lunedì 30 settembre 2019

Qualcosa che ho sentito dire sulla scomparsa di Ettore Majorana

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Recentemente ho letto con grande interesse il libello di Leonardo Sciascia "La scomparsa di Majorana" con introduzione di Lorenzo Mondo.  La narrazione di Sciascia  ha il sapore di una sceneggiatura drammatica,  pronta per il teatro. D'altronde è logico che sia così  data la professione stessa dell'autore e la sua  conoscenza emozionale dello spirito siculo, dovuta a conterraneità con lo scienziato scomparso. 

Solo Sciascia poteva sondare in profondità l'animo del Majorana, indovinarne gli impulsi,  le reticenze, i timori sulle  conseguenze  delle possibilità insite nella sua ricerca sulla fisica atomica e sull'uso che avrebbe potuto esserne fatto. Come in verità poi avvenne nel 1945 ad opera dei militari USA contro un Giappone sconfitto e punito per dare un esempio al mondo, soprattutto alla Russia ed alla Cina comuniste. 
Sciascia, ad un certo punto,  immagina per Majorana una fuga religiosa, un ritiro simbolico in un monastero compiacente, lasciando però aperte tutte le altre possibilità immaginate sia dalla polizia fascista, che dava per certo il suicidio,  che  dai familiari del fisico, increduli sino all'ultimo del suo presunto suicidio, nella lista delle possibili verità enumerate da Sciascia   ci sono quelle adombrate  da tanti  altri investigatori o profeti che nel dopo guerra cercarono di indovinare le ragioni della "fuga" di Majorana. La verità però resta nel  "silenzio", di questo  Sciascia ne è perfettamente consapevole, com'è anche nella  mentalità dell'isola a tre punte.   
Volendo comunque fare un po' di dietrologia sul caso di  Ettore Majorana  riporto alcune  notizie aggiunte, commenti ed illazioni che forse portano nuova luce sulla sparizione misteriosa dello scienziato...  
Paolo D’Arpini
…………
Lettera ricevuta:
Tempo addietro è uscito un articolo, il  6 giugno 2010,   su Il Giornale relativamente al caso dello scienziato italiano Ettore Majorana, fisico nucleare pari ad Enrico Fermi (se non superiore), misteriosamente scomparso nel 1938 durante un viaggio via mare da Palermo a Napoli.
L’autore dell’articolo, Giancarlo Meloni, rivela che un ricercatore italiano, Guido Abate, ha rintracciato presso gli archivi segreti inglesi il nominativo della persona che viaggiava nella stessa cabina di Majorana.
Trattasi di un ebreo russo, di cognome Zedick, naturalizzato inglese con il nome di Charles Price. che nell’articolo viene considerato un agente segreto  sionista avente la missione di far emigrare Majorana negli Usa per costruire la bomba atomica.
Scrive  l’articolista succitato:
“…dopo il rifiuto di Majorana a lasciare l’Italia per l’America, con il suo No si firma la condanna a morte, una personalità del suo calibro giudicata filo-fascista con un’eventuale denuncia (del trasferimento, coatto o volontario, degli scienziati di fisica nucleare in America) potesse far fallire l’intera operazione “fuga dall’Europa” dell’elite della fisica, un’impresa pianificata a livello internazionale…”
E l’articolo succitato così si conclude:
“..molti anni dopo, nel 1986, un ufficiale israeliano, David Neelan, si fa intervistare dal “Times” e avanza la tesi di un Majorana rifugiato in Australia, ancora vivo. Ma Neelan è un capitano del Mossad. Il depistaggio continua?”
Nazzareno Mollicone –  nmollic@tiscali.it
………….
Commento di Giorgio Vitali:
NOTIZIA DI STRAORDINARIA IMPORTANZA.  Già da qualche anno io e Guglielmo Lolli Ghetti avevamo ipotizzato questa soluzione sulla fine di Majorana.
Lo stesso mistero grava sul destino e sulla scomparsa di  Diesel,  il quale inventando il motore diesel, aveva inferto un durissimo colpo ai petrolieri riducendo enormemente i loro guadagni. Infatti, potendo utilizzare anche il residuo (la nafta) che prima veniva eliminato, si riduceva il guadagno per ogni unità di petrolio venduta.
Tornando a Majorana, e ricordando che si è trattato di uno dei più grandi geni della Storia, la sua “teoria simmetrica dell’elettrone e del positrone del 1937 è stata paragonata alle unificazioni teoriche di Newton, Maxwell, Einstein, fermo restando che quest’ultimo aveva copiato l’italiano Olinto De Pretto, che morì assassinato proprio nell’anno, 1921, in cui fu assegnato il Nobel ad Einstein. Su quest’ultimo va aggiunto che sono in possesso di un libro in cui si documenta come il personaggio fosse “pompato” sui Media, già prima della teoria della relatività. Evidentemente si tratta di “operazioni” calcolate a tavolino, avendo a disposizione strumenti mediatici adeguati. Ancora oggi, e malgrado le notizie relative a De Pretto si vadano allargando, il personaggio coi capelli arruffati ed i baffoni è mediaticamente utilizzato come icona della scienza.
Leonardo Sciascia, maestro di esplorazioni sulle “strategie occulte”, non si è lasciato sfuggire l’occasione e ci ha scritto un libro, gettando qua e là fasci di luce ma senza entrare direttamente  nell’argomento, che secondo me conosceva benissimo.
……..
Considerazione finale: 
La ricerca storiografica corrente ha due opposte presunzioni:
1. La eterogenità e distillazione dei vari poteri, unita al grande sviluppo della diffusione di notizie, consente praticamente di conoscere quasi tutto delle vicende umane (la storia), perché quasi tutto è riportato, magari in modo distorto, o vuoi per interessi di varia natura, nei giornali, nelle riviste e nei libri che vengono pubblicati. Basta saperlo interpretare.
2. viceversa, una opposta, interpretazione, afferma che quanto viene pubblicato o comunque viene alla luce,  non solo non è pienamente veritiero, non solo ignora fatti e avvenimenti che si sono svoli dietro le quinte, ma oltretutto, viste che sopra questi poteri e interessi eterogenei, vi è un Potere superiore, quale un “grande fratello”, quanto è stato pubblicato, per il solo fatto di essere stato pubblicato, non può essere vero.
A mio parere la verità sta nel mezzo, basta avere quel minimo di cognizioni e conoscenze storiche per poter utilizzare anche quanto ci viene propinato e quindi arrivare alla conoscenza di certi fatti storici. 

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domenica 29 settembre 2019

Regione Lazio - Cultura paesana autunnale (e non solo)...


Calcata nel 1960
Un progetto pensato per 47 piccoli comuni, comunità al di sotto di 5000 abitanti, un patrimonio storico culturale per la Regione e memoria storica delle nostre tradizioni. Per loro nasce il progetto PICCOLI COMUNI INCONTRANO LA CULTURA della Regione Lazio realizzato da ATCL in collaborazione con LazioCrea, per il quale si sono sviluppate tante importanti collaborazioni: Teatro di Roma, Conservatorio di Santa Cecilia, Roma Lazio Film Commission, Progetti Speciali-ABC della Regione Lazio, ma soprattutto tutte le amministrazioni locali.
 
Per poco più di 2 mesi, dal 28 settembre al 30 novembre, l’intero territorio sarà attraversato da concerti, spettacoli, attività per bambini, danza, incontri per un totale di 25 compagnie, 110 tra attori e tecnici, 20 tra studiosi e scrittori: un caleidoscopico calendario di eventi che disegnerà un itinerario “fantastico” di riscoperta del piccolo/grande territorio.
 
L’apertura è affidata ad uno dei più grandi compositori e musicisti italiani: Nicola Piovani con LA MUSICA È PERICOLOSA. LEZIONE – CONCERTO, il 28 settembre ore 21 alla Chiesa di San Paolo Apostolo a CASTEL SAN PIETRO ROMANO (RM).

PROGRAMMA  DI OTTOBRE


MAENZA
5 ottobre - h. 21.00
Castello Baronale di Maenza, Piazza del Duomo
Iaia Forte legge La Storia di Elsa Morante

CONTIGLIANO
6 ottobre - h. 18.00
Sala Parrocchiale
Sorush La danza del Sufi
compagnia Mish Mash Quarttet Yasmin Sannino

CERRETO LAZIALE
11 ottobre - h. 10.30    
Teatro Comunale          
Il giardino del gigante 
Gruppo Panta rei
spettacolo per bambini

NORMA
12 ottobre - h. 21.00
Biblioteca “Avv. A. Tomassini”, Discesa EX Barone 2
Galla Placidia
di e con Isabel Russinova

CALCATA
12 ottobre - h. 21.00
Teatro
Requiem for Pinocchio
compagnia Le vie del Fool

GRADOLI
12 ottobre - h. 18.00
Teatro Comunale Alessandro Farnese
Il giardino del gigante
Gruppo Panta rei
spettacolo per bambini

SAN DONATO VAL DI COMINO
12 ottobre - h. 21.00
Teatro
Va l’aspro odor dei vini l’anime a rallegrar
con Edoardo Siravo e Gabriella Casali

ROCCA GIOVINE
13 ottobre - h. 18.00
Chiesa di San Nicola di Bari
La chitarra tra sogno e gioia
concerto a cura del Conservatorio di Santa Cecilia


POGGIO MOIANO
18 ottobre - h. 21.00
Teatro comunale di Poggio Moiano, via Vicolo Primo 02037
Oggi è già domani
di Willy Russel, regia Pietro Garinei
con Paola Quattrini

POLI
18 ottobre - h. 21.00
Chiesa di San Pietro Apostolo
La chitarra tra sogno e gioia
concerto a cura del Conservatorio di Santa Cecilia

SANT'ORESTE  
19 ottobre - h. 21.00
Teatro Comunale di Sant'Oreste
Oggi è già domani         
di Willy Russel, regia Pietro Garinei
con Paola Quattrini

VALLERANO
19 ottobre - h. 19.00
Sala Otello Benedetti, piazza dell’Oratorio
Requiem for Pinocchio
compagnia Le vie del Fool

COLONNA
20 ottobre - h. 21.00
Teatro Chiesa Vecchia
Love’s Kamikaze
di Mario Moretti, regia di Claudio Boccaccini
con Marco Rossetti, Giulia Fiume

VICOVARO
20 ottobre - h. 18.00    
Chiesa del Convento di San Cosimato  
La chitarra tra sogno e gioia
concerto a cura del Conservatorio di Santa Cecilia

GIULIANO DI ROMA
25 ottobre - h. 21.00
Chiesa S. Maria Maggiore
C.T. (Crossin Times) Ensamble
concerto a cura del Conservatorio di Santa Cecilia

CELLENO
26 ottobre - h. 21.00
Chiesa del convento di Celleno vecchio
Variazioni Linguistiche
concerto di Marco Lo Russo fisarmonica – Min Ji Kang soprano

CARBOGNANO
27 ottobre - h. 18.00
Spazio culturale Ex Chiesa di S.Maria, piazza S. Maria
Radio Maigret
compagnia Settimo cielo

ORIOLO ROMANO
27 ottobre - h. 18.00
Chiesa di S. Giorgio Martire
Variazioni linguistiche
concerto di Marco Lo Russo fisarmonica –Min Ji Kang soprano

CASTROCIELO
27 ottobre - h. 18.00
Chiesa di S. Lucia
La chitarra tra sogno e gioia
concerto a cura del Conservatorio di Santa Cecilia


Ingresso gratuito


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giovedì 26 settembre 2019

Il pastore e il deputato


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Un pastore stava pascolando il suo gregge di pecore, in un pascolo decisamente lontano e isolato, quando all'improvviso vede avvicinarsi una macchina nuova fiammante che avanza lasciandosi dietro una nuvola di polvere.


Il guidatore, un giovane, rallenta, si sporge dal finestrino dell'auto e dice al pastore: "Se ti dico esattamente quante pecore hai nel tuo gregge, me ne regali una?" Il pastore guarda l'uomo, evidentemente uno yuppie, poi si volta verso il suo gregge e risponde con calma:
"Certo, perché no?"


A questo punto lo yuppie posteggia l'auto, tira fuori il suo computer portatile e lo collega al suo cellulare. Si collega a internet, naviga in una pagina della NASA che scansiona l'area e ne fa una foto in risoluzione ultradefinita. Apre quindi un programma di foto digitale ed esporta l'immagine a un laboratorio di Amburgo in Germania che, dopo pochi secondi,gli spedisce una e-mail sul suo palmare confermando che l'immagine è stata elaborata ed i dati sono stati completamente memorizzati.


Dopo pochi minuti riceve una risposta e alla fine stampa una relazione completa di 150 pagine e rivolgendosi al pastore esclama: "Tu possiedi esattamente 1586 pecore".


"Esatto. Bene, immagino che puoi prenderti la tua pecora a questo punto" dice il pastore e guarda il giovane scegliere un animale che si appresta poi a mettere nel baule dell'auto.


Il pastore quindi aggiunge: "Ehi, se indovino che mestiere fai, mi restituisci la pecora?". Lo yuppie ci pensa su un attimo e dice: "Okay, perché no?"


"Sei un parlamentare del movimento 5 Stelle" dice il pastore. "Caspita, è vero - dice il giovane - come hai fatto a indovinare?" "Beh non c'è molto da indovinare, mi pare piuttosto evidente - dice il pastore - sei comparso senza che nessuno ti cercasse, vuoi essere pagato per una risposta che io già conosco, a una domanda che nessuno ti ha fatto, e non capisci un cazzo del mio lavoro. Ora restituiscimi il cane!"

Inviato da Anna Dossena

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Articolo collegato (forse): https://www.open.online/2019/02/28/il-deputato-m5s-che-faceva-il-pastore-la-situazione-e-esplosiva-serve-tempo-per-una-soluzione/

domenica 22 settembre 2019

Viterbo. Solo quattro vecchiette al centro storico


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Viterbo. Paolo D'Arpini e Laura Lucibello in visita al Centro Storico

In molti in città sono rimasti sconvolti, mesi fa per le parole della consigliera Perlorca: “in centro abitano solo quattro vecchiette”. Ora la resa incondizionata, senza nemmeno provare a lottare, dell’assessore Ubertini, che manifesta tutta il suo disinteresse per il centro storico affermando: “il centro storico è morto da trent’anni e la situazione è irreversibile”. Vi sconvolgono queste affermazioni? 

Non c'è nulla di sconvolgente, hanno solo detto quello che pensano. Il problema è un altro: perché in centro ci abitano le quattro vecchiette che rappresentano i ceti meno abbienti che non hanno possibilità di scegliere dove vivere, e quelle persone a cui una passeggiata tra capitelli e profferli, dal parcheggio alla propria abitazione, rappresenta un valore aggiunto, piuttosto che una perdita di tempo? Perché il centro è morto ormai da trent’anni? 

Queste sono le domande da porsi. La risposta è solamente una, il centro storico è morto perché l’amministrazione è assente, perché non c'è programmazione, perché si lascia in mano ai privati quello che dovrebbe invece fare la politica. Parliamo per esempio di rigenerazione urbana, dovrebbe essere l’amministrazione a decidere cosa e dove intervenire, cosa si fa invece? Ci si lava le mani arrendendosi ai privati, che necessariamente devono rispondere al loro bilancio e non certo alle esigenze della città. Mentre è compito di chi amministra il bene comune favorire la salvaguardia del patrimonio storico artistico, preso in prestito dalle generazioni future, favorendo lecitamente chi è disposto a investire nel perseguimento dei bisogni della città e, sempre lecitamente, disincentivando l’irreversibile consumo di territorio edificando quartieri senza anima. 

Vogliamo parlare invece del natale viterbese? Anche in questo caso l’amministrazione si mette alla finestra e guarda cosa accade senza intervenire, evidenziando oltre all’immobilismo, anche una grave incapacità di gestire una crisi. Lungi da me difendere la Fondazione Caffeina o altri, se questa città fosse amministrata dal M5s nulla sarebbe lasciato al caso, avremmo pianificato ogni evento, mese per mese e avremmo messo a bando ogni singola manifestazione, è la politica a decidere cosa e come fare le cose. 

Una buona amministrazione pianifica per tempo, cosa accade invece a Viterbo? Una associazione a marzo richiede spazi pubblici, non riceve risposta, una seconda società nel mese di agosto, richiede gli stessi spazi e l’amministrazione si trova costretta a fare un bando, bando di cui a fine settembre però ancora non vi è traccia. È questo il modo di amministrare? Nel frattempo le strutture ricettive cominciano a veder cancellate le prenotazioni natalizie, i ristoranti che avevano investito nella formazione del personale, proprio in previsione di un maggior lavoro natalizio, vedono sfumare i propri investimenti. 

Questo è il modo di lavorare per il bene della città? Questo deve fare la politica? Gli attuali amministratori si riempiono la bocca con il turismo e nel frattempo le attività commerciali muoiono. 

I festeggiamenti per il Natale si faranno comunque dicono, si forse è vero, ma che Natale sarà? Verranno i turisti? Per quale motivo circa il 50% dei frequentatori del Christmas village dovrebbero aggiungere 30 km al loro spostamento e una o due notti di albergo per giungere a Viterbo per vedere non si sa cosa? E siamo sicuri che, pur di salvare la faccia, non si troverà il modo di porre a carico della comunità cittadina oneri e costi che fino ad ora erano assolti dai privati? E se non dovessero venire cosa accadrà? Oltre al danno per le strutture ricettive e le altre attività commerciali e indotto, è da prevedere anche un minore incasso dell’imposta di soggiorno, come faremo a far fronte a tutti quei progetti a cui l’imposta era destinata? Ed infine, oltre il danno, la beffa… vabbè ma tanto che ci importa il centro è morto da trent’anni e le quattro vecchiette non hanno la forza di lamentarsi.

Massimo Erbetti 

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Consigliere comunale M5s

venerdì 20 settembre 2019

La passione di Renzi. "Il rottamatore rottama tutti pure l'anima dei prosciutti!"


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...L’uscita di Matteo Renzi dal Pd a pochi giorni dalla nascita del governo di coalizione con i Cinque Stelle rappresenta l’epifania di un teatrino popolato da personaggi completamente distaccati dal sentire degli elettori e incapaci di rappresentarli. La battuta più surreale delle ultime ore appartiene senza dubbio ad un Matteo Renzi che racconta di aver abbandonato i vecchi compagni del Pd per restituire all’Italia la “passione della politica”. Uno slogan che acquista significato soltanto attribuendo alla parola “passione” non il senso, vagamente calcistico, di eccitazione e trasporto, ma quello più desueto di sofferenza e martirio.

Il Matteo Renzi che dopo aver accompagnato Nicola Zingaretti all’altare del matrimonio contro-natura con Di Maio e Conte si propone come nuovo inatteso azionista del governo non è più un leader politico, ma un protagonista del teatro dell’assurdo. Un protagonista totalmente dimentico della parte recitata nelle vesti di “rottamatore” quando assicurava di voler restare sulla scena per un solo e unico mandato. Di quel passato sopravvive oggi solo uno scaltro guitto pronto, una volta di più, a tradire alleati e compagni di strada pur di ritagliarsi un ruolo di potere.

Ma se la figura del rinato Renzi riesce a riconquistare i vertici della politica lo si deve soprattutto all’irrilevanza dei suoi avversari. Forza Italia priva dell’energia politica di un Berlusconi ormai anziano è sempre più una nave in tempesta affollata di topi pronti ad aggrapparsi ai salvagenti offerti da chiunque garantisca un risicato futuro.

A sinistra non va meglio. Il Nicola Zingaretti pronto prima ad andare al voto con Salvini per liberarsi dei troppi parlamentari renziani salvo poi cedere alle profferte dello stesso Renzi e accordarsi con i Cinque Stelle è un vero campione dell’ingenuità politica. Prigioniero di un partito dominata dai nostalgici del comunismo o, peggio, da personaggi alla ricerca di rivalse e vendette come D’Alema e Bersani Zingaretti sembra condannato a trasformarsi nel capo di una forza residuale simile ai laburisti inglesi di Jeremy Corbyn.

Il professor Giuseppe Conte pronto ad atteggiarsi a neo-umanista è invece la controfigura appannata di Renzi. Una controfigura mossa dallo stesso opportunismo, ma infinitamente meno coraggiosa e meno spregiudicata. Privo di consenso popolare l’attuale premier non ha esitato a rinnegare le posizioni anti europee e anti-migratorie prima condivise con Matteo Salvini per trasformarsi in un partigiano dell’accoglienza indiscriminata e dell’europeismo più servile non appena transitato nella culla di M5S e Pd. In quest’insana gara al trasformismo Conte è, però, quello destinato a soffrire di più.

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Matteo Renzi, come dimostrato dal “stai sereno” con cui assassinò Letta, non è in grado di accettare posizioni subordinate e, presto o tardi, regalerà una definitiva serenità politica anche all’attuale Presidente del Consiglio.

Quanto a Luigi Di Maio e al resto dei Cinque Stelle tutto è ormai chiaro. Il loro unico obbiettivo è garantirsi paga e incarichi fino alla naturale scadenza di una legislatura al termine della quale passeranno alla storia come un’inconcludente meteora politica.

Quanto a Matteo Salvini, capo di una Lega forte di un crescente sostegno popolare, l’incognita più rilevante è se sia in grado di rappresentare un consenso tanto vasto e diffuso. L’epilogo della sua esperienza di governo ci ha regalato l’immagine di un leader immaturo e incapace di comprendere le trappole della politica italiana. I suoi sostenitori sono convinti che quell’immaturità sia un sintomo di sincerità e schiettezza in un mondo popolato da voltagabbana e trasformisti.

In verità la sua principale debolezza è stata proprio l’incapacità di abbandonare le felpe dell’opposizione per indossare le grisaglie di un comando esercitato anche attraverso la trattativa e il negoziato con gli avversari.

Quell’errore gli ha impedito di presentarsi come un simbolo del cambiamento l’ha isolato sia in Italia, sia in Europa e l’ha, alla fine, trasformato in un bersaglio da abbattere. Fino a quando non imparerà quella dura lezione trasformando irruenza e supponenza in capacità negoziale lui e il suo popolo dovranno accontentarsi di governare i prati di Pontida.

 Gian Micalessin  

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Fonte: https://it.sputniknews.com/opinioni/201909188107514-litalia-alla-deriva/

giovedì 19 settembre 2019

Meridiana... la croce del cielo


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La meridiana è un orologio astronomico che indica la posizione del sole nel corso dell'anno e degli anni più che un orologio quotidiano. è stato l'attrezzo più usato dagli scienziati che hanno studiato il cielo negli ultimi diecimila anni, i caldei, gli egizi, i pitagorici osservavano ogni giorno l'ombra del sole proiettata dal bastone. probabilmente, anche se molto lentamente, un grado ogni settanta anni, con il bastone si è scoperta la precessione degli equinozi anche e soprattutto grazie alla proiezione del bastone fino allo zenit dove c'erano sempre delle stelle di riferimento nel cielo notturno. al nadir si studiavano le energie nascoste o segrete della terra per esempio, il calcare assorbe la luce, tutti i colori dello spettro e riflette il nero e quindi un materiale che a certe frequenze produce una determinata energia poi la terra più o meno ferrosa che si elettromagnetica in rapporto al calcare o altri tipi di roccia e sedimenti, elettromagnetismo che interagisce con quello degli organismi viventi e poi l'acqua sotterranea sia di scorrimento sia di assorbimento che produce altra energia unita a quelle di superficie luce vento aria e pioggia tutta una serie di variabili varianti che conoscevano bene gli ignoti costruttori delle macchine in pietra del neolitico menhir e dolmen e altri cerchi in pietra presenti in abbondanza sui siti calcarei e terrosi ferrosi del salento e delle elettromagnetica, i menhir in particolare alti gnomoni di pietra pare si caricassero particolarmente delle energie prodotte sia nel sottosuolo sia in superficie e secondo alcuni ricercatori come grandi aghi della medicina cinese servissero a riequilibrare l'energia tra terra e cielo anche se questa è già altra storia.

Da un po di tempo costruisco meridiane orizzontali o solideum con un bastone al centro che sarebbe lo gnomone, il corpo umano con la sua ombra è stato il primo gnomone, poi si segnano i punti cardinali con delle tavolette colorate, ho abbinato il blu al nord inverno elemento aria, freddo; il verde per l'est, elemento acqua, alba; colore giallo, sud, caldo, elemento fuoco; rosso scuro per l'ovest, autunno, elemento terra, tramonto. la croce dello zodiaco completata dall'alto e dal basso con lo zenit e il nadir, croce a sei bracci entro al quale siamo perfettamente sempre inseriti nell'arco della nostra vita e con consapevolezza può indicarci nelle attività quotidiane come orientarci nello spazio sia per attività pratiche sia spirituali. 

Se si segnano poi il solstizio estivo con il punto dove sorge il sole e il punto dove tramonta con altre due tavolette bianche, unendo questi due punti si ottiene la linea di luce o di san michele cioè la proiezione a terra dell arco del sole al massimo grado della sua eclittica. segnando ugualmente i punti in cui il sole sorge e tramonta al solstizio d'inverno con due tavolette scure e unendoli tra di loro otteniamo la linea dell'oscurità o linea di Lucifero, la proiezione a terra dell'arco del sole al suo livello più basso nella linea dell'eclittica. unendo tutti i punti avremo un rettangolo con i quattro angoli del mondo e i suoi quatto lati, se al centro della nostra rappresentazione grafica al posto dello gnomone collochiamo un bel sole avremo la croce dello zodiaco e possiamo mettere attorno i dodici segni zodiacali. i padri e i sapienti del primo cristianesimo riuniti a nivea nel 325 dc hanno sostituito il sole al centro con l'immagine di cristo e i segni zodiacali con i suoi discepoli. 

Nell'antichità, nel mondo pagano l'uomo veniva rappresentato come un essere un individuo perfettamente connesso con se stesso l'ambiente che lo circondava e il cosmo e l'immagine usata era appunto l'uomo vitruviano ripreso da Leonardo e probabilmente ripreso dallo stesso Vitruvio dai neopitagorici che a loro volta lo avevano ereditato dal grande maestro Pitagora, l'uomo connesso e in armonia nella sfera, nel cerchio e nel cosmo. i padri della chiesa hanno modificato anche questa rappresentazione grafica togliendo l'uomo dalla sfera e inchiodandolo sulla croce che appunto rappresenta il peso del corpo nella ascesa spirituale dell'anima mentre nella concezione pagana corpo e anima erano perfettamente connessi tra di loro e nello spazio terrestre, fisico e metafisico. ora ci sarebbero tante domande che potremmo farci, soprattutto sulle conseguenze per l'uomo e l'umanità intera nella scelta dei padri o sapienti della chiesa di rinunciare all'antica armonia tra uomo e cosmo, corpo e anima..

Ferdinando Renzetti

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mercoledì 18 settembre 2019

"Forza Italia Viva"... Matteo Renzi Rischiatutto


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Tutto si fa per nascondere nel
protettorato Italia

fonti e/o opinioni scomode, per non dire “sovversive”, per il sistema che governa il processo di “glebalizzazione” - come con azzeccato neologismo lo definisce Diego Fusaro - fondato sulla demonizzazione del sovranismo, unico e vero argine alla sopraffazione dell’economia (gli interessi di pochi) sulla politica (il bene di tutti), su scala internazionale.

Dagli episodi locali più marginali (ma non per questo meno gravi) che evidenziano i gravi rischi connessi alla 

dis-integrazione

generata da una immigrazione forzata e fuori controllo, a quelli di portata internazionale come

la grande avanzata dei Rotschild in Cina

fuori della portata di captazione – malgrado l’avvento del “5G” - da parte di tutte le antenne televisive pubbliche e private d’Italia.

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Forse, però, non tutto è perduto: mentre i media si affannano a dare grande spazio all’avvento di Forza Italia Viva, col rientro in scena del

funambolo della menzogna,

figlio arcoriano della ruota della fortuna,

già premier della repubblica delle banane,

nasce un nuovo partito di cui nessuno parla:
Vox Italiae

Esaltarsi è imprudente, rinunciarci masochistico. Pensaci bene.
Che sia la volta buona? Nessuno può dirlo...

Adriano Colafrancesco

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adrianocolafrancesco@gmail.com



lunedì 16 settembre 2019

2020. La grande crisi che ci aspetta


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A partire dal 2020 potremmo dover fare i conti con una crisi molto più severa di quella che ha scosso il culmine della prima decade del ventunesimo secolo.

Le ragioni sono spiegate da Nouriel Roubini in una serie di punti cardine, alludendo anche alla situazione italiana.

Roubini, noto docente ed economista statunitense, si è spesso dimostrato scettico sul tema criptovalute. Ma, allo stesso tempo, si distingue per le sue previsioni sulle crisi finanziarie.

A partire dal 2020, si delineerà lo scenario per un nuovo “giro di giostra”: una crisi finanziaria seguita da una recessione globale.

Ma, il punto chiave è che, a differenza del 2008, ai governi mancheranno gli strumenti politici per gestirla.

L’inflazione è in crescita in diverse importanti economie, con l’aumento dei prezzi del petrolio che contribuisce ad aumentare le pressioni inflazionistiche.

Ciò significa che le altre principali banche centrali seguiranno la Fed verso la normalizzazione della politica monetaria (il “tightening”), che ridurrà la liquidità globale, esercitando pressione al rialzo sui tassi di interesse.

Nel frattempo, le guerre commerciali innescate da Trump contro Cina, Europa, Messico, Canada, e altri, andranno avanti, portando a una crescita più lenta e a un’inflazione più elevata.

Peraltro, il 2020 sarà anno di elezioni per gli USA, con una crescita che sarà probabilmente diminuita al di sotto dell’1%, per via dell’insostenibilità delle politiche fiscali che la stanno spingendo.

La disoccupazione affiorerà.

Quindi, la tentazione per Trump di svegliare il cane che dorme, orchestrando una crisi di politica estera, sarà elevata.

Poiché ha già intrapreso una guerra commerciale con la Cina, e non arrischierebbe una guerra nucleare con la Corea del Nord, il suo obiettivo prediletto sarebbe l’Iran.

Provocando un confronto militare con il paese persiano, scatenerebbe uno shock geopolitico stagflattivo.

Anche l’Europa sperimenterà una crescita più lenta, a causa della stretta sulla politica monetaria e delle frizioni commerciali.

Le politiche populiste in alcuni paesi – in particolare l’Italia – potrebbero innescare insostenibili dinamiche di debito all’interno dell’eurozona.

Attenzione! Non è un discorso politico. Della politica sono noncurante.

Ci interessa solo capire quali scenari potrebbero delinearsi alla luce delle obiettive azioni intraprese e delle dinamiche a venire. Ogni ragionamento è completamente scevro di qualsivoglia faziosità partitica.

Quindi, il circolo vizioso tra governi e banche che detengono debito pubblico amplificherà i problemi esistenziali di un’unione monetaria incompleta, con una condivisione inadeguata del rischio.

In queste condizioni, un’altra crisi globale potrebbe spingere l’Italia e altri paesi a uscire completamente dall’eurozona.

Quando la tempesta avrà preso forma, gli stati mancheranno degli strumenti necessari per farvi fronte.

Lo spazio per stimoli fiscali è già limitato dalla presenza di un debito pubblico massiccio. E i bailout del settore finanziario non saranno tollerati in paesi con movimenti populisti in ascesa e governi quasi insolventi.

In Europa in particolare, l’ostacolo di partiti populisti sta rendendo più difficile perseguire riforme a livello di UE, e creare le istituzioni necessarie per mettere un’ulteriore pezza alla prossima crisi finanziaria.

Con i decisori politici aventi le mani legate, e i livelli complessivi di debito più elevati, la crisi che verrà potrebbe essere seriamente più grave della “grande recessione” del 2007.

E poiché gli investitori lungimiranti iniziano ad anticipare un rallentamento della crescita nel 2020, i mercati riprezzeranno gli asset rischiosi entro il 2019.

Un fiume in piena. Il denaro in uscita dagli asset a rischio, oltre che nei metalli preziosi, dove potrebbe riversarsi?

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Nel 2018, il mercato delle criptovalute ha subito una delle maggiori frenate della sua storia, dopo aver registrato un calo medio di circa l’80% in relazione ai suoi asset più rappresentativi.

Un brusco calo, di questa sorte, non rappresenta un campanello d’allarme. Anzi, è la consuetudine in un mercato così sottocapitalizzato e ancora acerbo.

Per muovere una minuscola massa d’acqua, è sufficiente un impulso di portata ridotta! Ma cosa ne sarà quando il piccolo recipiente accoglierà il flusso di un grosso fiume straripato?

Peraltro, nonostante la consistente correzione del 2018, diverse criptovalute hanno sovraperformato una manciata di valute nazionali malate, tra cui il peso argentino, il bolivar venezuelano e la lira turca.

Il dollaro USA rimane ancora forte in termini di valore, così come altre importanti valute di riserva. Ma se nei prossimi due anni si verificasse una grave crisi finanziaria, allora gli asset tradizionali e le valute a corso legale subirebbero una dura battuta d’arresto.

L’ultima crisi valutaria della Lira turca, ha messo in evidenza il vantaggio di possedere criptovalute come riserva di valore.

Nel “venerdì nero” dello scorso agosto, in occasione degli “schiaffi” rifilati alla valuta nazionale turca, i volumi sugli exchange di criptovalute del paese avevano subito una notevole impennata. Si erano incrementati di oltre il 100% in sole ventiquattro ore, nelle due principali piattaforme di scambio.

Ma non ci sono soltanto gli investitori “retail”.

Nonostante lo scetticismo, di sovente manifestato, banche, investitori istituzionali e società di investimento non sembrano essere disinteressati all’evoluzione del sistema criptovalutario.

Anzi, vogliono partecipare alla festa. È comprovato dalla crescita dell’attenzione sulle criptovalute da parte di istituzioni finanziarie regolamentate, come Goldman Sachs, Morgan Stanley e Citigroup.

È inoltre rilevante la moltitudine di proposte di Exchange Traded Fund (ETF) presentate nel 2018 alla Securities and Exchange Commission (SEC), per essere approvate.

Trattandosi di attività regolamentate, gli ETF favorirebbero il coinvolgimento degli investitori istituzionali.

Il forte interesse istituzionale verso questa nuova forma di asset class, è ulteriormente comprovato dall’impegno di Coinbase, BitGo, Goldman Sachs, ed altre società del settore finanziario, nello sviluppo di soluzioni trusted per la custodia delle criptovalute.

Le istituzioni avvertiranno l’esigenza di investire nel mercato delle criptovalute, come alternativa agli asset tradizionali profondamente correlati al più ampio mercato finanziario.

Trattandosi di fiduciari, dovranno investire i capitali nelle soluzioni che presentano maggiori opportunità e rischi contenuti.

Forse le criptovalute non riusciranno ad implementare efficaci soluzioni di scalabilità in meno di due anni.

Ma, seppure la piena funzione di mezzo di scambio dovesse farsi ancora attendere, lo spauracchio di una grave crisi finanziaria potrà solo accelerare il processo di migrazione dei capitali dalla finanza tradizionale verso una migliore riserva di valore.

Per non essere condannati a ripeterlo, meglio ricordare il passato...

David Cohen - saulocoin@gmail.com

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domenica 15 settembre 2019

La piramide del potere inizia a sgretolarsi...?



Risultati immagini per ...Il vertice della piramide del potere

Il sistema in cui tutti viviamo è un sistema piramidale. Un sistema
aziendale, tipico di una società privata. È una piramide di controllo,
e come tale non può che agire con le caratteristiche della sua forma.
Non è in grado di comportarsi diversamente da ciò che è, ossia una
struttura il cui vertice preleva risorse dalla sua base, attraverso il
controllo dei livelli inferiori, e le accumula verso il vertice.

Il suo sistema di funzionamento, quindi, è tanto semplice quanto
ineluttabile, e si sintetizza in soli tre passaggi:


-PRELIEVO delle risorse della base (operato dal vertice) attraverso il..

-CONTROLLO (dei piani sottostanti al vertice) e.....

-ACCUMULO delle risorse verso il vertice...

Le risorse che il vertice accumula portandole verso l'alto (quindi
verso se stesso) coprono ogni aspetto della vita. Vi troviamo quelle
finanziarie, economiche, cognitive, energetiche, spirituali, ecc.
In pratica ogni aspetto della realtà umana, per il vertice,
rappresenta una risorsa che va prelevata e accumulata. E questo,
badate bene, sempre attraverso il CONTROLLO operato su tutti i suoi
sottolivelli, operato con l'inganno sostenuto dai Media Mainstream.

Orbene. In questo meccanismo apparentemente perfetto, risiede una
debolezza strutturale che ne compromette sempre, alla fine, la
perpetrazione; il vertice, infatti, in questo suo continuo prelevare
risorse dalla base (attraverso il CONTROLLO) finisce con indebolirla a
tal punto da incrinare la sua stessa struttura, producendo il crollo
completo della sua forma.

La base, in pratica, indebolita dal continuo e costante prelievo (che
non può mai cessare, perché intrinseco alla natura stessa della
piramide) si indebolisce a tal punto da non essere più in grado di
sostenere la struttura, e questa, rapidamente, comincia ad implodere,
proprio dal vertice.

Il processo sarà unidirezionale ed irreversibile perché la piramide,
per evitare il suo stesso crollo, farà l'unica cosa che sà fare, ossia
AUMENTERÀ IL PRELIEVO dalla base per sostenere il vertice, attraverso
un AUMENTO DEL CONTROLLO dei livelli sottostanti al vertice. Così
facendo, però, aumenterà inevitabilmente la velocità del suo
cedimento.

Bene. Guardatevi intorno. Sta accadendo proprio questo, in ogni ambito
e su tutti i piani.

Ciò significa che la Piramide è in rapida fase di collasso, e non
potrà fare nulla per invertire questo processo. Anzi. Reagendo
nell'unico modo che ha per reagire, non farà altro che aumentare il
processo di implosione, congenito alla sua stessa natura.

Ogni volta che sentirete e vedrete con sgomento aumentare il controllo
e il prelievo che questo sistema opera (attraverso le grottesche
menzogne dei Media e le folli leggi sistemiche) saprete che sta
tentando inutilmente di frenare la sua rovinosa implosione.

Nessun timore, quindi. Più vedrete aumentare il CONTROLLO e il
PRELIEVO, più avrete la conferma che questo sistema sta
crollando......definitivamente!
È solo questione di tempo....poco!

Ciò che seguirà sarà finalmente la concretizzazione di una società
nuova, di una nuova figura.....il cerchio, dove ogni punto sarà
diverso da un'altro ma sempre equidistante dal centro. In tale
struttura non vi sarà bisogno di prelievo e nemmeno di controllo,
perché ogni punto della circonferenza vede ogni altro punto.

Le risorse saranno distribuite in modo circolare, senza prelievo e
senza controllo. Ogni punto farà la sua parte, formando un cerchio, e
ogni cerchio sarà in ciò autonomo e indipendente.....una società
formata in modo circolare, come un'immenso unico corpo formato da
tante cellule autonome le quali, guarda caso, anche nel nostro corpo,
hanno forma circolare......

Partecipare a questo processo, a questo punto, non può che essere
tanto entusiasmante quanto inevitabile...


Alessandro Sieni

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Articolo collegato: 
Pronta la nuova stangata –  Tassa sui prelievi dei contanti al bancomat: quanto aumenterà il costo del denaro? Secondo le stime del Ministero dell’Economia e delle finanze in Italia l’evasione fiscale si aggira intorno ai 100 miliardi di €. E non sempre si tratta di grandi evasori. Per riuscire a mettere un freno a questa perdita e allo stesso tempo tentare di bloccare l’aumento dell’IVA il Centro studi di Confindustria ha studiato una proposta per il Governo... -  Continua: https://www.sostariffe.it/news/tassa-sui-prelievi-dei-contanti-al-bancomat-quanto-aumentera-il-costo-del-denaro-292605/

sabato 14 settembre 2019

P(er) D(io)... ecco il risultato di un secolo di delusioni socialiste


Risultati immagini per Antonio Castronovi

Il PD,  e non solo,  è  il punto di arrivo di una storia che ha travolto il secolo del socialismo e delle sue illusioni. Ora siamo arrivati anche al fallimento della ideologia Liberal progressista e della cosiddetta terza via e della sua presunzione di addomesticare il liberismo e il globalismo aggressivo e predatorio. 

Da questo fallimento e dalla nuova fase di tendenziale deglobalizzazione in atto dobbiamo ripartire riorganizzando forze sociali, economiche e politiche in cui si apriranno contraddizioni nuove sulla strada da prendere per dare sbocchi alla crisi del modello ordoliberista e mercantilista che mostra segni evidenti di usura e non adatto a misurarsi con la nuova fase neoprotezionista. 

La fase che si apre è diversa da quella precedente e richiede nuove risposte non escluse quelle di tipo neokeynesiane che potrebbero aggregare blocchi sociali inediti, e su cui dobbiamo lavorare. 

La domanda politica , il momento polany, che sale dalle zone fragili e periferiche dell'Euro e del nostro paese, può trovare in questa prospettiva risposte non regressive e nazionaliste di destra. Non ci sono garanzie nei processi storici.Ma solo una visione politica adatta ai processi e il coraggio di osare e di mettersi in gioco. 

La politica è anche l'arte dell'impossibile che può diventare realtà. Bisogna saper cavalcare e orientare la Storia quando si rimette in moto e non fare da mosca cocchiera in groppa a chi la fa illudendosi di guidarla. 

 Il PD è già morto perché non ha più una funzione egemonica nella società italiana e non può essere più il cane da guardia dell'establishment europeo. Deve ridefinirsi, è obbligato dalle cose a farlo. Pena la scomparsa di ogni sua funzione e ruolo e lo può fare con contraddizioni e divisioni che segneranno il campo dello scontro sulle diverse opzioni che le forze in campo nel contesto europeo si accingono a disegnare. È in momenti come questi che una minoranza, che abbia visione strategica e progettualità politica può fare la Storia. 

Consoliamoci, per adesso è stato sventato il golpe leghista. Il resto dobbiamo farlo giorno per giorno.

Antonio Castronovi

Antonio Castronovi

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Commento di R.P.: "...il giudizio sul pd penso di poter dire è stra-acclarato nei fatti e nei lustri direi. Da Veltroni, teorico del nulla o meglio dell’adesione irriflessa al liberalismo, siamo arrivati dove siamo arrivati, che è persino imbarazzante commentare.Dopo di che apprezzo la proposta di Antonio di vigilare, di stare nel “ gorgo”, ben sapendo tutti noi qual è stata la china irreversibile di ogni sinistra , che si voglia socialista o comunista, da tant’anni a questa parte..."