giovedì 7 settembre 2017

In difesa di Marco Minniti, il capro espiatorio dei pacifinti


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A me pare che Marco  Minniti, che si è limitato a chiedere alle ONG, notoriamente finanziate, almeno in parte, da un grandissimo criminale,  abbia dimostrato un minimo di correttezza, controllo e trasparenza, visto che queste Ong sono riuscite a privatizzare, insieme ai loro referenti nei paesi africani, il più grande fenomeno sociale del momento, e che abbia fatto il minimo e lo abbia fatto bene, anche tentando di intervenire su tutte le parti nel bene o nel male coinvolte nel fenomeno in Libia e in Africa. Grande è il suo merito per essersi rivolto anche ad Haftar, unica presenza istituzionale degna e anticoloniale in Libia.

Tutta la combriccola pacifinta e disonesta dei dirittoumanisti, basata sull’accoglienza senza se e senza ma (Boldrini, Saviano, Manconi, Ciotti, papa, Soros...) non vuole capire (o non vuole ammettere) che il fenomeno "immigrazionista" non è un fenomeno, ma un’operazione con una  precisa strategia, parallela al neoliberismo della cosca finanziaria che ha impoverito i ceti subalterni dell’Occidente, e che consiste nello svuotare i paesi di provenienza del loro futuro promuovendone l’emigrazione delle generazioni che dovrebbero costruirlo, con contemporanea destabilizzazione sociale, economica e culturale dei paesi d’approdo.

La cosa mostra chiari parallelismi con la mistificazione Regeni (infatti sono gli stessi a diffonderla), che da collaboratore di pendagli da forca, spioni e assassini, diventa un "ricercatore progressista". E serve anche, contro le geremiadi di chi si straccia le vesti sul palazzo di Piazza Indipendenza, vedere che cosa è venuto fuori dalle indagini su quel vero e proprio covo di malaffare, cogestito da malviventi anche del movimento per la casa, un tempo vanto delle lotte romane e italiane (vedi Lotta Continua, San Basilio, Via Tibaldi a Milano...)

(F. G.)


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Commento/integrazione:

" non ho alcuna simpatia per Minniti (già collaboratore di D'Alema all'epoca della guerra in Jugoslavia e che certamente non si oppose all'attacco alla Libia nel 2011), 
però se il governo italiano dimostra un minimo di autonomia e di iniziativa e fa finalmente tre cose giuste (riallacciare i legami con l'Egitto, chiedere conto a Cambridge della reale attività di Regeni in quel paese, riallacciare relazioni anche con il gen. Haftar, che in questo momento rappresenta l'ala nazionalista-laica-patriottica della Libia, a differenza dei tagliagole di Misurata e della Fratellanza Musulmana), allora bisogna darne atto..." (V.B.)

1 commento:

  1. Commento di Paolo Sensini: “Il compito dei burocrati governativi balzati agli onori della cronaca negli ultimi anni è consistito, principalmente, nel fomentare conflitti e aumentare il tasso di caos sociale esistente. Da questo punto di vista l'invasione massiva di finti profughi è una componente, e non certo la meno rilevante, per moltiplicare la conflittualità e il malcontento orientandoli verso ambiti della società che non disturbino i manovratori. Per questo la rabbia esplosa in ogni territorio della penisola non solo non crea problemi ai trinariciuti della Casta, ma è esattamente l'obiettivo che essi desiderano ottenere. Poi ci penseranno i mezzi di distrazione di massa e la psicopolizia a fare tutto il resto.”

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