Sorseggiato
il terzo bicchierino, Alberto si rivolge all’amico che sta finendo
di sfogliare il terzo numero del nuovo supplemento del lunedì:”Sai,
Francesco? Mi ha telefonato Silvia dall’America”. “Come sta? Fa
buoni affari?”. “Sì, tutto bene. Goldman Sachs va a gonfie vele
e incamera somme favolose. Ha fatto bene a lasciare l’insegnamento
universitario. Però sente la nostalgia e mi ha detto: “Perché tu
e Francesco non riesumate la teoria dell’Austerità
che annulla la crisi?
Quella che ci rese famosi a livello mondiale (con
sonore pernacchie finali da parte del Nobel KRUGMAN e di altri
professoroni). Mi
era venuta in mente due anni dopo la laurea (naturalmente,
bocconiana) e te
ne parlai. Ricordi? Tu t’innamorasti (della
teoria o di lei?). Così giovane e così sapiente. A Caserta – dove
è nata – direbbero che “è nata imparata”.
Alberto
precisa:”Francesco,
non dovrei dirlo ma il libro l’ho scritto io. Lei ha fatto le
ricerche e aggiustato i numeri affinché convalidassero la teoria. Il
libro “Larges
charges in fiscal policy –
taxes versus spending” ebbe grande risonanza.
Poi però
arrivò Paul Krugman
(il Nobel 2008), obamiano
di merda, e - nel mondo accademico – dopo
che si scoprì che anche Carmen Reinhart e Kenneth Rogoff si erano
arrangiati con i numeri per avvalorare la loro tesi sul livello
di debito che non si deve superare,
tutti
i professori che incontravo mi chiedevano:”Trovate altre prove?”
e ridevano.
Comunque
Silvia ha avuto un bel culo (o
l’aveva già?). Scrisse
un saggio su “come gli Stati indebitati potevano uscire dalla
crisi” che fu preso come guida dall’Irlanda e dal Regno Unito
guidato da Cameron.
Risultato?
L’Irlanda fallì e Cameron – per salvarsi – propose il
referendum sulla Brexit. Sai com’ è finita.
Dopo
che Napolitano estrasse dal cilindro il coniglio (pardon, il
Rettore), Silvia scrisse (nel gennaio 2012):”Gli
aumenti delle tasse nella manovra Monti sono stati notevoli.
Gli
interventi sulle pensioni (legge
Fornero piangente) sono
molto importanti e positivi. Ma … poteva fare di meglio. Doveva
tagliare molto di più la spesa pubblica corrente”. In
quelle condizioni?
Cari
casertani, la vostra Silvia non è nata “imparata”.
Carlo
interruppe il silenzio:”Ferruccio
potrebbe darci una bella mano per il lancio del libro. Vero
Ferruccio? Non ti andrebbe di scrivere la prefazione? Marina (la
primogenita di Silvio guida la Mondadori e controlla i libri della
Rizzoli) ne sarà
entusiasta e pure il suo paparino (che
non è mai stato austero)”.
Ferruccio
non sa molto di economia ma con la politica se la cava bene.
Pacatamente chiede:”Carlo,
al Ministero dell’Economia ti danno ancora ascolto?”.
“Non
parlarmene, sono degli ignoranti. Il Ministro faceva il Rettore alla
Sapienza. Vuoi metterla a paragone della Bocconi? E gli altri
scarseggiavano nel congiuntivo e indicavano male la via. Vogliono
togliere i soldi ai ricchi per darli ai poveri. Dove mai si è vista
una cosa simile? Sono pericolosi. Lo stipendio come CONSULENTE non me
lo possono togliere perché è un diritto acquisito ed è ottimo.
Ultimamente mi hanno perfino nominato “consulente” della Deutsche
Bank. Tu Ferruccio non ne parli mai ma è proprio malridotta. Ha in
pancia (dal
2009) 45 mila
miliardi di DERIVATI che, a malapena, valgono 15 mila. Col mio aiuto
e quello di Draghi (che
è amicissimo dei tedeschi) cercheranno
di colmare la voragine. Per ora, sparlano delle nostre banche per
sviare il discorso dalle loro”.
Ferruccio
insiste:”Ma il
Ministro ti dà retta?”
Caro
lettore, devi sapere che quasi tutti i ministri dell’economia
italiani hanno accolto supinamente i consigli trasmessi dalla Bocconi
tramite “corriere”.
Carlo
risponde:”Con
Pier Carlo era molto meglio. Il PIR gliel’ho suggerito io. Ne avevo
parlato prima con Doris padre (non
col figlio che pensa a divertirsi ogni volta che c’è una grossa
commissione d’ingresso, cambiando fidanzata)”.
VENGONO
CHIAMATI DUE TAXI: sul primo salgono Alberto e Francesco.
Un
paio di mesi sono stati sufficienti perché il capolavoro, scritto a
sei mani, dai tre grandi economisti facesse un elegante – ma
stiracchiato – ingresso nelle librerie.
Titolo?
“AUSTERITA’”.
Il
prelancio è stato accurato: Ferruccio e uno dei tanti vicedirettori
hanno scritto “appropriati” articoli allo scopo di facilitare la
comprensione del capolavoro.
Come
fece Boccaccio con Dante.
L’AUSTERITA’
fu nutrita come un’oca fino a diventare ESPANSIVA.
Fu
informata Silvia (il libro è stato scritto in inglese) che ne fu
entusiasta e si schierò immediatamente, armata di chiodi avvelenati,
contro la COMPAGINE POPULISTA – SOVRANISTA – FUORIPISTA.
Quando
la stima del PIL tedesco è scesa di 0,8 punti – in tre mesi –
non fiatò ma, quando speculatori “adversus italicos” hanno
scritto che il nostro PIL sarebbe sceso – forse – di 0,6 punti in
un anno, la CHEF ECONOMIST di Goldman Sachs ha scritto che stavamo
diffondendo il contagio nel mondo finanziario
(che arricchisce la “Creso in gonnella” casertana). Silvia ha
previsto – ricordalo bene – la caduta dell’attuale Governo
entro il 30 giugno 2020. E poi? Un Governo di centro – destra o uno
di centro – sinistra. Con quali numeri? Quelli li deve ancora
sognare.
E
MATTARELLA CHE ERA PRONTO A FARE DA CAMERON!!
RECENSIONE
DELLA PREFAZIONE (scritta in buon italiano)
Il
testo è tradotto dall’inglese. In grassetto il prefatore, in petit
il recensore.
Oggi
non c’è più – ed è quello che più ci inquieta nel presentare
il libro (di
Alberto, Carlo e Francesco) –
la consapevolezza collettiva dell’utilità di un sacrificio
nell’interesse generale del Paese. Ogni misura proposta è
divisiva.
Ha
già incamerato – e investito – tre ricchissime liquidazioni. E’
“inquieto” perché teme per l’attuale grosso contratto di
consulenza che l’obbliga a scrivere cazzate al fine di continuare a
favorire l’interesse dei padroni e dei padrini?
Peggio,
è sospettato di favorire chi ha di più ai danni di chi ha meno.
Sospetto?
E’ una certezza!
Quale sacrificio ha fatto lui per il Paese? Quello di travisare la
verità nell’interesse di pochi. Anzi, di pochissimi.
La
diffidenza alimenta il rancore, l’ignoranza nutre il pregiudizio,
l’incompetenza esalta l’ignoranza.
L’arroganza
è quella del suo ex collaboratore col nome in bianco e il cuore
nero. Ha pesantemente insultato, in prima pagina, chi ha parlato dei
guai della globalizzazione. L’arroganza è congiunta a una crassa
ignoranza.
Ogni
tanto il Corriere pubblica scritti di Ian Bremmer. E’ un politologo
misurato, nato a Gary (a poche miglia da Chicago). In un libro
pubblicato in Italia l’anno scorso ha scritto di essere diventato
molto ricco con la GLOBALIZZAZIONE. Aveva avuto la fortuna – in
gioventù - di essere scelto per frequentare un corso presso una
banca di Chicago e ha sfruttato le conoscenze acquisite. Ma … Gary
è oggi una città fantasma.
Pochi
e malpagati i lavoratori rimasti. Molto diffuse la droga e la
prostituzione. Tanti i suicidi. Nel resto degli Stati Uniti – ha
scritto – in tutte le città sedi di industrie, le cose vanno allo
stesso modo.
Il
turco Dany Rodrik (nato a Istanbul) è un’economista di chiara fama
che insegna ad Harvard (dopo averlo fatto alla Princeton University).
Rivendica la necessità di un’economia mondiale pluralista, dove
gli Stati-nazione possiedano un’autonomia sufficiente per formare i
propri contratti sociali (proprio quelli che il giornalista italiano
dal cuore nero aborre) sviluppando strategie economiche pensate per i
propri bisogni.
SI
DEVE RISTABILIRE un equilibrio accorto tra una governance nazionale e
una globale.
L’ignorante
presuntuoso è servito.
L’eventuale
ignoranza del cittadino non potrebbe essere dovuta alle verità che
gli vengono nascoste? Quando mai le “grandi firme” hanno
raccontato ai lettori le opinioni di Joseph STIGLITZ (Nobel 2001) o
di Paul KRUGMAN (Nobel 2008)? Hanno mai riferito le considerazioni
della stimatissima professoressa italiana (insegna a Londra) Mariana
MAZZUCATO in corsa per il Nobel per il suo splendido “IL VALORE DI
TUTTO”? Hanno mai citato dell’americano Adam TOOZE, storico e
professore alla Columbia University, autore di “LO SCHIANTO”, il
racconto puntuale e ricco di note che dimostrano la verità delle sue
asserzioni? Eppure ha chiaramente spiegato come un decennio di crisi
economica abbia cambiato il mondo! V’è un abisso tra le sue
ricerche e quelle (fasulle) di Silvia e Alberto. Perché non dire
delle “IDENTITA’ PERDUTE” di Colin CROUCH che cita il filosofo
dell’economia Karl POLANJI, sociologo e antropologo? La cui tesi
“fondamentale”, condivisa dai maggiori pensatori mondiali, è
stata:”LA NEGAZIONE DELLA NATURALITA’ DELLA SOCIETA’ DI
MERCATO”. L’economia non è avulsa dalla società embedded,
integrata, radicata all’interno della società.
I
bocconiani sono fermi a SMITH
e RICARDO.
Due
geni ma … i loro capolavori li hanno scritti nel 1776 e nel 1820,
quando … c’era solo l’agricoltura.
Un
titolo di MONTANELLI fu:”SI STAVA BENE QUANDO SI STAVA MEGLIO?”.
Oggi qualcuno sarebbe tentato, nell’ubriacatura sovranista, di
togliere il punto interrogativo.
E’
l’élite, cui egli è orgoglioso di appartenere, che l’ha
strappato.
L’ubriacatura
è sua e dei tre amici del bar. Le loro parole suonano vuote,
inconsistenti, sono slogan per ingannare i lettori ignari. Faranno
sorridere, quando e se le leggeranno, i veri economisti.
Faranno
inorridire Vittorio Emanuele PARSI, professore alla Cattolica. Ha
scritto “TITANIC” in cui spiega che l’ordine globale
neoliberale ha sostituito, a partire dagli anno OTTANTA, l’ordine
liberale.
Imboccando
una rotta diversa e più pericolosa di quella segnata dall’incontro
e reciproco bilanciamento di democrazia e mercato che ne ha provocato
il naufragio.
DEMOCRAZIA!
“Vade retro” gridano in coro I QUATTRO AMICI AL BAR.
Scarsa
– a mio giudizio – è la possibilità di rimediare a questa
situazione. I giovani passano fino ad otto ore al giorno a
giocherellare con i loro moderni aggeggi. All’interno c’è tutto
ma, non avendo mai letto alcunché, non sanno cosa cercare. I GRANDI
INTELLETTUALI SONO SPARITI O IMPECORITI.
Le
potenti lobby li hanno cooptati, continuano a suonare la solita
musica e ne hanno alzato il volume. DEVONO SALVARE I LORO PADRONI. Le
scialuppe per loro non mancano. AFFOGHINO I POVERI DIAVOLI!
Nel
gennaio 1977, parlando a Roma in un Convegno, Enrico Berlinguer stupì
la platea:”NON E’ UN’IDEOLOGIA, E’ UNO STRUMENTO NECESSARIO
AD AFFRONTARE UNA SITUAZIONE D’EMERGENZA, A RECUPERARE EFFICIENZA,
A INTRODURRE MAGGIORE EQUITA’ SULLA STRADA DI UN RINNOVATO
SVILUPPO”.
Questo
trafiletto è la ripetizione della prima pagina del testo, posta
sotto la dedica del libro.
Se
Enrico avesse voluto dire quello che vogliono fargli dire i quattro
amici, gli ubriachi sarebbero cinque.
All’inizio
del 1977 la GLOBALIZZAZIONE stava per emettere il primo vagito. Cosa
stesse per avvenire lo spiega in “GUASTO E’ IL MONDO” John
JUDT, storico e accademico inglese mancato nel 2010.
Egli
ha scritto:”PER TRENT’ANNI ABBIAMO TRASFORMATO IN VIRTU’ IL
PERSEGUIMENTO DELL’INTERESSE MATERIALE PERSONALE”.
Enrico
e John non avrebbero potuto scrivere di meglio ed Enrico l’ha detto
prima che la cosa accadesse. L’austerità non era per gli operai ma
per i dirigenti. Per l’élite!
Far
testimoniare un morto mettendo a verbale il contrario di quel che
voleva dire è SPORCA MISTIFICAZIONE. Se quel nobile discorso divenne
famoso – BERLINGUER MORI’ POCHI MESI DOPO – fu perché voleva
stigmatizzare
il
comportamento di alcuni dirigenti del “suo” partito che avevano
preso ad apprezzare la partecipazione ai banchetti (pagati dai poveri
diavoli) diffusi nei partiti di governo. Quel discorso fu infatti
aspramente criticato, in Direzione, da un grosso dirigente.
Foraggiato
sia dagli americani che dai russi.
Una
testimonianza l’ho ascoltata due mesi fa al supermercato. Nei
pressi dell’edicola dei giornali, avevo criticato ad alta voce
(cosa tollerata per la mia non più verde età) il titolone di un
importante giornale. Mi si avvicinò un coetaneo e mi disse:”Me lo
ricordo bene quel signore, quando veniva nei nostri uffici vicini a
Piazza del Duomo. La nostra ditta acquisiva grosse commesse in
Russia. Veniva spesso e il peso della busta era consistente”.
Pare
che i figlioli abbiano banchettato per commesse in Italia. Spero che
i nostri giovani comincino a trovare ciò estremamente disdicevole.
E’ tempo che comincino. Altro che i sovranisti.
Ci
vogliono gli spazzini.
L’austerità
fu la scelta virtuosa di Regno Unito, Irlanda e Portogallo.
E’
una balla colossale, raccontata dalla casertana SILVIA che fu
immeritatamente pagata dai primi due Paesi (come ho sopra
raccontato). A Irlanda e Portogallo fu imposta dal Fondo Monetario
Internazionale e il risultato fu tragico. Ferruccio farebbe bene a
leggere qualche libro.
Al
Regno Unito è costata, prima la recessione e poi la Brexit.
UN’USCITA
DA CUI GLI INGLESI NON SANNO COME USCIRE.
L’austerità
può essere buona o cattiva. Cattiva è quella che, aumentando le
tasse, non arresta ma amplia la recessione. Al tempo del governo
Monti, Francesco e Alberto lo fecero notare sul Corriere. Le critiche
non piacquero all’ex (collega e Rettore). Non avrebbe dovuto
aumentare le tasse ma ridurre le spese.
Questa
è ignoranza totale dell’economia.
Mentre
le ditte italiane chiudevano o fallivano ogni giorno a centinaia,
ridurre ulteriormente le spese avrebbe pietrificato un’economia che
stagnava da anni.
COTTARELLI
– professore che ha insegnato per ben sei mesi in Bocconi – fu
assunto con ottimo stipendio da Renzi per studiare i modi con cui
ridurre le spese pubbliche.
In
due anni non ha ottenuto il minimo risultato. Ha raccolto tutti gli
studi effettuati nello zainetto con cui si è presentato –
arrivando in bicicletta – da MATTARELLA quando questi voleva
assegnargli il compito di PRIMO MINISTRO.
Per
dove cercare i voti necessari, Cottarelli avrebbe consultato Silvia,
previa raccomandazione di Francesco e Alberto che sarebbero diventati
ministri.
E’
proprio riducendo le tasse che l’austerità diventa buona. Anzi,
non è solo positiva ma espansiva. Sono
i risultati positivi che non
si sono mai visti.
Per evidenziarli Silvia ha dovuto cambiare i numeri e lasciare
l’università.
SUL
FATTO CHE ESPANDA LA RICCHEZZA DEI RICCHI CONCORDA TUTTO IL MONDO
ACCADEMICO E PURE I MARZIANI.
Spesso,
ma non sempre, il costo dell’austerità è elevato. I tagli nella
spesa fanno sperare che – in futuro – le tasse possano scendere.
SPERO,
PROMITTO e IURO REGGONO L’INFINITO FUTURO.
Sono
importanti le misure per liberalizzare il mercato.
Più
liberalizzazione di così si muore. Sono infatti morti a milioni.
L’austerità
è uno strumento prezioso se ben dosato.
NON
E’ QUELL’INFERNO IN TERRA DI CUI MOLTI PARLANO.
Per
avere la conferma delle dicerie, caro lettore, vai quest’estate in
Grecia. Farai un’opera buona.
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LE
RECENSIONI: quelle
serie, brevi ma intense e costose.
“Una
guida eccellente tanto per i politici quanto per i ricercatori”
Valerie
A.Ramey – University of California, San Diego.
Tutti
i professori ordinari sono stati assunti come assistenti non
assicurati che hanno avuto successo nell’ottenere il mandato e nel
continuare a crescere nei ranghi accademici.
E’
l’università con la maggior percentuale di donne tra professori,
assistenti e studenti.
La
signora ha fatto carriera ed è diventata Presidente dell’American
Accademy of Art and Sciences. Il più grande economista con cui ha
avuto i più stretti legami è stato Garey Ramey.
E’
suo marito.
L’IMPEGNO
NELL’IMPORTANTE CARICA NON LE HA CONSENTITO DI SCRIVERE LIBRI.
“Un
libro eccezionale, fondamentale, necessario, scritto magistralmente
dai più grandi esperti in materia di pratiche fiscali”
Harald
Uhlig – Professor of Economics – University of Chicago dal 2007.
Tedesco,
twitta molto in Tedesco, poco in inglese.
Si
occupa di cioccolato, politica energetica, presentazione di amici.
Non
risultano libri da lui pubblicati. Solo molti articoli.
“Un
lavoro pioneristico destinato a restare a lungo un riferimento
imprescindibile per studiosi, studenti e appassionati di economia”.
Charles
Wyplotz – prof. International economic – Graduate Institute of
Ginevra.
Editorialista
per importanti giornali internazionali, non ha avuto il tempo di
scrivere un libro, ma ha fatto un’interessante
ricerca:”MACROECONOMIA, EURO E VINO”.
Avrà
scritto la recensione prima o dopo aver bevuto?
“Un
testo brillante e cruciale che stabilisce un principio semplice e
chiaro:
tagliare
le spese è molto meno dannoso che alzare le tasse”.
John
H. Cochrane – University of California – Berkeley.
Dal
2016 prof. of finance (by courtesy) a STANFORD.
Dal
2015 è SENIOR FELLOW (assistente personale molto ben pagato dai
ricchi genitori Anderson) di Rose-Marie and Jack Anderson presso
HOOVER Institute.
Al
suo attivo tante pubblicazioni, tantissimi articoli, nessun libro.
IL
DUBBIO FINALE
Tre
grandissimi economisti, per presentare un libro destinato a rimanere
negli anali,
sembra
non siano riusciti a trovare un solo scrittore di libri seri.
Twittiamo
e beviamo anche noi.
Cin
cin.