mercoledì 31 ottobre 2018

Enzo Apicella è andato avanti...

l disegnatore, che ha sempre coniugato arte e politica, si è spento la  mattina del 31 ottobre 2018  a 96 anni. Ha lavorato per grandi quotidiani e piccole riviste. Qualche anno fa aveva pubblicato le sue vignette anche su Nena News
Enzo Apicella (1922-2018)
Enzo Apicella (1922-2018)
Nato a Napoli nel 1922, Vincenzo, detto Enzo, Apicella, personaggio eclettico, è stato un fumettista, designer, pittore e un giornalista. Il suo talento di disegnatore emerse subito anche se cominciò ad esprimerlo compiutamente solo nel 1953 quando contribuì a fondare la rivista “Melodramma”, a Venezia nel 1953. Trasferitosi a Londra, Apicella si è occupato di scenografie e cartoni animati per la televisione. Ma è stato anche un disegnatore d’interni per circa 150 ristoranti e locali di tendenza, non solo in Gran Bretagna. Lo storico dell’arte inglese Bevis Hillier lo ha descritto come “Uno dei creatori degli anni sessanta”. Apicella è stato anche un membro della Chartered Society of Designers ed è inserito nel Dictionary of British cartoonists and caricaturists.
apicella2
 Comunista convinto, il fumettista napoletano ha sempre messo a disposizione il suo talento artistico e la sua professione di giornalista al servizio dell’impegno politico. Ha pubblicato vignette e articoli su The Observer, The Guardian, Punch, The Economist, Private Eye, Harpers & Queen e il quotidiano italiano “Liberazione”, organo del Partito della Rifondazione Comunista. Negli anni scorsi ha collaborato, con le sue vignette, anche con Nena News. I suoi disegni sono stati spesso dedicati alla questione palestinese e al Medio oriente.
La sua assistente Cristina Micalusi ha riferito che il disegnatore, gravemente ammalato, si è spento questa mattina in una clinica di Roma.


............................


Commenti ricevuti: 

“O come mi dispiace! Sono addoloratissimo. Saluto per un'ultima volta il grande compagno e artista Enzo Apicella. (P.P.) - “Io lo ringrazio per tutte le vignette che ha voluto donarci ed essendo totalmente ignaro dei suoi problemi di salute sono davvero costernato... (F.R.) - “Apicella non è "morto", come ha fatto durante tutta la sua vita è semplicemente andato avanti... (P.D'A.)”

Testimonianze: 

"Ho incontrato Enzo in Libano nella ricorrenza e nel ricordo di Sabra e Chatila. Saputo che faceva parte della delegazione  Per Non Dimenticare quel massacro chiesi ai compagni chi fosse, me lo indicarono più volte, ma non potevo immaginare che quell'anziano signore, fosse quell'Apicella, quel compagno che versava sui suoi disegni, chiari ed incisivi, una tale prorompente vitalità politica. Quel compagno al quale rubavo le vignette da mettere nei volantini.... e invece. 
Lo incontrai allora ma lo conoscevo da quando vidi una sua vignetta, molti anni prima.
Enzo, compagno e amico, ora aspetto una tua vignetta per sapere come sarà il posto dove sei quando ti riabbraccerò." (Giorgio Stern)



"Questa davvero è una gran brutta notizia e una perdita irrimediabile. Con Enzo eravamo amici strettissimi da decenni, dai miei lontanissimi tempi di Londra. Nei “suoi” ristoranti, quelli da lui arredati, a volte ci faceva avere un piatto di pasta e un bicchiere di vino gratis, sapendoci quelli di Lotta Continua, che a Londra avevamo chiamato “Fight On!”
Ha lavorato con intelligenza, lucidità e coraggio fino all’ultimo giorno, grande architetto di spazi pubblici ludici, vignettista sempre dalla parte degli umiliati, offesi, combattenti. Poche settimane fa abbiamo camminato insieme a Roma, in una manifestazione. Un ragazzino. Secco e svettante, mi ricorda l’agave che dalla scogliera punta contro i marosi. Fiorisce e muore senza conoscere decadenza. Lo rimpiangeranno soprattutto i palestinesi."

(Fulvio Grimaldi)

"Un vero artista e un genio, capace di esprimere con tocchi, solo in apparenza semplici, la realta' e l'agonia di un epoca.  "Good night Vincenzo, And flights of angels sing thee to thy rest!" (Hamlet)
(Jimmie Moglia)




lunedì 29 ottobre 2018

L'Africa cresce... e l'Europa decresce!


Entro il 2050 nel mondo un bambino su 13 sarà nigeriano. Nel suo recente rapporto “ Generation 2030 Africa 2.0”, l’Unicef allerta tutti i capi di Stato del pianeta sul fatto che si sta assistendo ad un boom demografico africano impressionante, mentre nei Paesi occidentali si assiste ad un forte decremento delle nascite. Lo studio ci dice che entro il 2030 i bambini e i ragazzi sotto i 18 anni saranno in tutto il Continente Nero oltre 750 milioni e prima del 2050 saranno molto al di sopra del miliardo.
Nel 2050 la popolazione complessiva africana sarà superiore ai 2,5 miliardi. Una situazione che gli attuali governi africani non riuscirebbero a gestire perché in parte corrotti, in parte succubi delle ingerenze esterne nella gestione del loro sviluppo interno socio economico e in parte incapaci  di fronteggiare il fenomeno dell'incremento demografico e le sue conseguenze di crisi alimentare. E allora si creerà una valanga umana che travolgerà in particolare l’Europa, con prospettive terrificanti sia socialmente che economicamente in particolare per Paesi finanziariamente fragili come la Grecia, l’Italia e la Spagna.

Risultati immagini per la popolazione complessiva africana sarà superiore ai 2,5 miliardi

Al momento lo Stato africano più prolifico è la Nigeria dove nascono il 20% di tutti i bambini del continente e il 6/7% di tutti i bambini della Terra. Normalmente una famiglia nigeriana produce dai 10 ai 15 figli, contro 1 o 2, massimo 3 bambini delle famiglie occidentali.
Il rapporto invita l’Occidente a prendere atto della situazione e ad investire in Africa soprattutto nei settori sanità e istruzione, offrendo maggiori formule di controllo delle nascite. Più la cultura farà strada in Africa, maggiori saranno le probabilità che la gente cominci a prendere coscienza del problema riducendo, senza coercizioni governative, come avviene in Cina, il peso delle eccessive nascite. In caso contrario, conclude il rapporto, “potremmo assistere ad un disastro demografico di proporzioni inimmaginabili che coinvolgerebbe negativamente tutte le nazioni del pianeta.
Filippo Mariani

(Fonte: A.K. n. 42)



................................



Commento-integrazione  di Claudio Martinotti Doria: “...in Francia interi quartieri sono off limit per le forse dell'ordine, in quanto dominati da organizzazioni criminali di immigrati, e quando le istituzioni cercano di riprenderne il controllo scoppiano non solo tumulti ma vere e proprie guerre civili, in seguito alle quali le forze governative devono ritirarsi rinunciando al ripristino della legalità, perdendo in pratica la giurisdizione su quelle aree, divenute "terra di nessuno" o meglio: terra straniera. Se a questi fatti aggiungete un semplice riscontro statistico, cioè che le donne nigeriane partoriscono mediamente sette volte nel corso delle loro vita, non occorre essere profeti per capire quale sarà il destino del nostro paese. Il buonismo politico mediatico è pura idiozia autodistruttiva di fronte a questi fatti...”

giovedì 25 ottobre 2018

Solbiate Olona, 27 ottobre 2018 - Presidio anti NATO e contro le guerre USA


Risultati immagini per BASE NATO DI SOLBIATE OLONA

SABATO 27 OTTOBRE ore 15
NO N.A.T.O.!  NO GUERRE!
PRESIDIO ALLA BASE NATO DI SOLBIATE OLONA!

Con il presidio di sabato 27 ottobre 2018 davanti alla caserma NATO di Solbiate Olona intendiamo rilanciare la mobilitazione contro la guerra. Guerra necessaria al mantenimento di un sistema economico-finanziario predatorio.

La NATO, da sempre sotto comando USA, è la macchina da guerra più imponente della storia umana.
La struttura di Solbiate Olona è uno dei nove Comandi NATO di reazione rapida; conta su oltre 400 militari, che possono più che raddoppiare in determinati casi.
Gli interventi della NATO comportano bombardamenti, morti e feriti (90% civili), saccheggio e devastazione dei territori, inquinamento e contaminazione radioattiva, aumento dei flussi migratori, campi profughi, militarizzazione delle frontiere, maggiore sfruttamento e impoverimento dei lavoratori.

Siamo contro la guerra, oltre che per ragioni etiche, anche per i suoi enormi costi che vanno a discapito di sanità, istruzione, pensioni, trasporti, messa in sicurezza del territorio.

In Italia le spese militari arriveranno in sette anni a quasi 40 miliardi di euro all’anno (più di 100 milioni al giorno) rispetto agli attuali 23.

Kinesis Tradate  - kinesis.tradate@gmail.com





mercoledì 24 ottobre 2018

Lettera al vaticano: "La canonizzazione di Papa Montini non sembra opportuna..."


Immagine correlata

La canonizzazione di Papa Montini non sembra opportuna. V'è infatti un fatto grave nel pontificato di Montini, di cui non si può non tener conto.
Essendo egli avverso alle pratiche anticoncezionali – cioè a quelle pratiche con cui la donna regola la sua concezione e quindi la sua filiazione, che è un compito di grande bellezza ma anche di grande impegno – quando il Concilio ultimo, il Vaticano II, venne a trattarne, non lasciò al Concilio la discussione di questo punto, ma lo avocò a sé.

Istituì quindi una Commissione di esperti perché ne trattasse, scegliendo persone di tendenza conservatrice; e tenne poi la Commissione sotto controllo; e, poiché essa andava verso una soluzione favorevole agli anticoncezionali, vi immetteva altre forze conservatrici per raggiungere lo scopo da lui voluto. Un comportamento di scarsa onestà perché, creata la Commissione, ad essa doveva essere lasciata la responsabilità, senza ulteriori intrusioni.

Nonostante ciò la Commissione raggiunse una conclusione positiva, che cioè approvava l'uso ordinato degli anticoncezionali. Allora, mancato il suo scopo repressivo, varò un'enciclica, la Humanae vitae del 1968, per condannarli.

Compiva con questo un atto sconveniente, condannando ciò che la Commissione da lui stesso istituita, e anche manipolata, aveva approvato; Commissione che rappresentava l'insieme della Chiesa, del popolo di Dio.

Nello svolgersi del suo discorso, poi, egli non comprende che l'unione di uomo e donna è l'unione di due diverse forme umane, e ha innanzitutto una funzione integratrice dell'umanità di ciascuno; per cui l'unione sessuale ha anzitutto e per lo più una funzione amativa; mentre la funzione procreativa interviene solo quando si vuol generare, e cioè poche volte in vita; nelle stesse società povere, che hanno relativamente molti figli in quanto il figlio vi opera come una ricchezza (donde l'equazione povertà-fecondità stabilita dagli studiosi); mentre nelle società prospere il figlio è costoso e perciò si riduce; e
tanto più aumenta la funzione amativa.

Un punto che la Chiesa ha sempre ignorato, poiché i tre fini che assegnava al matrimonio erano la procreazione, il mutuo aiuto, il remedium concupiscentael'amore fu introdotto dal Romanticismo ai primi dell'800. Un fatto vergognoso, se si pensa che nell'annunzio del Cristo l'amore è tutto.

 Prof. Arrigo Colombo


Risultati immagini per canonizzazione di Papa Montini

lunedì 22 ottobre 2018

Frascati, 3 novembre 2018: "Gli acquedotti dell'antica Roma"


Risultati immagini per "Gli acquedotti dell'antica Roma"

Salve, vi invito con piacere al seguente interessante appuntamento di ITALIA NOSTRA Castelli Romani, sabato 3 novembre 2018 presso Villa Falconieri a Frascati.

Se guardiamo al nostro passato si direbbe che abbiamo molto da imparare dalle nostre antiche civiltà, soprattutto per quanto riguarda la cura della risorsa acqua che i nostri avi dell'antica Roma cercavano di preservare e non sprecare, proprio al contrario purtroppo di quanto invece avviene nel tempo presente... 

SABATO 3 NOVEMBRE 2018
 
ore 17:30Villa FalconieriVia Borromini, Frascati

Risultati immagini per Villa Falconieri Via Borromini, Frascati

"GLI ACQUEDOTTI DELL'ANTICA ROMA"Nonché: Gli acquedotti di Praeneste. Nuove ipotesi sul tempio della Fortuna Primigenia.LUIGI CASCIOTTIArchitetto, appassionato studioso di archeologiaA cura diENRICO DEL VESCOVOPresidente di ITALIA NOSTRA Castelli Romani


INGRESSO LIBERO.

Luigi
 Casciotti, speleologo, architetto, naturalista, esperto di antiche opere idrauliche e tecniche costruttive. Ha collaborato alla realizzazione di interventi di archeologia sperimentale, risanamento ambientale e valorizzazione turistica di ipogei di interesse storico ed archeologico. Autore, con Vittorio Castellani, del volume "Indagine storico - strutturale sull'antico acquedotto delle Cannucceta (Palestrina, Roma)" Erga edizioni, 2001. Nel 2013 pubblica "Gli Acquedotti di Praeneste. Nuove ipotesi sul Tempio della Fortuna Primigenia".

Info: ITALIA NOSTRA Castelli Romani, 3331135131.

domenica 21 ottobre 2018

Buone notizie dalla Valsusa. "Tav in chiusura... (forse)"


Risultati immagini per Valsusa. Tav in chiusura... (forse)

Le notizie che si accumulano, sul tema TAV, dagli ambienti governativi dicono che il pazzesco e inutile progetto della cosiddetta Torino-Lione sarà accantonato definitivamente.

Se sarà effettivamente così, vorrà dire che non solo il territorio italiano sarà stato risparmiato da uno sfregio davvero epocale; che si risparmieranno miliardi di euro; ma che uno straordinario movimento popolare di 60 mila persone, e trenta comuni, che ha lottato per oltre due decenni, avrà vinto la sua storica battaglia.

Davvero storica, per le forme, i contenuti, l'intelligenza e la tenacia con sui è stata condotta in tutti questi anni. Forse l'esperimento di "difesa del territorio" più importante dell'ultimo secolo di lotte popolari in Italia. Condotto al di fuori degli schemi, rifiutando la negoziazione con partiti e sindacati ormai incapaci di rappresentare il popolo, producendo sapere e conoscenza dal basso, elevando la consapevolezza collettiva e la cultura di grandi masse di cittadini, sconfiggendo il sistema mediatico che quasi unanime ha sostenuto le tesi del "sistema" contro quelle della ragione e della giustizia.

Tutto questo avrà una influenza molto più vasta di quella della Val di Susa in cui questo miracolo si è verificato. Miracolo è la parola giusta, perché il "No Tav" sarà una delle pochissime vittorie degli ultimi 40 anni da parte del movimento dei lavoratori e dei cittadini contro la prepotenza e l'offensiva continua di quelli che "stanno di sopra".

Ma non è ancora fatta del tutto. Il nuovo governo giallo-verde, pur tra le sue cento contraddizioni interne, è riuscito a far partire l'analisi tecnica dei "costi-benefici". Un'analisi che gli esperti del Movimento No Tav hanno già abbondantemente compiuto da molti anni, con cifre inoppugnabili, ma che adesso sta diventando il grimaldello mediante il quale la decisione sarà presa dalla politica.

Ma la rottura della trappola, costruita 25 anni fa per metà in Italia e per l'altra metà in Europa, consistente nel far credere all'opinione pubblica italiana e a quella francese che si trattava di un'opera necessaria in vista di un imponente sviluppo dei traffici di merci, a sua volta basato su previsioni clamorosamente sbagliate, è ormai possibile.

Il fatto è che i tecnici del Ministero per le infrastrutture, insieme a un gruppo di esperti nominato dal ministro Toninelli a settembre, hanno già sgomberato il campo da parecchie macerie di quella trappola. L'analisi finale verrà consegnata, salvo sorprese, a fine novembre. Ma, come ha dichiarato a Radio Capital il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri, Stefano Buffagni (5 Stelle), "il rapporto costi-benefici evidenzierà la criticità e l'inutilità di alcune opere, come la Torino Lione". Questa era la posizione iniziale dei 5 Stelle, ma la novità è ora che l'ostilità della Lega nei confronti della cancellazione del progetto pare essere evaporata. Salvini aveva offerto la via d'uscita dicendosi disponibile ad accettare proprio il responso dei "costi-benefici". Cioè di chiudere i cantieri dell'alta velocità in Val di Susa se qualcuno gli avesse dimostrato che i costi erano assurdi e i benefici uguali a zero.

Naturalmente il negoziato tra lega e 5 Stelle era fatto di diversi pesi. No alla TAV, ma sì al "Terzo Valico". E sì anche al gasdotto in Puglia. Il M5S può così tenere la linea in Piemonte, dove la Lega cede, e dovrà pagare invece un prezzo in Puglia, dove gli eletti pugliesi sono sotto richiesta di dimissioni (per non avere mantenuto le loro promesse agli elettori del No TAP). Non è, come si vede, di una decisione del governo dettata da una visione strategica del problema delle "grandi opere", piuttosto il risultato di un compromesso molto colorato di interessi elettorali di breve e brevissimo periodo, ma è comunque una scelta che tiene in vita il governo giallo verde e premia un grande movimento di massa. Questo è il risultato politico più importante. Sempre che da qui a novembre non ci s'incrini l'intesa.


Giulietto Chiesa

Risultati immagini per giulietto chiesa

giovedì 18 ottobre 2018

La Grecia, con la "troika" alle calcagna, è pronta a scoppiare (e con essa l'Europa)


Risultati immagini per Grecia, con la "troika" alle calcagna

Torniamo sull'argomento Grecia. 

Molti lettori del mondo occidentale sono stati convinti dai mass media mainstream che la Grecia sia ormai fuori dalla crisi e che le ricette di austerità e privatizzazione (leggasi: "predazione") imposte dalle istituzioni finanziarie e politico burocratiche internazionali abbiano funzionato. Ma non è così. In primo luogo occorre considerare il fatto che nonostante le pesantissime misure di austerità adottate, che hanno impoverito la popolazione e innalzato la disoccupazione a livelli stratosferici, il debito pubblico è salito al 180% del PIL, ma la cosa più grave è che le banche greche sono sull'orlo del collasso sistemico, perché hanno accumulato livelli così alti di insolvenze, circa il doppio di quelli italiani, pur essendo il sistema bancario greco meno di un decimo come dimensioni di quello italiano, significa che quasi più nessun debitore è in grado di onorare i suoi impegni. 


Le casse dello stato greco ovviamente non sono in grado di sostenere le banche e di conseguenza la situazione è solo in apparenza migliorata, nella realtà sostanziale è molto peggiorata. In sintesi la Grecia era un paese fallito prima dell'intervento della Troika, ora lo è ancora di più. 

Prima lo si poteva salvare con un intervento di modesta entità a sostegno del governo e della popolazione, fra non molto lo si dovrà fare con un costo venti volte superiore e con esiti dubbi. Senza contare che i danni arrecati alla popolazione non saranno comunque sanabili, essendo in parte irreversibili. 

E qualcuno si pone ancora il dubbio sull'efficacia o meno delle politiche di austerity. I risultati dovrebbero essere ormai evidenti. Meno male che il governo italiano pare averlo capito e si sta muovendo in direzione opposta.

Claudio Martinotti Doria


Risultati immagini per Claudio Martinotti Doria



Articolo collegato: http://www.occhidellaguerra.it/grecia-crisi-banche/

mercoledì 17 ottobre 2018

Perdersi nel Parco di Marturanum, parlando di vegetarismo...



Risultati immagini per Parco Marturanum.

Domenica 28 ottobre 2018 si svolge una suggestiva escursione nel viterbese alla scoperta del Parco Marturanum. Percorreremo alcuni sentieri che si snodano attraverso la misteriosa necropoli etrusca di San Giuliano, nel comune di Barbarano (Vt). Notevoli sono i punti di interesse, in primis l’aspetto archeologico. Visiteremo numerose tombe etrusche di diverse tipologie ed epoche che vanno dal VII al V secolo a.C. 

Poi avremo modo di apprezzare il magnifico aspetto naturalistico della necropoli rupestre che fu realizzata all’interno e sui fianchi di una nascosta forra tufacea con un microcilma del  tutto particolare. Il percorso dura circa 4 ore, il dislivello è di circa 60 mt. Salvo condizioni metereologi avverse, l’appuntamento è per le ore 9,00 alla fermata metro B di Rebibbia. 

Obbligatorio l’uso degli scarponcini da trekking, abbigliamento consono alla stagione, e pranzo al sacco, durante il quale breve disamina di Franco Libero Manco sugli aspetti fondamentali della cultura vegetariana-vegana.

La partecipazione è gratuita. 

Claudio Di Marco, accompagnatore

Risultati immagini per Parco Marturanum.

Per ulteriori informazioni   tel. 338 3653094

martedì 16 ottobre 2018

Uscire dalla degenerazione sociale con l'intelligenza analitica


Risultati immagini per degenerazione della situazione sociale
 
Descrivere la degenerazione della situazione sociale e istituzionale del cosiddetto “mondo occidentale”, con particolare riferimento al nostro Paese, sarebbe solo una ripetizione ed elencazione noiosa di una molteplicità di argomenti e situazioni stressanti già conosciute da tutti voi...
 
E’ evidente a chiunque disponga ancora d’intelligenza analitica autonoma, che siamo ormai circondati, per non dire assediati, dalla stupidità, dall’egoismo, dal parassitismo, dalla spocchia, dall’aggressività,  ecc.. Finché il fenomeno è limitato alla società, influisce pessimamente sulla qualità delle nostre vite, ma i danni rimangono limitati alla sfera personale e locale.
 
Il problema si fa più grave e pericoloso quando gli stessi comportamenti sono adottati e manifestati a livello di leadership politica, ai massimi livelli istituzionali.
 
Il comportamento di molti leader di paesi importanti come la Francia, il Regno Unito, la Germania, gli USA, l’UE, ecc., lascia sgomenti per la loro stupidità e protervia, come se fossero completamente dissociati dalla realtà e imponessero d’autorità la loro visione ingiustificata e infondata della realtà, strumentale solo ai loro scopi. Che non sono quelli della popolazione da loro indegnamente rappresentata, ma sono esclusivamente pertinenti a una nicchia sociale esiguamente minoritaria, una élite finanziaria, i cui interessi evidentemente cercano di favorire, pur con scarsissime capacità e competenze individuali, soprattutto a livello strategico, tattico e propagandistico.
 
Da appassionato di storia ho l’impressione che l’attuale leadership “occidentale” stia manifestando una stupidità collettiva piuttosto pericolosa, che potrebbe sfociare in qualche conflitto bellico non solo regionale, come è avvenuto innumerevoli volte dal dopo guerra ad oggi, ma potrebbe estendersi a livello continentale se non planetario. Perché quando si perde “la presa” sul popolo, che non si beve più la disinformazione e mistificazione dei mass media mainstream, allora non rimane che inventarsi come al solito dei nemici esterni minacciosi per far deflagrare un conflitto, costringendo in tal modo la popolazione a sottomettersi nuovamente alla loro autorità, mettendola di fronte al fatto compiuto, promulgando leggi speciali e imponendo la legge marziale dando maggiore potere ai militari.
 
Se pensate che il mio solo allarmismo temo siate troppo ottimisti.
 
Finché si trattava dei Paesi Baltici e della Polonia, era anche comprensibile, con quello che hanno vissuto sulla pelle in passato, il nemico russo come spauracchio può ancora far presa, non fosse altro che per relegare sempre più ai margini le minoranze russe presenti in quei paesi. Ma quando anche i paesi scandinavi assumono lo stesso spauracchio e si aggregano tra loro per esercitazioni militari su vasta scala come se veramente si sentissero minacciati da un’inverosimile invasione russa, allora la situazione diviene preoccupante. E ho taciuto volutamente dell’Ucraina, perché lo ritengo uno stato nazista criminale, dopo il colpo di stato di quattro anni fa, che può reggersi solo fomentando la guerra con la Russia per ottenere finanziamenti esteri occidentali.
 
Non c’è un solo tema, argomento, evento, iniziativa, dichiarazione, ecc., che provenga dalla leadership europea e occidentale che si possa ritenere intelligente e fondata sulla cultura del rispetto.
 
Risultati immagini per degenerazione della situazione sociale

Ecco il punto. Oggi purtroppo si concepisce perlopiù il rispetto in chiave superficiale, ipocrita, esteriore, apparente, confondendolo con la gentilezza, la captatio benevolentia o la “moderazione”, e non si colgono le sue valenze profonde, la sua accezione più ampia, motivo per cui l’ho definita “cultura”, quindi non può limitarsi ad un atteggiamento, una tattica o un comportamento occasionale.
 
Dev’essere una cultura assimilata, un approccio esistenziale e propositivo permanente e perseverante, una scelta e stile di vita cui mantenersi fedeli, perché è l’unico modo che consenta di interagire con gli altri con pari dignità, tenendo conto degli interessi e diritti di tutti i partecipanti, alla ricerca di una comune condivisione e soluzione ai problemi, senza ricorrere all’uso della forza. Forza che perlopiù si presume di possedere, ma che ormai sono in molti a disporne (anche in eccesso), e non è misurandola reciprocamente e approssimativamente che si potranno mai risolvere le reciproche vertenze. Semmai dovrebbe essere l’intelligenza reciproca a essere misurata, il valore aggiunto dell’apporto di ognuno dovrebbe essere appunto costituito dalle idee, dall’esperienza, dalla disponibilità alla cooperazione, condivisione, mediazione, collaborazione, ecc., finché si trovi un punto di convergenza, sul quale elaborare piani, progetti, accordi, che poi dovranno essere rispettati. E qui ci risiamo col rispetto. Se non si rispettano gli accordi stipulati si perde credibilità, e allora si deve nuovamente ricorrere alla forza per giustificare la propria infedeltà agli accordi, che è la politica adottata continuamente dagli USA, che si ritengono esentati dall’adesione e dal rispetto di qualsiasi accordo precedente in base alle mutate esigenze contingenti.
 
Con comportamenti del genere la diplomazia perde qualsiasi efficacia, valore e funzionalità, diventa un puro esercizio di retorica e ipocrisia, un rituale esteriore vanificato, spogliato di ogni importanza e significato se non mediatico e propagandistico.
 
Che gli interessi siano contrastanti è ovvio, fa parte del gioco delle parti, ma il rispetto reciproco dovrebbe essere sacralizzato e si dovrebbe rimuovere solo ed esclusivamente quando un soggetto istituzionale si rende indegno, e in questo caso tutte le parti in gioco dovrebbero riconoscerlo senza mezze misure e ipocrisie, e il colpevole dovrebbe essere moralmente condannato. E non come avviene ora che tutti quanti si accodano al soggetto più forte, o ritenuto tale, anche se il suo comportamento è improntato costantemente alla mancanza di rispetto per chiunque non si allinei alle proprie decisione autoritarie.
 
Lo stesso discorso vale in ogni località nazionale nel gioco delle parti politiche avverse.
 
Se ci fosse la cultura del rispetto nei nostri politicanti (se ci fosse non sarebbero politicanti ma politici), l’obiettivo primario dovrebbe essere l’interesse della popolazione, e qualsiasi proposta dovrebbe essere vagliata con questo criterio, e non come avviene continuamente, falsificando l’interpretazione della realtà e dei dati econometrici solo per pervenire a dileggiare l’avversario, anche quando propone qualcosa di valido.
 
Se si applicasse come criterio privilegiato la cultura del rispetto, si perverrebbe ad approvare proposte favorevoli alla popolazione e alla nazione, e non solo agli interessi di esigue minoranze privilegiate, siano essere interne o esterne ai propri confini.
 
La cultura del rispetto costituisce le fondamenta di qualsiasi edificio politico istituzionale e sociale si voglia costruire, altrimenti sarà solo un bluff di breve durata, destinato a collassare alla prima occasione.
 
Per costruire una solida, condivisa e assimilata cultura del rispetto, occorrono alcune generazioni, ma si deve pur cominciare in qualche modo, iniziando da ogni singolo soggetto che dovrebbe sforzarsi di cambiare atteggiamento e comunicare con maggiore adesione alla realtà dei fatti, cioè in maniera sincera e non ipocrita e accondiscendente. Occorre rinunciare al quieto vivere e alla ricerca esclusiva dei propri interessi individuali e familistici, per iniziare a promuovere gli interessi comunitari e collettivi, riconoscendo attorno a sé non dei nemici ma semmai degli avversari temporanei, che solo tramite la comunicazione, intensa e rispettosa, potranno partecipare e collaborare riconoscendo il valore di quanto si propone, se effettivamente quanto esponiamo contiene qualcosa di valido.
 
Proseguire nel pregiudizio e delle critiche oltranziste non approda a null’altro che all’incomprensione e al collasso della convivenza pacifica, facendo il gioco del “divide et impera”, strategia da sempre applicata dai guerrafondai, che hanno tutto l’interesse a fomentare disordini e conflitti, essendo i possessori del mastodontico apparato industriale militare e della security.

Risultati immagini per degenerazione della situazione sociale
 
Urlare più forte o millantare credito non sempre identifica il vero detentore del potere, ma è la comprensione delle origini e delle dinamiche degli eventi e dei fenomeni e la loro accurata descrizione, la sola modalità che consente di limitare i danni o addirittura impedire che se ne arrechino, Comunicare in modo appropriato e realistico è ancora il mezzo più potente che esista per impedire ai facinorosi di prevalere, in tutti gli ambiti.
 
Pretendere il rispetto in ogni circostanza dovrebbe divenire una prassi consolidata, il confronto non dovrebbe mai essere considerato una sfida, una competizione, altrimenti si fa il loro gioco, e si è perdenti in partenza. Se veramente volete disarmare un avversario irrispettoso, applicate il rispetto fino in fondo, rivelando come stanno le cose, svelando gli altarini e gli espedienti, i trucchi e le mistificazioni e valorizzando esaustivamente quanto proponete come soluzione. Questo sarebbe un vero atto rivoluzionario, in un’epoca in cui si vorrebbe imporre l’omogeneizzazione del pensiero passivo, cioè l’accettazione delle falsità preconfezionate e mediaticamente propagate.
 
Più persone adotteranno la cultura del rispetto come stile di comunicazione e strumento propositivo, soprattutto nell’ambito di uno stesso gruppo omogeneo, come ad esempio una compagine di governo, e più aumenteranno le probabilità che col tempo tale modello di riferimento identifichi una “politica di valore” e diventi un modello di riferimento da emulare, in una sorta di contagio politico culturale positivo. Per riuscire in tale intento occorre essere fortemente motivati e saper perseverare, sapendo che il tal modo si fanno gli interessi di tutti in un mondo che, in netto contrasto, pressappoco tutti si dedicano ai propri.

Claudio Martinotti Doria 

Cav. Dottor Claudio Martinotti Doria, quello in basso ...

lunedì 15 ottobre 2018

Roma, 23 novembre 2018 - Società, economia e moneta positiva



  • Risultati immagini per Roma, 23 novembre 2018 - Società, economia e moneta positiva

  • Società, economia e moneta positiva  - 23 novembre 2018 dalle ore 15:30 alle 19:30 - Aula dei Gruppi Parlamentari - Via di Campo Marzio, 78,  Roma 

L'evento vuole porre le basi di una discussione su una Riforma del Sistema Monetario, per rimettere al centro degli obiettivi dell'economia tutte le persone ed il loro benessere.  Se non affrontiamo il problema del rapporto tra sovranità monetaria e debito, la Costituzione diventa un libro delle favole e la democrazia pura fantascienza.


Vogliamo stimolare un dibattito tra tutte le forze sane della società, per realizzare una rivoluzione culturale sul tema monetario, perché crediamo che l'attuale "moneta a debito" generi automaticamente una economia competitiva ed un aumento esponenziale delle disuguaglianze e della povertà nella nostra società, dove pochi privilegiati si arricchiscono a scapito di tutti gli altri.

Sono 5.000 anni che usiamo una moneta che genera solo debito e interessi, dalle tavolette di argilla della Mesopotamia, fino alle Lettere di cambio dei Templari, alle Note di Banco del 1300, alle Banconote ed alla moneta elettronica bancaria, mentre oggi esiste la possibilità, visto che non c'è più il legame con l'oro, di ripensare la moneta perchè diventi finalmente uno strumento di benessere per tutti e non di potere per pochi.


Oggi le persone hanno perso la consapevolezza che siamo noi a dare valore al denaro attraverso il nostro lavoro, e che lo Stato, che ci rappresenta, è l'unico che può e deve creare i soldi.


La moneta deve essere di proprietà dei cittadini e libera dal debito.


Ci aiuteranno in questo arduo ed ambizioso compito Antonino Galloni, Antonio Rinaldi, Fabio Conditi, Giovanni Zibordi, Marco Cattaneo, Orango Riso e Steve Keen, che condividono con noi la stessa voglia di cambiare la nostra società per farla diventare più equa e più giusta per tutti.


L'ingresso è libero e gratuito, ma è necessario richiedere l'accredito scrivendo  a moneta.positiva@gmail.com,  indicando nome e cognome, comune di residenza di ciascun partecipante. 

Obbligatoria anche la giacca per gli uomini, ma comunque a tutti è richiesto un abbigliamento consono al decoro dell'istituzione parlamentare.

L'immagine può contenere: 7 persone, persone che sorridono

domenica 14 ottobre 2018

Movimento dei Focolari di Roma. Manifestazione per dire basta bombe italiane sullo Yemen, 17 ottobre 2018

Risultati immagini per bombe sullo yemen
Risultati immagini per basta bombe italiane sullo Yemen,

«Oggi, dobbiamo condannare le bombe che cadono sui civili, donne e bambini, in Yemen e rilanciare l’appello promosso da questa Città della Pace il 27 gennaio 2018 affinché, nel rispetto della nostra Costituzione che «ripudia la guerra», si blocchi finalmente la produzione di bombe nelle zone di Iglesias e Domusnovas».

Così ha scritto, tra l’altro, il sindaco di Assisi Stefania Proietti nella lettera appello pubblicata dal quotidiano Avvenire all’indomani della ennesima strage di innocenti consumatesi lo scorso agosto con il bombardamento di una scuolabus nella città yemenita di Dahyan.

«Il mondo ha davvero bisogno di altri bambini innocenti per fermare la crudele guerra contro i bambini in Yemen?», ha affermato Geert Cappelaere, direttore regionale dell'Unicef per il Medio Oriente e l'Africa.

A 10 giorni dalla Marcia Perugia Assisi, dopo oltre un anno dalla bocciatura del parlamento italiano alle mozioni che chiedevano lo stop all’invio di bombe italiane all’Arabia Saudita, e interventi immediati per la riconversione del territorio da liberare da ogni ricatto occupazionale, crediamo che non esistano più giustificazioni per ulteriori perdite di tempo. 

Non bastano le dichiarazioni che rimbalzano competenze e responsabilità da un ministro all’altro, dalla Difesa agli Esteri.

Un parlamento che esprime la sovranità popolare deve prendere posizione attivando tutte le risorse di una responsabile politica internazionale, economica ed industriale.

Ma per ripudiare davvero la guerra, e le troppe complicità che la alimentano, non basta fare proclami o delegare alla mediazione dei parlamentari. 

Occorre ripartire sempre dalla coscienza personale e collettiva che si esprime nelle città che, come ci ha insegnato La Pira «non sono cumuli occasionali di pietra».

Per questo proponiamo un incontro pubblico con la sindaco di Assisi Stefania Proietti con rappresentanti della società civile, parlamentari, ecc. 

Roma - Mercoledì 17 ottobre 2018 dalle ore 17
Presso la sala Pozzo in via di Sant’Ignazio
Movimento dei Focolari Italia Città Nuova

Risultati immagini per basta bombe italiane sullo Yemen,

Notizia ricevuta da Marco Palombo

sabato 13 ottobre 2018

Critica positiva sul "Reddito di Cittadinanza" di Benito Castorina


Immagine correlata

Non so se quelli che si indignano e criticano il reddito di cittadinanza per il suo costo economico, siano gli stessi che non si sono strappate le vesti per la manovra salvabanche notevolmente più costosa. Io vedo nel reddito di cittadinanza molti aspetti positivi, che non sono sogni ma segni, che sollecitano la mia mente e per fortuna non la mia pancia che confesso avere altri interessi.

Qui mi urge adattare, all’attuale situazione politica, la mia massima: “Del tuo prossimo non osservarne i difetti per criticarli, ma i pregi, per emularli”; che diviene: Sulle buone iniziative di chi governa non sprecare la tua creatività per criticarle, piuttosto, investila per ricercare i vantaggi per il popolo italiano che sono anche i tuoi, per migliorarle, per sostenerle, per contribuire alla costruzione della cultura del bene comune.

Quelli che accusano altri di fare una costante campagna elettorale (in qualche caso, non a torto), nel pensiero dell’uomo della strada, accusano sé stessi. Nel caso del reddito di cittadinanza dimostrano un grande difetto di visione nel dire che si danno i nostri soldi agli stranieri, agli extracomunitari, in quanto salta l’occhio, che questa è una grande occasione anche per fare emergere la reale presenza numerica e realizzare, tra l’altro, un sistema di sicurezza in quanto, si presume, non ci saranno anonimi e sbandati, perché il valore di percepire il reddito di cittadinanza unito a quello di non perderlo, perlomeno, è determinante per scoraggiare azioni contro la legalità o la persona.

Presumo che i benefici che porta il reddito di cittadinanza, non sfuggano alla sensibilità e alla qualità dei lettori di Paolo, penso al problema demografico, oltre a quello della sicurezza citato, a quello della formazione professionale, dell’avvio al mondo del lavoro, della pace sociale, di una serie di effetti collaterali benefici che contiene o può suscitare. 

Che dire di una giovane coppia che unendo due redditi, può, finalmente, scegliere di mettere su famiglia, avere dei figli e avviare così il superamento del problema demografico? Di giovani in bilico tra illegalità e legalità, che hanno l’opportunità di scegliere quest’ultima? Di potersi alzare la mattina senza il peso di dover chiedere a trent’anni al papà e alla mamma i soldi per l’autobus? Della possibilità di questi “beneficiari” di risanare i boschi, affrancandoci dell’onerosissima multa che paghiamo alla UE per l’inquinamento da gas serra (abbiamo il 37% della superficie coperta da boschi, ma ci viene valutato circa il 3% per le condizioni in cui versano i nostri boschi)? 

Non mi dilungo ancora per non offendere la capacità dei tuoi lettori, Paolo, di elaborare ulteriori riflessioni positive, perché è di questo che abbiamo bisogno, piuttosto che farci male gratuitamente.

Ma una cosa mi preme dirla. Siamo avviati verso un sistema di automazione spinta che non sappiamo se arriverà domani. Questa automazione porterà all’eliminazione di infiniti posti di lavoro, ma grazie al Dio di tutti i popoli, “non siamo nati per viver come bruti…” ed è per questo che ci accorgiamo che nasceranno infiniti posti di lavoro per il godimento del tempo libero, per il benessere fisico e intellettuale, per una visione del mondo che va verso il bene comune, il volersi e volere bene. Una umanità senza dubbi, cioè senza se, ma anche e soprattutto un’umanità senza critiche, cioè senza ma! (in sintesi: ama il prossimo tuo perché è te stesso).

Benito Castorina - bcastorina@gmail.com


venerdì 12 ottobre 2018

Lilli Gruber - La regina de La Setta



Ha la configurazione perfetta di una statua posta a salvaguardia dell’antica magione del potere, ne incarna l’apparente serenità, nella fisicità minuta e proporzionale, una figura essenziale che potrebbe essere stata prodotta nei laboratori della Tyrrel Corporation, Lilli Gruber non ha sfumature, sbavature è esente da emozioni mediatiche: un organismo digitale.

Si sposta solo per assumere l’inquadratura obliqua più consona al suo aspetto, costruito in impegnative sessioni di trucco e anche l’abbigliamento è apparentemente semplice ma così studiato, da poter sembrare casuale.

Nella scelta degli ospiti è chirurgica, scientifica, il suo tavolo, circolare perchè “democratico”, è un laboratorio chimico dove costruire Verità consolidate e smantellare la bruttezza di quelli che non appartengono al gruppo degli Eletti, e non capiscono la sociologa-star di turno.

Lilli Gruber è giornalista di lungo corso e comunicatrice di alte capacità, ma il prodotto ispirato al più immaginifico produttore di fiction della storia, diventa, ed è giusto, puro intrattenimento, perché si sa che nei film non muore mai nessuno davvero, e a Otto e Mezzo nessuno dice quello che vorrebbe dire, ma solo quello che bisogna dire, per la Audience e il Grande Fratello (quello vero).

Gli ospiti a gettone, che sembrano stipendiati, interagiscono con la Conduttrice come se conoscessero già le risposte, attenti a non fare troppi complimenti a quelli là, gli appestati del governo fascista, xenofobo, ignorante e poco pulito, e l’insulto gratuito, la mistificazione, l’analisi spiccatamente di parte sono sport molto praticati negli ambienti vellutati delle camarille immarcescibili del Super-potere.

A Lilli non piacciono per nulla quelli che governano, ma la sua critica presto diventerà lombrosiana, il passato, per quanto squallido possa essere stato negli ultimi venti o trenta anni, sembra essere stato popolato da tanti Pericle o Adenauer, da De Gasperi o Quintino Sella, rispetto all’astio compresso che la sua postura non riesce più a controllare rispetto all’ignobile governo in carica.

Ed in effetti perché un vecchio filosofo imbolsito e prevedibile, un economista male in arnese o un Severgnini qualunque, tutti in crisi di identità e di consenso nei vari campi dovrebbero cedere il passo a questi poveracci, ecco che l’artiglieria del post-tiggi cerca riparo, costruendo teoremi (mancano i dossier alla De Lorenzo), spaventando, minacciando velatamente, oppure semplicemente rimuovendo, quell’altro universo che non riesce più a sopportare le disquisizioni surrealiste di Bersani.

Nonostante il tentativo di apparire contemporanea, la nostra Conduttrice, affoga in una nuova retorica da Tribuna Elettorale, dove non si capiva la domanda e neppure la risposta, ma soprattutto alla fine della trasmissione non si capiva perché usare quel tempo televisivo per non dire nulla. Ecco forse fuggire da questa inutilità di parte, da questa messa cantata, scontata e lunghissima, potrebbe far riflettere sul mondo diverso e lontano che esiste e resiste, e che alle statue di cera preferisce le persone in carne ed ossa.

Adriano Colafrancescoadrianocolafrancesco@gmail.com


Risultati immagini per Adriano Colafrancesco


Articolo collegato di  affaritaliani: Lilli Gruber, lo sguardo obliquo del potere