sabato 18 gennaio 2020

Michele Rallo: "Sì alla Politica, destra o sinistra che sia, ma al Sardinismo dico: No!"


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Mezzo secolo (e passa) di esperienza politica mi hanno reso sanamente diffidente verso certi poco credibili “filantropi”, verso chi finanzia – magari attraverso compiacenti “fondazioni” – partiti o correnti di partito, verso chi mette a disposizione costosissime grancasse mediatiche per semplice buonismo. Se qualche “benefattore” regala a un soggetto politico un bene o un servizio che valga – poniamo – un milione, nella maggior parte dei casi dal suo atto di generositá si attende un ritorno di almeno due milioni.

Naturalmente, si tratta di semplici opinioni, espresse con il dubbio del laico, senza la presunzione di fornire una fideistica veritá assoluta. E tuttavia le mie opinioni – piú o meno eretiche che siano – non scaturiscono da sensazioni epidermiche, ma sono solitamente supportate da fatti certi e concreti.

Prendete le Sardine, per esempio. La mia opinione è che non si tratti di un movimento spontaneo. E da cosa nasce questa opinione? In parte dalla ricordata diffidenza verso movimenti del genere. Ma in parte anche da alcuni fatti specifici. Per esempio, dalle notizie di stampa sul suo maggiore esponente, tale Mattia Santori, primus inter pares di un quadrumvirato che ha la titolaritá dell’etichetta “Sardine”. Ebbene, questo Santori risulta essere un collaboratore della RIE Ricerche Industriali Energetiche, una societá privata – apprendo dai giornali – «specializzata nel settore dell'energia con prestazioni di consulenza e ricerca»; é anche redattore di due testate della societá – “Energia” e “Rie on line” – particolarmente attente al settore (in espansione) delle energie rinnovabili.

Fin qui, nulla di strano. Se non che, apprendo anche che la RIE è una societá fondata da Romano Prodi e da Alberto Cló. Prodi, naturalmente, non ha bisogno di presentazioni. Per Cló, invece, va spesa qualche parola: anche lui bolognese, anche lui economista, anche lui accademico, anche lui ex-ministro, anche lui frequentatore di varie societá quotate (ENI, SNAM, GEDI, Finmeccanica, Italcementi, eccetera), anche lui – insomma – con un profilo da sinistra milionaria, fra ricche consulenze, cattedre universitarie e consigli di amministrazione.

Naturalmente, che il capo-sardina appartenga all’universo prodiano potrebbe essere soltanto una banale coincidenza. Ma consentitemi di ricordare la buonanima di Andreotti («a pensare male si fa peccato ma il piú delle volte si indovina») e di ipotizzare uno scenario non proprio fantasioso. 

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Primo: le Sardine nascono a Bologna, capoluogo dell’Emilia-Romagna, alla vigilia delle elezioni regionali per l’Emilia-Romagna. Secondo: se il PD potesse conservare almeno quella che è la regione piú rossa d’Italia, lo spettro di elezioni anticipate e di un parlamento dominato dalle Destre si allontanerebbe. Terzo: ove ció dovesse accadere, il candidato piú accreditato alle presidenziali del 2022 per la Sinistra sarebbe proprio l’emiliano Romano Prodi. Quarto: in una tale ottica, non sarebbe affatto strano che l’ambiente prodiano sia stato in qualche modo il “suggeritore” del sardinismo. Quinto: si puó anche ipotizzare che il gran clamore con cui la stampa ha accolto l’esordio di Santori possa essere stato agevolato dal professor Cló, che fra le altre cose é consigliere d’amministrazione della GEDI, societá editrice di “Repubblica”, “La Stampa”, “l’Espresso”, eccetera.

Che sia nato spontaneamente o su suggerimento di qualcuno, comunque, il movimento delle Sardine ha un profilo politico che ben si inserisce nel solco di altri gruppi del genere. Servirá probabilmente a convincere qualche potenziale astensionista della sinistra emiliana ad andare a votare “contro Salvini”. Ma non credo che possa avere un avvenire politico in un paese che ha già vissuto l’esperienza avvilente di un altro movimento senza arte né parte, e che ha toccato con mano quanto danno i dilettanti allo sbaraglio possano recare al governo della cosa pubblica.

Penso che ció che gli italiani si augurino in questo momento sia un ritorno alla Politica, quella con la P maiuscola, di destra o di sinistra che sia. Ritengo che, dopo Giuseppi e Giggetto, non ci sia piú spazio per iniziative velleitarie e donchisciottesche. Di grillismo ce n’é giá stato uno, e ha fatto terra bruciata. Non credo ci sia ancora spazio per una seconda edizione.

Michele Rallo - ralmiche@gmail.com


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