giovedì 10 agosto 2017

Meteorologia e nomi pazzi


Da qualche anno leggiamo sulla stampa e nei blog meteo nomi come Annibale, Acheronte, Cerbero, Cleopatra, ecc. tutti per designare quello che normalmente si riferisce a vaste perturbazioni, a fronti temporaleschi, alta pressione, bolle di calore, ecc. Oltre a ciò da qualche tempo per definire un forte nubifragio si legge o si sente dire in TV “bomba d’acqua”. Da qualche settimana è apparsa anche l’espressione “Bomba di calore”.

Tutto questo colorito linguaggio meteorologico non va giù ai climatologi, ai fisici dell’atmosfera e in genere agli scienziati. "perché -dicono- si debbono affibbiare nomi inventati a fenomeni meteo che già hanno una loro definizione accettata da anni da tutto il mondo scientifico? In questo modo si denigra la scienza e non si fa un buon servizio al pubblico!"

I giornalisti e gli inventori di questa nuova moda di ribattezzare i fenomeni meteo, si difendono dicendo che anche gli uragani e i tifoni vengono identificati con nomi di donne (inizialmente ) e di uomini. Il primo ad adottare questo metodo fu proprio lo scienziato francese Coriolis, a cui si deve la scoperta della direzione dei venti secondo la rotazione della Terra. E ancora: "Alla gente comune, ai lettori dei quotidiani, ai telespettatori e ai non addetti ai lavori cosa importa apprendere che un tale fenomeno meteo si debba chiamare solo “Alta pressione del Sahara numero x” e non semplicemente Caronte o Annibale e un violento nubifragio “Bomba d’acqua” ?"

Accademia Kronos, chiamata in causa per esprimersi in merito, cerca di mediare, invitando i giornalisti meteorologi a non esasperare questo settore con nomi e visioni mitologiche e gli scienziati ad essere più tolleranti, infondo al pubblico poco interessa se un fenomeno meteo ha un nome mitologico o uno scientifico rigoroso, importante è dare informazioni rigorose e attendibili.

 Filippo Mariani

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