martedì 4 giugno 2019

Roma. Biglietti, controllori e regole ignorate


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Da qualche anno, il gestore del Trasporto pubblico romano ha sotto tiro le persone da multare perché viaggiano senza biglietto. Si susseguono i comunicati autoreferenziali che, come fossero "bollettini di guerra", sprizzano grande soddisfazione per i risultati ottenuti. Purtuttavia, aumenta il numero dei controllori e i gruppi che prima operavano con tre controllori ora operano con quattro controllori. (Sono pochi i controllori in divisa e creano qualche legittima diffidenza.)

I controllori operano in totale autonomia e in assenza totale di riscontri oggettivi. Salgono e scendono dai bus in mezzo alla strada e non ai marciapiedi. Anche se il bus viaggia con 40-50 viaggiatori (mezzo carico), controllano quei viaggiatori e, anche se trovano tutto regolare  quindi è una operazione priva di incasso ma di sola spesa  non scendono subito, si intrattengono sul bus a parlottare.
Quando scendono, continuano a parlottare in attesa del bus successivo.


Orbene, succede che, a Roma, tutte quelle fermate dei bus pubblici sono strapiene di veicoli privati parcheggiati abusivamente. Tutti quei veicoli sono multabili; le patenti di guida dei loro conducenti devono perdere, minimo, 2 punti; tutti quei veicoli possono essere rimossi. Ad ogni fermata (sia salita o sia discesa), quei quattro (o tre o due o un controllori) possono capitalizzare circa n. 9 multe; far perdere minimo 18 punti alle patenti dei conducenti di quei veicoli; rimuovere almeno un veicolo (a titolo educativo).

Tutta questa copiosa materia pluri-culturale (di diritto e dignità per i pedoni-viaggiatori paganti; nonché economica, politica, sociale, civile e morale) che è ferma lì, a disposizione, viene ignorata totalmente.

A chi giova questa immensa "ignoranza" (compresa, anche, nel Codice della strada)?

Vito Nicola De Russis -  v.derussis@teletu.it

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