lunedì 15 dicembre 2025

Berlino. La furbata di Zelensky (suggerita dall'Europa)... non incanta la Russia...

 


domenica 14 dicembre 2025

«Alla guerra come alla guerra»... oppure: "Alla pace come nella pace"...?

 


Sul «Telegraph» l’ex Capo di Stato Maggiore delle forze armate ucraine e attuale ambasciatore in Gran Bretagna Valerij Zalužnyj ha identificato come necessarie garanzie di sicurezza per l’Ucraina «l’adesione del Paese alla Nato, il dispiegamento di armi nucleari sul territorio ucraino o il posizionamento di un grande contingente militare in grado di resistere alla Russia». In un altro articolo, scritto per l’influente pubblicazione ucraina «Liga», lo stesso Zaluzhny si è spinto oltre, affermando che «c’è un obiettivo ultimo e nascosto dietro la guerra d’attrito scatenata dalla Russia in Ucraina, un obiettivo che potrebbe essere raggiunto anche se si firmasse una “pace giusta”: la guerra civile».

Dall’Unione Europea e dalla Nato, sullo sfondo, si levano voci particolarmente minacciose. Alle recenti uscite del Capo di Stato Maggiore delle forze armate francesi, generale Fabien Mandon, hanno fatto seguito le dichiarazioni rese dall’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, presidente del comando militare della Nato, al «Financial Times».

Il presidente USA, Donald Trump, invece, ha dichiarato che, stando alle impressioni avute da Steve Witkoff e Jared Kushner durante il loro recentissimo vertice a Mosca, il presidente Putin vorrebbe porre fine alla guerra e «tornare a vivere una vita più normale».

Giacomo Gabellini



Video collegato: https://www.ilcontesto.net/il-mestiere-delle-armi-dal-maresciallo-von-moltke-al-generale-zaluzhny/





sabato 13 dicembre 2025

Cosa succede in Bulgaria...?



Da qualche giorno sto leggendo una serie di interpretazioni diciamo fantasiose sulle proteste di piazza in Bulgaria, che vanno dalla lotta di popolo contro la tirannia dell'Unione Europea all'ennesimo "schiaffo a Putin" alla rivoluzione colorata (contro un governo stabilmente nell'Unione Europea, nella NATO e che dal 1 gennaio passerà all'Euro), il tutto accompagnato dall'immancabile "non ce lo diconoooooo".

Che "non ce lo dicano" è abbastanza ovvio, visto che storicamente gli esteri sono il punto debole delle redazioni italiane, che non ci sono mazzate o scontri con la polizia, che nessuno ha mai avuto idea di cosa succede in Bulgaria e che, appunto, non puoi interpretare le proteste come pro/contro l'UE o pro/contro Putin.
Prima di tutto, queste proteste non c'entrano niente con quelle di qualche tempo fa contro l'Euro: quelle erano organizzate dai partiti della destra nazionalista/populista, primo fra tutti "Възраждане" ("Risorgimento", VZ), queste sono organizzate dal partito liberale/europeista "Продължаваме промяната – Демократична България" ("Continuiamo il cambiamento - Bulgaria democratica", PP-DB - in realtà è una coalizione di due partiti ma facciamola breve) contro la legge di bilancio per il 2026 varata dal governo di Bojko Borisov, leader del partito di centrodestra GERB, e Delyan Peevski, leader del partito di centro DPS-NN (e per questo, si dice, ancora a piede libero e non rinchiuso nelle patrie galere).

PP-DB ce l'ha a morte con Borisov: dopo le elezioni del 2023 sono andati al governo insieme ma nel giro di nemmeno un anno la coalizione è crollata, Borisov si è alleato con il chiacchieratissimo Peevski e si è andati a elezioni anticipate a giugno 2024, dalle quali è emerso il governo attuale GERB, DPS-NN e BSP (il partito socialista), con PP-DB fuori dal governo e smanioso di vendetta, perché l'ingresso nell'Euro, storico cavallo di battaglia, sarebbe avvenuto senza di loro. Ai due litiganti dobbiamo aggiungere il terzo, il Presidente della repubblica Rumen Radev (centrosinistra), che odia entrambi (soprattutto Borisov) e da entrambi è odiato - in molti sperano, o temono, che alla scadenza del mandato presidenziale, l'anno prossimo, formi un partito ed entri in politica.
Questo è il quadro di partenza, che a noi italiani ricorda gli anni ruggenti del pentapartito. Le manifestazioni di questi giorni, abbiamo detto, sono contro la nuova legge di bilancio approvata dal governo, che ha scontentato tutti perché, in un quadro economico dominato da un'inflazione abbastanza alta (più della media UE), una bolla speculativa immobiliare che ha fatto schizzare alle stelle il costo delle abitazioni, i problemi derivanti dalla guerra in Ucraina e l'incertezza dovuta all'imminente ingresso nell'Euro, non contiene nessuna misura anti-inflattiva, prevede 10 miliardi di nuovo debito e, anche se aumenta di poco il salario minimo (620 €) e le pensioni, aumenta anche dell'1-2% i contributi previdenziali e pensionistici, ovvero aumenta le tasse in maniera indiretta - perché tenerle basse è fondamentale per attirare gli investimenti esteri, il disavanzo lo pagheranno i cittadini.

Certo si tratta di aumenti contenuti, ma in questa congiuntura economica anche una ventina di euro possono pesare (soprattutto perché non si sa cosa succederà di qui a qualche settimana). Gli imprenditori protestano per l'aumento del costo del lavoro, i dipendenti per l'aumento dei contributi, i pensionati perché l'aumento delle pensioni è molto basso, i sindacati perché il salario minimo è inferiore a quanto volevano, gli studenti perché temono per il futuro, medici e infermieri perché li pagano troppo poco e contestano la distribuzione dei fondi destinati alla sanità, e insomma tutti sono scontenti e soprattutto sono scontenti del governo, perché alla protesta contro la legge di bilancio si è affiancata molto presto, e sempre guidata da PP-DB, l'esplicita richiesta di dimissioni, che alla fine sono arrivate ieri. VZ, forse sorpreso dagli eventi, si è affrettato a partecipare ma la piazza non è sua (per dire, il 10 dicembre hanno organizzato la solita manifestazione anti-Euro davanti alla banca nazionale un paio d'ore prima dell'appuntamento fissato per la manifestazione contro il governo, annunciando che "sarebbero confluiti" dopo aver finito la loro).
La legge di bilancio è stata ritirata, il governo si è dimesso, ma non è chiaro cosa succederà adesso. Stando ai risultati delle elezioni del 2024 PP-DB e VZ sono il terzo e quarto partito, con una differenza percentuale irrisoria (13.92% e 13.38%), ma non hanno i numeri per formare un governo. Ovviamente non collaborerebbero con GERB e DPS-NN, e quasi sicuramente nemmeno con i socialisti (che comunque avevano il 6.85%), per non parlare degli altri partitini, che siano al governo (ITN, 5.79%) o meno. Lunedì Radev (soddisfattissimo, va detto) inizierà le consultazioni, ma le prospettive sono piuttosto fosche.

A pochi giorni dall'ingresso nell'Eurozona la Bulgaria è sostanzialmente senza governo ed eventuali elezioni anticipate non potrebbero comunque essere organizzate immediatamente, senza contare che ormai a votare, dopo 7 elezioni in 4 anni, non ci va quasi più nessuno (alle ultime ha votato il 34.43% degli aventi diritto). Il problema è molto più profondo di Euro/no Euro, Putin/no Putin o Generazione Z/boomer.

Francesco Dall'Aglio



giovedì 11 dicembre 2025

"Isso, essa e 'o malamente..." - Psicodramma transoceanico...

 

"Telefonata tra Trump, Macron, Starmer e Merz -  11 dicembre 2025 riunione online dei Volenterosi -   Mosca: “Il presidente USA è l'unico a comprendere la guerra” - Trump: “Vogliono un nuovo vertice, vedremo...”. (News)





A qualche giorno dall'inizio dello psicodramma transoceanico, il livello del dibattito tra le due sponde dell'Atlantico è sostanzialmente fermo sul "brutto tu" "no, tu brutto!" "tu!" "tu!": Musk vuole abolire l'Unione Europea e la paragona al terzo Reich, Trump trolla su Truth, i nostri si dividono tra vedove inconsolabili ("ricordate degli amici! Ricordate di chi t'ha voluto bbene!") e gente che si crede Churchill e ci assicura che staremo una bellezza senza quei bovari d'oltreoceano.

È un peccato che quella che poteva essere un'occasione straordinaria per chiudere una relazione tossica e ritrovare finalmente un pensiero politico, strategico e ideale autonomo debba essere gestita da una classe di scappati di casa, trombati alle provinciali del 2018 e mandati a pascolare a Bruxelles, e da quattro rintronati baltici. La nostra civiltà, con buona pace dei millenaristi, non finirà tra le fiamme ma tra le pernacchie, e francamente non ci meritiamo di meglio.

Tre notizie assortite, alcune collegate allo psicodramma. La prima: ormai è chiaro che senza i soldi russi l'Europa, ora che gli USA si sono chiamati fuori, non ha possibilità di sostenere economicamente l'Ucraina. Si moltiplicano le soluzioni creative e l'ultima è che ogni stato dell'Unione metta soldi propri a garanzia del "prestito di riparazione".

Stando a quanto dice Politico (link 1) il grosso lo pagherebbe la Germania (51 miliardi di €) mentre a noi ne toccherebbero 25, ovviamente se tutti i paesi partecipassero, altrimenti le quote a carico dei "volenterosi" ovviamente aumenterebbero (allego la carta che trovate a corredo dell'articolo e che, sul sito, è interattiva così potete divertirvi a vedere ogni paese quanto dovrà sganciare).

La seconda: in un tweet (link 2) il parlamentare repubblicano Thomas Massie ha annunciato di avere proposto al Congresso un disegno di legge per l'uscita degli Stati Uniti dalla NATO. La NATO, sostiene il parlamentare, è un relitto della guerra fredda e gli USA devono usare i loro soldi per difendere se stessi, non "paesi socialisti" (e vorrei ci spiegasse quali sono, che mi ci trasferisco volentieri subito). Fun fact: dal punto 5 della sua proposta (trovate il tutto nel suo tweet) Massie cita le assicurazioni di James Backer, allora segretario di stato, a quel personaggio che per disgrazia era segretario del PCUS e il cui nome non merita di essere ricordato in base alle quali la NATO non si sarebbe allargata a est, e ricorda poi le tappe dell'allargamento e le preoccupazioni strategiche russe, concludendo che la partecipazione degli USA alla NATO è contraria ai loro interessi nazionali.

La terza: il ministero della difesa britannico (link 3) ha comunicato che un soldato inglese è morto "in un tragico incidente mentre osservava le forze armate ucraine che provavano una nuova capacità difensiva, lontano dalle linee del fronte". In un tweet successivo sono stati resi noti nome, grado, età e reparto: George Hooley, 28 anni, vice-caporale del reggimento paracadutisti. Quale fosse la "capacità difensiva" che stava osservando non è noto né è noto in quale incidente abbia perso la vita: un articolo della BBC (link 4) sostiene si trattasse del test di un drone armato, e che insieme a lui siano morti due militari ucraini e "parecchi altri" siano rimasti feriti. La presenza di paracadutisti britannici in Ucraina non era stata finora resa nota dal governo.

Francesco Dall'Aglio


mercoledì 10 dicembre 2025

UE. Il furto dei beni russi è un atto di guerra non dichiarata...



I leader dell'Unione Europea, insieme al Regno Unito che si è unito a loro, hanno annunciato di aver finalmente trovato una formula che gli consente di confiscare i beni sovrani russi. Come intendono farlo, per convincere il titubante Belgio, dove è conservata la maggior parte degli asset, e non compromettere, come sperano, i “propri cari”, è lungo, complicato e inutile da descrivere. Come scrive il Financial Times, ciò che è stato appena pubblicato era “simile a un intricato intreccio di astuzie giuridiche che solo l'Unione Europea è in grado di produrre”. 

Si sta cercando di risolvere contemporaneamente due tipi di problemi: ottenere denaro per l'Ucraina senza che nessuno nell'Unione Europea debba pagare per questo e, in secondo luogo, farlo in modo che le decisioni prese possano ottenere l'approvazione unanime, che finora manca.

Come ha dichiarato il presidente Putin, «non abbiamo intenzione di entrare in guerra con l'Europa, l'ho già detto cento volte. Ma se l'Europa improvvisamente volesse entrare in guerra e lo facesse, noi siamo pronti fin da ora». Il presidente ha aggiunto: «Non ci possono essere dubbi al riguardo». La consegna dei beni russi rubati all'Ucraina sarebbe un atto di guerra. Niente di più, niente di meno. E chi sta pianificando questo crimine farebbe bene a riflettere sulle conseguenze. E farebbe bene a rifletterci anche Donald Trump, che chiaramente non desidera un'escalation del conflitto intorno all'Ucraina, come invece stanno facendo con tanta energia Zelensky e i suoi complici europei.

Il modo in cui lo gestiscono nell'Unione Europea e nel Regno Unito è una questione che riguarda il loro processo decisionale interno. Per quanto riguarda la Russia, invece, la situazione appare piuttosto semplice. Stanno cercando di derubare la Russia in pieno giorno di centinaia di miliardi di dollari e stanno cercando un modo per soddisfare le richieste di tutti, tranne, ovviamente, della Russia stessa. Il portavoce Dimitry Peskov ha già avvertito che azioni di questo tipo provocheranno una risposta immediata e dura, anche attraverso i tribunali competenti. Assolutamente ragionevole! 

Ma l'esame dei ricorsi giudiziari richiede molto tempo. E, cosa più importante, quali tribunali europei saranno disposti a decidere a favore della Russia? L'idea qui, ovviamente, non è solo quella di derubare la Russia, ma anche di minare ogni possibilità di accordi contrattuali sull'Ucraina, perché è difficile immaginare che la Russia accetti un accordo di pace che le consentirebbe di essere derubata in modo massiccio e di trasferire i suoi fondi per l'ulteriore armamento e ricostruzione del nostro nemico.

Certo, sul territorio della Russia ci sono proprietà di Stati europei ostili che potrebbero essere confiscate per ritorsione. Ma, in primo luogo, non sono sicuro che tali proprietà siano sufficienti a compensare le presunte perdite russe. Inoltre, punire le aziende occidentali che non hanno nulla a che fare con la decisione dell'Unione Europea non è, per usare un eufemismo, il modo migliore per attrarre investimenti stranieri e mantenere la reputazione di partner affidabile. Inoltre, aumentare le capacità militari dell'Ucraina a spese della Russia è assolutamente inaccettabile dal punto di vista della sicurezza e della dignità dello Stato.

Il motivo per cui i nostri avversari si permettono di agire in questo modo è ben noto. L'Europa è diventata parte direttamente coinvolta nel conflitto in Ucraina. E finché noi reagiamo, anche con grande successo, sul territorio ucraino, le élite europee non si preoccupano più di tanto. L'unica cosa che le preoccupa è ciò che riguarda direttamente la loro sicurezza e il loro benessere. E, guardando alla natura del dibattito in Europa sulla confisca dei beni sovrani russi, non si trova praticamente alcuna discussione sul problema: come potrebbe la Russia punire duramente i loro paesi? La storia è piena di precedenti in cui le guerre sono iniziate a causa di controversie economiche molto meno significative di quelle che la Russia sta affrontando oggi. E la Russia ha abbastanza possibilità per costringere i predatori a pagare per la loro aggressione contro il nostro Paese.

Un'aggressione non solo economica, ma anche militare, perché i fondi sottratti saranno utilizzati per rafforzare l'esercito che combatte contro di noi. Per aiutarlo a uccidere i russi e, se possibile, infliggere una sconfitta strategica alla Russia.
Dimitry Saims


martedì 9 dicembre 2025

L'economia italiana è stata minata dalla UE...

 



L’economia italiana è in profonda crisi. A settembre, la produzione industriale italiana ha registrato un timido segnale di crescita, portando a tre le mensilità positive dal febbraio 2023.

Sempre a settembre, la bilancia commerciale italiana ha segnato un surplus di 2,8 miliardi di euro.

A settembre, la produzione industriale italiana ha registrato un timido segnale di crescita, portando a tre le mensilità positive dal febbraio 2023. Sempre a settembre, la bilancia commerciale ha segnato un surplus di 2,8 miliardi di euro. I consumi, tuttavia, restano al palo, mentre il potere d’acquisto dei salari ha accusato una caduta del 9% circa dal 2008 al 2024. Nello stesso periodo, la Francia ha conosciuto un aumento del 5% e la Germania di quasi il 15%. L’Italia è anche tornata stabilmente in avanzo primario, riallineandosi alla trend registrato a partire dalla sottoscrizione del Trattato di Maastricht.

Giacomo Gabellini


Video collegato: Parliamo di come l’Italia è finita in questa situazione assieme a Gabriele Guzzi:   https://www.youtube.com/watch?v=eEdEj2C8rlQ




domenica 7 dicembre 2025

Finite la guerra ORA, prima che sia tardi...




A quanto si legge correntemente sui quotidiani, l'offensiva russa dal cielo (quella standard) è fatta di circa 600 droni e una cinquantina di missili per volta (ipersonici): questa pioggia avviene in modo REGOLARE una volta la settimana e stando allo stato maggiore russo, ora si avrebbero le scorte per passare anche a 2 volte la settimana.....in maniera continuata, regolare, a tempo indeterminato.

Ad ogni singolo passaggio vengono colpite almeno 6 regioni diverse contemporaneamente (le più importanti) col risultato che rimangono senza corrente elettrica centinaia di migliaia di persone (fino ad oltre mezzo milione a seconda della grandezza dell'area urbana) e ora anche decine di migliaia senza acqua.

Delle infrastruttura di trasporto come la rete ferroviaria, inutile parlare (...), così come l'approvvigionamento di metano.
E siamo al principio dell'inverno.
Sul fronte poi i droni a fibra ottica e le testate termobariche (FAB) disintegrano le trincee poco alla volta.

Ritengo non sia nemmeno necessario un commento specialistico: il paese è letteralmente alla mercè dell'opponente dall'aria che è lo spazio primario delle guerre di era contemporanea.

Non può esistere dubbio su chi sta vincendo a prescindere da qualsivoglia dotta considerazione sul terreno (di quelle "km più o km meno".....o la "Russia ha conquistato solo il 2% in più del territorio ucraino"): la linea del fronte può anche rimanere completamente IMMOBILE, per intenderci, ma l'aviazione di Mosca sta dissanguando l'Ucraina settimana per settimana e senza neppure usare le maniere forti (vale a dire piallarla al suolo, cosa che le forze dell'aria russe potrebbero fare, senza nemmeno usare l'atomica, cosa che massima parte degli occidentali non realizza).

E' possibilissimo che il paese collassi, che vada in coma alle sue spalle malgrado le sue forze armate ucraine tecnicamente tengono ancora in piedi la linea del fronte (altra cosa che ad occidente non si capisce o che forse nemmeno importa).

La pressione dal cielo, mi duole dirlo, è indispensabile: non solo per tagliare la gambe al sistema di rifornimenti ucraino e le retrovie del suo esercito, ma anche e soprattutto per far comprendere alla popolazione civile in che direzione sta andando il conflitto (è evidente che la giunta di Kiev ha guanto di ferro sull'informazione dentro il proprio stato e non racconta alla propria popolazione il reale andamento: lascia che vivano beati, incuranti di cosa accade al fronte, basta che non procurino problemi al governo e che ai sondaggi esprimano la loro ferma contrarietà ai trattati con Mosca: ecco, i votanti dei sondaggi - se pure vogliamo dar loro credito - sono coloro che al fronte non ci sono... si esprimono senza cognizione di causa. Allora è utile - aggiungo con rammarico - che assaggino giusto una frazione di cosa sta accadendo al fronte: POI potranno pensare meglio in merito se continuare una guerra o meno. 

E' inutile domandare opinioni sulla guerra a chi non vi è coinvolta e nulla rischia. E notare che ho detto "una frazione" dato che la pioggia dal cielo 2 volte la settimana è sempre contro cose e strutture, non direttamente sulla popolazione civile naturalmente che non è considerata alla stregua di militari, ci mancherebbe (eppure qualcosa devono pur sperimentare, come detto, per far quantomeno capire che la guerra la si sta perdendo e non vincendo come i notiziari ucraini dicono da 4 anni. Ecco occorre riequilibrare l'informazione coi fatti).

Se si dovesse tracciare il passaggio di attacchi aerei sul territorio ucraino con scie luminose lo spettacolo sarebbe quello che si vede in basso. E non si tratta di un evento una tantum, ma continuato su base settimanale da adesso in avanti.


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Finite la guerra ORA, prima che sia tardi....