti storici. 

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