martedì 31 dicembre 2019

Ultime chicche sioniste del 2019 - "Israele ha sempre ragione anche quando ha torto..."


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Qui di seguito una lettera scritta dal dr. Ireo Bono  pubblicata il 18 dicembre 2019  sul Secolo XX ed in calce la  foto della risposta, carta carbone delle direttive implementate sul suolo nazionale che mi risulti e forse dovunque.

Mai una volta che si prenda no in considerazione i fatti contestati e mai una che ci riferisca al nostro contesto costituzionale e culturale... mai una volta che si risponda nel merito delle critiche, solo vittimizzazione quando non si sposa il progetto del governo (i)  Israeliano e si ricorda la storia, legge internazionale etc ed accuse personali a chi non condivide. 

Buona lettura di fine anno e poi... anno nuovo vita nuova, inshalla, Paola Manduca

p.s. pare che il Secolo XX sia disponibile a pubblicare lettere, chi volesse può provare a stigmatizzare questo scambio.




Sig. Direttore, ascoltando nella trasmissione radiofonica ' Prima pagina' il ricordo di Piero Terracina che univa alla memoria della Shoah la ricerca della giustizia, principio sottolineato anche dall'intervento di un sopravvissuto ad una strage nazifascista, vorrei chiedere ai dirigenti delle Comunità ebraiche italiane : come fanno a non rendersi conto dei crimini che i diversi governi israeliani commettono da anni nei confronti dei Palestinesi : i bombardamenti di Gaza, gli assassinii extragiudiziali, gli arresti amministrativi, le torture, l'apartheid e la pulizia etnica?Come fanno a non vedere l'ingiustizia dell'oppressione dei governi ebraici israeliani, che si dicono rappresentanti di tutti gli Ebrei, sul Popolo palestinese ?  

I dirigenti delle Comunità ebraiche sostengono la politica dei governi israeliani qualunque cosa facciano, si oppongono al riconoscimento di uno Stato palestinese e ad Stato comune israelo-palestinese ed identificano l'antisionismo con l'antisemitismo, cercando di delegittimare il movimento BDS come antisemita. In questi giorni il dottor Ilan Brauner, della Comunità ebraica di Treviso, ha denunciato lo Chef Rubio per incitamento all'odio ed antisemitismo perché Rubio aveva definito abominevoli i cecchini israeliani che sparano proiettili dirompenti su civili disarmati e  lo Stato d'Israele non  veramente democratico. Da marzo 2018 ad oggi, i cecchini israeliani hanno ucciso 305 palestinesi civili disarmati , e tra questi 59 bambini, che manifestavano per la libertà e per il diritto al ritorno e ne hanno feriti oltre 17000. Ma quello che ha detto Rubio lo scrivono da anni storici ebrei come Ilan Pappé, medici come Miko Peled, antropologi come Jeff Halper, giornalisti come Amira Hass e Gideon Levy, giuristi come Richard Falk e John Dugard, responsabili di Ong come Hagai El-Ad, direttore di B'Tselem e tanti altri. Proprio il 10/11, 60 Ong, di 14 Paesi, che si battono per i diritti umani, in considerazione dei crimini compiuti dall'esercito israeliano, hanno presentato alla International Criminal Court la richiesta di aprire al più presto una inchiesta sulla situazione in Palestina.

In questi giorni, in Italia ed in Europa, si denuncia l'aumento dell'antisemitismo. Forse é vero che l'antisemitismo é in aumento ma a tale proposito vorrei fare due osservazioni.

La prima é che le Comunità ebraiche sono corresponsabili di tale aumento quando si identificano con la politica dei governi israeliani, come ha già scritto anni fa l'importante intellettuale ebrea Judith Butler, la seconda é che i sondaggi sull'antisemitismo fatti da organizzazioni come la Anti-Defamation League che non distinguono tra antisionismo ed antisemitismo, non hanno alcun valore.   
Cordiali saluti

Ireo Bono- Sv     



P.S. Per quanto mi riguarda, non accetto accuse di antisemitismo e sono orgoglioso di aderire al movimento BDS , antirazzista, che pacificamente, con il boicottaggio delle merci israeliane, sostiene la fine dell'occupazione, dell'apartheid ed il diritto al ritorno dei Palestinesi, per giungere ad una pace giusta attraverso la quale Ebrei israeliani e Palestinesi possano vivere in uno Stato comune, laico, democratico, con uguali diritti per tutti i cittadini.      




Commento di F.G.: " La risposta del Secolo XIX (non XX), quotidiano genovese finito in bocca agli Agnelli, e sopravisionato dal Molinari, ultrà atlantosionista direttore de La Stampa, delegata impropriamente al talmudista di turno, è in perfetta coerenza con tutto quello che i falsari dei tre quotidiani uniti (Repubblica, La Stampa, Secolo XIX), hanno il mandato di scrivere. Ha fatto comunque bene Ireo a sfruttare lo spazio “democratico” che quel giornale, dalle tradizioni meno puttanesche (sempre nell’ambito degli interessi della megaborghesia genovese), sente di dovere ai suoi lettori, ora che concorrenti come “Il Lavoro” o “Il Corriere Mercantile” sono stati fatti fuori. Spazio “democratico” ancora elargito dal Fatto Quotidiano, da qualche giornaletto locale, e da tempo assolutamente non più dal “Quotidiano Comunista”, organo dello Stato Profondo Usa, caro ai nostri Servizi e al PD..."


domenica 29 dicembre 2019

Vaccini sì, vaccini no?


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Scrive Daniele Bricchi del Gruppo Igienista Italiano: "...il 6 gennaio 2020 iniziamo un altro ciclo di ritiri sull'Igienismo.  Riguardo ai vaccini  butto li una idea: chi non è completamente contrario alle vaccinazioni, su quali elementi tangibili e prove e fatti verificabili lo è? E' una domanda che le persone dovrebbero fare ai sostenitori dei vaccini, oltre a chiedere le prove delle ragioni dell'obbligo. E' una domanda molto semplice: perché alcuni non sono contrari ai vaccini? (danielebricchi@hotmail.com)

Risposta di C.R.: "Se ti devo dire perché non sono a sfavore, la risposta non è univoca e tanto meno definitiva. Sono nata nel '59, a quell'epoca si facevano "poche" vaccinazioni: vaiolo, anridifterica, antitetanica, antipolio e forse un'altra che non ricordo.Io ero una bambina gracile e mia madre, che era infermiera, non mi fece mai fare l'antivaiolosa perché spesso ero malata e , rimanda che ti rimanda, alla fine non la feci. Poi il vaiolo fu dichiarato eradicato . Le altre me le fece fare. Erano direi la famosa , allora , bivalente (antidifterica e antitetanica) per inoculazione e l'antipolio (la zolletta di zucchero con la goccina).

Quando avevo circa 13-14 anni nella mia scuola c'era una ragazzina che aveva avutola polio, ci fu un'epidemia negli anni '60 e un mio fidanzatino di quando avevo circa 14 anni pure. Tutti e due avevano un marcata zoppia e sicuramente avevano l'arto offeso poco sviluppato. Questi li ho conosciuti personalmente, poi andando al mare, sempre in quel periodo se ne vedevano spesso, ragazzi con un arto offeso. Per questo la vaccinazione contro la polio la trovo utile. Dopo quella volta, con la vaccinazione, di nuovi casi non ne ho più visti. Non sono informata sulla presenza in circolo di questo virus ora. Ma non credo proprio che sia eradicato (altrimenti, come nel casodel vaiolo, la vaccinazione sarebbe state sospesa).

Per quanto riguarda l'antidifterica non conosco questa malattia, ma per quel poco che so era abbastanza diffusa e provocava disturbi respiratori gravi fino a morte. Come sopra non conosco la diffusione attuale dell'agente eziologico, ma sono favorevole al suo uso. Stesso discorso per l'antitetanica: il tetano è una malattia ancora presente in Italia, non contagiosa (si contrae per l'inquinamento  di ferite con le spore presenti nell'ambiente), grave, che porta a una morte tragica, per asfissia. Anche in questo caso il rapporto costo beneficio, per me, è a favore della vaccinazione. L'unica cosa  farei fare la prima, come era una volta, su bambini più grandicelli.
Per quanto riguarda le altre vaccinazioni devo dirti che non sono particolarmente informata.Fortunatamente non ho figli minori in età vaccinale, mia figlia ormai ha 26 anni e quindi decide per sé (tra l'altro è medico). Io stessa faccio i richiami dell'antitetanica come previsto a scadenza.Tieni presente che sono anche un soggetto a rischio, essendo veterinaria usl e quindi essendo a contatto spesso con materiale fecale, che è la fonte dei clostridi del tetano.
Alcuni mesi fa ho incontrato una collega libera professionista che portava il suo bambino di pochi mesi a vaccinare e le ho chiesto brevemente cosa ne penssse e lei mi ha risposto con un sorriso che era ben favorevole a farle, e tutte.
Tieni presente che noi veterinari siamo stati educati a "pane e vaccini"; diverse malattie infettive degli animali sono state debellate o almeno contenute grazie alle vaccinazioni di massa, alcune delle quali obbligatorie, molte facoltative, ma che vengono sempre più utilizzate negli allevamenti intensivi. E qui entra il tasto dolente: negli allevamenti intensivi, per quanto "ben" tenuti, gli animali sono sottoposti a un sistema di vita innaturale,; gli animali sono a stretto contatto, vedono raramente il sole, mangiano cibo standardizzato senza possibilità di scegliere, non possono svolgere liberamente le attività per loro naturali dal punto di vista etologico. Lo stato di stress più o meno grande sicuramente abbassa le difese per cui sono più soggetti ad essere contagiati da virus e batteri e a reagire malamente.

Tutto questo discorso per dirti che anche i nostri bambini adesso sono un po' dei "polli di allevamento". La maggior parte dei nostri bambini, a causa delle condizioni sociali (genitori che lavorano entrambi, famiglie monogenitoriali, assenza di nonni o nonni non disponibili ad accudire i nipoti perché devono lavorare fino a 60 anni e più -grazie sig. ra Fornero -  spesso crescono negli asili nido dove sono a contatto con tanti altri bambini e operatori che potrebbero trasmettere malattie (?). Non certo il tetano. Ma forse l'epatite, la pertosse, lo pneumococco e non so cos'altro si. Ti ripeto, poi, se avessi avuto figli minori in età vaccinale mi sarei informata di più.

A naso penso questo: iniziare così presto con tutti questi antigeni non mi pare buono; poi mi chiedo se gli adiuvanti che vengono usati sono così pericolosi? Non so: certo, iniettare metalli pesanti (alluminio, mercurio) forse non fa così bene, ma , ad esempio, la medicina alternativa prevede l'uso (certo per bocca) di argento e oro colloidale.... questi non fanno male? Poi, questi metalli pesanti sono nella composizione di tutti i vaccini o solo di alcuni? Sarebbe bello saperlo!

Credo che su questo argomento ci sia tanta disinformazione e per questo spero che questa organizzazione (VVV) politica abbia successo. Ma la verità si saprà mai? E tutta questa massa di no vax, che spuntano fuori adesso (cioè da pochi anni) si informano veramente e senza pregiudizi? Secondo me questa ondata è un po', per alcuni, anche una "moda". Se non ci fosse stata la faccenda dell'obbligo vaccinale emanato recentemente e magari avessero fatto campagne vaccinali mirate, spiegando bene per cosa era bene vaccinare e perché, non credo ci sarebbe stata questa sollevazione popolare. 

Un ultima questione: l'effetto "gregge". Dai miei studi l'effetto gregge esiste. Una malattia infettiva si trasmette più facilmente se l'agente eziologico trova una popolazione recettiva (cioè non vaccinata o dove gli individui non hanno già contratto la malattia e si sono immunizzati naturalmente). Facciamo l'esempio del morbillo che credo sia la malattia per la quale più interessi questo effetto. Quando io ero bambina tutti o quasi abbiamo avuto il morbillo e siamo guariti senza portare conseguenze. Ricordo di aver avuto oltre alle bolle, la febbre molto alta tanto che un giorno ci vedevo doppio e non dissi niente ai miei per non spaventarli, prevedendo di cominciare da subito ad abituarmi a leggere con questo difetto che temevo sarebbe rimasto in permanenza. Fortunatamente il difetto a breve sparì. Ora non conosco le statistiche, né quelle di allora (sarà stato il 1969, avevo 10 anni e dovetti saltare la prima comunione), né quelle attuali, ma pare che il morbillo, in bambini con basse difese e/o malati, possa avere conseguenze gravi (meningite con disturbi neurologici permanenti). Allora se in una classe di bambini, di nido, materna o anche più grandicelli, c'è uno di questi bambini defedati, che può incorrere in questi problemi, è giusto o non è giusto che gli altri bambini siano vaccinati? Considerando poi che un momento di stress può capitare a tutti. Certo, se un bambino vive in campagna, all'aria aperta, con cibo buono e sano e pochi contatti con bambini potenzialmente portatori, il rischio non c'è o quasi. 

Comunque mi accorgo che il discorso sta diventando sempre più lungo e di cose da dire ce ne sarebbero ancora tante. Spero di averti spiegato perché non sono contraria ai vaccini, ma ho solo qualche dubbio."

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venerdì 27 dicembre 2019

Acque fresche, acque chiare! I fiumi inquinati del Veneto ed il sonno dei 5 stelle


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La Banda dei 4 del Partito Dimmajo, la Falsa Opposizione alla Banda Zaia & Compary de merenda ?   (Sono tutti di destra, tanto x capirsi)
Non  hanno ancora  scoperto l'acqua calda?


Se fossero veri 5 Stelle-2009 avrebbero detto:
1) un quarto dei fiumi del Veneto  sono Totalmente Velenati,  mentre il resto sono fortemente inquinati;
2) già quando escono dalle valli sono acque NON  Potabili, secondo i criteri non di legge, ma del Buon Senso e delle conoscenze minime di biologia;
3) non mettendo i nomi dei Colpevoli degli Avvelenamenti, 
zè come scrivere sul sabiòn;
4) se tutti i fiumi Non sono con Acque Potabili Vere, in alta pianura, cioè nell'Acquifero indifferenziato, cioè in zona di Ricarica delle Falde, sia quelle delle Risorgive/Fontanazzi, sia delle Falde Profonde,
come saranno le acque degli acquedotti e dei pozzi di pianura ?

A chi è dormiglione e non crede a queste mie frasi, si può sempre domandare:
Berresti le acqua della Brenta sotto il Ponte di Bassano ?
Berresti le acque dell'Astico a Piovene Rocchette ?
Berresti le acque della Piave a Vidòr o Nervesa ?
Solo 3 esempi semplici.
Se dice/dicono  Sì,  gli porto io dei bei boccioni e poi li devo vedere mentre se li bevono, tutti, così fanno una bella "pulizia" del loro organismo.

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Gli risparmio quelle dell'Agno,  perché sono Buono di Natura ed è appena passato il Nadale

Che dite?
Condi
videranno queste mie semplici righe i PFAS, i No-Pfas  e le Sardine delle Tre Venexie?

Gianni Luigi Padrin  -  lalibertaepartecipazione@gmail.com

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"Acque fresche, acque chiare!" No zè che parché l'acqua zè trasparente, la zè bona ! La maggior parte dei Veneni sono  TRASPARENTI E i  PESCI  DIVENTANO  "FOSFORESCENTI"

lunedì 23 dicembre 2019

Blitz contro la ‘ndrangheta del Vibonese... Tanto per intenderci


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  • è stato arrestato un colonnello dei carabinieri che dava notizie all’ex deputato, avvocato Pittelli,
  • è stato arrestato un cancelliere del tribunale di Vibo, che era al sevizio della cosca,
  • sono stati arrestati sindaci, persone a disposizione per aggiustare processi al TAR di Catanzaro
  • ci sono 250 pagine di capi di imputazione, ci vogliono tre giorni solo per leggerli, per capirli un po’ di più

La cosa impressionante è la disinvoltura e il potere che le cosche hanno dimostrato di avere entrando in contatto con apparati dello stato, i quali erano letteralmente a disposizione,  fino ad avere rapporti con logge massoniche della Scozia e dell’Inghilterra!

Guardate che invenzione: essere ‘ndranghetista e massone allo stesso tempo, quindi avere i rapporti con i quadri della pubblica amministrazione, quindi decidere non chi deve vincere l’appalto, ma se l’opera deve essere costruita o meno, quindi avere potere decisionale…

…quindi tutti noi siamo colpevoli di non aver avuto il coraggio di arginare e attaccare il fenomeno mafioso…. soprattutto il potere politico, il potere legislativo che ancora oggi non ci ha dato un sistema di norme proporzionato e proporzionale alla realtà criminale…

…se qualcuno nel 2010 non avesse bloccato le assunzioni nelle forze dell’ordine – siamo a ventimila carabinieri in meno, ventimila poliziotti in meno, ottomila finanzieri in meno – noi oggi avremmo fatto molto di più.

Tanto per intenderci...

Adriano Colafrancescoadrianocolafrancesco@gmail.com

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Discorso di Gratteri in conferenza stampa per il blitz contro la ‘ndrangheta del Vibonese

sabato 21 dicembre 2019

Proteste pilotate....era tutto scritto dal 1984

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Chi ne ha voglia si ripassi "1984". Orwell non aveva previsto un bel niente. Orwell sapeva tutto, che è molto diverso.
Il mentore di Orwell all'Eton College era Aldous Huxley, (fratello di Julian, eugenetista, nonché primo promotore del transumanesimo, mondialista per eccellenza), autore de "Il Mondo nuovo" tra gli altri. 
Orwell frequentava i circoli di potere dell'epoca, era iscritto alla Fabian Society, e perfettamente a conoscenza della direzione che era stata imposta al mondo.
Ma tra lui e Huxley c'era una grossa differenza. Mentre Huxley era dalla parte del potere, Orwell con il suo romanzo cercava di avvertire cosa stesse bollendo in pentola. Ma il potere e i media dell'epoca trasformarono il suo lavoro distopico in una denuncia contro il totalitarismo sovietico, quando Orwell, in realtà, denunciava il totalitarismo qua da noi, quello occidentale che pretendeva di globalizzarsi e imporsi a livello mondiale.
Ma forse questi sono discorsi da complottisti, anche se tutte le varie denunce dei complottisti (cambio del clima e scie, crisi economiche indotte, polizia europea Eurogendfor che ammazza in Francia (e a suo tempo in Grecia), vaccini, 5G e chi più ne ha più ne metta, si stanno avverando una dietro l'altra.
Stiamo uniti e non scendete in piazza. Il potere crea il disordine per poi imporre il loro ordine con la violenza. Meglio spegnere le tv e disertare i templi del consumo, tanto per cominciare. Soprattutto spegnere le tv!
“C’erano attentati continui e ingiustificati. Fatti a caso. Servivano allo Stato per limitare le libertà dei cittadini..."
G. ORWELL - 1984
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(Andrea Bizzocchi)

mercoledì 18 dicembre 2019

MARXITALISMO - Né marxismo né capitalismo... è solo questione di noia



L’alleanza “fusionale” tra società di sinistra progressista e l'ipercapitalismo/neoliberismo è una completa falsificazione, la vittoria senza meriti delle peggiori ubbie del secolo passato. Il progressismo di ascendenza marxista e libertaria è totalmente dipendente dal Sistema, un suo utile idiota che va incontro al destino servile. Figlio del nostro tempo, contraffatto, finirà sulla ghigliottina della storia.
Il punto essenziale che separa gli pseudo neo-marxisti postmoderni dai vecchi marxisti è l’indifferenza per la dimensione collettiva. È la completa negazione di ogni aspetto della solidarietà, di ogni riferimento concreto che consenta di andare oltre l'individuo a favore di una dinamica che, oltre il marxismo storico, pensi in termini di comunità, di un’ontologia che integri l'individuo nella rete familiare, nazionale, sociale, identitaria, professionale che dà senso al suo destino, come proposto dalla Tradizione.
L'individualismo della sinistra progressista aderisce completamente all'ipercapitalismo fornendogli una presunta moralità, una filosofia da bazar e da talk-show che ben si sposa con la mediocrità dei suoi ciarlatani; offre una dialettica ideologizzata in un quadro di destrutturazione, dissoluzione ed entropia sociale. Per il resto emergono tratti di vanità, egoismo e la ricerca comune del piacere che nasconde un clamoroso abbassamento del carattere, un'intelligenza atrofizzata, una gaia servitù volontaria postmoderna spiegata ai Dummies, nell’Italia di questi giorni il popolo delle sardine, gregge felice in corsa verso il nulla.
La politica di sinistra è perfettamente compatibile, se non sovrapponibile, con l’agenda dei giganti aziendali globali. Le multinazionali e gli attivisti di sinistra vogliono le stesse cose. Il globalismo - in termini marxisti, internazionalismo - è sempre stato un obiettivo della sinistra ed è il fine ultimo del corporate power. Gli uni espandono i mercati e gli altri pensano di far avanzare in forma nuova l'obiettivo marxista “lavoratori del mondo, unitevi”.
L’immigrazione senza limiti fornisce manodopera a basso costo per le imprese; a sinistra si sentono politicamente e moralmente superiori in quanto anti-razzisti. Danno il benvenuto a tutti - indipendentemente dalla razza, religione, sesso o orientamento sessuale - compresi i membri di mafie multietniche che vendono droghe ai ragazzini, riducono in schiavitù le loro vittime ed estorcono denaro a chi lavora. Tutto questo, ovviamente, lontano dai quartieri d’élite dei progressisti al caviale.  
Il transgenderismo e l’omosessualismo, nuove frontiere avanzate e progressive, sono ottime per il business. Creano nuove nicchie per i prodotti delle multinazionali, dividono la forza lavoro e distraggono l’ex sinistra dalle ingiustizie quotidiane. Sbarazzarsi delle nazioni, degli Stati, della famiglia stabile naturale, della cultura occidentale e, di passaggio, del cristianesimo imprime il marchio di progresso e di politica di avanguardia, ma soprattutto è un immenso favore per gli obiettivi delle oligarchie globaliste, eliminando tutti gli ostacoli al dominio degli affari, al mercato “misura di tutte le cose”.  
(Sintesi inviata da Adriano Colafrancesco)

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(*) FUSIONE SINISTRA E CAPITALISMO (di Roberto Pecchioli)


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Canzone in sintonia: https://youtu.be/Xef4cAb7xJg

lunedì 16 dicembre 2019

La deriva del disagio sociale e la disperazione moderata delle sardine


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Povertà, disoccupazione, schiavitù, sanità, disgregazione sociale, trasporti al collasso, dispersione scolastica, emigrazioni per la sopravvivenza: nessuno di questi problemi coinvolge le sardine per le quali il problema in Italia sarebbe unicamente "il linguaggio della politica" e il cui manifesto ha del surreale. Come afferma il professore Deloglu: mancava poco inserissero nei loro punti qualificanti la necessità che chi fa politica non metta le dita nel naso.

Io farei sommessamente notare che chi ha distrutto il nostro paese consegnandone la sovranità ad istituzioni antidemocratiche, privatizzando le aziende pubbliche, tagliando la spesa sociale, approvando le leggi che hanno contratto i diritti dei lavoratori, lo ha fatto utilizzando un linguaggio moderato e che reagire allo status quo è un dovere morale. 

Reagire in ogni modo che possa essere ritenuto utile agli scopi, reagire per una società giusta ed equa a partire proprio DALL'ODIO CHE CARATTERIZZA LE ISTANZE DI CERTA SINISTRA, l'ODIO DI CLASSE verso chi violenta i popoli e ne opprime voci, diritti e bisogni.

Essere giovani e non essere rivoluzionari è una contraddizione in termini, diceva Allende. I giovani di oggi sono addirittura arrivati al punto di operare per la difesa di questo sistema iniquo e di morte, col plauso del potere e dei media compiacenti e chiedono persino che chi esprime istanze differenti dalle proprie non sia ascoltato. Il problema non è costituito dal politico Salvini ma dal "perché Salvini": occorre andare alla radice del malcontento generale e della deriva politica.

Non vi è nulla da gioire per le mobilitazioni coi pesci, esemplificazione di quanto la mentalità borghese si sia insinuata in una società che non riesce più ad avere una visione e che ha scordato quali siano i propri diritti e l'essenza umana.

Fiore fine Primavera (ripreso da Pandora tv)



domenica 15 dicembre 2019

"Colafrancesco List" - Cancellatemi dalla lista....


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Onorevoli deputati e senatori di governo e d’opposizione, nel ricevere dal Vostro collega Ermete Realacci il laconico messaggio che segue

“Grazie, mi togli dalla tua mailing list. Auguri. ER”

in risposta al mio ultimo articolo sul tema dell’Informazione bene comune, mi corre l’obbligo di interpellarvi tutti al fine di verificare se, oltre a lui, altri esponenti della nostra attuale classe politica, non abbiano piacere di accogliere segnalazioni e pareri su argomenti di interesse pubblico e rilevanza sociale, espresse da liberi cittadini, ai fini del contributo utile e costruttivo per la vita autenticamente democratica del Paese.

Premesso che non è accettabile, in controdeduzione, la risibile scusa dell’eccessivo intasamento della casella di posta elettronica del destinatario il quale, come nel Vostro caso, per mandato ricevuto, dovrebbe prioritariamente tenere sempre viva l’attenzione alle istanze della società civile, qualunque sia la sua collocazione politica, detto anche che l’assenza di risposte a segnalazioni contenenti osservazioni critiche - tanto più se caratterizzate da elementi testimoniali circostanziati e documentali, come nel caso di questa stessa missiva - è verosimilmente equiparabile alla tacita approvazione di quanto denunciato, voglio sperare in un cortese e sollecito riscontro circa la vostra personale e singola disponibilità ad accogliere o meno comunicazioni e segnalazioni, come da parte mia è sin qui stato e sarà nel futuro.

Grazie e distinti saluti

Adriano Colafrancesco   

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Esempio di lettera pubblica di Adriano Colafrancesco indirizzata al presidente della Repubblica, Mattarella: 
http://altracalcata-altromondo.blogspot.com/2019/12/reverente-lettera-aperta-al-presidente.html


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Mio commentino:


Cancellarsi da una lista è legittimo. Anch'io tempo addietro mi sono cancellato da un gruppo, definentesi "filosofia dibattito", e dichiarantesi "Gruppo di discussione libero sulla filosofia, SOLO per filosofi appassionati, si promuove la libertà di pensiero e il senso critico: puoi dire la tua, chiunque tu sia e comunque la pensi, purché sia senza aggressioni." - Peccato che proprio la promotrice, in verità, dimostrò di essere settaria e provocatrice nonché apertamente propagatrice della religione cattolica e contraria a qualsiasi altro pensiero. Visto che al minimo disaccordo manifestato da parte mia la detta reagiva accusandomi di averla aggredita e minacciata. Ovvero in tal modo ritorcendo sull'interlocutore la sua stessa protervia e chiusura mentale. Non ho potuto far altro che lasciare il campo. Non so se questo sia il caso del buon Realacci, menzionato dall'amico Colafrancesco, ma non credo, conoscendolo, che Realacci abbia cercato di interloquire impropriamente. Si sarà semplicemente stufato di ricevere email indesiderate...” (Paolo D'Arpini)

sabato 14 dicembre 2019

Ultime stelle cadenti - Decadenza e catalessi di Giuseppi II



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Eravamo alla frutta. Dopo siamo arrivati al dolce, e dopo ancora al caffè e all’ammazzacaffè. Dove l’ammazzacaffè è simboleggiato dall’ennesimo e litigioso “vertice di maggioranza”, ultimo di una lunga serie, dipanatasi – affermano i patiti delle statistiche – a una media di uno ogni quattro giorni di vita dello sfigatissimo governo di Giuseppi II.
Lui, poveretto, è in grande affanno. Sembra che, addirittura, abbia dimenticato di farsi phonare il ciuffo prima dell’ultima comparsata davanti alle telecamere per dire che questa manovra «abbassa le tasse». Oramai Giuseppi ha dato fondo a tutti i diversi “look” del suo repertorio: da quello senza cravatta (sfoggiato quando mostrava di seguire con grande attenzione le cose che dicevano gli operai dell’ex-Ilva) a quella del maglione di cachemir (che faceva tanto “casual” nelle visite ai luoghi di un disastro climatico).
Si vede che il tapino è allo sbando, che fatica sempre piú a “trovare la quadra” fra gli “opposti estremismi” della sua cosiddetta maggioranza: fra le sportellate di Renzi e lo stridor di manette dei grillini; in mezzo c’é uno Zingarello chiaramente inadeguato, che cerca di far dimenticare i disastri della Regione di cui è presidente, primo fra tutti quello dello smaltimento dei rifiuti.
L’ultimo vertice ha rischiato seriamente di sancire la fine della “maggioranza” giuseppina, in un clima di tutti contro tutti, all’arma bianca. Alla fine, la “quadra” si é trovata rateizzando l’imposizione delle nuove tasse: una a luglio, l’altra a ottobre, una terza non so quando.
Dopo di che, é scattata la corsa a farsi belli davanti al pubblico, tutti a dire che avevano vinto loro, tutti a vantare una vittoria ai punti contro i nemici interni della “maggioranza”.
Più patetico di tutti, come spesso gli accade, il Ciambellano di Corte, ovvero il “gauaglione” ministro degli Esteri, con il suo solito sorrisetto compiaciuto stampato sul faccino (chissà cosa ci troverà di divertente nella situazione di oggi). Il quale guaglione ha proclamato con sussiego che, si, le nuove tasse ci sono, ma sono state imposte solamente alle multinazionali. Discorso da asilo infantile, perché a pagare il conto è sempre l’utente finale. La plastic tax, per esempio, la pagano le industrie di imballaggi, che però aumentano i prezzi di vendita alle aziende che producono i beni di consumo, che a loro volta aumentano i prezzi di vendita al consumatore, il quale però non puó rivalersi su nessuno. A pagare, alla fine, è sempre Pantalone.

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Stesso discorso vale per le imprese. Proprio mentre Giggino affidava all’etere il suo giacobino compiacimento per l’aumento delle tasse alle multinazionali, l’ufficio-stampa della Fanta (gruppo Coca Cola) comunicava che non si sarebbe piú approvvigionata di arance sul mercato siciliano, stante la prevista incidenza della sugar tax sui suoi bilanci. E da un momento all’altro si attende l’abbandono anche del mercato italiano degli imballaggi in plastica da parte dell’intero gruppo Coca Cola Hbc, per il quale – secondo i primi calcoli – sugar tax e plastic tax insieme rappresenterebbero un aggravio di spesa di circa 180 milioni di euro in nuove tasse. La Sibeg, azienda siciliana che imbottiglia le bibite Coca Cola, ha immediatamente fatto sapere che, in un caso del genere, sarebbe costretta a chiudere i battenti ed a licenziare tutti.
Ma Giuseppi e giuseppini di complemento sembrano non accorgersi di modesti “effetti collaterali” come questo. D’altro canto, che volete che incidano qualche centinaio di lavoratori siciliani che rischiano di perdere il posto? Andranno ad aggiungersi ai 20.000 dell’ex-Ilva e dell’indotto collegato, nel caso di fuga dell’Arcelor-Mittal dall’Italia. E agli 8.000 “esuberi” (quasi tutti in Italia) annunciati dall’Unicredit. Ma anche questi sono bruscolini a fronte del totale di 400.000 (diconsi: quattrocentomila) lavoratori a rischio, da quelli dell’Alcoa sarda a quelli della ex-Pirelli, per tacere di quelli dell’Alitalia, sempre con la spada-di-Damocle delle incombenti riduzioni di personale.
Eppure, Giggino o’Guaglione dovrebbe saperlo perfettamente, giacché sono stati ben 149 i “tavoli di crisi” che ha lasciato aperti al Ministero dello Sviluppo Economico. Ministero da lui occupato nel governo Giuseppi I e precipitosamente abbandonato per insediarsi – lui, esperto diplomatico di chiara fama – al Ministero degli Affari Esteri del Giuseppi II. In tale veste – ricordo – ha dichiarato in quel di Pechino che esiste un preciso discrimine fra il comune uomo politico e lo statista, lasciando intendere che lui – modestia a parte – era certamente da ascriversi alla seconda categoria e non alla prima.
Ma Giggino va compreso. Deve difendersi da Grillo, che chiaramente non vede l’ora di gettarlo a mare. Deve difendersi da “amici” come Di Battista, attento a ogni segnale, appollaiato su un ramo a scrutare gli ultimi sussulti del “capo politico”. Deve difendersi da quella parte del movimento che é sostanzialmente una riverniciatura della sinistra piú estrema (fichi, fichetti e fichidindia). Deve difendersi da una destra interna (Paragone & Co) che guarda con nostalgia all’alleanza con la Lega e lo attende al varco sull’affare del MES. E deve difendersi soprattutto dai parlamentari peones, i quali sanno perfettamente che la gran parte di loro non fará mai ritorno sui banchi di Montecitorio e di Palazzo Madama, falcidiata dal crollo verticale dei consensi ma anche dalla riduzione del numero dei parlamentari, incautamente voluta proprio dal Movimento 5 Stelle.

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Grillo è venuto nei giorni scorsi a Roma per “blindare” Di Maio, ma a patto che questi accettasse di non creare ostacoli sulla strada di una collaborazione col PD che assicuri la sopravvivenza del governo. Sembra che l’unica preoccupazione del comico genovese sia quella di assicurare la sopravvivenza della legislatura, almeno fino alle elezioni presidenziali del 2022. Più o meno, la stessa preoccupazione di Renzi, quasi che entrambi obbediscano ad una comune ispirazione celeste.
Nell’attesa, ogni vertice di maggioranza diventa puntualmente una “notte dei lunghi coltelli”, in un clima da basso impero, con fendenti in tutte la direzioni e con il rischio che qualche colpo, magari involontariamente, vada a scompigliare il paziente lavoro del parrucchiere di Giuseppi II.
Ma i contendenti sanno che sono ammessi tutti i colpi, tranne quelli “proibiti”. E i colpi proibiti sono quelli che potrebbero condurre, anche soltanto per caso, alla fine del regno di Giuseppi II e, con esso, anche a quella della legislatura.
Che si scambino pure coltellate e siringate di veleno, ma l’importante é che non sia messo in pericolo l’obiettivo-principe, lo scopo supremo di questa strana maggioranza minoritaria nel paese: l’elezione di Romano Prodi al Colle piú alto. Accetto scommesse: é lui il predestinato. «Vuolsi cosí colá dove si puote ció che si vuole – diceva padre Dante – e piú non dimandare.»


Michele Rallo - ralmiche@gmail.com

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venerdì 13 dicembre 2019

La Camera approva la legalizzazione della canapa "leggera" ora si attende il placet del Senato

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Un emendamento notturno dell' 11 dicembre 2019  alla manovra economica 2020 approva la legalizzazione della Cannabis light, esulta il deputato del M5s Luca Merola, promotore dell'iniziativa. Emendamento alla prova del Senato.
Lo scorso mercoledì notte, forse per sfinimento, Luca Merola, deputato del M5s, riesce a far passare il suo emendamento alla manovra economica 2020 per far legalizzare la commercializzazione della cannabis con contenuto di Thc al di sotto dello 0,5%.
Esulta il deputato del Movimento 5 stelle su Facebook e titolare di una catena di negozi dedita alla vendita della cosiddetta ‘cannabis light’.
“Missione compiuta. Due anni e mezzo fa ho individuato le problematiche della legge, ho messo su un’azienda per la commercializzazione di un prodotto che ha mandato in cortocircuito la politica, la magistratura, le istituzioni e il dibattito pubblico e, a distanza del tempo che è passato, sono riuscito a dimostrare la bontà dell’iniziativa e della battaglia”.
Una vittoria personale quella di Merola, più che del Movimento 5 Stelle che preferisce glissare sull’emendamento per evitare che la Lega usi l’approvazione a fini elettorali per screditare ulteriormente l’operato del partito pentastellato.

Una liberalizzazione che non riguarda solo la cannabis

Ad essere rimesso in discussione non è solo il principio che non distingueva tra cannabis light e cannabis psicotropa, l’emendamento modifica la norma che stabilisce i limiti di principio attivo sotto i quali un prodotto a base di droghe non potrà più essere considerato una sostanza stupefacente. L’emendamento stabilirà quindi la vendita legale definitiva di altre sostanze.

500 milioni l’introito per lo Stato

La misura prevede anche l’introduzione di una tassa pari a 12 euro ogni mille chilogrammi di biomassa di canapa. Secondo le prime stime, l’erario potrebbe incassare circa 500 milioni di euro all’anno, rimpinguando non poco le casse in difficoltà del sistema paese.
Ora spetterà al Senato della Repubblica approvare in via definitiva l’emendamento, durante il voto in aula.
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L'opinione di Paolo D'Arpini  sulla canapa: 

Sia la "cannabis indica" che la "canapa sativa" fra di loro si fecondano e si mescolano. Un po' come succede nell'accoppiamento fra un nero ed una donna bianca. Possono prolificare  e ciò dimostra che sono della stessa specie. Esiste la selezione naturale e la selezione artificiale ma se la natura è lasciata a se stessa alla fine la canapa si adatta semplicemente al clima ed alla latitudine. Infatti la canapa coltivata in Italia per centinaia o migliaia di anni era una pianta completamente adattata al clima ed alla latitudine dell'Italia... - Continua: http://paolodarpini.blogspot.com/2018/03/canapa-o-cannabis-le-piante-si-adattano.html


giovedì 12 dicembre 2019

MES. Il meccanismo "ammazzastati"


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Le crisi "viaggiano rapide, le crisi sono veloci e violente" e il Mes "rischia poi di ritardare gli interventi di politica monetaria e di far arrivare la BCE quando i buoi sono tutti scappati dalla stalla." A pensarla così è Emiliano Brancaccio, professore di Economia Politica all'Università del Sannio.
Ma non solo. Il fondo salva-stati, così come configurato, rischierebbe di aumentare l'esposizione di un Paese alla crisi economica. Un elemento di destabilizzazione, quindi, non di salvataggio.
Sputnik Italia ha approfondito questo argomento con il professor Brancaccio. 
– Lei ha definito il Mes un meccanismo di instabilità. Per quale ragione?
– Perché per come è configurato, questo istituto in realtà rischia non di contribuire alle risoluzioni di eventuali crisi, ma di aggravarle. I motivi sono diversi.
Un primo motivo verte sul fatto che questo meccanismo utilizza, come condizione di sostenibilità del debito, dei parametri che non hanno basi scientifiche. Non a caso il trattato del Mes fa riferimento ai vecchi parametri di Maastricht del 3% del Pil sul deficit e del 60% sul debito, che come la più autorevole letteratura ha dimostrato, non possono essere utilizzati per valutare la sostenibilità del debito.
In aggiunta, il testo del trattato utilizzerebbe come parametro anche il cosiddetto saldo strutturale di bilancio pubblico. Questo saldo aggrava ulteriormente i problemi perché esso viene calcolato, si dice, al netto del ciclo economico (un saldo "potenziale" calcolato al netto degli eventi esterni che possono condizionarlo, ndr), quindi , intorno a un ipotetico equilibrio caratterizzato da tassi di disoccupazione altissimi.
Per l'Italia il saldo strutturale di bilancio viene calcolato intorno ad un equilibrio che supera il 10% di disoccupazione, e per la Spagna addirittura il 20%. E' evidente che questi sono dei parametri assurdi che non hanno nessuna validità scientifica, perché considerare di equilibrio una disoccupazione superiore al 10 o al 20% è un controsenso da un punto di vista scientifico.
(l'Italia con un alto tasso di disoccupazione strutturale così determinato, avrebbe una capacità inferiore di garantire il pagamento del debito, e quindi avrà una minore flessibilità sulla spesa pubblica, quindi sarà più penalizzata rispetto a paesi con disoccupazione strutturale inferiore, ndr).
– Invece quali sarebbero le conseguenze finanziarie sul Paese?
– Nel caso in cui un paese non rispetti le condizioni di sostenibilità del debito, ed è probabile che ciò accada, parte una procedura che condiziona l'erogazione del prestito a tutta una serie di passaggi. Questi passaggi prevedono, tra le altre cose, la possibilità di ristrutturazione del debito, il che significa far pagare anche ai creditori privati una parte del salvataggio, cioé creditori non avrebbero parte del rimborso del debito o non vedrebbero pagati gli interessi che erano stati preventivati.
Questo non è in sé sbagliato. Il problema è che quando si evoca la possibilità di una ristrutturazione del debito e del coinvolgimento dei creditori privati, quel che bisogna fare è permettere contemporaneamente all'intero sistema monetario, e in particolare alla banca centrale, di erogare liquidità in massa. Solo così, anche se i creditori privati decidessero di vendere in massa i titoli per il timore di una ristrutturazione, si eviterà una ondata di ribassi sul mercato.
– Una tale situazione potrebbe aggravare una esposizione alla crisi 
– Certo. Il problema fondamentale è che se tu vuoi coinvolgere i creditori privati nel processo di ristrutturazione, lo puoi fare solo a condizione che l'intero meccanismo sia poi orientato a far sì che la banca centrale, eroghi liquidità abbondante e repentina, proprio per evitare che le paure dei creditori privati diventino poi crisi finanziarie, speculazione e crollo dei mercati.
Il problema è che il Mes non funziona in questo modo, anzi, rischia di rendere l'intervento della banca centrale tardivo e del tutto insufficiente.
Quindi, come dire c'è un coinvolgimento dei creditori privati, perché viene evocata la ristrutturazione, ma contemporaneamente non si creano le condizioni affinché quel coinvolgimento non scateni una crisi.
– Del resto se la banca centrale può fornire liquidità, perché ci dovrebbe essere il Mes?
– Il problema è questo. Tutta la questione trae origine da un'ipocrisia di fondo. Il Mes nasce semplicemente perché, per ragioni legate alle attuali regole europee, la banca centrale europea non può agire direttamente come prestatore di ultima istanza.
Si deve perciò creare questo istituto strano, il Mes, che poi giustifica un intervento della BCE in seconda istanza.
– Alcuni parlano del Mes come di un vestito cucito addosso dell'Italia, perché dovrebbe prendere di mira proprio il nostro Paese?
– Io non sono d'accordo che sia un vestito cucito addosso dell'Italia. Questo è un meccanismo che richia di fare danni non solo all'Italia, ma rischia di far danni in generale. Perché se qualcuno pensa che al sopraggiungere di una recessione sia soltanto l'Italia a pagarne le conseguenze si sbaglia di grosso.
Sappiamo benissimo che se arriva una recessione, l'intera Eurozona non è preparata a fronteggiare una recessione. Persino paesi come la Francia potrebbero avere dei problemi di rispetto dei famigerati parametri di sostenibilità del debito. Quindi il Mes fa male all'Italia ma rischia di far male anche ad altri Paesi.
– A proposito di questo, qualche giorno fa Gentiloni, come del resto Moscovici, ha parlato di una modifica del patto di stabilità, con particolare riferimento al Fiscal Compact. Si andrà in questo senso, ovvero verso la costruzione di un'Eurozona che potrà affrontare meglio le crisi, allentando i parametri di Maastricht?
– Si dovrebbe fare un discorso serio, cioé valutare davvero sul tappeto del dibattito politico la disponibilità a rivedere i compact, il patto di stabilità e crescita, al fine, per esempio, di sanzionare non solo i paesi in deficit, ma anche i paesi in surplus, come la Germania.
Questi attuano delle politiche di controllo della domanda interna, che fanno sì che quel paese si trovi sempre in surplus commerciale verso l'estero, perché mantiene le sue importazioni basse rispetto alle esportazioni. Ma così facendo quel paese contribuisce a deprimere la domanda aggregata complessiva dell'Unione Monetaria europea. Questi comportamenti andrebbero sanzionati, ma ciò non avviene perché in UE vengono portate avanti delle misure che assumono esclusivamente il punto di vista di quei paesi creditori.
Non dimentichiamo che il Mes, statutariamente assume la prospettiva del solo creditore. Queste non vanno affatto nella direzione invocata da Gentiloni, vanno sempre nella salvaguardia e negli interessi dei paesi creditori, sostanzialmente la Germania e i suoi satelliti. Assumere la prospettiva del solo debitori significa destabilizzare la Ue, non garantirne la sostenibilità.
– Come valuta l'intervento del premier Conte in aula di ieri e come prevede che andrà il Consiglio d'Europa?
– Credo che il professor Conte sia vittima o più probabilmente artefice di un equivoco. Se il presidente e professor Conte, vuol parlare di logica da pacchetto, cioé sostere che il Mes rientri in un pacchetto complessivo di riforme, allora la logica del pacchetto, per ragioni etimologiche e per la sua logica intrinseca, dovrebbe applicare approvazioni contestuali e contemporanee di tutti gli elementi del pacchetto. Altrimenti non è un pacchetto. Invece Conte evoca la prospettiva del pacchetto ma poi chiede un'approvazione immediata del Mes ed rinvia alle calende greche qualunque altro elemento contenuto nel suo ipotetico pacchetto. Questo non è un pacchetto, è un pacco.
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