domenica 27 agosto 2017

UE. Gli pseudo-intellettuali "sciuscià" parlano inglese


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Operatori culturali  "ueisti", la volete smettere di fare gli "sciuscià" dell’inglese?

L’italiano basta e avanza per farsi comprendere, non solo dagli Italiani ma da molti Bruxellesi, Belgi e dai funzionari europei i quali, se non lo conoscono, sarebbe bene che lo imparassero perché, nell’ambito del processo di integrazione dell’Europa e secondo la regolamentazione in vigore, l’italiano è lingua ufficiale e lingua di lavoro delle istituzioni europee e una tra le più importanti lingue di cultura dell’Europa. Il pragmatismo linguistico, installatosi in seno alle istituzioni europee, che favorisce l’inglese a discapito di tutta la civiltà greco-latina, sta distruggendo la concezione originale dell’Europa Unita e deviandone    il progetto di integrazione.

 In Belgio e in Europa la conoscenza dell’italiano è molto diffusa, siamo noi a disconoscerlo facendo sistematicamente uso dell’inglese per comunicare con i cittadini degli altri popoli europei. Quando mi reco nelle Fiandre e chiedo informazioni ai passanti, in francese, perché purtroppo non conosco il fiammingo, spesso i Fiamminghi mi rispondono in italiano perché, per ragioni ben note,  non vogliono utilizzare il francese e, dal mio accento, capiscono che sono Italiana. L’italiano è una lingua molto più conosciuta di quanto gli Italiani si permettono di ammettere sotto l’occupazione di cui sono vittime dalla fine della seconda guerra mondiale in poi.

Peraltro, nel corso dei miei viaggi di lavoro, nei quattro angoli del mondo, ho sempre incontrato persone che volevano parlarmi in italiano, non solo in tutta l’America Latina ma in tutti i Paesi del bacino mediterraneo e perfino in Corea e in altri Paesi dell’Asia. Svegliatevi e fatela finita di offuscare lo splendore culturale della nostra lingua e abbassarne il livello a quello delle lingue minori, allorché essa è una lingua appresa, conosciuta, ricercata ed amata nel mondo intero in virtù della sua chiarezza, della sua logica, del suo equilibrio, della sua intrinseca armonia e dell’immenso patrimonio culturale che l’Italia possiede e che la lingua veicola.

L’italiano è una grande lingua di cultura di livello mondiale ma gli Italiani lo ignorano.

Anna Maria Campogrande

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4 commenti:

  1. Integrazione dell'autrice:

    Mi fa piacere che abbia diffuso il mio messaggio perché spero di poter sensibilizzare i nostri connazionali, i politici, le autorità del nostro povero Paese colonizzato, i quali non sono affatto coscienti del valore della nostra lingua e del suo livello culturale e, in sede comunitaria, hanno accettato discriminazioni inaudite a iniziativa e con la partecipazione attiva di Romano Prodi, all’epoca in cui era Presidente della Commissione Europea, il quale ha condannato l’italiano tra le lingue minori. È da allora che l’italiano è diventato la lingua più discriminata di tutte le lingue d’Europa.

    A mio parere, un circolo-una librería che svolge un’attività culturale, ovunque essa sia ma in particolare in una Bruxelles europea deve affermare la sua identità. È accettabile che si aggiunga, eventualmente, in alcuni casi, la lingua ufficiale del Paese ospite, la lingua veicolare del luogo, ma cosa c’entra l’inglese? Non è lingua ufficiale del Belgio, né lingua veicolare di Bruxelles, è solo la lingua dei Padroni, di quelli che si sono abilmente infiltrati e stanno mandando a monte il progetto di integrazione dell’Europa per trasformarla tutt’intera in una colonia statunitense.

    La ringrazio in particolare per quell’appropriatissimo "sciuscià" a cui non ho pensato pur essendomi posto il problema.

    Anna Maria Campogrande

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  2. Scrive Marina Neri a commento: “...nell'articolo di Anna Maria Campogrande scorgo solo amore per una lingua meravigliosa e il principio che se tu sei mio ospite forse dovresti sforzarti di apprendere i miei usi e costumi. Certo l'inglese è una lingua semplice e universalmente riconosciuta come veicolo immediato di comprensione. Ma non deve essere necessariamente la lingua ufficiale dell'Europa. Un tempo il mondo pieno di ideali aveva creato l'esperanto. Questo quando si tendeva ad unire e non vi era un Primo!”

    ..........

    Commento di Fabio Orsini: Ma quanto mi piace quest'articolo! Io non sono un nazionalista, ma se vieni in Italia sei tu a doverti far capire, amico straniero. Poi se vogliamo cominciare a discutere su un linguaggio che permetta a tutto il mondo di capirsi, sono d'accordo. Importante che non si dica che già c'è ed è l'inglese, sta cosa mi fa incazzare!”

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  3. Italianità stravolta – Scrive Anna Maria Campogrande: “...gli Italiani, vivono in un Paese occupato dalla fine della seconda guerra mondiale e sono oggetto di una strategia, studiata a tavolino, di occupazione totale e di distruzione della loro millenaria civiltà, lo testimoniano, tra l’altro, le successive scellerate riforme della pubblica istruzione, l’imposizione dell’inglese ai bambini della scuola materna che ne scompiglia la forma mentis, il fenomeno delle immigrazioni di massa che non è semplicemente spontaneo ma predisposto e organizzato, l’abbassamento del livello dei politici, ecc… Mi stupisce che nessuno se ne accorga e che si continui ad andare avanti come se niente fosse...”

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