Con il nuovo approdo crocieristico al molo Clementino avremo l'abbandono del progetto di recupero dell'apertura del Porto Antico con la città storica, perdendo così ogni possibile valorizzazione di un rapporto fisico e culturale che ha caratterizzato secoli di storia urbana e che potrebbe fornire nuova linfa vitale all'intera città. Infatti con il porto crocieristico avremo la privatizzazione del Molo Clementino per almeno 50 anni ed un aumento notevole dell’inquinamento dell’aria, grazie a oltre 6.000 approdi di navi, vere bombe ecologiche: a parità di distanza percorsa, una nave da crociera emette inquinanti atmosferici pari a 5 milioni di automobili. Oltre all’aumento della CO e del black carbon è la stessa proponente Autorità Portuale che prevede che per ogni approdo e per ogni nave avremo la produzione, dai soli motori delle navi, di 5,13 tonnellate di ossidi di azoto, 400 kg di anidride solforosa, 170 kg di PM 10, 160 kg di PM 2,5, kg.440 di composti organici volatili non metanici. Per la durata di 50 anni prevista della concessione il costo sociale dell’inquinamento (malattie, decessi, aumento ricoveri ospedalieri, danni ai monumenti storici) è stimato in € 774 milioni in aggiunta al costo sociale già oggi derivante dai traghetti. Questo incremento dei costi sociali saranno tutti a carico dei cittadini di Ancona e dei lavoratori in ambito portuale. La eventuale rinuncia, pubblicizzata ieri sera, al parcheggio multipiano e quindi alla mobilità con auto private vale solo 3 milioni aggiuntivi di danni ambientali in 50 anni e dimostra, piuttosto, le difficoltà di convivenza con lo sviluppo di Fincantieri.
I supposti benefici, come risulta dal progetto, a vantaggio di chi andrebbero? alla Autorità Portuale per le concessioni; ai piloti del porto, agli ormeggiatori e rimorchiatori; a chi gestirà lo smaltimento dei rifiuti, il rifornimento dell’acqua, il rifornimento di carburante peraltro operato da fornitori nazionali e non locali; alla società che gestirà il terminal; a chi gestirà i parcheggi delle auto dei crocieristi. Sull’ipotesi di una spesa supposta di circa € 70 a testa dei crocieristi ed equipaggi si basa poi il presunto guadagno per i gestori di attività commerciali. Per i cittadini? Solo inquinamento!
La scelta strategica alternativa che noi sosteniamo è invece quella di liberare dalle attuali attività tutto il porto realizzato dal Vanvitelli, dal Molo Clementino al Lazzaretto, restituendo alla città la sua vera passeggiata con l’insediamento di tutte le possibili e compatibili attività turistiche, dell’intrattenimento e del tempo libero. Questo obiettivo può essere raggiunto recuperando i ritardi della Autorità Portuale nel completamento della banchina Marche e nella realizzazione della “penisola” in programma fin dal 2010! Questo permetterebbe di spostare l’ormeggio dei traghetti e dell’ eventuale porto crocieristico – se si volesse insistere su questa scelta - sulla nuova darsena più lontana dalla città e più vicino alle vie di comunicazione. In tal modo tutte le reti di Schengen sarebbero abbattute e si potrebbe completare il progetto strategico del recupero del Porto Antico alla città.
Peraltro l’allungamento dei tempi di realizzazione della “penisola”, rispetto ai 2 anni per la nuova banchina al Molo Clementino, sarebbe compatibile con la realizzazione dell’uscita a nord, altrimenti tra due anni tutta la città sarà bloccata per almeno 260 giorni da ulteriori 140.000 veicoli da e per il porto, aggiungendosi al traffico che già oggi è presente sulla Flaminia ed a Torrette. Ed anche questo è un danno alla comunità.
Italia Nostra - SEZIONE DI ANCONA
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