venerdì 18 ottobre 2024

Zelensky a Rutte ed alla UE: "O ci fate entrare subito nella NATO o ricorriamo al nucleare"

 


Il  recente discorso di Zelensky  a Bruxelles ha preso una piega non direi inaspettata (c’erano state avvisaglie già nel 2022, prima ancora dell’inizio della guerra) ma sicuramente interessante. Molto in sintesi, ha posto gli alleati di fronte a un ultimatum: o ci fate entrare nella NATO o recuperiamo il nostro potenziale nucleare, quello che abbiamo ceduto dopo la dissoluzione dell’URSS. Noi, ha continuato, preferiamo scegliere la NATO, naturalmente.

Bild, nella persona di Julian Röpke, rincara la dose, il giornalista sostiene infatti che un ufficiale ucraino gli ha rivelato che hanno a disposizione sia il materiale che le conoscenze, e possono mettere insieme la prima bomba nel giro di qualche settimana. Al di là del fatto che è piuttosto improbabile che questo piano riceva l'assenso della NATO, e al di là del fatto che se davvero l’Ucraina si mettesse a produrre bombe atomiche cesserebbe di esistere ancor prima di averne una operativa, ci sono alcune cose da dire sulla questione della passata ‟rinuncia” all’arsenale nucleare. 

L’Ucraina non aveva alcun arsenale nucleare proprio: in quattro repubbliche sovietiche, la Russia, l’Ucraina, la Bielorussia e il Kazakistan, erano dispiegate armi nucleari che erano, appunto, sovietiche, non russe o ucraine o bielorusse o kazake. Quando la Russia è stata riconosciuta successore legale dell’URSS, assumendosene vantaggi e svantaggi (tipo il debito estero...), è diventata erede anche dell’arsenale nucleare. Nel 1992 Ucraina, Bielorussia e Kazakistan (non solo l’Ucraina, dunque, come dice Zelensky) hanno firmato il Protocollo di Lisbona, il trattato di non-proliferazione nucleare e dichiarato la loro volontà di diventare stati non-nucleari.

Bielorussia e Kazakistan hanno trasferito subito i loro arsenali, ma l’Ucraina ha avuto da subito dei ripensamenti e il Parlamento non ha ratificato i trattati appena firmati, rinviandoli a data da destinarsi e chiedendo non solo garanzie di sicurezza, ma compensi per il valore commerciale delle armi e assistenza finanziaria e logistica per il trasferimento. 

La faccenda venne risolta, ironia della sorte e altra cosa che né Zelensky né chi parla del passato arsenale ucraino ha piacere di ricordare, dagli Stati Uniti che, preoccupati che in Europa ci fossero non più tre ma quattro potenze nucleari, decisero di destinare la maggior parte dei fondi del programma Nunn-Lugar di denuclearizzazione dell’ex-URSS proprio all’Ucraina. La Russia, dal canto suo, dopo aver fatto notare che i codici di lancio erano al comando strategico a Mosca e che quindi i missili ucraini erano sostanzialmente oggetti di arredamento esposti alla possibilità di perdite radioattive, destinò alle centrali nucleari ucraine tutto il materiale fissile ricavato dai missili (con i costi di conversione pagati appunto dal programma Nunn-Lugar) e cancellò i 2.5 miliardi di dollari che l’Ucraina le doveva per gas e petrolio.

Altro dettaglio interessante: uno dei maggiori sostenitori del Nunn-Lugar era un giovane (all’epoca) senatore del Delaware che già da prima della dissoluzione dell’URSS era di casa a Mosca e a Kiev. Kiev soprattutto gli piacque parecchio e ci strinse molti contatti, in particolare nel settore energetico. È Joe Biden, ovviamente, ma forse già l'avevate capito.

Francesco Dall'Aglio



Avviso a Nato e Ue: "Per sconfiggere Putin l'Ucraina deve entrare nella NATO oppure dovremo riconsiderare  la  rinuncia a costruire armi nucleari di deterrenza". Il leader ucraino, prima all'Eurocamera e poi alla Nato ha presentato il suo piano in 5 punti.  

L'Ucraina, in guerra con la Russia da quasi 1000 giorni, pensa di tornare alle armi nucleari? Ad accendere i riflettori sul tema è un articolo della Bild, che riporta le parole di un'anonima fonte di alto livello di Kiev. Se le forze armate agli ordini di Vladimir Putin dovessero puntare nuovamente verso la capitale, l'Ucraina potrebbe riattivare il proprio arsenale nucleare abbandonato negli anni '90.

"Abbiamo i materiali, abbiamo le conoscenze. Se arrivasse un ordine, avremmo bisogno di poche settimane per ottenere la prima bomba. L'Occidente dovrebbe pensare meno alle linee rosse della Russia e più alle nostre linee rosse", il messaggio.

Nelle stesse ore, rimbalzano le dichiarazioni del presidente ucraino Volodymyr Zelensky che torna sul tema delle armi nucleari. Il leader di Kiev ha spiegato che l'Ucraina vuole entrare nella Nato, perché la considera l'unica garanzia di sicurezza credibile, fatto salvo il ritorno alla bomba atomica cui rinunciò con l'indipendenza su pressione dell'Occidente.

La risposta di Donald Trump: "Zelensky non doveva far iniziare la guerra"


(Notizie  estrapolate da  Adnkronos e Rai News del 18 ottobre 2024 e rielaborate da P.D'A.)


Video di Nicolai Lilin. “Zelenskij dichiara che l’Ucraina vuole la bomba atomica”: https://www.youtube.com/watch?v=XST9qbC_wZs

Altro video di Danilo Torresi sullo stesso tema: https://www.youtube.com/watch?v=Ub2fPHJ6Isw


2 commenti:

  1. Commento di P.P. a mezzo email: "irei che agli Usa non piacerebbe mica tanto avere in giro un altro cane pazzo atomico oltre a Israele.
    Con che missili Kiev lancerebbe le sue testate nucleari, se del caso? E con quali dati di navigazione se non quelli forniti dalla Nato?
    E se così fosse saremmo da capo a quindici: un bombardamento nucleare sarebbe considerato dalla dottrina strategica di Mosca come "congiunto".
    È l'ennesima spacconata del disperato Zelensky."

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  2. Mio commentino: “Si presume che l'Ucraina, come da notizie antecedenti, potrebbe realizzare una bomba "sporca", non distruttiva come una nucleare ma in grado di inquinare il territorio colpito e questa potrebbe  colpire la Russia anche non in profondità, magari sparandola contro la Crimea o il territorio di Kursk, ma creerebbe inquinamento, come d'altronde già fanno i proiettili all'uranio impoverito ed altre bombe sporche di altro genere...” (P.D'A.)

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