venerdì 30 settembre 2022

Vittoria della Meloni o della Agenda Draghi...?

 


La vittoria di Giorgia Meloni – vittoria scontata vista l’assoluta inconsistenza politica degli avversari dichiarati, e segnatamente del PD – ha suscitato entusiasmi tra i “sovranisti” e i “populisti” di destra europei e financo extra-europei. Marine Le Pen ha parlato di un prossimo governo italiano “patriottico e sovranista”. Commenti positivi sono venuti anche dai neofascisti spagnoli di Vox, dal governo di estrema destra brasiliano di Bolsonaro, e dal governo conservatore di destra della Repubblica Ceca. Soddisfazione anche da parte del governo ultra-reazionario della Polonia e da parte del partito di estrema destra xenofoba che ha vinto le elezioni in Svezia. Più articolata la posizione del governo di Orban in Ungheria - notoriamente contrario all’invio di armi in Ucraina e alle sanzioni alla Russia “imposte dalle elite di Bruxelles” - che ha espresso la speranza che il nuovo governo italiano “lavori per la pace ed il rilancio economico dell’Europa, e per alleviare la crisi energetica” innescata dalle tensioni internazionali tra NATO e Russia e dalle sanzioni.

In realtà si tratta di illusioni e false aspettative. Dalle dichiarazioni della Meloni e dei suoi collaboratori, fatte già prima delle elezioni, in cui si parla di “senso di responsabilità” e fedeltà assoluta alla NATO e all’Atlantismo, si capisce che la politica della Meloni procederà su un binario obbligato e non sarà sostanzialmente diversa da quella dell’ex governo di Draghi e del PD.
Questa politica è basata su tre principi fondamentali:
  • Fedeltà assoluta agli USA e alla NATO con relativo sostegno militare incondizionato per la guerra in corso, ed inasprimento delle sanzioni alla Russia anche se ci danneggiano.
  • Adesione incondizionata agli ordini atlantisti e neo-liberisti provenienti dalla UE e da Bruxelles, anche per aggirare le minacce e i ricatti economici fatti dalla Von Der Leyen e dai burocrati della Ue nei confronti dell’Italia (l’ex defenestrazione di Berlusconi docet).
  • Adesione agli ordini della grande finanza internazionale e del grande capitalismo.
Il governo statunitense ha già fatto sapere che non è preoccupato della vittoria di Fratelli d’Italia dichiarando per bocca del sottosegretario al Dipartimento di Stato che: “siamo impazienti di lavorare con qualsiasi governo esca dalle elezioni italiane, per far avanzare i nostri valori comuni”. Più prudente la posizione della Federazione Russa che si è dichiarata pronta a collaborare “con i governi che si dimostrino costruttivi nei confronti della Russia”.

D’altra parte Fratelli d’Italia - nonostante qualche nostalgia ideologica per il Fascismo (che è stato l’unico argomento usato da Letta nella sua fallimentare campagna elettorale, in cui è stato incapace di presentare un programma coerente che possa fronteggiare i drammatici problemi che ci sono di fronte) - è ormai essenzialmente un partito conservatore. Esso, anche sulla base di precisi studi sociologici, rappresenta la massa cresciuta a dismisura delle classi medie produttive del centro-nord (lavoratori autonomi a partita IVA, piccoli imprenditori, impiegati, ed anche operai e altri lavoratori timorosi della concorrenza degli immigrati, ecc.), che si illudono di difendere le proprie posizioni di fronte alla crisi imminente. Dall’altro lato troviamo il rinascente Movimento 5 Stelle che, liberatosi della zavorra del piccolo avventuriero Di Maio finito nella discarica e dell’imbarazzante alleanza con il PD, ha trovato nuova linfa nella parziale difesa dei redditi dei cittadini precari e sotto-occupati presenti soprattutto in molte zone del Sud; ed è anche l’unico partito di massa che ha avanzato qualche dubbio sull’opportunità  di mandare armi sempre più potenti per alimentare la guerra in Ucraina, e che mette in guardia – per bocca di Conte - sui drammatici pericoli costituiti dall’escalation in corso.

All’estrema sinistra alcune piccole formazioni con programmi pacifisti e di ampie riforme sociali non riescono a per ora sfondare e ad uscire dallo stato minoritario.

Complessivamente la politica italiana, sia quella dei partiti vincitori delle elezioni, sia quella dei partiti che costituiranno l’opposizione più tradizionale e moderata (come il PD o forse il partito di Calenda, se non passa alla destra) appare incapace di valutare i drammatici pericoli ed i problemi che ci sono di fronte. Il rifiuto di intavolare trattative con la Russia sta conducendo ad un’escalation in cui si comincia a parlare anche di armi nucleari. La crisi energetica che si manifesterà soprattutto questo inverno a causa del perdurare delle sanzioni, provocherà inflazione, chiusura di imprese, licenziamenti, abbassamento del tenore di vita con conseguenze imprevedibili. Non sarà certamente il governo conservatore ed atlantista della Meloni a poter far fronte alla situazione in maniera adeguata.

Vincenzo Brandi

 

 



Integrazione - commento di Marco Palombo: 

Il 28 settembre a Praga c'è stata un'altra grande manifestazione contro il governo ceco in carica e ha reso evidente la contraddizione  della politica estera della Meloni.

Il tema principale: opposizione alla guerra, e alle sanzioni alla Russia

Il governo di Praga in carica è guidato da un partito che al parlamento Europeo è nel gruppo Conservatori insieme a Fratelli d'Italia. Il capo del governo dopo le elezioni italiane si è detto "ansioso di poter collaborare con il governo della Meloni" Ansioso nel senso che vorrebbe collaborare subito, non perché ne sia preoccupato.

Nella piazza, ed ha parlato dal palco, a contestare il governo ceco era presente anche il partito di estrema destra tedesco AfD che si è congratulato con la Meloni per la vittoria elettorale ed ha detto "Dopo la Svezia questa è un' altra vittoria della ragione"...  
Per la cronaca era presente sul palco e in piazza anche il Partito Comunista e il partito, forse, socialdemocratico, che rappresenta l'opposizione di sinistra più grande nel parlamento.

Ed anche la Le Pen, che si è detta contenta della vittoria di FdI, ha sulla guerra in Ucraina una posizione direi opposta a quella della Meloni.

Vedremo cosa succede, dispiace che ora si scoprirà pacifista chi in questi anni ha frenato l'opposizione alla guerra ma che, se la guerra la fa la Meloni, scenderà di nuovo in piazza...





giovedì 29 settembre 2022

Back to the Streets! Say NO to U.S. Wars!



In recent weeks, there have been important developments in Ukraine.  In four territories in the Eastern and Southern part of the country there have been referenda for the people to choose if they want to become part of Russia, there has been a partial mobilization of reserve forces in Russia, a Ukrainian offensive in Kherson and economic fallout from the US/EU imposed sanctions that seem to be sinking the economies, especially of NATO countries.  


Today working people face escalating costs of food and energy, recession, growing insecurity and attacks on efforts to unionize. The continuing wars and military provocations have brought us to the brink of nuclear war.

During this election period, the continuing wars, military provocations and the war caused inflation and recession is getting little attention, yet we have been brought to the brink of nuclear war.  It is time for us to be back in the streets to demand an end to US wars and provocations.


While the U.S. pours more weapons into the proxy war in Ukraine–holding open the possibility of direct confrontation with nuclear-armed Russia–the war fanatics in Washington seem determined to start even more fires around the world. Nancy Pelosi’s China provocation trip to Taiwan; hints that the U.S. may be moving towards strikes against Iran; and reports that new U.S./South Korea war games will practice a "decapitation" strike against the north (DPRK): all show the urgent need to speak out.





https://unac.notowar.net/register-your-action-no-to-u-s-wars/


mercoledì 28 settembre 2022

Risparmio energetico. Il clima sta cambiando... perché noi no?



Ben 328 miliardi di euro di ritorni economici, accanto alla creazione di oltre 2 milioni di posti di lavoro e al risparmio di 614 miliardi in ambito sanitario e produttivo. Ma, soprattutto, la possibilità di aumentare la sicurezza energetica nazionale, tagliando la spesa fossile di 1.914 miliardi di euro con l’obiettivo da raggiungere le zero emissioni al 2050. A calcolarli è “Net Zero E-conomy 2050“, lo studio redatto da Enel Foundation e The European House – Ambrosetti e presentato in occasione del forum di Cernobbio (https://www.ambrosetti.eu/).

Lo studio mette in evidenza molto chiaramente la eccessiva dipendenza dell’Italia dal gas e i vantaggi molto evidenti che una “riduzione accelerata dell’uso delle fonti di energia fossile può portare proprio a chi oggi ne fa un uso smodato” come ha affermato Francesco Starace, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Enel. Anche queste voci autorevoli sono però oscurate dalla politica nostrana, che ha nel gas e nel possibile ripristino del carbone la carta che preferisce adottare in emergenza.

Purtroppo, sul fronte delle energie rinnovabili, l’Italia è attualmente ancora lontano dal target 2030 (otto punti percentuali dall’obiettivo di portare al 30% le FER nei consumi finali). La situazione peggiora se si proietta lo sguardo al 2050, quando il gap tra risultati raggiunti e zero emissioni nette dovrebbe salire a 60,7 punti, stando all’attuale trend. La cosa stupefacente è che il bilancio di riduzione di spesa sarebbe favorevole sulla base di investimenti per 3.351 miliardi di euro; una spesa ben al di sotto di quella richiesta da minori ambizioni climatiche ed energetiche, grazie ai maggiori vantaggi sociali, economici, ambientali e di salute.

Francesco Starace ha già spinto per la soluzione ad eolico galleggiante a Civitavecchia al posto di un turbogas da 1860 MW.

Ma quale piano avrà il Governo? Quali sono gli interessi allora che bloccano questa direzione della transizione energetica?

La verità è che l’invasione dell’Ucraina e la pratica delle sanzioni hanno sconvolto completamente il mercato energetico, ritardando l’introduzione delle rinnovabili e facilitando una speculazione inedita sul mercato dei fossili provenienti da sorgenti sempre più lontane e con trasposto di metano liquefatto da Paesi poco affidabili, per cui l’ENI non viene certo messa in ansia da Draghi e Cingolani (che hanno steso i contratti sul gas sotto la supervisione di Descalzi!).

La generalizzazione del riarmo imposta dagli Stati Uniti ai paesi della NATO non significa semplicemente che l’economia di guerra costituisca la continuazione e il prolungamento dell’economia di mercato che si è drammaticamente inceppata. Significa che i blocchi si ricostruiscono non più su basi prevalentemente ideologiche, ma che – mentre geopolitica e biosfera si toccano da vicino – i limiti ecologici del sistema Terra impongono una riconversione della merceologia e della geografia delle fonti energetiche. Questo era richiesto dalla Cop di Parigi, ma in forma di cooperazione, non di conflitto militare. Una riconversione energetica che blocchi le emissioni climalteranti non può nascere certo solo interrompendo nell’immediato la dipendenza dell’Unione Europea dai fossili di Eurasia e, contemporaneamente, avvicendando la provenienza delle fonti – ancora! – di gas, petrolio e carbone dalle sponde atlantiche e mediorientali, a costi più alti e con sprechi energetici più elevati. Le proposte approvate prevedono un aumento di combustione di carbone, la riattivazione e la prospezione di nuovi giacimenti di metano, il potenziamento e la costruzione di nuovi gasdotti nonché l’ancoraggio nei porti di navi e rigassificatori con l’importazione di pari quantità di combustibili da Paesi di non comprovata affidabilità.

Quel che nei fatti si vuole, è che l’indispensabile riconversione alle rinnovabili ritardi il più possibile e, per il futuro, l’Europa non diventi dipendente dalle tecnologie cinesi (solare, fotovoltaico, batterie elettriche e idrogeno) che le permetterebbero di cogliere gli obbiettivi del Green New Deal cambiando volto al mercato.

Contrariamente alla politica succube degli stati Uniti, la Germania ha annunciato lo stanziamento di 200 miliardi di euro da investire nella conversione energetica rinnovabile entro il 2026. I fondi dovranno essere impiegati per stazioni di ricarica per i motori elettrici, impianti di creazione di idrogeno, oltre che per calmierare l’aumento dei prezzi energetici, con un intervento pubblico consistente.

Infatti, la crisi energetica ha portato alla decisione tedesca di nazionalizzare Uniper, il principale fornitore di gas per la Germania. Berlino, infatti, punta a controllare il 98,5% della società. A cosa è dovuta la mossa della Germania?

Il problema è che Uniper in questi mesi ha accumulato circa 8 miliardi e mezzo di perdite legate al gas, perché le interruzioni delle forniture russe hanno costretto la società a comprare combustibile fossile da altri esportatori, principalmente Gnl via nave, a costi molto più alti.

Di conseguenza, Uniper, diventata pubblica sarà in grado di assicurare la sicurezza degli approvvigionamenti energetici al Paese.

Berlino intende così prendere in mano direttamente la compagnia e garantire maggiore stabilità ai mercati energetico almeno fine del 2022. Anche la Francia si sta muovendo per nazionalizzare ulteriormente EDF. Da noi nulla di tutto questo: gli extraprofitti di ENI vanno in gran parte agli azionisti privati, mentre le bollette di famiglie e imprese crescono senza sosta.

 Mario Agostinelli



Fonte: La Bottega del Barbieri


martedì 27 settembre 2022

Viterbo. Massimo Erbetti ringrazia...

 


57.626 volte grazie a tutti gli elettori che hanno scelto di mettere la X sul simbolo del Movimento 5 Stelle e di conseguenza sul mio nome per l’uninominale al Senato della Repubblica, un risultato inimmaginabile solo pochi mesi fa e se questo è stato possibile è grazie all’impegno, la capacità e le competenze del Presidente Conte.

Una rimonta che se da una parte mi fa esultare e guardare con ottimismo al futuro, dall’altra, vedendo molti italiani delusi, amareggiati, confusi e preoccupati, mi genera tristezza. A tutti questi elettori voglio dire di farsi coraggio e tenere alto il morale, perchè come M5S giorno dopo giorno, nelle aule parlamentari, nelle sedi istituzionali e anche fuori da esse, noi lavoreremo per impedire a questa nuova maggioranza parlamentare di stravolgere la Costituzione, di calpestare i diritti civili e di fare la guerra ai poveri e agli ultimi. 

Non permetteremo a nessuno di toccare le nostre riforme contro la precarietà, le disuguaglianze, la corruzione. Non molleremo di un centimetro, anzi faremo in modo di crescere ancor di più per portare avanti il cambiamento sociale e culturale che abbiamo appena iniziato.

Massimo Erbetti M5S di Viterbo



Yankee vs Russia. Armi nucleari...?



In merito alla discussione sulla possibilità di utilizzo di armi nucleari da parte degli Stati Uniti e della Russia.

La dottrina nordamericana consente l'uso di armi nucleari in caso di minaccia agli interessi degli Stati Uniti, dei suoi alleati e partner. Quella russa - solo in risposta a un attacco, quando sia minacciata l'esistenza stessa dello stato. Per confronto:
🇺🇸«Gli Stati Uniti considererebbero l’impiego di armi nucleari solo in circostanze estreme per difendere gli interessi vitali degli Stati Uniti, dei suoi alleati e partner. Estreme circostanze potrebbero includere significativi attacchi strategici non nucleari. Significativi attacchi strategici non-nucleari includono, ma non esauriscono, attacchi contro popolazione civile o infrastrutture degli USA, alleati o partner, e attacchi a forze nucleari statunitensi o alleate, a loro strutture di comando e controllo, o alle loro capacità di allarme e valutazione degli attacchi».
🇷🇺«Condizioni che rendono possibile l’impiego di armi nucleari da parte della Federazione Russa:
La Federazione Russa si riserva il diritto di utilizzare armi nucleari in risposta all'uso di armi nucleari e altri tipi di armi di distruzione di massa contro di essa e (o) suoi alleati, nonché in caso di aggressione contro la Federazione Russa con l'uso di armi convenzionali, quando l'esistenza stessa dello Stato sia posta a rischio».

A cura di Antonio Castronovi











lunedì 26 settembre 2022

"Meloni freschi, meloni belli... - Una riflessione post elettorale

 

Meloni freschi, meloni belli... 

Beh, il ferro  meglio batterlo finché è caldo... Allora pare inevitabile che il nuovo governo venga affidato al centrodestra, soprattutto per lo scatto in  avanti della Meloni che si aggiudica il primo posto con il 26%. Sarà lei a guidare il prossimo esecutivo? Metto un punto interrogativo perché sappiamo che in Italia non c'è mai nulla di certo, bisognerà sentire il parere di zio Sam e di zia Ursula, sono loro che decidono. 

E se ci sarà un “placet” dei poteri forti sarà comunque provvisorio e condizionato alle proposizioni della cavalla  Meloni che -comunque- già si è allineata agli ordini di scuderia: Russia kaputt e fedeltà alla Nato! 

Poco importa se queste scelte andranno ulteriormente a detrimento dell'Italia, che lei afferma di voler difendere. Difendere da chi? Ma probabilmente la Meloni favorita vincerà il palio, salvo dispettucci dei suoi compagni scuderia delusi ed umiliati. E non solo questi. Infatti se dovranno essere prese decisioni gravi riguardo alla guerra e sue drammatiche conseguenze, non potrà accollarsele solo la Meloni, giocoforza dovrà formarsi un altro “Governissimo” in modo che le responsabilità siano condivise fra tutti i figuranti del Parlamento, tutti schierati dalla parte dello zio Sam e della zia Ursula, come da copione atlantista. 

La nostra povera Patria non avrà nessun Ettore Fieramosca a difenderne l'onore, non solo per l'astensionismo galoppante ma soprattutto perché le liste alternative si sono presentate disunite al torneo ed hanno perso il gagliardetto d'ingresso in parlamento, al massimo potranno continuare a lamentarsi in parlatorio. 

A battersi il petto anche le forze della pseudo-sinistra democratica  ridotte al lumicino per mancanza di idee e di stile, l'ex democristiano Letta ormai ha perso ogni credibilità. 

Una qualche flebile difesa degli interessi italici resta in mano ai cinque stelluti che -tutto sommato- hanno dimostrato di essere più efficienti all'opposizione che al governo (basti vedere la triste fine del bibitaro).

Comunque è ancora presto per fare previsioni azzeccate, restiamo in trepida attesa degli eventi!

Paolo D'Arpini



Articolo collegato: 




Commentino di Jure Eler: "Su SWG hanno aperto le scommesse su quale sarà la prima frase da Premier della Meloni. "Spezzeremo le reni alla Russia" è dato 3:1"




domenica 25 settembre 2022

...qualunque sia l’esito delle votazioni del 25 settembre 2022...



 ...qualunque sia l’esito delle votazioni del 25 setttembre 2022:

  1. La natura planetaria dello scontro è destinata ad aggravarsi, con immense ripercussioni sul piano interno.
  2. Per quanto riguarda l’Italia, i nostri governi fantoccio saranno costretti a proclamare lo stato di emergenza con collegata sospensione di tutte le garanzie costituzionali.
  3. Saranno presi provvedimenti per una sorta di «mobilitazione» militare, civile, industriale, che «giustificherà» misure coercitive e repressive, cento volte più dure delle precedenti: sul piano sanitario, potrebbe essere resa obbligatoria «erga omnes» (ivi compresi i lattanti) la «vaccinazione» obbligatoria; sul piano dei media, sarà ostacolata ogni emissione  alternativa, radio, televisiva,  internet, ecc, che non sia stata preventivamene autorizzata dalla censura.
  4. Di fatto, dovremo sopravvivere sotto la legge marziale.

 

Sarà pertanto urgente costituire, da subito, un «governo ombra» che dovrà guidare una resistenza interna e costuire un punto di riferimento per tutte le decisioni quasi quotidiane di contrasto e, al momento opportuno, di risposta, avendo sempre, come stella polare, il ripristino integrale della Costituzione.


Ma per poter agire, questo Governo Ombra, dovrebbe dotarsi  dei mezzi idonei, evitando accuratamente ogni comunicazione via internet (controllato dal sistema). Un Gruppo di Lavoro apposito potrà  curare le modalità tecniche che assicurino la copertura e la continuazione delle comunicazioni indipendenti.

 

Bisognerà quindi studiare la migliore allocazione di un nostro centro di comunicazioni riservate, possibilmente in uno Stato neutro o non allineato, magari fuori dall’Europa. Lo stesso stato ove, in caso di necessità, possano convergere i membri del Governo della Resistenza.


Indipendentemente dall’esito delle elezioni, avremo ormai un seguito tale che non sarà difficile costituire sia questo Governo della Resistenza, sia una Assembea allargata di un centinaio di membri che legittimino il programma del Governo Ombra, al più presto,  tenendo presente che la situazione può precipitare da un momento all’altro e, a quel punto, non avremmo più il tempo e l'agio di coordinarci ed agire.  (A. C. A.)




Tanto per esserne a conoscenza:    
https://youtu.be/FKo3GFdO_cQ

sabato 24 settembre 2022

Ursula von der Leyen annuncia sciagura... se le elezioni in Italia vanno male...

 


Ursula von der Leyen dice che se le elezioni in Italia "vanno male", loro, cioè la commissione europea, "ha gli strumenti".

Mancava l'aggiunta "faremo un'offerta che non possono rifiutare" e la metamorfosi della baronessa in don Vito era completa. 

Per comprendere il funzionamento del modello "democratico" europeo (l'unico modello, ricordiamolo, in cui il parlamento eletto dai cittadini europei NON elegge l'esecutivo, cioè la Commissione) basta vedere l'ultimo esercizio di democrazia nei confronti dell'Ungheria. 

L'Ungheria ha un governo di tipo clerical-conservatore. Non precisamente il mio paradigma preferito, ma gli ungheresi continuano a sostenerlo da parecchi anni con il loro voto (e con un'affluenza alle urne con oltre il 70%). 
Anche la Polonia ha un governo di tipo clerical-conservatore, in effetti molto più clericale e autoritario, e con all'opposizione un altro partito di destra. 

In prima battuta da Bruxelles si è ritenuto di far sapere che entrambi i governi, per quanto eletti con ampie maggioranze in libere elezioni, non rappresentano la democrazia europea e andranno sanzionati.  E già qui qualcuno che fosse rimasto aderente alla vetusta nozione del rispetto del voto popolare, anche quando sgradito, potrebbe sollevare un sopracciglio.

Ma poi, siccome la Polonia è un fervente sostenitore della Nato contro la Russia, mentre l'Ungheria cerca di mediare con la Russia, allora d'un tratto l'Ungheria, e la sola Ungheria, viene dichiarata un "regime ibrido di autocrazia elettorale" (ottima definizione, me la segno per il Draghi 2). E per questo, perché i valori democratici non sono negoziabili, vivaddio, si procederà a sospendere l'erogazione dei fondi del Recovery Fund finché Budapest non emendi i propri comportamenti.


Naturalmente non si è mosso ciglio nelle proverbiali culle del libero pensiero occidentale. La pletora di giornalisti a libro paga, di maggiordomi di Washington e di beoti che si informano al tiggì non sono da tempo più in grado di discernere alcuna forma di doppiopesismo e pretestuosità. 

L'atteggiamento di fondo - ma non ammesso neanche con se stessi -  di questa gente, che è maggioranza nel paese, è: "tagliamo corto, se viene incontro alle mie opinioni è giusto e chi non è d'accordo, se non si può difendere, va schiacciato."

Lo abbiamo visto nell'esibizione di ferocia sprezzante contro i dissenzienti nel periodo pandemico, così come lo vediamo nei continui doppiopesismi per cui ciò che vale per l'Ucraina non vale per il Kossovo, ciò che vale per la Russia non vale per Israele, ciò che vale per Taiwan non vale per l'Iraq, ecc. ecc. 

E' gente che ha una concezione dei rapporti di ogni genere completamente ed esclusivamente legati all'idea che il più forte ha sempre ragione, un concetto che ha avuto i suoi giorni di gloria negli anni Trenta del '900, ma che nell'Occidente liberaldemocratico è travestito con un vello di morbido dirittumanismo, di buonismo sceneggiato, di fuffa sentimentalprogressista. 

Viviamo nell'epoca più falsa e ipocrita della storia, il regno dei sepolcri imbiancati, della malafede e della prevaricazione sorridente divenute seconda natura. La violenza e il ricatto illimitato di cui siamo portatori sono dissimulati in modo da non consentire ai più di vederla e di reagirvi, e questo rende i regimi attuali i più insidiosi che la storia abbia conosciuto.

Andrea Zhok













venerdì 23 settembre 2022

Ingerenze nelle elezioni del 25 settembre 2022 - "Ha stato Putin... o lo zio Sam?"


Alcuni politici italiani soggetti ad ingerenze "estere"

In queste ore sono tanti gli articoli che parlano di ingerenze russe nella politica europea ed italiana.

Si parla di oltre 300 milioni di dollari dal 2014 nel tentativo di condizionare politici e funzionari in una ventina di paesi, così quanto riferito dall’intelligence statunitense. Speriamo che venga fatta chiarezza il prima possibile, qualora fosse vero.
Ma la domanda sorge spontanea: preferiamo essere pagati in dollari o in rubli?

Perché se da una parte Letta continua a denunciare le presunte ingerenze russe nella politica italiana (soprattutto riguardo alle elezioni del 25 settembre), dall’altra dobbiamo ricordarci che dal dopoguerra ad oggi non siamo mai stati liberi.

Siamo una colonia nordamericana, nulla di più.


Abbiamo nel nostro paese decine di basi Nato, migliaia di soldati statunitensi e centinaia di testate nucleari che non sono sotto il controllo dello stato italiano.

La CIA, nel nostro paese, gestiva l’operazione Gladio dove estrema destra e criminalità organizzata si erano unite per andare contro una eventuale vittoria dei comunisti. Vittoria elettorale, sia chiaro, mica la rivoluzione.

La CIA era a conoscenza del golpe borghese, che prima appoggiarono salvo poi, una volta rassicurati sul totale asservimento della politica italiana, bloccarono. Golpe che aveva come scopo quello di instaurare una dittatura post fascista nel nostro paese.

La CIA ha architettato la strategia della tensione per isolare le parti politiche estreme e rafforzare partiti servili come la democrazia cristiana. I nordamericani cacciarono nel ’48 I comunisti dal governo del nostro paese, non i russi.
Questo piccolo vademecum sulle interferenze nordamericane riguarda esclusivamente il nostro paese, ma potrei parlare per giorni di tutti quei paesi dove gli USA hanno appoggiato, rovesciato, ucciso e delegittimato a loro uso e consumo. Dal Cile di allende a Taiwan con Pelosi...
Abbiamo bisogno di una politica che riporti sovranità alla nostra nazione.

Nicolas Gabrielli

Ingerenze degli Stati Uniti in politica estera



Commento di Antonio Castronovi: "La democrazia europea spiegata facile che più facile non si può. Qualunque cosa decida democraticamente il popolo, il futuro dell’Italia lo decidono comunque i banchieri di Bruxelles. Finanche partecipare a una guerra mondiale. Siamo in ostaggio. Quando lo capirete?"


La Repubblica:  
"Se le cose vanno in una direzione difficile - ho già parlato di Ungheria e Polonia - abbiamo gli strumenti...". In maniera così esplicita la Commissione europea non aveva mai parlato in questi giorni. Il messaggio lanciato dalla presidente dell'"esecutivo europeo", Ursula von der Leyen, è qualcosa di più di un messaggio. È un vero e proprio avvertimento.


giovedì 22 settembre 2022

Vladimir Putin e Xi Jinping: "Noi ve lo diciamo, ora fate voi" - AD UN PASSO DALLA GUERRA TOTALE MA PRIMA TOCCA ALL’EUROPA...



AD UN PASSO DALLA GUERRA TOTALE MA PRIMA TOCCA ALL’EUROPA...

Lo zio Sam ha ottenuto quello che voleva. Quello che ha perseguito per anni, finanziando il corrotto presidente dell’Ucraina, provocare la Russia fino al punto di non ritorno, confidando nella debolezza di Putin e commettendo ancora un tragico errore: la Russia non si piegherà mai e Putin nemmeno. C’è solo un modo per tentare di eliminarlo: portare la guerra totale a casa sua. Ma anche in questo caso, la Storia è sempre stata diversa.

Favorendo i referendum di annessione alla Russia delle regioni ucraine orientali del Donbass (Luhansk, Kherson, Zaporizhzhia e Donetsk) – adesso non si parla più di repubbliche indipendenti, massacrate dai neonazisti ucraini - lo scenario di guerra cambia radicalmente: se Zelensky, il corrotto comico cantante, cioè la Nato, colpirà quelle regioni, colpirà la Russia! Putin il 21 setttembre 2021 sera ha messo in pre-allarme tutti i riservisti dell’esercito (300mila soldati. Un decimo dell'esercito a disposizione) e ha di nuovo messo in guardia l’Occidente: "Nella sua aggressiva politica anti-russa, l'Occidente ha superato ogni limite. Sono loro a ricattarci sull'uso delle armi atomiche. Ma all'Occidente dico: abbiamo tantissime armi con cui rispondere. E useremo ogni strumento per difendere il nostro popolo".

E non c’è alcun dubbio che lo farà con l’appoggio di tre quarti del mondo intero.

Questo lo zio Sam lo sapeva, lo voleva e lo ha ottenuto con l'aiuto dell'Unione Europea. Sono mesi che chi ha un briciolo di cervello mette in guardia da questo scenario apocalittico: la Nato ci porterà tutti in guerra!

I capetti europei, invece di cercare la Pace, ci si sono infilati come camerieri di ultimo livello. Ma lo zio Sam sta a diecimila chilometri dal fronte, noi idioti ci stiamo seduti sopra!“
(G. Sardini)





Vladimir Putin, 21 settembre 2022, dichiara la mobilitazione parziale e progressiva delle forze armate della Federazione Russa e manda un ultimo monito all’Occidente in nome della sovranità del suo Paese.
"Cari amici patrioti... indietro non si torna."
https://www.youtube.com/watch?v=1mszL7vKUwQ
Al minuto 9:20 le disposizioni alle forze armate, all'industria e al popolo russo: mobilitazione, con tutti i mezzi a nostra disposizione.

Russia: “Si vince o si muore”
TgSole24 - 20 settembre 2022 - Casa del Sole TV
https://www.youtube.com/watch?v=TDsHYkDN200
 
- Putin: “Indietro non si torna”  di Margherita Furlan e Fabio Belli
- Germania: prezzi della produzione fuori controllo  di Fabio Belli
- Russia-Iran: si estende la collaborazione militare  di Gionata Chatillard
- India e Arabia Saudita spingono la de-dollarizzazione  di Fabio Belli
- Il muro turco contro l’Occidente  di Jeff Hoffman
- Più armi, meno pane  di Jeff Hoffman
- Il padronato, Draghi, e i padroni universali  di Jeff Hoffman
- Putin: “Bruxelles blocca i fertilizzanti per l’Africa”  di Gionata Chatillard
- Dopo Gazprom, Berlino sequestra Rosneft  di Gionata Chatillard
- Ponte Morandi: la verità sospesa  di Jeff Hoffman
- Libano: insieme ai disordini arriva il FMI  di Jeff Hoffman
- L’Europride mette a dura prova la stabilità serba  di Velimir Tomovic
- UK: tutti i furti tornano al pettine  di Jeff Hoffman
- Il viaggio interstellare continua
A cura di Margherita Furlan
Con la collaborazione di Jeff Hoffman, Fabio Belli, Gionata Chatillard, Riccardo Castagnari
Editing di Gennaro Gargiulo - Ernesto Loiero

Xi Jinping: “L’esercito cinese si prepari”
TgSole24 - 21 settembre 2022 - Casa del Sole TV
https://www.youtube.com/watch?v=ek6pHANdOyU
 
- Pace su tutte le frontiere  di Margherita Furlan
L’ultimo avviso di Putin  di Margherita Furlan e Fabio Belli - min. 5:50
- Biden risponde a Putin: “Si riformi il Consiglio di Sicurezza”  di Margherita Furlan e Jeff Hoffman
- Dugin evoca la terza guerra mondiale  di Fabio Belli
Xi: “L’esercito cinese si prepari”  di Margherita Furlan - min. 18:00
- Macron: piange il telefono  di Jeff Hoffman
- Bipensiero Draghi: “Bisogna riscoprire il multilateralismo”  di Gionata Chatillard
- La narrativa “uccidentale”  di Margherita Furlan e Jeff Hoffman
- L’Ue insiste  di Margherita Furlan e Jeff Hoffman
- Cina, l’import di energia russa vola a +68%  di Gionata Chatillard
- Blinken lancia l’ennesima alleanza per contrastare Pechino  di Gionata Chatillard
- Il viaggio interstellare continua
A cura di Margherita Furlan
Con la collaborazione di Jeff Hoffman, Fabio Belli, Gionata Chatillard, Riccardo Castagnari
Editing di Gennaro Gargiulo - Ernesto Loiero