lunedì 12 novembre 2018

Platone e la caverna dell'illusione



Il filosofo greco Platone  utilizza una metafora che non si direbbe  sia stata scritta 2500 anni fa. Egli teorizza l'esistenza , in una caverna sotterranea, di prigionieri incatenati, fin dalla nascita,in posizione seduta; anche il collo è stretto in un collare di ferro, così che non possono voltare la testa in nessuna direzione, e sono costretti a a guardare avanti. 

I loro carcerieri, chiunque siano, da una posizione sopraelevata dietro di loro, hanno un grande falò costantemente acceso: e fanno passare davanti al fuoco delle figurine di uomini, cavalli, carri, e altre cose, di modo che le immagini vengano proiettate sulla parete della caverna di fronte ai prigionieri. Questa è l'unica idea che essi hanno della realtà.

Un giorno uno di loro, non si sa come, riesce ad evadere e a farsi strada fino alla sommità della caverna, dove essa sbuca al di fuori. Vede il sole, gli alberi e tutto il mondo così com'è in realtà. Sopraffatto dall'emozione, il primo pensiero è di comunicare agli ex compagni di prigionia la sua straordinaria scoperta. Ritorna e racconta loro tutto. Essi, sentendosi presi in giro - dopotutto la realtà per loro sono solo le ombre animate che vedono davanti a loro - si adirano e lo uccidono.

Non c'è bisogno di spiegare niente.... fin da piccoli siamo stati messi in uno stampino (la scuola pubblica in primis) che ci ha insegnato a conformarci ed essere degli ingranaggi perfetti di un sistema che ha come unica finalità la propria conservazione, come unica bandiera la schiavitù. 

Tutto attorno a noi ci comunica lo stesso messaggio: non si può essere liberi, non siamo immortali, la realtà è tutta quello che vedi, e così via. La realtà è quella che vogliono farci sembrare che sia . Gioco di prestigio, illusione... ombre proiettate sulla parete davanti ai nostri occhi. 

Scritta 2500 anni fa.....?

Simon Smeraldo



Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.