lunedì 16 aprile 2018

Il senso del peccato (che conviene alle religioni)


“I predicatori religiosi hanno convinto il mondo intero: “Voi siete peccatori!”. E ciò va bene per loro, poiché se non ne foste convinti i lor affari non potrebbero prosperare.  Dovete essere peccatori,  solo così continueranno ad esistere chiese, moschee e templi.” (Osho)



Alla base della riproduzione c’è il rapporto sessuale ma la sessualità non si ferma lì… Così avviene che per molti uomini e donne, con variegata scala di intensità e in diversi stadi della vita, possano manifestarsi pulsioni sessuali “altre” da quelle eterofile.
Ed è normale che sia così.  Il danno delle religioni sta nel fatto che hanno voluto condannare queste pulsioni creando il senso del peccato.  Alcune religioni hanno esteso il senso del peccato persino alla normale eterofilia, se non consacrata da un vincolo religioso e questa è stata una grande tragedia per tutta l’umanità.
Le religioni hanno poco o nulla di buono, quel poco di buono che forse hanno avuto in passato, ovvero la spiritualità naturale e spontanea tesa alla conoscenza di Sé (chiamalo “dio” se vuoi), è stata cancellata per interessi di mantenimento del potere acquisito sulle masse. Sommergendo le masse di norme etiche e morali che sono a volte impossibili da soddisfare, consentendo però che venissero trasgredite purché “confessate” come peccati, di cui pentirsi…
Di tale ipocrisia e finzione ne abbiamo avuto abbastanza ed il recupero di una laicità spirituale, a tutto campo, compresa una laicità sessuale, è l’unico modo per riscattare l’uomo dalle gabbie in cui volente o nolente è stato rinchiuso dalle religioni e dalle ideologie…
Paolo D’Arpini

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