sabato 6 gennaio 2018

Il papa dittatore... e turbocapitalista


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Il Papa più incoerente che la storia della Chiesa cattolica ci abbia mai consegnato apre al turbocapitalismo.
Avete letto bene. Bergoglio che non tralascia mai occasione per denunciare le trame del capitalismo, per additarlo come sterco del diavolo e via discorrendo, ha deciso giorni or sono di affidare al Capitale un progetto per venire incontro alle necessità dei migranti. Già, quando gli altri badano al sodo per fare gli interessi di una nazione, sono sporchi, brutti e cattivi, quando invece è il Vaticano a parlar di profitto, subito si danno pena di contornare la decisione con motivi umanitari. Allora l’economia non uccide più, ma vivifica e rinvigorisce.
Oltre Tevere, naturalmente, la Sala Stampa si è già affrettata a mettere le mani avanti, dichiarando che Bergoglio non intingerà le mani nel tesoro. Ci mancherebbe altro! Ma i promotori, lapsus freudiano, hanno già corretto il tiro, dichiarando che Bergoglio tace acconsentendo e che nulla osta affinché per il Progetto con la P maiuscola, si usi l’immagine del Pontefice (sic!!!) per motivi di opportunità. Meglio sarebbe dire: opportunismo!
D’altronde il Bergoglio non è nuovo a sceneggiate napoletane, durante le quali ciò che ha detto il giorno prima, non vale per quello successivo, secondo il meglio della morale gesuitica. La vita si ama sempre, ha detto l’argentino. Poi benedice l’ingresso nell’Accademia Pontificia delle Scienze di personaggi pro aborto e pro eutanasia, facendola diventare una succursale del Club di Roma. Il Matrimonio è indissolubile, ha sentenziato ancora Bergoglio, salvo poi affidare ad Amoris Laetitia ed ai suoi amici Vescovi di Germania, Olanda e Belgio il compito di introdurre il divorzio cattolico.
Ed oggi, Laudato sii…. fratello capitalismo per i tuoi euro sonanti. I soldi sono del diavolo, ma a quanto pare anche in Vaticano sono propensi a pensare che la moneta sonante possa risolvere parecchi problemi. Nulla di male, ovviamente, se non fosse che per adesso nessun cardinale di Santa romana chiesa sia stato chiamato a coordinare l’iniziativa bergogliana pro domo immigrati, ecologia e politiche mondiali sul modello dell’Enciclica Laudato sii, che tutto assomiglia fuorché a quel Cantico delle creature di Francescana memoria.
Negletto il Vangelo, conviene che il cielo scenda sulla terra, quale gesto profetico di un pontificato dove la religione, in specie il cattolicesimo, deve essere assimilata ed omogeneizzata secondo le esigenze di un Mondo Finalmente Unificato. Come la Chiesa finì. Ce lo racconta Aldo Maria Valli nella sua ultima fatica letteraria, che giustappunto ha per sottotitolo e filo conduttore la fine della Chiesa. Nel Mondo Finalmente Unificato, infatti, non c’è libertà e non ci sono religioni.
Il Regime Universale imposto da Coloro che Amano, proprio come Bergoglio, assicura una stabilità che è totale asservimento. La causa di questa totale involuzione è il progressivo dissolversi della Chiesa cattolica. Essa, infatti, in nome di un malinteso senso dell’apertura, non più baluardo in difesa della verità, ha intrapreso un percorso di adesione alle idee dominanti, quelle che in sintonia con la Laudato sii, vedono l’uomo quale unico responsabile di tutti i mali del creato: surriscaldamento, inquinamento, sovrappopolamento e, via via, amenità enarrando, salvo poi essere smentiti dalla vera scienza, quella narrata dal Premio Nobel Carlo Rubbia, per esempio, proprio in fatto di frottole sul surriscaldamento globale.
Non ne avremmo memoria se un isolato testimone, il Cantore Cieco, personaggio principe del saggio di Aldo Maria Valli, non sfidasse le proibizioni del Regime (come all’interno della Chiesa furono Caffarra e Schneider ed oggi Burke e Negri, tanto per citarne alcuni) per narrarci le vicende che hanno determinato la conversione della Chiesa cattolica nella Nuova Chiesa Antidogmatica, così conciliante ed ecumenica da giungere a proclamare il Superdogma del Dialogo. Vicende che, scandite dal succedersi di papi tutti stranamente e curiosamente di nome Francesco, conducono ad un risultato inevitabile: la fine della Chiesa.
O almeno così sembrerebbe, perché l’autore lascia trasparire e leggere fra le righe e le pieghe del saggio quella speranza del NON PRAEVALEBUNT, tanto cara ai cristiani perché forte della promessa di Cristo. La storia si incaricherà di dirci a quale prezzo avverranno queste trasformazioni. Così come altri profeti del secolo appena trascorso, fra i quali il Dostojevskij delle Memorie dal Sottosuolo, dei Demoni e della Leggenda del Grande Inquisitore, incaricò di descrivere ai suoi contemporanei l’avvento della società comunista con tutti i suoi orrori, sotto le mentite spoglie e le buone intenzioni di Coloro che Amano.
A proposito di dittature e dittatori, voglio segnalare al pubblico dei lettori un libro sconvolgente, che vergato sotto lo pseudonimo di Marcantonio Colonna, narra le vicende di questo pontificato bergogliano sotto l’inquietante titolo: "Il Papa dittatore". Insomma due chicche preziose, quella di Aldo Maria Valli e questa di Marcantonio Colonna, da non perdere, per cominciare bene questo 2018. 
Giuseppe Bracchi – lazio.gb@libero.it

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(Fonte: http://www.lacitta.eu)

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